boris johnson brecon

NON È TUTTO BORIS QUELLO CHE LUCCICA – DOPO LE ELEZIONI SUPPLETIVE IN UNA CONTEA DEL GALLES LA MAGGIORANZA DI BORIS JOHNSON SI RIDUCE A UN SOLO SEGGIO. IL CHE RENDE PIÙ COMPLICATI I PASSAGGI PARLAMENTARI PER LA BREXIT DA QUI ALLA SCADENZA DEL 31 OTTOBRE – CHE FARÀ IL FUNAMBOLICO EX SINDACO DI LONDRA? L’IPOTESI ELEZIONI ANTICIPATE – VIDEO

 

 

 

Roberto Brunelli per www.agi.it

 

boris johnson ha la maggioranza di un solo seggio alla camera dei comuni

Per Boris Johnson la via verso una Brexit "a tutti i costi" da oggi potrebbe risultare più ripida. A pochi giorni dal suo arrivo a Downing Street, il neopremier britannico deve incassare la sua prima sconfitta politica di rilievo e fare i conti con un punto a favore degli avversari dell'uscita della Gran Bretagna dall'Unione europea: la sua maggioranza si riduce infatti ad un solo seggio dopo le elezioni suppletive tenutesi nella contea di Brecon e Radnorshire, nel Galles orientale, dove la liberal-democratrica Jane Dodds ha prevalso sul candidato Tory.

 

jane dodds (al centro), la vincitrice del seggio di brecon per i lib dem

In sostanza, i conservatori e il loro alleati del Dup nord-irlandese hanno adesso alla Camera bassa solo 320 deputati contro i 319 dell'intera opposizione, rendendo sicuramente più complicati i vari passaggi parlamentari previsti da qui al 31 ottobre, data in cui la Brexit dovrebbe realizzarsi definitivamente.

 

Di norma la circoscrizione Brecon and Radnorshire non fornisce grandi titoli sui giornali nazionali: questa volta invece gli occhi di tutta Londra erano puntati su questa fetta di Galles orientale. La sconfitta del campione tory Chris Davies per 1425 voti (in tutto 13.826 voti contro 12.401) rispetto alla filo-europea Jane Dodds, benché rappresenti la conquista di un solo seggio, sulla carta può spostare molto nello scacchiere politico britannico.

 

boris johnson

Per esempio, dopo questo risultato, oggi a Londra c'è chi scommette su un ritorno anticipato alle urne, dal momento che per evitare lo scenario "no deal" - che Johnson ha brandito con forza come strumento di pressione nei confronti di Bruxelles - molti parlamentari potrebbero avere la tentazione di far cadere il premier con una mozione di sfiducia. Il che riporterebbe il Regno Unito a votare, anche se non è escluso che la prospettiva in realtà non dispiaccia a Johnson, che vi vedrebbe una possibilità per rimpolpare una maggioranza oggi così risicata.

glasgow, proteste contro boris johnson

 

Un voto influenzato dalla Brexit

sondaggi nel regno unito

Che fosse proprio la Brexit la partita giocata in questo angolo di Wales era esplicito: le opposizioni avevano fatto campagna affermando che si trattava di un banco di prova per la linea "hard Brexit". Dodds, d'altronde, si è espressa con altrettanta chiarezza. "Il mio primo atto a Westminster sarà quello di andare da Johnson, ovunque intenda nascondersi, e dirgli a gran voce di smettere di giocare con il nostro futuro e di escludere esplicitamente una Brexit senza accordo", ha detto la vincitrice dopo la pubblicazione dei primi risultati. Sui media britannici c'è chi ricorda che nel referendum del 2016 la circoscrizione di Brecon e Radnorshire aveva votato per il 52% per il divorzio all'Unione europea.

boris johnson con la premier scozzese nicola sturgeon 1

 

boris johnson a downing street

Comprensibilmente i liberal-democratici non nascondono il loro entusiasmo. Ed Davey, compagno di partito di Dodds, la dice così: "Per quelli che vogliono stoppare la Brexit, questo è un momento decisivo. La battaglia di Brecon e Radnorshire è stata la nostra linea di frontiera". E non stupisce che il partito nazionalista gallese e i Verdi, entrambi filo-europei, qui non avessero presentato un candidato, proprio per lasciare libero campo ai lib-dem.

 

il primo discorso di boris johnson da premier alla camera dei comunii ministri del governo di boris johnson 1

Jo Swinson, capo dei liberaldemocratici, ha dichiarato che tali alleanze potrebbero ripresentarsi in futuro: "È importante lavorare oltre le divisioni partigiane in un momento in cui e' in gioco il futuro del nostro Paese", ha detto alla Bbc.

il governo di boris johnson 1

 

L'allarme della Banca centrale sul 'no deal'

Che una Brexit 'no deal' a fine ottobre sia uno scenario sempre più concreto, con il quale a Londra si è iniziato seriamente a fare i conti, lo si deduce anche dall'allarme lanciato oggi dal governatore della Banca d'Inghilterra. Mark Carney ha detto a chiare lettere che una Brexit senza accordo provocherebbe uno "shock immediato" per l'economia del Regno Unito. "Le aziende non saranno più in grado di funzionare, un numero significativo di essere potrebbe chiudere", ha aggiunto il numero uno della Bank of England, citando tra i settori più minacciati l'industria automobilistica, il settore chimica e l'alimentare.

boris johnson con la premier scozzese nicola sturgeon 2

 

Poi c'è l'annuncio del ministro alle Finanze Sajid Javid, che ha messo a disposizione 2,1 miliardi di sterline (2,3 miliardi di euro) per affrontare le conseguenze immediate di un'uscita non regolata del Regno Unito dall'Ue. Di questi, 434 milioni verrebbero utilizzati per le scorte di medicinali. In più si sta preparando un'apposita campagna informativa, così come a tre mesi dalla Brexit vengono "intensificati" i piani d'emergenza in modo che i cittadini capiscano il messaggio: "Siamo pronti", promette il governo. Forse, aggiungono maliziosi alcuni media.

BORIS JOHNSON BORIS JOHNSON boris johnson eletto leader dei torycarrie symonds aspetta boris johnson a downing streetboris johnson regina elisabettatheresa may e il marito philip 1prima riunione di gabinetto per il governo di boris johnson

Ultimi Dagoreport

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - COSA FRULLAVA NELLA TESTA TIRATA A LUCIDO DI ANDREA ORCEL QUANDO STAMATTINA ALL’ASSEMBLEA GENERALI HA DECISO IL VOTO DI UNICREDIT A FAVORE DELLA LISTA CALTAGIRONE? LE MANGANELLATE ROMANE RICEVUTE PER L’OPS SU BPM, L’HANNO PIEGATO AL POTERE DEI PALAZZI ROMANI? NOOO, PIU' PROBABILE CHE SIA ANDATA COSÌ: UNA VOLTA CHE ERA SICURA ANCHE SENZA UNICREDIT, LA VITTORIA DELLA LISTA MEDIOBANCA, ORCEL HA PENSATO BENE CHE ERA DA IDIOTA SPRECARE IL SUO “PACCHETTO”: MEJO GIRARLO ALLA LISTA DI CALTARICCONE E OTTENERE IN CAMBIO UN PROFICUO BONUS PER UNA FUTURA PARTNERSHIP IN GENERALI - UNA VOLTA ESPUGNATA MEDIOBANCA COL SUO 13% DI GENERALI, GIUNTI A TRIESTE L’82ENNE IMPRENDITORE COL SUO "COMPARE" MILLERI AL GUINZAGLIO, DOVE ANDRANNO SENZA UN PARTNER FINANZIARIO-BANCARIO, BEN STIMATO DAI FONDI INTERNAZIONALI? SU, AL DI FUORI DEL RACCORDO ANULARE, CHI LO CONOSCE ‘STO CALTAGIRONE? – UN VASTO PROGRAMMA QUELLO DI ORCEL CHE DOMANI DOVRA' FARE I CONTI CON I PIANI DELLA PRIMA BANCA D'ITALIA, INTESA-SANPAOLO…

donald trump ursula von der leyen giorgia meloni

DAGOREPORT - UN FACCIA A FACCIA INFORMALE TRA URSULA VON DER LEYEN E DONALD TRUMP, AI FUNERALI DI PAPA FRANCESCO, AFFONDEREBBE IL SUPER SUMMIT SOGNATO DA GIORGIA MELONI - LA PREMIER IMMAGINAVA DI TRONEGGIARE COME MATRONA ROMANA, TRA MAGGIO E GIUGNO, AL TAVOLO DEI NEGOZIATI USA-UE CELEBRATA DAI MEDIA DI TUTTO IL MONDO. SE COSÌ NON FOSSE, IL SUO RUOLO INTERNAZIONALE DI “GRANDE TESSITRICE” FINIREBBE NEL CASSETTO, SVELANDO IL NULLA COSMICO DIETRO AL VIAGGIO ALLA CASA BIANCA DELLA SCORSA SETTIMANA (L'UNICO "RISULTATO" È STATA LA PROMESSA DI TRUMP DI UN VERTICE CON URSULA, SENZA DATA) - MACRON-MERZ-TUSK-SANCHEZ NON VOGLIONO ASSOLUTAMENTE LA MELONI NEL RUOLO DI MEDIATRICE, PERCHÉ NON CONSIDERANO ASSOLUTAMENTE EQUIDISTANTE "LA FANTASTICA LEADER CHE HA ASSALTATO L'EUROPA" (COPY TRUMP)...

pasquale striano dossier top secret

FLASH – COM’È STRANO IL CASO STRIANO: È AVVOLTO DA UNA GRANDE PAURA COLLETTIVA. C’È IL TIMORE, NEI PALAZZI E NELLE PROCURE, CHE IL TENENTE DELLA GUARDIA DI FINANZA, AL CENTRO DEL CASO DOSSIER ALLA DIREZIONE NAZIONALE ANTIMAFIA (MAI SOSPESO E ANCORA IN SERVIZIO), POSSA INIZIARE A “CANTARE” – LA PAURA SERPEGGIA E SEMBRA AVER "CONGELATO" LA PROCURA DI ROMA DIRETTA DA FRANCESCO LO VOI, IL COPASIR E PERSINO LE STESSE FIAMME GIALLE. L’UNICA COSA CERTA È CHE FINCHÉ STRIANO TACE, C’È SPERANZA…

andrea orcel francesco milleri giuseppe castagna gaetano caltagirone giancarlo giorgetti matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT - IL RISIKONE È IN ARRIVO: DOMANI MATTINA INIZIERÀ L’ASSALTO DI CALTA-MILLERI-GOVERNO AL FORZIERE DELLE GENERALI. MA I TRE PARTITI DI GOVERNO NON VIAGGIANO SULLO STESSO BINARIO. L’INTENTO DI SALVINI & GIORGETTI È UNO SOLO: SALVARE LA “LORO” BPM DALLE UNGHIE DI UNICREDIT. E LA VOLONTÀ DEL MEF DI MANTENERE L’11% DI MPS, È UNA SPIA DEL RAPPORTO SALDO DELLA LEGA CON IL CEO LUIGI LOVAGLIO - DIFATTI IL VIOLENTISSIMO GOLDEN POWER DEL GOVERNO SULL’OPERAZIONE DI UNICREDIT SU BPM, NON CONVENIVA CERTO AL DUO CALTA-FAZZO, BENSÌ SOLO ALLA LEGA DI GIORGETTI E SALVINI PER LEGNARE ORCEL – I DUE GRANDI VECCHI DELLA FINANZA MENEGHINA, GUZZETTI E BAZOLI, HANNO PRESO MALISSIMO L’INVASIONE DEI CALTAGIRONESI ALLA FIAMMA E HANNO SUBITO IMPARTITO UNA “MORAL SUASION” A COLUI CHE HANNO POSTO AL VERTICE DI INTESA, CARLO MESSINA: "ROMA DELENDA EST"…