BOTTE DA ORBI A CINQUE STELLE – SCHIZZI DI FANGO (E NON SOLO) SUI CANDIDATI ALLE PRIMARIE PER LA REGIONE LAZIO – UNA GRILLINA SI AUTODENUNCIA. E DOPO 4 ANNI SCOPRE DI AVER UN CUGINO CALABRESE CONDANNATO A 24 ANNI DI CARCERE – AVEVA CAPITO CHE QUALCUNO DEL MOVIMENTO STAVA PREPARANDO UN DOSSIER SU DI LEI
Simone Canettieri per il Messaggero
davide barillari consigliere regionale lazio
La mattina ha l’odore del napalm, per i grillini che aspirano alla presidenza della Regione. Il post Rimini, sempre un Vietnam. Allora. Davide Barillari scopre grazie al Il Messaggero che no, non è candidabile: nel 2004 si presentò alle provinciali di Milano con la “Lista”, a sostegno di Filippo Penati, ma il regolamento delle regionarie, al punto G, per la prima volta e al contrario della Sicilia, vieta in assoluto altre esperienze politiche. E’ la prima volta.
Mentre Barillari vede chissà quale complotto pluto-giudaico-massonico, la collega Valentina Corrado, un’altra che sogna di diventare governatrice, su Facebook di punto in bianco, dopo 4 anni, dice di avere un cugino in Calabria condannato a 24 anni di carcere per omicidio. Si tratta di Andrea Corrado, l’omicidio (del 2008) è quello di Giuseppe Cavallo, è frutto di una faida tra le cosche di ‘ndrangheta. «Non ho nessun rapporto con mio cugino, ma ci sono voci infamanti contro dime: querelo chi mi accosta a lui». Quindi alle cosche.
L’uscita della consigliera è così estemporanea, sono passati 4 anni da quando è stata eletta, che lascia un po’ tutti di sasso: il governatore Nicola Zingaretti e Francesco Storace le esprimono «solidarietà». Corrado racconta questa storia, ignota al grande pubblico, perché ha capito che dentro al M5S stanno girando, ancora una volta, i dossier. Capita spesso a Roma quando ci sono le elezioni alle porte. L’ultimo caso fu quello ai danni di Marcello De Vito. I corradiani o corradisti pronti alla corrida: «Qualcuno ha acceso il ventilatore del fango».
Gli avversari interni si chiedono con malizia: «Perché non l’ha mai detto prima?». Terza inquadratura: ecco Roberta Lombardi, l’altra candidata presidente alle prese con lo sfratto di una signora a Tor Sapienza. La «faraona» è ecumenica: dà la solidarietà a Corrado, e non se la prende se si fa fotografare con l’arcinemica Virginia Raggi. «Anche io ho tante foto con gli esponenti M5S... Virginia? Non ci siamo più incrociate, Roma è grandissima».
virginia raggi roberta lombardi
Lombardi, in fase zen, lancia una stoccatina a Fabio Fucci, sindaco di Pomezia, vicino a Di Maio e supporter di Corrado che definisce la sua candidatura «niente di che». «A dire il vero gli endorsement non si possono fare secondo le nostre regole», sottolinea Lombardi.
IL POMERIGGIO
E Barillari detto Barillo? Dopo pranzo sul blog di Grillo compare un Post scriptum ad personam. Cioè per Barillo. «Il candidato non dovrà aver mai partecipato a elezioni di qualsiasi livello con forze politiche diverse dal MoVimento 5 Stelle (dal 4 ottobre 2009)». Tac, salvo.
IL GELO
Ma l’attenzione di tutti in Parlamento è sul caso Corrado. C’è un piccolo precedente che agita deputati e senatori: a Cutro, sempre nel Crotonese, nel 2016 venne fatto ritirare dalla corsa il candidato sindaco M5S perché figlio di un presunto faccendiere (deceduto) fra il boss locale e la politica. La vicenda è grossa, i big del M5S si interrogano sul da farsi. Anche Luigi Di Maio, a cui Corrado è molto vicina, vuole capire «i profili» di questa vicenda.
«Luigi» si muove felpato come al solito, più del solito. E’ stato incoronato da tre giorni. «Servono approfondimenti: bisogna capire i profili di questa vicenda», ripete da giovane-vecchio il candidato premier. Corrado nei prossimi giorni sarà ascoltata dai vertici per ulteriori chiarimenti, anche se ieri il post su Facebook in qualche modo sarebbe stato concordato con la comunicazione nazionale. Paranoie, cospirazioni, dossier. Ed è solo il primo giorno, oggi dovrebbe annunciare la candidatura a consigliere anche il parlamentare Massimo Baroni. «E io ci sto pensando», aggiunge invece Andrea Mazzillo, ex assessore di Virginia Raggi. Il Pd le chiama «verminarie», queste regionarie del M5S. Non è che un debutto?