BISOGNA RITOCCARE LA LEGGE ELETTORALE? ECCO IL RITORNO DI MISTER PORCELLUM! - DIMAGRITO E CON UN NUOVO LOOK, RICICCIA CALDEROLI, PROFETA DI QUELLA LEGGE “PORCATA” CHE PIACE A TUTTI - QUANTO CI MANCHERà NELLA PROSSIMA LEGISLATURA QUESTO CAMPIONE DEL LEGHISMO SITUAZIONISTA, CHE PASSEGGIA CON UN MAIALE SU UN TERRENO DESTINATO A UNA MOSCHEA E MOSTRA IN TV UNA MAGLIETTA ANTI-ISLAM, SI SPOSA CON RITO CELTICO, SPONSORIZZA IL TRENO ANTIROMANO “NERONE EXPRESS”…

Filippo Ceccarelli per "la Repubblica"

Fa piangere, ma fa anche ridere, come sempre più spesso accade nella tragicommedia all'italiana, il ritorno dell'ineffabile Calderoli, per giunta come sperimentato esperto di leggi e modelli elettorali. In verità, a pensarci bene, era già abbastanza inverosimile, anzi era del tutto assurdo che già molti anni orsono fosse stato promosso «saggio» e come tale, in una baia del Cadore, insieme ad altri, avesse stabilito come riformare la Costituzione. Lui solo, comunque, sfoggiando curiosi calzoncini biancheggianti e il tipico sorriso di chi si sente furbissimo senza averne troppi riscontri.

Ma si sa pure che il demonio è perseverante. E così, una volta nominato ministro delle Riforme, complici la grave malattia di Bossi e l'insipienza istituzionale di Berlusconi, proprio Calderoli ebbe e/o si prese il compito di pensare, proporre, negoziare e infine scrivere la simpatica legge che lui stesso, con uno delle sue alzate di testa, abbagliato dalle luci del salotto televisivo di Matrix, designò: «Una porcata».

Era, per la precisione, la sera del 15 marzo 2006. Era chiaro che il centrodestra avrebbe perso le elezioni, si trattava di limitare i danni. Eppure lui disse queste esatte parole: «Glielo dico francamente: l'ho scritta io, ma è una porcata». La cosa strana è che non si è mai capito bene perché lo disse. E come mai si sentì di insistere, il 21 a Mantova e il 29 a Vicenza.

In questi casi i politici hanno sempre la frase pronta: «Era una provocazione». Neanche Calderoli si è poi risparmiato l'ottusa formula, ma senza eccessiva convinzione. Due anni dopo ha anche dato la colpa a Ciampi, o meglio agli uffici del Quirinale che gli avrebbero imposto di piegare l'articolato in uno strano verso. Ma siccome nel frattempo il fattore umano si è fatto strada, e quello calderoliano ancora di più, l'ipotesi è che egli l'abbia fatto per esibizionismo, per autolesionismo, per cortocircuito e alienazione televisiva.

Si perdoni qui la diagnosi selvaggia, ma allora il ministro era molto turbato. Con lo stesso ardore inconsulto il mese prima, in diretta al Tg1, Calderoli si era slacciato la camicia e con l'ilarità di cui sopra aveva mostrato una stramba maglietta anti- islamica, s'immagina indossata per la tele-occasione. A Bengasi era scoppiata una rivolta con morti, feriti e un'Iliade di guai diplomatici.

Si era dovuto dimettere. «Pensavo sempre alla morte» ha confessato l'anno dopo, per la verità aggiungendo che temeva di lasciare inevaso un certo mutuo. E qui, non senza un accenno alla graziosa trovata di passeggiare con un maiale al guinzaglio su un terreno destinato a una moschea, si può abbandonare il Porcellum al suo ingrato destino e far presente che il suo autore, dentista specializzato in chirurgia maxillo-facciale, alleva belve circensi (tigri, orsi, lupi), si è sposato con rito celtico, ha sponsorizzato il treno antiromano «Nerone Express», ha suggerito l'esame per extracomunitari, auspicato l'istituzione di una chiesa padana nonché quella di svariate taglie, la castrazione «a sangue» e la pena di morte, come ti sbagli.

Visto che c'era, Calderoli ha pure sostenuto di aver pregato per l'anima di Fini, ha prospettato diverse crociate a Papa Ratzinger e perfino la scomunica per chi avesse aderito alle unioni civili. Argomento invero scivoloso, quest'ultimo, o scottante che sia, non necessariamente da mettersi in relazione con la vigorosa campagna e vincente che nei primi anni del nuovo millennio ha lanciato contro una statua lignea, a suo dire falliforme, che il presidente del Senato Pera aveva piazzato nel mezzo del Salone Garibaldi.

La speranza è che la regressione carnevalesca del ceto politico, il suo ridursi a selvatico fenomeno da baraccone si comprenderanno meglio in futuro. Ma intanto vale segnalare che Calderoli, di preferenza senza calzini e in bermuda, si è anche versato sulla testa l'acqua santa del Po e che, posto alla guida di un comparto amministrativo dedicato niente meno che alla Semplificazione, ha inteso consacrare la sua funzione nel Berlusconi Quater con un fantastico rogo di leggi inutili messo in scena nel cortile della caserma dei vigili del fuoco, in località Capannelle. La grande foto qui sopra, che lo immortala con un giubbottino cattivello e i dovuti attrezzi in mano, suoni di monito dinanzi all'eventualità di affidargli ulteriori servizi a favore della Repubblica.

 

ROBERTO CALDEROLI jpegROBERTO CALDEROLI CASA jpegcalderolirobertocalderoli-robertocalderoli-robertolbrtrlntn19 roberto calderoliMINISTRO ROBERTO CALDEROLI

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