L’INCUBO DI BERLUSCONI: "QUESTI VOGLIONO PRENDERSI LE TV" – LA DELEGA ALLE TELECOMUNICAZIONI NELLE MANI DEL "NEMICO" DI MAIO E’ LA PROVA DEL “TRADIMENTO “FINALE” DI SALVINI PER IL CAV CHE ASPETTA L’AUTUNNO: “QUESTO SPERICOLATO GOVERNO ANDRÀ A SCHIANTARSI DA SOLO” – IL PARADOSSO: CHI FREQUENTA DI PIU’ SILVIO IN QUESTE SETTIMANE E’ SALVINI
Carmelo Lopapa per la Repubblica
In America lo chiamano ghosting e va per la maggiore. «Sparire senza lasciar traccia, rendersi invisibili e quindi ancor più desiderati come rivoluzionaria scelta vincente » , lo definisce la Treccani.
Ed è la risposta alla domanda che rimbalza in queste ore in tutti i capannelli dei parlamentari di Forza Italia in Transatlantico: che fine ha fatto Silvio Berlusconi?
L' unico a vederlo con una discreta frequenza, ed è un paradosso, è il leader che sta per prosciugargli consensi e partito: Matteo Salvini.
Ultima visita ad Arcore lunedì, ma per parlare di tv da preservare e interessi da tutelare. Il fatto è che le ultime apparizioni pubbliche del Cavaliere risalgono alle regionali in Molise (22 aprile) e Friuli Venezia Giulia ( settimana successiva). Poi più nulla. Ghost, appunto. Il fondatore di Fi ha deciso di eclissarsi, per ora. « Depressione da tramonto politico » , raccontano in assoluto anonimato i pochi fedelissimi che sono riusciti a parlargli in questi giorni per avere uno straccio di linea, l' ombra di una strategia politica. Invano.
« Ondeggia tra momenti di assoluto rigetto che lo portano a rifiutare qualsiasi impegno, all' insegna del chi me lo fa fare - spiega un dirigente della vecchia guardia in contatto con lui - ad altri in cui ci dice che comunque questi al governo sono in piena luna di miele e qualsiasi campagna comunicativa contro Lega e M5S sarebbe comunque destinata a fallire » .
Per concludere così: « Per adesso lasciatemi in pace, tanto già in autunno questo spericolato governo andrà a schiantarsi da solo » . Qualcosa di molto simile a quanto era avvenuto nei mesi successivi alla sconfitta pur di misura del 2006. Solo che allora Romano Prodi l' aveva spuntata per un soffio, i numeri della maggioranza erano risicati e destinati a venire meno ( come poi avvenne) e, soprattutto, Berlusconi aveva 70 e non (quasi) 82 anni.
È appunto il dettaglio che sta angosciando parlamentari e quadri di Forza Italia.
All' inizio della scorsa settimana, per dire, il leader ha delegato uno dei più fidati dirigenti, Sestino Giacomoni, per insediare nella massima segretezza il nuovo Ufficio di presidenza, epurato dai vecchi dirigenti sostituiti dai nuovi ( Alberto Barachini, Licia Ronzulli, Giorgio Mulé). Ma senza darne appunto pubblica comunicazione, pur di schivare proteste e lamentele da deputati e senatori dei quali non vuole più saperne. Per adesso vuol sentir parlare solo di aziende. E infatti lunedì mattina è tornato ad Arcore dalla Certosa, in Sardegna, dove si era rifugiato per questo scorcio di inizio estate, ma giusto per seguire come ogni lunedì il briefing dei vertici delle sue aziende. E per discutere a quattr' occhi col vicepremier.
Le aziende, appunto. Il colpo di grazia sull' umore del patron sembra lo abbia dato la scure della ripartizione delle deleghe nel nuovo governo Conte. La gestione delle Telecomunicazioni rimasta nelle mani del "nemico" Luigi Di Maio e che invece Salvini aveva promesso di assegnare a un meno ostile leghista è stata per il leader di Fi la conferma del "tradimento finale". Il peggiore del suoi incubi che diventa realtà: « Vogliono prendermi tutte le televisioni ». Per la campagna di offensiva mediatica in grande stile, soprattutto sulle tv del Biscione, bisognerà attendere la ripresa dei palinsesti in autunno. Con la trasformazione di Rete4 in una piattaforma all news da schierare tutta in attacco, senza alcuna concessione ai format che hanno fatto la fortuna dei populisti.
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Ma è di politica che vorrebbero sentire parlare i parlamentari.
Nella lettera al Corriere della Sera dell' 11 giugno l' ex presidente del Consiglio aveva preannunciato il " rinnovamento di Forza Italia", che dovrebbe passare attraverso la nomina di un vicepresidente e una consulta formata da personalità anche esterne. Ma anche quell' annuncio è rimasto sulla carta. Renato Brunetta continua a sparare a pallettoni come i giapponesi ignari della guerra finita. Le capogruppo Gelmini e Bernini fanno il loro lavoro. « Il problema è che se non dà un segnale in tempi rapidi, il partito sparisce, di Fi non resterà che un pugno di pretoriani, a decine sono pronti a fuggire tra le braccia di Salvini » raccontano preoccupati i dirigenti più in vista.
BERLUSCONI SALVINI MELONI AL QUIRINALEBERLUSCONI SALVINI MELONI CON MATTARELLA