CAMPIDOGLIO COMMISSARIATO? – IL CONSIGLIO SALTA DI NUOVO, FINTA CONVOCAZIONE DEL CENTRODESTRA COL MARINO DI CARTONE – BATTAGLIA SUL DOSSIER MUNICIPALIZZATE TRA IL SINDACO E IL PD - SALTA TUTTO?

Ernesto Menicucci per il "Corriere della Sera - Roma"

In principio fu un'eccezione. «Niente delibere, niente consiglio», la decisione di Mirko Coratti (Pd), presidente dell'Assemblea Capitolina due settimane fa. Sembrava una boutade politica. Ora, però, è diventata quasi la prassi: la settimana scorsa una sola seduta (sui 70 anni del rastrellamento nazi-fascista del ghetto), in questa zero.

Se ne riparla la prossima, forse. Motivo? Sempre lo stesso. Dalla giunta non arrivano atti da votare, e il consiglio non va avanti: «Ogni seduta costa 6 mila euro, e poi non vogliamo svilire il ruolo dell'aula», la spiegazione. Ieri, alla capigruppo, stessa scena. Coratti propone di aggiornarsi a martedì prossimo per una nuova riunione e fissare il prossimo consiglio a giovedì, e tutti gli altri - a cominciare da Pd e Lista Marino - acconsentono. Solo Sel, con Gianluca Peciola, propone: «Facciamo consiglio straordinario sulla casa». Niente da fare: ci vogliono una dozzina di firme per richiederlo e una ventina di giorni per ottenerlo.

Il centrodestra si scatena. La capogruppo del Pdl Sveva Belviso, insieme ai colleghi Lavinia Mennuni, Marco Pomarici, Giordano Tredicine, più quelli «parcheggiati» al gruppo misto Giovanni Quarzo e Roberto Cantiani, si sistemano sulla piazza del Campidoglio. Ci sono le sedie, il microfono, la discussione, tutto come se il consiglio si tenesse.

C'è pure l'inno di Mameli (immancabile, ad ogni seduta) e il sindaco Marino: solo che è una sagoma, di cartone. La Belviso scandisce: «Siamo rispettosi delle istituzioni, ma non insensibili al grido di dolore della città. In molti chiedono le sue dimissioni, caro sindaco, io le faccio un appello estremo, quello di non scappare, ma di amministrare. Forse ha ancora qualche residua possibilità, ma il tempo sta scadendo».

E insiste, la più votata del centrodestra alle ultime elezioni: «Non c'è nessuna delibera in Assemblea capitolina, ed è stato ormai varcato il limite dell'emergenza istituzionale». Si fa sentire anche l'ex sindaco Gianni Alemanno che chiede a Marino «di convocare urgentemente i capigruppo di maggioranza e opposizione per un confronto politico sulle cause di questa paralisi». Dal centrosinistra, a quel punto, reagiscono: «Niente lezioni dal Pdl», dice D'Ausilio (Pd).

La paralisi è figlia di tanti problemi: crisi di liquidità dovuta al bilancio, inesperienza o scarsa conoscenza della «macchina» da parte di molti assessori, un certo «scollamento» della giunta dalla città. Nelle riunioni dell'esecutivo si parla, ci si confronta, a volte si litiga.

Atti, però, arrivano col contagocce e quasi tutti per incarichi esterne: l'ultimo è per l'assunzione di una collaboratrice di Alessandra Cattoi, responsabile della Scuola. Ci sarebbe, come ha ricordato spesso il vicesindaco Luigi Nieri, la memoria di indirizzo sulla governance delle municipalizzate, che sottoporrebbe le nomine a bando, togliendole dalla «contrattazione» (e spartizione) partitica. Ma il Pd, soprattutto, è contrario a portarla in aula.

Ufficialmente, perché «rischiamo di finirci incagliati dentro e di non riuscire ad approvare il Bilancio entro il 30 novembre», visto che il centrodestra avrebbe già pronti «diecimila emendamenti sulle municipalizzate». In pratica, però, è da lì che passa una bella fetta di regolamenti di conti nel centrosinistra.

 

IGNAZIO MARINO CON LA MAPPA DELLA NUOVA MOBILITA SUI FORI IMPERIALI Ignazio Marino premia Nicolo Bassetti Ignazio Marino e Luigi Abete IGNAZIO MARINO AD ATREJU Sveva Belviso Gianni Alemanno PIAZZA DEL CAMPIDOGLIO

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