BERLUSCONI E RENZI CONVERGONO SULLA LEGGE ELETTORALE? E RICICCIA VERDINI A DARE UNA MANO: “VOTEREMO SÌ ALLA FIDUCIA AL SENATO” - I 14 SENATORI DI ALA VANNO IN SOCCORSO DELLA MAGGIORANZA DOPO LA DEFEZIONE DI D’ALEMA E BERSANI - APPROVAZIONE LAMPO: IL VOTO FINALE È PREVISTO PER IL 25 OTTOBRE
Carmelo Lopapa per “la Repubblica”
Discussione e approvazione lampo per la legge elettorale al Senato. Approdo in aula martedì 24, voto finale l' indomani. Perché c' è una svolta che potrebbe chiudere fin d' ora la partita, almeno sul pallottoliere. Il capogruppo Pd Luigi Zanda ha preannunciato il piano parlando in queste ore al telefono coi colleghi degli altri gruppi che sostengono il Rosatellum bis, dunque Forza Italia, Lega e Ap. Anche perché oggi si riunisce la conferenza dei capigruppo e i piani devono essere trasformati in sedute e votazioni da mettere in calendario.
Martedì prossimo il testo, che questa settimana sarà varato in commissione, arriverà in aula blindato dalla fiducia, che sarà messa ai voti già il 25, il giorno dopo. La settimana successiva il Senato chiude per le elezioni in Sicilia.
Le ragioni dell' accelerazione però stanno proprio nei numeri che adesso tornerebbero, nei conti fatti in casa dem. Renzi e i suoi dormono sonni più tranquilli. Arriva il soccorso verdiniano a sminare il terreno sul via libera finale. I 151 voti rimasti alla maggioranza dopo lo strappo dei bersaniani di Mdp (16), quelli cioè dei senatori disposti a votare la fiducia, non sarebbero sufficienti.
E benché quella fiducia sia tecnica, né Fi, tanto meno la Lega possono spingersi fino al punto di votarla. Mancherebbe dunque all' appello una dozzina di "sì" per il disco verde definitivo. «Ma noi invece la votiamo, dato che al Senato non è previsto un voto sul provvedimento e tutto viene assorbito da quello di fiducia», spiega il capogruppo di Ala, Lucio Barani, alla guida dei 14 senatori della squadra di Denis Verdini (lui incluso). «Ne abbiamo parlato e siamo orgogliosi di dare il nostro sostegno a una legge che consideriamo un po' figlia nostra - continua - assai simile a quella che avevamo presentato alla Camera e al Senato» (era il cosiddetto "verdinellum", ndr).
«E poi - riprende - è una fiducia tecnica, siamo orgogliosi che passi grazie al nostro aiuto, come tutte le altre riforme di Renzi, del resto. Continuiamo a essere responsabili fino alla fine, se l' Italia si risolleverà lo si dovrà a questo manipolo di visionari di Ala», enfatizza. E pazienza se i forzisti si rifiutano di votare la fiducia, tentando di condurre in porto in altro modo il Rosatellum - uscendo dall' aula o mettendo in missione alcuni dei loro, se servirà per abbassare il numero legale - i 14 verdiniani hanno già deciso.
«Ho grande stima di Berlusconi, ma purtroppo si ritrova due capigruppo che lasciano parecchio a desiderare, se fossimo in campo calcistico parleremmo di due brocchi», dileggia Barani. Il presidente dei 44 forzisti, Paolo Romani appunto, non cede alle provocazioni, spiega al telefono che lui resta della sua opinione, anche se non esclude nulla: «Confermo che per noi è improbabile votare la fiducia», improbabile dunque, non impossibile. «Ad oggi non abbiamo deciso nulla, per noi conta solo approvare a breve il Rosatellum, valuteremo quando arriverà in aula come muoverci, alla Camera siamo già usciti e per coerenza dovremmo seguire la stessa linea».
E poi c' è la Lega, col suo peso relativo di 12 senatori. «Ho parlato con Zanda e gli ho già detto che noi la fiducia non la votiamo comunque, seppure tecnica - spiega il capogruppo Gianmarco Centinaio - Siamo disposti anche alle sedute notturne, se necessario, e in queste ore ci riuniamo per decidere eventuali strategie da seguire, se uscire dall' aula o altro, ma il numero legale deve garantirlo la maggioranza, non possiamo aiutarli, e la fiducia non la votiamo comunque». Problema superato, sulla carta, grazie a Verdini e al suo soccorso. Con tutto il fuoco di fila di bersaniani e grillini che ne seguirà.