BERLUSCONI NON POTEVA CHE SOGNARE UN GOVERNO PASSERA

Salvatore Dama per "Libero"

Silvio Berlusconi salirà domani al Quirinale per le consultazioni. Ma quello che ha intenzione di dire a Giorgio Napolitano è già noto. L'ex presidente del Consiglio è per «un governo di responsabilità » che porti «l'Italia fuori dalla crisi» rilanciando l'economia senza più «tartassare di tasse famiglie e imprese». Il Cavaliere è disposto a turarsi il naso e a condividere con il Partito democratico il sostegno a un governo formato da personalità terze rispetto alla politica.

Di più: l'ex premier sarebbe anche disponibile ad agevolare la nascita di un esecutivo guidato da Pier Luigi Bersani purché, per la prima volta da quando lui è in politica, sieda al Quirinale una personalità espressione dei partiti moderati. Nel primo caso, nella eventualità che si riformi la maggioranza larga dell'ultimo scampolo della scorsa legislatura, Berlusconi è pronto a indicare a Napolitano un nome che possa guidare la riedizione del governo dei tecnici: Corrado Passera. Nel contempo, però, siccome Berlusconi è anche un uomo realista, si tiene pronto a ogni ipotesi.

Al caso che Bersani riesca a formare un governo con il sostegno di un tot di disobbedienti grillini. Alla ipotesi di elezioni in tempi ravvicinati, cosa che non dispiacerebbe affatto al Cavaliere: «Avremmo la maggioranza in entrambi i rami del Parlamento, i sondaggi ci danno avanti». E Silvio avrebbe la certezza di un Senato non ostile come quello odierno, dove i suoi colleghi sono pronti a votare l'autorizzazione al suo arresto.

Nel caso in cui arrivasse. In serata, attraverso il sito ForzaSilvio.it, il Cavaliere ha mandato un messaggio ai simpatizzanti: «Per uscire dalla recessione e ripartire verso lo sviluppo occorrono interventi forti, decisi e precisi, e soltanto un governo esperto, stabile e autorevole che scaturisca da un accordo tra il Pd e la nostra coalizione può realizzarle». Una disponibilità al dialogo che non è stata raccolta dal Partito democratico: «Ci siamo dichiarati disponibili a questo accordo ma in cambio abbiamo ricevuto insulti, disprezzo, presidenti di sinistra alla Camera e al Senato, il rifiuto di una intesa su un presidente della Repubblica di garanzia».

C'è stata, accusa Berlusconi, «una occupazione militare di tutti i vertici istituzionali che contraddice quanto promesso da Bersani durante la campagna elettorale. Non possiamo accettarlo». Ecco perché Silvio prepara la contromossa. Se non riesce a imporsi con la forza dei numeri parlamentari, allora farà leva sul proprio consenso elettorale: «Continueremo una mobilitazione permanente nelle istituzioni, nelle piazze, nei media.
Cominceremo sabato prossimo a Roma, manifestando tutti insieme contro l'oppressione fiscale, contro l'op - pressione burocratica, contro l'oppressione giudiziaria».

L'appuntamento è per le 15 in Piazza del Popolo che diventerà «la Piazza del Popolo della Libertà». Silvio ci tiene a «ringraziare» per «i tantissimi messaggi di vicinanza e di incoraggiamento che mi sono arrivati nei giorni in cui sono rimasto al San Raffaele».

L'affetto dei simpatizzanti, dice, «è stata per me la medicina migliore». Ora è di nuovo in pista. Anche se con le Ray Ban: «Sono tornato subito in campo perché la situazione è grave. La prima preoccupazione è per la nostra situazione economica e sociale: i disoccupati continuano ad aumentare. Nel 2012 hanno chiuso mille imprese al giorno.

Le nuove tasse volute da Monti strangolano famiglie e imprese », conclude il Cavaliere, riconoscendo «al nostro commissario europeo Antonio Tajani» il successo che ha sbandierato anche il Professore. L'aver «ottenuto la disponibilità dell'Unione europea a tenere fuori dal Patto di stabilità il pagamento dei debiti dello Stato verso le imprese»

 

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