LA BIANCOFIORE VA IN BIANCO - L’UNICA VITTIMA DELLA “NON CRISI” E’ L’EX ESTETISTA DI MERANO (SVEGLIA: IN ITALIA CHI SI DIMETTE È PERDUTO…)

Fabrizio Roncone per il Corriere della Sera

Una volta, tanto tempo fa, disse: «Sono una kamikaze imbottita di tritolo berlusconiano». Erano i giorni felici in cui l'onorevole Michaela Biancofiore da Bolzano, 42 anni su tacco 12 d'ordinanza (a 14, nel Pdl, arriva regolarmente solo la Santanché) capelli lisci e biondi,
mostrava l'anello di brillanti che il Cavaliere le aveva donato, pegno d'amore politico corrisposto - «Siamo fidanzati ideologicamente da quando fui ospitata la prima volta ad Arcore» - con tanto di cagnetta condivisa: Puggy, cucciola di Carlino che, come sappiamo, è stata però soppiantata da Dudù, il barboncino di Francesca Pascale, fidanzata ufficiale e nuova regina di Palazzo Grazioli.

Opportunamente, stavolta, per lamentarsi del suo grosso guaio - Enrico Letta nell'intervista a Sky : «La Biancofiore è stata l'unica, nella delegazione Pdl al governo, a non ritirare le dimissioni: io ho quindi deciso di accettarle anche per far capire che le cose sono cambiate» - opportunamente stavolta l'ex sottosegretario Biancofiore al Cavaliere ha solo telefonato.
«Ma non sono riuscita a parlarci, perché era occupato. Poi lui mi ha richiamato e io avevo il cellulare spento...».

Cosa dirà a Berlusconi?
«Gli chiederò di capire...».

Letta è stato chiaro: lei non ha ritirato le dimissioni, lui le ha accettate.
«No, guardi: Letta forse pensa che io sia una deficiente...».

Ma no...
«No no, lui dev'esserne convinto, perché se no, scusi, che razza di balla racconta? Tutti i ministri e i sottosegretari, come hanno scritto i giornali, le dimissioni non hanno dovute ritirarle per la semplice ragione che lui, Letta, non le aveva mai neppure volute vedere. Punto. Ma di cosa parliamo? Piuttosto...».

Cosa?
«È arrivata qualche dichiarazione di Alfano su di me?».

No, niente, zero.
(Sospiro lungo, ma non teatrale: l'onorevole Biancofiore appare realmente sorpresa, amareggiata ).
«Il silenzio di Alfano conferma la mia tesi: quella di Letta non è formalità burocratica pelosa, è puro mobbing politico condiviso con il segretario del Pdl».

Paga la grande fedeltà al Cavaliere?
«Secondo lei, eh? Lo sanno bene sia Letta che Alfano che è lui, Silvio, il mio unico punto di riferimento. E così, zac!, ora mi fanno fuori... Del resto è da quando ho messo piede a Palazzo Chigi che cercano di farmi la guerra...».

In realtà, appena messo piede a Palazzo Chigi, l'allora sottosegretario con delega alle Pari opportunità, Sport e Politiche giovanili, rilascia alcune interviste con dentro questo genere di riflessioni: «I gay sono una casta», «I gay si ghettizzano da soli».
Letta legge, e rabbrividisce. Così, nel volgere di poche ore, la sposta al ministero della Pubblica amministrazione e Semplificazione. Lei reagisce come sempre. D'impulso. E invece di spegnere la polemica, la fa divampare. «Letta dovrebbe convincersi che le mie posizioni sui gay sono come quelle di Papa Francesco». «Tra l'altro, non escludo che Berlusconi possa candidare persone gay. Per Berlusconi c'è un solo criterio di scelta: la meritocrazia».

Frasi che tolgono il fiato; non le uniche - in verità - nella storia politica della Biancofiore.
Sentite qui.
«Benedetto XVI? Meglio Berlusconi, che non ha mollato». «Se quella di Berlusconi è stata tentata corruzione, quella di Monti è stata riuscita estorsione». «Mussolini? Un grande uomo della storia». «Il Pdl è così forte che potremmo tranquillamente candidare anche una capra». «La Sicilia si salva solo se mandiamo giù un po' di amministratori altoatesini». «Crisi economica? A Roma c'è gente che prende il cappuccino alle 10». «Berlusconi lo farei patrimonio dell'Unesco».

Quando decise di aprire uno squarcio sulla sua adolescenza, raccontò: «Da ragazza mi piacevano i cattivi. Subivo il fascino dei personaggi più scorretti e crudeli dei romanzi e degli attori con il viso da canaglia».

 

 

Alessandro Bertoldi con Michaela Biancofiore Nunzia Di Girolamo e Michaela Biancofiore Michaela Biancofiore ALESSANDRO MORTIMER ALLUSTRI MICHAELA BIANCOFIORE ENRICO LETTA E ALFANO NEL GIORNO DELLA FIDUCIA AL GOVERNO FOTO LAPRESSE PREMIO GUIDO CARLI BERLUSCONI E MICHAELA BIANCOFIORE jpegBERLUSCONI E MICHAELA BIANCOFIORE jpeg

Ultimi Dagoreport

pier silvio giampaolo rossi gerry scotti pier silvio berlusconi

DAGOREPORT - È TORNATA RAISET! TRA COLOGNO MONZESE E VIALE MAZZINI C’È UN NUOVO APPEASEMENT E L'INGAGGIO DI GERRY SCOTTI COME CO-CONDUTTORE DELLA PRIMA SERATA DI SANREMO NE È LA PROVA LAMPANTE - CHIAMARE ALL'ARISTON IL VOLTO DI PUNTA DI MEDIASET È IL SEGNALE CHE IL BISCIONE NON FARÀ LA GUERRA AL SERVIZIO PUBBLICO. ANZI: NEI CINQUE GIORNI DI SANREMO, LA CONTROPROGRAMMAZIONE SARÀ INESISTENTE - I VERTICI DELLA RAI VOGLIONO CHE IL FESTIVAL DI CARLO CONTI SUPERI A TUTTI I COSTI QUELLO DI AMADEUS (DA RECORD) - ALTRO SEGNALE DELLA "PACE": IL TELE-MERCATO TRA I DUE COLOSSI È PRATICAMENTE FERMO DA MESI...

elon musk sam altman

NE VEDREMO DELLE BELLE: VOLANO GIÀ GLI STRACCI TRA I TECNO-PAPERONI CONVERTITI AL TRUMPISMO – ELON MUSK E SAM ALTMAN HANNO LITIGATO SU “X” SUL PROGETTO “STARGATE”. IL MILIARDARIO KETAMINICO HA SPERNACCHIATO IL PIANO DA 500 MILIARDI DI OPENAI-SOFTBANK-ORACLE, ANNUNCIATO IN POMPA MAGNA DA TRUMP: “NON HANNO I SOLDI”. E IL CAPOCCIA DI CHATGPT HA RISPOSTO DI PETTO AL FUTURO “DOGE”: “SBAGLI. MI RENDO CONTO CHE CIÒ CHE È GRANDE PER IL PAESE NON È SEMPRE OTTIMALE PER LE TUE COMPAGNIE, MA NEL TUO RUOLO SPERO CHE VORRAI METTERE PRIMA L’AMERICA…” – LA GUERRA CIVILE TRA I TECNO-OLIGARCHI E LE MOSSE DI TRUMPONE, CHE CERCA DI APPROFITTARNE…

donald trump elon musk jamie dimon john elkann

DAGOREPORT – I GRANDI ASSENTI ALL’INAUGURATION DAY DI TRUMP? I BANCHIERI! PER LA TECNO-DESTRA DEI PAPERONI MUSK & ZUCKERBERG, IL VECCHIO POTERE FINANZIARIO AMERICANO È OBSOLETO E VA ROTTAMATO: CHI HA BISOGNO DEI DECREPITI ARNESI COME JAMIE DIMON IN UN MONDO CHE SI FINANZIA CON MEME-COIN E CRIPTOVALUTE? – L’HA CAPITO ANCHE JOHN ELKANN, CHE SI È SCAPICOLLATO A WASHINGTON PER METTERSI IN PRIMA FILA TRA I “NUOVI” ALFIERI DELLA NEW ECONOMY: YAKI PUNTA SEMPRE PIÙ SUL LATO FINANZIARIO DI EXOR E MENO SULLE VECCHIE AUTO DI STELLANTIS (E ZUCKERBERG L'HA CHIAMATO NEL CDA DI META)

antonino turicchi sandro pappalardo armando varricchio nello musumeci ita airways

DAGOREPORT – DA DOVE SPUNTA IL NOME DI SANDRO PAPPALARDO COME PRESIDENTE DELLA NUOVA ITA “TEDESCA” BY LUFTHANSA? L’EX PILOTA DELL’AVIAZIONE DELL’ESERCITO È STATO “CALDEGGIATO” DA NELLO MUSUMECI. IL MINISTRO DEL MARE, A DISPETTO DEL SUO INCARICO, È MOLTO POTENTE: È L’UNICO DI FRATELLI D’ITALIA AD AVERE I VOTI IN SICILIA, ED È “MERITO” SUO SE SCHIFANI È GOVERNATORE (FU MUSUMECI A FARSI DA PARTE PER FAR CORRERE RENATINO) – E COSÌ ECCO CHE IL “GIORGETTIANO” TURICCHI E L’AMBASCIATORE VARRICCHIO, CARO A FORZA ITALIA, SONO STATI CESTINATI…

friedrich merz donald tusk giorgia meloni trump emmanuel macron olaf scholz mario draghi

C’ERA UNA VOLTA IL TRENO PER KIEV CON DRAGHI, MACRON E SCHOLZ. ORA, COMPLICE IL TRUMPISMO SENZA LIMITISMO DI GIORGIA MELONI, L’ITALIA È SPARITA DALLA LEADERSHIP DELL’UE - LA DUCETTA PREFERISCE ACCUCCIARSI AI PIEDI DI WASHINGTON (CHE VUOLE VASSALLI, NON ALLEATI ALLA PARI) CHE RITAGLIARSI UN RUOLO IN EUROPA - FRIEDRICH MERZ, PROBABILE NUOVO CANCELLIERE TEDESCO, HA "ESPULSO" L'ITALIA DAL GIRO CHE CONTA: A CHI GLI HA CHIESTO QUALE PAESE ANDREBBE AGGIUNTO A UN DIRETTORIO FRANCO-TEDESCO, HA CITATO LA POLONIA, GUIDATA DAL POPOLARE DONALD TUSK (NEMICO NUMERO UNO DEL PIS DI MORAWIECKI E KACZYNSKI, ALLEATI DELLA DUCETTA IN ECR) - “I AM GIORGIA” SOGNAVA DI ESSERE IL “PONTE” TRA USA E UE E SI RITROVA A FARE LA CHEERLEADER DELLA TECNO-DESTRA DI MUSK E TRUMP…