LA NOTIZIA NON È CHE IL BOSS DELL’ECOMAFIA, CIPRIANO CHIANESE, E’ FINITO IN MANETTE MA CHE TORNA IN CARCERE PER LA QUINTA VOLTA! (MA PERCHÉ ERA COMODAMENTE AI DOMICILIARI NELLA SUA VILLA DOPO QUELLO CHE HA COMBINATO?)

Conchita Sannino per "La Repubblica"

È stato il primo regista del traffico criminale dei rifiuti su scala nazionale, sinistro precursore delle ecomafie che hanno avvelenato intere aree campane, e unico caso in Italia di "professionista" sotto processo per disastro ambientale e avvelenamento di falde insieme con i boss del cartello dei casalesi.

E ora torna in carcere il colletto bianco Cipriano Chianese, 62 anni, l'avvocato con ambizioni politiche che nel '93 veniva accusato di associazione mafiosa in relazione al sistema rifiuti e nel '94 si candidava alla Camera nelle liste di Forza Italia, mentre con gli amici massoni e i "soci" mafiosi di Gomorra controllava discariche e smaltimento.

Non aveva mai smesso di delinquere, sottolinea il gip Alessandra Ferrigno nell'ordinanza di custodia per estorsione aggravata. Si scopre che nel 2005, tra un sequestro di beni e un'assoluzione, Chianese aveva costretto con metodi mafiosi alcuni imprenditori residenti a Torino, Lilliana Zarrigo e Antonio Giusto, a riconsegnare a suo fratello, Francesco Chianese, le quote della Mery trans srl, società per il trasporto di persone ma soprattutto di rifiuti pericolosi: azienda che il familiare aveva ceduto formalmente, ma che non intendeva perdere. Ricatti e intimidazioni contro la famiglia che pensava di aver acquistato la Mery. Poi le minacce ammutoliscono le vittime.

«Ti spengo come una candela», li avverte Francesco Chianese, spalleggiato dal fratello. Costringono quei due a «recarsi nel casertano, garantendogli l'incolumità, per sottoscrivere la retrocessione delle quote». Ma Chianese, l'avvocato, pensava di averla fatta franca: l'indagine aperta su questo fronte viene infatti archiviata nel 2011.

Intanto l'avvocato finisce dinanzi alla Corte d'Assise: imputato per avvelenamento delle falde acquifere per la gestione della discarica Resit, a Giugliano, autentica bomba ecologica. Poi, ecco un pentito, Francesco Della Corte, raccontare i retroscena, offrire i pezzi mancanti sulla Mery trans.

E il blitz rispedisce ieri in carcere Chianese per la quinta volta: alle prime luci, gli agenti della Dia tirano fuori l'avvocato dalla sua villa con giardino di Parete, nel casertano, dove consuma, per un altro reato, un'agiata detenzione domiciliare. Lui chiede di rivestirsi, cravatta e pull di cachemire. Finiscono in manette anche il fratello Francesco e il pregiudicato Carlo Verde. Indagato lo stesso pentito, Della Corte: è il collaboratore che, tra l'altro, accusa Chianese di aver progettato un attentato contro un pm.

«Era intenzionato a pagare ogni cifra pur di fare eliminare quel magistrato che gli stava facendo perdere tutto», racconta Della Corte, ex killer dei casalesi. Per la delicata missione, Cipriano fa contattare il potenziale assassino da Verde. Aggiunge: «Verde mi disse che Chianese era disponibile a dare anche 500 mila euro per compiere questo omicidio. Ma dissi che serviva un milione.

Verde rispose che avrebbe parlato con Cipriano, che sicuramente avrebbe accettato». Il collaboratore non fa il nome del pm, ma bersaglio dell'omicidio doveva essere, stando alle ricostruzioni, Alessandro Milita, il sostituto che ha fatto confiscare i suoi beni per 80 milioni e che ieri, con i colleghi Cesare Sirignano e Alessandro D'Alessio, e il coordinamento dell'aggiunto Francesco Greco, ne ottiene di nuovo la cattura.

Il gip Ferrigno rileva che è evidente come «Chianese sia stato capace, negli anni, di tessere relazioni ai livelli più vari: istituzionali, politici, imprenditoriali e criminali » e quanto la sua «spregiudicatezza imprenditoriale sia espressione di una vera e propria propensione a delinquere» che neanche «l'autorità giudiziaria ha in concreto frenato».

In effetti, anche la giustizia aveva preso qualche scivolata: fino a ieri, all'avvocato- boss dello smaltimento erano concessi i domiciliari perché un giudice ha ritenuto di far cadere «l'articolo 7», l'aggravante della «finalità mafiosa», nonostante un tale curriculum già ricostruito nelle prime audizioni del pentito Carmine Schiavone. Che aveva detto: «Il traffico illegale dei rifiuti l'avevano iniziato mio cugino Sandokan e Bidognetti. Il coordinamento generale? Lo curava l'avvocato Chianese». Era il '97.

 

LA PROTESTA NELLA TERRA DEI FUOCHI LARRESTO DI CIPRIANO CHIANESE CIPRIANO CHIANESE CIPRIANO CHIANESE CIPRIANO CHIANESE

Ultimi Dagoreport

bpm giuseppe castagna - andrea orcel - francesco milleri - paolo savona - gaetano caltagirone

DAGOREPORT – IL GOVERNO RECAPITA UN BEL MESSAGGIO A UNICREDIT: LA VALUTAZIONE DELL’INSOSTENIBILE GOLDEN POWER SULL’OPA SU BPM ARRIVERÀ IL 30 APRILE. COME DIRE: CARO ORCEL, VEDIAMO COME TI COMPORTERAI IL 24 APRILE ALL’ASSEMBLEA PER IL RINNOVO DI GENERALI - E DOPO IL NO DELLA BCE UN’ALTRA SBERLA È ARRIVATA AL DUO FILO-GOVERNATIVO CASTAGNA-CALTAGIRONE: ANCHE L’EBA HA RESPINTO LO “SCONTO DANESE” RICHIESTO DA BPM PER L’OPA SU ANIMA SGR, DESTINATO AD APPESANTIRE DI UN MILIARDO LA CASSA DI CASTAGNA CON LA CONSEGUENZA CHE L’OPA DI UNICREDIT SU BPM VERRÀ CESTINATA O RIBASSATA - ACQUE AGITATE, TANTO PER CAMBIARE, ANCHE TRA GLI 7 EREDI DEL COMPIANTO DEL VECCHIO…

gesmundo meloni lollobrigida prandini

DAGOREPORT - GIORGIA È ARRIVATA ALLA FRUTTA? È SCESO IL GELO TRA LA FIAMMA E COLDIRETTI (GRAN SOSTENITORE COL SUO BACINO DI VOTI DELLA PRESA DI PALAZZO CHIGI) - LA PIU' GRANDE ORGANIZZAZIONE DEGLI IMPRENDITORI AGRICOLI (1,6 MILIONI DI ASSOCIATI), GUIDATA DAL TANDEM PRANDINI-GESMUNDO, SE È TERRORIZZATA PER GLI EFFETTI DEVASTANTI DEI DAZI USA SULLE AZIENDE TRICOLORI, E' PIU' CHE IRRITATA PER L'AMBIVALENZA DI MELONI PER LE MATTANE TRUMPIANE - PRANDINI SU "LA STAMPA" SPARA UN PIZZINO ALLA DUCETTA: “IPOTIZZARE TRATTATIVE BILATERALI È UN GRAVE ERRORE” - A SOSTENERLO, ARRIVA IL MINISTRO AGRICOLO FRANCESCO LOLLOBRIGIDA, UN REIETTO DOPO LA FINE CON ARIANNA: “I DAZI METTONO A RISCHIO L'ALLEANZA CON GLI USA. PUÒ TRATTARE SOLO L'EUROPA” – A BASTONARE COLDIRETTI, PER UN “CONFLITTO D’INTERESSI”, CI HA PENSATO “IL FOGLIO”. UNA STILETTATA CHE ARRIVA ALL'INDOMANI DI RUMORS DI RISERVATI INCONTRI MILANESI DI COLDIRETTI CON RAPPRESENTANTI APICALI DI FORZA ITALIA... - VIDEO

autostrade matteo salvini giorgia meloni giancarlo giorgetti roberto tomasi antonino turicchi

TOMASI SÌ, TOMASI NO – L’AD DI ASPI (AUTOSTRADE PER L’ITALIA) ATTENDE COME UN’ANIMA IN PENA IL PROSSIMO 17 APRILE, QUANDO DECADRÀ TUTTO IL CDA. SE SALVINI LO VUOL FAR FUORI, PERCHÉ REO DI NON AVER PORTARE AVANTI NUOVE OPERE, I SOCI DI ASPI (BLACKSTONE, MACQUARIE E CDP) SONO DIVISI - DA PARTE SUA, GIORGIA MELONI, DAVANTI ALLA FAME DI POTERE DEL SUO VICE PREMIER, PUNTA I PIEDINI, DISPETTOSA: NON INTENDE ACCETTARE L’EVENTUALE NOME PROPOSTO DAL LEADER LEGHISTA. DAJE E RIDAJE, DAL CAPPELLO A CILINDRO DI GIORGETTI SAREBBE SPUNTATO FUORI UN NOME, A LUI CARO, QUELLO DI ANTONINO TURICCHI….

mario draghi ursula von der leyen giorgia meloni

DAGOREPORT - AVVISO AI NAVIGANTI: IL DISCORSO DI MARIO DRAGHI A HONG KONG ERA UNA TIRATA D’ORECCHIE A BRUXELLES E ALLA DUCETTA DELLE "DUE STAFFE" - PER "MARIOPIO", SE TRUMP COSTRUISCE UN MURO TARIFFARIO INVALICABILE, È PREFERIBILE PER L'EUROPA TROVARE ALTRI SBOCCHI COMMERCIALI (CINA E INDIA), ANZICHE' TIRAR SU UN ALTRO MURO – SUL RIARMO TEDESCO, ANCHE GLI ALTRI PAESI DELL'UNIONE FAREBBERE BENE A SEGUIRE LA POLITICA DI AUMENTO DELLE SPESE DELLA DIFESA - IL CONSIGLIO A MELONI: SERVE MENO IDEOLOGIA E PIÙ REAL POLITIK  (CON INVITO A FAR DI NUOVO PARTE DELL'ASSE FRANCO-TEDESCO), ALTRIMENTI L’ITALIA RISCHIA DI FINIRE ISOLATA E GABBATA DA TRUMP CHE SE NE FOTTE DEI "PARASSITI" DEL VECCHIO CONTINENTE...

massimiliano filippo romeo matteo salvini luca zaia

DAGOREPORT – AL CONGRESSO DELLA LEGA DEL 6 APRILE, SALVINI SARÀ RIELETTO SEGRETARIO PER LA TRAGICA ASSENZA DI SFIDANTI. L’UNICO CHE AVREBBE POTUTO IMPENSIERIRLO SAREBBE STATO IL COORDINATORE DEL CARROCCIO IN LOMBARDIA, L'EX FEDELISSIMO MASSIMILIANO ROMEO: MA IL COINVOLGIMENTO DEL FRATELLO, FILIPPO DETTO ''CHAMPAGNE'', NELLO SCANDALO LACERENZA-GINTONERIA NE HA AZZOPPATO LE VELLEITÀ – MA SUL TRIONFO DI SALVINI GRAVA UNA NUBE: CHE FARÀ IL “DOGE” ZAIA? SI PRESENTERÀ O RIMARRÀ A SCIABOLARE AL VINITALY DI VERONA?

stephen schwarzman jonathan grey giorgia meloni giancarlo giorgetti blackstone

DAGOREPORT: CHI TOCCA I FONDI, MUORE... – CHE HANNO COMBINATO DI BELLO IN ITALIA I BOSS DI BLACKSTONE, LA PIU' POTENTE SOCIETA' FINANZIARIA DEL MONDO? SE IL PRESIDENTE SCHWARZMAN ERA A CACCIA DI VILLONI IN TOSCANA, JONATHAN GRAY, DOPO UNA VISITA A PALAZZO CHIGI (CAPUTI) CON SALUTO VELOCE A MELONI, HA AVUTO UN LUNGO COLLOQUIO CON GIORGETTI SULLO STATO DEGLI INVESTIMENTI IN ITALIA (TRA CUI ASPI, DOVE I DIVIDENDI SONO STATI DECURTATI) – MENTRE IL FONDO USA KKR POTREBBE VALUTARE UN'USCITA ANTICIPATA DALLA RETE EX TIM (3 ANNI ANZICHE' 5)PESSIMI RUMORS ARRIVANO ANCHE DAL FONDO AUSTRALIANO MACQUARIE, PRESENTE IN ASPI E OPEN FIBER: MEGLIO DISINVESTIRE QUANDO I DIVENDENDI NON SONO PIU' CONVENIENTI....