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CHE BORDELLO NEL PARLAMENTO BRITANNICO! – IL DEPUTATO LABURISTA CHRISTIAN MATHESON, MINISTRO OMBRA PER I MEDIA, SI È DIMESSO PER ALMENO DUE “EPISODI GRAVI” DI MOLESTIE NEI CONFRONTI DI UNA GIOVANE COLLABORATRICE. L’HA PORTATA CON SÉ DURANTE UNA MISSIONE ALL’ESTERO E HA PROVATO A SEDURLA, SENZA DARLE MAI TREGUA DURANTE TUTTO IL VIAGGIO, CON APPROCCI MOLTO SPINTI – E COSÌ, ANCHE LA SINISTRA HA IL SUO SCANDALO SESSUALE, DOPO QUELLI CHE HANNO TRAVOLTO IL PARTITO CONSERVATORE…

christian mateson 1

(ANSA) - Scandali sessuali anche sull'opposizione laburista - dopo quelli recenti che hanno toccato i banchi della maggioranza Tory - nel Parlamento britannico: l'ultimo caso riguarda Christian Matheson, deputato dal 2015 e ministro ombra per i Media nel team di Keir Starmer fino a pochi mesi fa, che oggi si è dimesso dal suo seggio parlamentare dopo essere stato trovato colpevole da un organismo disciplinare indipendente istituito di recente ad hoc a Westminster per fronteggiare vicende del genere (l'Independent Expert Panel) di almeno due episodi "gravi" di molestie nei confronti di una giovane collaboratrice del suo staff.

 

christian mateson 2

L'esponente politico era stato denunciato dalla stessa vittima, che lo aveva accusato di averla portata con sé in delegazione nell'ambito di una missione di lavoro all'estero con la segreta intenzione di provare a sedurla. E di non averle poi dato tregua durante il viaggio, fra approcci e molestie varie. Matheson - 54 anni, uno dei più accesi contestatori della Brexit nei ranghi del Labour, in prima fila negli anni scorsi nella campagna in favore di un secondo referendum - si era da parte sua riconosciuto responsabile solo di qualche insistenza di troppo, negando scorrettezze più gravi. Ma di fronte al verdetto di colpevolezza a suo dire "ingiusto" emesso dall'Independent Expert Panel, e la raccomandazione di una sospensione punitiva dai lavori d'aula per 4 settimane, ha preferito oggi annunciare le proprie dimissioni: ufficialmente per evitare ulteriori imbarazzi al partito di Starmer.

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