claudio borghi

BORGHI DIROCCATI - USCITE SPERICOLATE E BATTAGLIE DEL SIGNOR NO DELLA LEGA E SI BATTE CONTRO IL GREEN PASS - QUALCUNO, ANCHE DENTRO LA LEGA, SOSTIENE CHE L'ECONOMISTA FACCIA DI TESTA SUA, CHE MOLTE DELLE SUE USCITE NON SIANO CONCORDATE CON SALVINI MA… -LE BORDATE A DRAGHI E IL TEOREMA DELLO SFILATINO A CREDITO DI FRONTE A CHI GLI PROSPETTAVA I RISCHI PER L'ECONOMIA DELLE BANCHE BLOCCATE NEL RICALCOLO DELLA VALUTA…

Tommaso Labate per il “Corriere della Sera”

 

claudio borghi 8

«Certo che sono contrario», ha scandito ieri pomeriggio quando in tanti l'hanno chiamato per chiedergli che cosa pensasse dell'obbligo vaccinale appena prospettato da Mario Draghi in conferenza stampa, tra l'altro a ventiquattr' ore dal suo voto in commissione Salute contro il green pass che ha fatto pericolosamente zigzagare la macchina della maggioranza.

 

«Suo», s' intende, di Claudio Borghi, presidente della commissione Bilancio di Montecitorio, «Signor No» apparentemente più inflessibile del vecchio giudice di Rischiatutto e frontman di quell'anima della Lega che presidia il fronte del pollice verso mentre il resto della ciurma, magari dalle postazioni di governo, quello stesso pollice l'ha appena alzato.

 

Gli ultimi tre anni da testa di ponte leghista nel mare di tutte le opposizioni possibili - all'Europa, all'euro, a Conte, a Mattarella, qualche volta a Draghi, alla Lamorgese, a Speranza, a tutti i Cinquestelle, ai lockdown, alle chiusure, alle zone rosse, arancioni, gialle e a volte anche a quelle bianche - l'hanno consegnato in perfetta forma all'ultima trincea, quella pericolosamente prossima al fronte no Vax, in cui si eleva a massima difesa della libertà individuale il no al lasciapassare verde che diventerà presto, Draghi dixit, una misura ancora più stringente.

claudio borghi 6

 

Ecco, quando succederà, Borghi potrà dire di averlo detto in anticipo, «l'avrà deciso il governo»; ma di essersi mosso in direzione ostinatamente contraria, come pedina della tattica di un partito di governo (in questo caso, la Lega) in cui il leader (in questo caso, Salvini) prevede l'occupazione di tutti gli spazi, maggioranza e opposizione, governo e lotta, green pass sì e green pass no, lasciando che parte dello spazio - quella di tutti No possibili - sia occupata per l'appunto dall'irriducibile Borghi.

 

D'altronde, che possa vantare un'abilità retorica fuori dal comune, unita a una fantasia rara in termini di elaborazione politica, lo si era capito qualche anno fa con l'ingiustamente dimenticato teorema dello sfilatino a credito. Teorizzando uno dei tanti scenari della retromarcia euro-lira, di fronte a chi gli prospettava i rischi per l'economia delle banche bloccate nel ricalcolo della valuta, Borghi scrisse: «Scusi, eh, non è che se le banche chiudono un mese, il panettiere lascia seccare gli sfilatini. Si segna a credito».

claudio borghi 4

 

A segnare le volte che un suo disegnino politico-economico è finito fuori dall'album, non basterebbe la carta di cento panettieri. «L'uscita della Grecia dall'eurozona è inevitabile, una cambiale a tempo determinato», disse sei anni fa. «Probabilmente accadrà già ad aprile», aggiunse subito dopo, evitando prudentemente di indicare l'anno dell'aprile in questione, tanto si sa di aprile ce n'è uno ogni dodici mesi e ogni aprile è buono per celebrare una Grexit.

 

claudio borghi 7

Stessa storia su Mario Draghi, dove s' è cimentato in uno slalom tra porte strettissime, da «Draghi dovrebbe smetterla di parlare di euro» (ottobre 2018) a «Draghi premier è la scelta più sovranista che potessimo fare» (febbraio 2021). Qualcuno, anche dentro la Lega, sostiene che Borghi faccia di testa sua, che molte delle sue uscite non siano concordate con Salvini e che nemmeno l'ultima, votare contro il Green pass, lo fosse. Di certo, all'alba del sodalizio, è stato il secondo a cercare il primo. Era una sera di otto anni fa, 10 luglio 2013, il telefono dell'economista squilla. «Buonasera, scusi per l'orario, sono Matteo Salvini. Disturbo?».

 

Il giorno dopo erano di fronte a un caffè a discutere dell'impatto sui mutui sulla prima casa del ritorno alla lira. L'inizio di una serie infinita di scenari immaginati, teorie elaborate, cospirazioni temute e sentieri battuti, tutti rigorosamente all'insegna del No. E che poi sono finiti nel bel mezzo del nulla, proprio come l'opposizione al green pass.

claudio borghi 5claudio borghi 2claudio borghi 15claudio borghi 13claudio borghi 14claudio borghi 3

Ultimi Dagoreport

donald trump joe biden benjamin netanyahu

DAGOREPORT - SUL PIÙ TURBOLENTO CAMBIO D'EPOCA CHE SI POSSA IMMAGINARE, NEL MOMENTO IN CUI CRISI ECONOMICA, POTERI TRADIZIONALI E GUERRA VANNO A SCIOGLIERSI DENTRO L’AUTORITARISMO RAMPANTE DELLA TECNODESTRA DEI MUSK E DEI THIEL, LA SINISTRA È ANNICHILITA E IMPOTENTE - UN ESEMPIO: L’INETTITUDINE AL LIMITE DELLA COGLIONERIA DI JOE BIDEN. IL PIANO DI TREGUA PER PORRE FINE ALLA GUERRA TRA ISRAELE E PALESTINA È SUO MA CHI SI È IMPOSSESSATO DEL SUCCESSO È STATO TRUMP – ALL’IMPOTENZA DEL “CELOMOLLISMO” LIBERAL E BELLO, TUTTO CHIACCHIERE E DISTINTIVO, È ENTRATO IN BALLO IL “CELODURISMO” MUSK-TRUMPIANO: CARO NETANYAHU, O LA FINISCI DI ROMPERE I COJONI CON ‘STA GUERRA O DAL 20 GENNAIO NON RICEVERAI MEZZA PALLOTTOLA DALLA MIA AMMINISTRAZIONE. PUNTO! (LA MOSSA MUSCOLARE DEL TRUMPONE HA UN OBIETTIVO: IL PRINCIPE EREDITARIO SAUDITA, MOHAMMED BIN SALMAN)

giorgia meloni tosi matteo salvini luca zaia vincenzo de luca elly schlein

DAGOREPORT - MENTRE IL PD DI ELLY, PUR DI NON PERDERE LA CAMPANIA, STA CERCANDO DI TROVARE UN ACCORDO CON DE LUCA, LEGA E FRATELLI D’ITALIA SONO A RISCHIO DI CRISI SUL VENETO - ALLE EUROPEE FDI HA PRESO IL 37%, LA LEGA IL 13, QUINDI SPETTA ALLA MELONI DEI DUE MONDI - A FAR GIRARE VIEPPIÙ I CABASISI A UN AZZOPPATO SALVINI, IL VELENO DI UN EX LEGHISTA, OGGI EURODEPUTATO FI, FLAVIO TOSI: ‘’IL TERZO MANDATO NON ESISTE, ZAIA NON HA NESSUNA CHANCE. TOCCA A FDI, OPPURE CI SONO IO”

emmanuel macron ursula von der leyen xi jinping donald trump giorgia meloni

DAGOREPORT – PER TRUMP L'EUROPA NON E' PIU' UN ALLEATO MA SOLO UN CLIENTE PER IMPORRE I SUOI AFFARI - ALL’INAUGURATION DAY CI SARÀ SOLO GIORGIA (QUELLA CHE, TRUMP DIXIT, "HA PRESO D'ASSALTO L'EUROPA") MA NON URSULA VON DER LEYEN - CHE FARE DI FRONTE ALL'ABBANDONO MUSK-TRUMPIANO DI UNA CONDIVISIONE POLITICA ED ECONOMICA CON I PAESI DELL'OCCIDENTE? - CI SAREBBE IL PIANO DRAGHI, MA SERVONO TANTI MILIARDI E VOLONTÀ POLITICA (AL MOMENTO, NON ABBONDANO NÉ I PRIMI, NÉ LA SECONDA) - L’UNICA SOLUZIONE È SPALANCARE LE PORTE DEGLI AFFARI CON PECHINO. L'ASSE EU-CINA SAREBBE LETALE PER "AMERICA FIRST" TRUMPIANA

giorgia meloni daniela santanche galeazzo bignami matteo salvini antonio tajani

DAGOREPORT - ‘’RESTO FINCHÉ AVRÒ LA FIDUCIA DI GIORGIA. ORA DECIDE LEI”, SIBILA LA PITONESSA. ESSÌ, LA PATATA BOLLENTE DEL MINISTRO DEL TURISMO RINVIATO A GIUDIZIO È SUL PIATTO DELLA DUCETTA CHE VORREBBE PURE SPEDIRLA A FARE LA BAGNINA AL TWIGA, CONSCIA CHE SULLA TESTA DELLA “SANTA” PENDE ANCHE UN EVENTUALE PROCESSO PER TRUFFA AI DANNI DELL’INPS, CIOÈ DELLO STATO: UNO SCENARIO CHE SPUTTANEREBBE INEVITABILMENTE IL GOVERNO, COL RISCHIO DI SCATENARE UN ASSALTO DA PARTE DEI SUOI ALLEATI AFFAMATI DI UN ''RIMPASTINO'', INDIGERIBILE PER LA DUCETTA - DI PIU': C’È ANCORA DA RIEMPIRE LA CASELLA RESA VACANTE DI VICE MINISTRO DELLE INFRASTRUTTURE, OCCUPATA DA GALEAZZO BIGNAMI…

giancarlo giorgetti francesco miller gaetano caltagirone andrea orcel nagel

DAGOREPORT – CON L'OPERAZIONE GENERALI-NATIXIS, DONNET  SFRUTTA UN'OCCASIONE D'ORO PER AVVANTAGGIARE IL LEONE DI TRIESTE NEL RICCO MERCATO DEL RISPARMIO GESTITO. MA LA JOINT-VENTURE CON I FRANCESI IRRITA NON SOLO GIORGETTI-MILLERI-CALTAGIRONE AL PUNTO DI MINACCIARE IL GOLDEN POWER, MA ANCHE ORCEL E NAGEL - PER L'AD UNICREDIT LA MOSSA DI DONNET È BENZINA SUL FUOCO SULL’OPERAZIONE BPM, INVISA A PALAZZO CHIGI, E ANCHE QUESTA A RISCHIO GOLDEN POWER – MENTRE NAGEL TEME CHE CALTA E MILLERI SI INCATTIVISCANO ANCOR DI PIU' SU MEDIOBANCA…

papa francesco spera che tempo che fa fabio fazio

DAGOREPORT - VOCI VATICANE RACCONTANO CHE DAL SECONDO PIANO DI CASA SANTA MARTA, LE URLA DEL PAPA SI SENTIVANO FINO ALLA RECEPTION - L'IRA PER IL COMUNICATO STAMPA DI MONDADORI PER LA NUOVA AUTOBIOGRAFIA DEL PAPA, "SPERA", LANCIATA COME IL PRIMO MEMOIR DI UN PONTEFICE IN CARICA RACCONTATO ''IN PRIMA PERSONA''. PECCATO CHE NON SIA VERO... - LA MANINA CHE HA CUCINATO L'ENNESIMA BIOGRAFIA RISCALDATA ALLE SPALLE DI BERGOGLIO E' LA STESSA CHE SI E' OCCUPATA DI FAR CONCEDERE DAL PONTEFICE L'INTERVISTA (REGISTRATA) A FABIO FAZIO. QUANDO IL PAPA HA PRESO VISIONE DELLE DOMANDE CONCORDATE TRA FABIOLO E I “CERVELLI” DEL DICASTERO DELLA COMUNICAZIONE È PARTITA UN’ALTRA SUA SFURIATA NON APPENA HA LETTO LA DOMANDINA CHE DOVREBBE RIGUARDARE “SPERA”…