galeazzo bignami

ANCHE A BIGNAMI SONO PARTITI GLI OTOLITI – NELL’ULTIMA CONFERENZA DEI CAPIGRUPPO, IL MELONIANO È STATO PROTAGONISTA DI UNA SFURIATA SUI RITARDI DELL’ITER DELLA MANOVRA, LASCIANDO FREDDI E PERPLESSI ANCHE I COLLEGHI DI MAGGIORANZA – L’EX VICEMINISTRO ALLE INFRASTRUTTURE, NOTO PER LA VECCHIA FOTO IN DIVISA NAZISTA, MINIMIZZA: “SFURIATA, SCONTRO DURISSIMO? MI SA CHE CHI LO DICE NON È MAI STATO IN UN CONSIGLIO COMUNALE” - PERCHÉ FORZA ITALIA E LEGA NON VEDONO DI BUON’OCCHIO BIGNAMI...

Articoli correlati

LA SCELTA DI GALEAZZO BIGNAMI COME NUOVO CAPOGRUPPO DI FRATELLI D'ITALIA ALLA CAMERA FA INCAZZARE...

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Estratto dell’articolo di Paola Di Caro per il “Corriere della Sera”

 

galeazzo bignami atreju foto lapresse

La raccontano come una sfuriata durissima in conferenza dei capigruppo, mercoledì sera. Che ha lasciato freddi, e silenziosi, pure i suoi colleghi di maggioranza. Una specie di sfogo poco adatto ai ritmi e al galateo della Camera, dove pure in pubblico e nelle segrete stanze di scontri duri ce ne sono a iosa.

 

E c’è già chi parla di un «cambio di passo» nella gestione del gruppo di Montecitorio, con un presidente meno felpato del predecessore Tommaso Foti, che ha sostituito Fitto, ma molto più irruente: Galeazzo Bignami.

 

GALEAZZO BIGNAMI

Ma lui — celebre la sua fotografia scattata al proprio addio al celibato oltre 20 anni fa mentre in divisa nazista per la quale «mi sono scusato mille volte, mi vestirono così, per denigrare. Ci sono riusciti. Sbagliai a non ribellarmi» — si fa una risata: «Sfuriata, scontro durissimo? Mi sa che chi lo dice non è mai stato in un consiglio comunale... È stato tutto civile».

 

E su Foti: «Lui “felpato”? Direi più esperto. Ha una grandissima personalità, oltre che capacità, sono legatissimo a lui, lo conosco da quando ero piccolo, era amico di mio padre, abbiamo lavorato insieme in consiglio regionale in Emilia-Romagna, e ancora oggi mi aiuta moltissimo in questa staffetta tra capigruppo».

 

[…] Ma in realtà la sua dura reprimenda ai dirigenti degli uffici della commissione Bilancio c’è stata: «Io ho solo chiesto con decisione rassicurazioni. Ci hanno detto che servivano 36 ore per mettere a punto i testi, e allora ho detto “ok, ma non è che poi si deve tornare in commissione e saltano i tempi? Siamo sicuri che non ci saranno ritardi?”.

 

TOMMASO FOTI GIORGIA MELONI

Loro mi hanno detto che non erano sicuri, e io ho detto che per una partita Iva se si hanno 36 ore il lavoro si fa e bene. Non si può rischiare di rimandare tutto all’antivigilia di Natale, non per noi deputati che qui ci dobbiamo stare ogni volta che è necessario , ma per dipendenti, lavoratori della Camera, oltre che per la sicurezza della manovra».

 

Insomma, gli uffici del Bilancio erano nel mirino: «Ma no. Ho cercato di avere garanzie, e magari la mia sottolineatura è anche servita...». Dicono che lei ce l’avesse anche con il Mef: «Figuriamoci. Anzi, forse qualcuno scarica sul Mef responsabilità proprie. Al Mef trovo che abbiano fatto un buon lavoro, lo pensavo quando ero al governo e lo penso ora. Sia politicamente sia tecnicamente. Se pensassi altro lo direi. […]»

 

giorgia meloni galeazzo bignami meme by edoardo baraldi

[…] non è certo — lui, amicissimo di Giorgia Meloni — uno che le manda a dire: «Quando mi chiedono se sono antifascista, penso a mio padre: gli spararono 7 colpi, 5 a segno, nel ‘74, un gruppo di estremisti di sinistra, i “Gatti Selvaggi”.

 

Dopo la strage di Bologna del 2 agosto Almirante ci fece riparare a Roma, io avevo 5 anni, perché rischiavamo la vita, e ogni tanto lui ci richiamava a stare periodi lì perché tirava una brutta aria. Da piccolo mia madre ci faceva giocare a mettere asciugamani sotto le porte perché temeva attentati come quello del rogo di Primavalle. Che devo dire, che sono antifascista come lo era quella gente? Diverso è il ruolo della lotta di Liberazione e la democrazia, per quello ho rispetto e gratitudine». […]

galeazzo bignami 19galeazzo bignami giorgia meloni

Ultimi Dagoreport

pier silvio giampaolo rossi gerry scotti pier silvio berlusconi

DAGOREPORT - È TORNATA RAISET! TRA COLOGNO MONZESE E VIALE MAZZINI C’È UN NUOVO APPEASEMENT E L'INGAGGIO DI GERRY SCOTTI COME CO-CONDUTTORE DELLA PRIMA SERATA DI SANREMO NE È LA PROVA LAMPANTE - CHIAMARE ALL'ARISTON IL VOLTO DI PUNTA DI MEDIASET È IL SEGNALE CHE IL BISCIONE NON FARÀ LA GUERRA AL SERVIZIO PUBBLICO. ANZI: NEI CINQUE GIORNI DI SANREMO, LA CONTROPROGRAMMAZIONE SARÀ INESISTENTE - I VERTICI DELLA RAI VOGLIONO CHE IL FESTIVAL DI CARLO CONTI SUPERI A TUTTI I COSTI QUELLO DI AMADEUS (DA RECORD) - ALTRO SEGNALE DELLA "PACE": IL TELE-MERCATO TRA I DUE COLOSSI È PRATICAMENTE FERMO DA MESI...

elon musk sam altman

NE VEDREMO DELLE BELLE: VOLANO GIÀ GLI STRACCI TRA I TECNO-PAPERONI CONVERTITI AL TRUMPISMO – ELON MUSK E SAM ALTMAN HANNO LITIGATO SU “X” SUL PROGETTO “STARGATE”. IL MILIARDARIO KETAMINICO HA SPERNACCHIATO IL PIANO DA 500 MILIARDI DI OPENAI-SOFTBANK-ORACLE, ANNUNCIATO IN POMPA MAGNA DA TRUMP: “NON HANNO I SOLDI”. E IL CAPOCCIA DI CHATGPT HA RISPOSTO DI PETTO AL FUTURO “DOGE”: “SBAGLI. MI RENDO CONTO CHE CIÒ CHE È GRANDE PER IL PAESE NON È SEMPRE OTTIMALE PER LE TUE COMPAGNIE, MA NEL TUO RUOLO SPERO CHE VORRAI METTERE PRIMA L’AMERICA…” – LA GUERRA CIVILE TRA I TECNO-OLIGARCHI E LE MOSSE DI TRUMPONE, CHE CERCA DI APPROFITTARNE…

donald trump elon musk jamie dimon john elkann

DAGOREPORT – I GRANDI ASSENTI ALL’INAUGURATION DAY DI TRUMP? I BANCHIERI! PER LA TECNO-DESTRA DEI PAPERONI MUSK & ZUCKERBERG, IL VECCHIO POTERE FINANZIARIO AMERICANO È OBSOLETO E VA ROTTAMATO: CHI HA BISOGNO DEI DECREPITI ARNESI COME JAMIE DIMON IN UN MONDO CHE SI FINANZIA CON MEME-COIN E CRIPTOVALUTE? – L’HA CAPITO ANCHE JOHN ELKANN, CHE SI È SCAPICOLLATO A WASHINGTON PER METTERSI IN PRIMA FILA TRA I “NUOVI” ALFIERI DELLA NEW ECONOMY: YAKI PUNTA SEMPRE PIÙ SUL LATO FINANZIARIO DI EXOR E MENO SULLE VECCHIE AUTO DI STELLANTIS (E ZUCKERBERG L'HA CHIAMATO NEL CDA DI META)

antonino turicchi sandro pappalardo armando varricchio nello musumeci ita airways

DAGOREPORT – DA DOVE SPUNTA IL NOME DI SANDRO PAPPALARDO COME PRESIDENTE DELLA NUOVA ITA “TEDESCA” BY LUFTHANSA? L’EX PILOTA DELL’AVIAZIONE DELL’ESERCITO È STATO “CALDEGGIATO” DA NELLO MUSUMECI. IL MINISTRO DEL MARE, A DISPETTO DEL SUO INCARICO, È MOLTO POTENTE: È L’UNICO DI FRATELLI D’ITALIA AD AVERE I VOTI IN SICILIA, ED È “MERITO” SUO SE SCHIFANI È GOVERNATORE (FU MUSUMECI A FARSI DA PARTE PER FAR CORRERE RENATINO) – E COSÌ ECCO CHE IL “GIORGETTIANO” TURICCHI E L’AMBASCIATORE VARRICCHIO, CARO A FORZA ITALIA, SONO STATI CESTINATI…

friedrich merz donald tusk giorgia meloni trump emmanuel macron olaf scholz mario draghi

C’ERA UNA VOLTA IL TRENO PER KIEV CON DRAGHI, MACRON E SCHOLZ. ORA, COMPLICE IL TRUMPISMO SENZA LIMITISMO DI GIORGIA MELONI, L’ITALIA È SPARITA DALLA LEADERSHIP DELL’UE - LA DUCETTA PREFERISCE ACCUCCIARSI AI PIEDI DI WASHINGTON (CHE VUOLE VASSALLI, NON ALLEATI ALLA PARI) CHE RITAGLIARSI UN RUOLO IN EUROPA - FRIEDRICH MERZ, PROBABILE NUOVO CANCELLIERE TEDESCO, HA "ESPULSO" L'ITALIA DAL GIRO CHE CONTA: A CHI GLI HA CHIESTO QUALE PAESE ANDREBBE AGGIUNTO A UN DIRETTORIO FRANCO-TEDESCO, HA CITATO LA POLONIA, GUIDATA DAL POPOLARE DONALD TUSK (NEMICO NUMERO UNO DEL PIS DI MORAWIECKI E KACZYNSKI, ALLEATI DELLA DUCETTA IN ECR) - “I AM GIORGIA” SOGNAVA DI ESSERE IL “PONTE” TRA USA E UE E SI RITROVA A FARE LA CHEERLEADER DELLA TECNO-DESTRA DI MUSK E TRUMP…