vladimir putin

“PUTIN POTREBBE TRASFORMARE LA RUSSIA IN UNO STATO DI POLIZIA MA PER IL CREMLINO POTREBBE METTERSI MALE” - IL POLITOLOGO IAN BREMMER: “CI SONO GIÀ STATI 1.300 ARRESTI E CREDO CHE LA REPRESSIONE SARÀ ANCORA PIÙ DURA - QUESTA PRESSIONE DOMESTICA MINERÀ LA SUA CAPACITÀ DI GUIDARE IL PAESE E QUINDI DI RESTARE AL POTERE. IL DISSENSO POTREBBE DIVENTARE RAPIDAMENTE RIVOLTA APERTA. ECCO PERCHÉ PUTIN È PRONTO AD ASSUMERE UN CONTROLLO DITTATORIALE SULLA POPOLAZIONE”

Giuseppe Sarcina per il “Corriere della Sera”

 

IAN BREMMER

Vladimir Putin ora può «trasformare la Russia in uno Stato di polizia. Ma è una mossa che metterebbe in discussione il suo potere».

Secondo Ian Bremmer, 52 anni, fondatore e presidente del centro studi «Eurasia Group», le proteste in Russia «possono cambiare lo scenario della guerra».

 

Quanto durerà la pressione della piazza?

«Penso che ci sarà un'enorme opposizione alla decisione di arruolare 300 mila civili.

Ci saranno ancora manifestazioni e molte persone proveranno a lasciare il Paese».

Dmitrij Peskov e vladimir putin

 

Putin sta usando il pugno di ferro...

«Sì, ci sono già stati 1.300 arresti e credo che la repressione sarà ancora più dura. Putin temeva il malumore dei russi, tanto che per mesi ha evitato di fare ricorso alla mobilitazione generale. Adesso, però, non ha scelta. Sul campo di battaglia le cose vanno molto male».

 

PROTESTE E ARRESTI IN RUSSIA CONTRO LA CHIAMATA ALLE ARMI DI PUTIN

Putin riuscirà a mantenere il potere?

«Il presidente russo potrebbe trasformare la Russia in uno Stato di polizia. Farà incarcerare ancora più cittadini e li terrà dentro. Il punto è che questa pressione domestica minerà la sua capacità di guidare il Paese e quindi di restare al potere. Il dissenso potrebbe diventare rapidamente rivolta aperta. E per il Cremlino potrebbe mettersi male. Ecco perché Putin è pronto ad assumere un controllo dittatoriale sulla popolazione».

PROTESTE E ARRESTI IN RUSSIA CONTRO LA CHIAMATA ALLE ARMI DI PUTIN 2

 

Quali saranno gli effetti sulla guerra?

«A questo punto il fattore interno peserà anche sulla dinamica della guerra. Cosa che non è avvenuta negli scorsi sei mesi. La mobilitazione dovrà dare risultati tangibili sul campo di battaglia».

 

Ma ci vorranno tre-quattro mesi prima che i nuovi arruolati arrivino al fronte. Sarà una fase piena di rischi?

«Sì, è così. Se gli ucraini continueranno a guadagnare terreno e l'esercito russo non sarà in grado di reggere, Putin potrebbe ricorrere alle armi chimiche o alle bombe tattiche nucleari. Continuo a credere che sia poco probabile, ma la possibilità c'è».

 

PROTESTE IN RUSSIA CONTRO LA CHIAMATA ALLE ARMI DI PUTIN 5

Come reagiranno gli Stati Uniti e l'Occidente?

«Biden e gli alleati europei continueranno a mandare armi agli ucraini. Non c'è bisogno di altre contromisure. Putin si sta muovendo in questo modo, proprio perché la strategia messa in campo dagli Stati Uniti e dalla Nato è stata forte ed efficace».

 

Il blocco europeo resterà compatto anche se si dovesse arrivare al razionamento del gas?

«Per i prossimi due mesi non credo ci saranno problemi. Vedo che Usa e Ue stanno già prevedendo altre sanzioni».

 

E se in Italia dovesse vincere il centrodestra?

PROTESTE E ARRESTI IN RUSSIA CONTRO LA CHIAMATA ALLE ARMI DI PUTIN 45

«In inverno, se la recessione sarà pesante, un governo fortemente conservatore potrebbe chiedere di esentare l'Italia dall'applicazione di alcune sanzioni. In ogni caso non ci saranno ripercussioni sul campo di battaglia. La maggior parte delle armi viene fornita da Stati Uniti e Regno Unito».

PROTESTE IN RUSSIA CONTRO LA CHIAMATA ALLE ARMI DI PUTIN 46

Ultimi Dagoreport

cecilia sala mohammad abedini donald trump giorgia meloni

DAGOREPORT - A CHE PUNTO È LA NOTTE DI CECILIA SALA? BUIO FITTO, PURTROPPO. I TEMPI PER LA LIBERAZIONE DELLA GIORNALISTA ITALIANA NON SOLO SI ALLUNGANO MA SI INGARBUGLIANO, E LA FORZATURA DEL BLITZ TRANSOCEANICO DI GIORGIA MELONI RISCHIA DI PEGGIORARE LE COSE – IL CASO, SI SA, È LEGATO ALL’ARRESTO DELL’INGEGNERE-SPIONE IRANIANO MOHAMMAD ABEDINI, DI CUI GLI AMERICANI CHIEDONO L’ESTRADIZIONE. L’ITALIA POTREBBE RIFIUTARSI E LA PREMIER NE AVREBBE PARLATO CON TRUMP. A CHE TITOLO, VISTO CHE IL TYCOON NON È ANCORA PRESIDENTE, SUGLI ESTRADATI DECIDE LA MAGISTRATURA E LA “TRATTATIVA” È IN MANO AGLI 007?

elisabetta belloni cecilia sala donald trump joe biden elon musk giorgia meloni

DAGOREPORT – IL 2025 HA PORTATO A GIORGIA MELONI UNA BEFANA ZEPPA DI ROGNE E FALLIMENTI – L’IRRITUALE E GROTTESCO BLITZ TRANSOCEANICO PER SONDARE LA REAZIONE DI TRUMP A UN  RIFIUTO ALL’ESTRADIZIONE NEGLI USA DELL’IRANIANO-SPIONE, SENZA CHIEDERSI SE TALE INCONTRO AVREBBE FATTO GIRARE I CABASISI A BIDEN, FINO AL 20 GENNAIO PRESIDENTE IN CARICA DEGLI STATI UNITI. DI PIÙ: ‘’SLEEPY JOE’’ IL 9 GENNAIO SBARCHERÀ A ROMA PER INCONTRARE IL SANTO PADRE E POI LA DUCETTA. VABBÈ CHE È RIMBAM-BIDEN PERÒ, DI FRONTE A UN TALE SGARBO ISTITUZIONALE, “FUCK YOU!” SARÀ CAPACE ANCORA DI SPARARLO - ECCOLA LA STATISTA DELLA GARBATELLA COSTRETTA A SMENTIRE L’INDISCREZIONE DI UN CONTRATTO DA UN MILIARDO E MEZZO DI EURO CON SPACEX DI MUSK – NON È FINITA: TRA CAPO E COLLO, ARRIVANO LE DIMISSIONI DI ELISABETTA BELLONI DA CAPA DEI SERVIZI SEGRETI, DECISIONE PRESA DOPO UN DIVERBIO CON MANTOVANO, NATO ATTORNO ALLA VICENDA DI CECILIA SALA…

cecilia sala donald trump elon musk ursula von der leyen giorgia meloni

DAGOREPORT - DAVVERO MELONI SI È SOBBARCATA 20 ORE DI VIAGGIO PER UNA CENETTA CON TRUMP, CON BLOOMBERG CHE SPARA LA NOTIZIA DI UN CONTRATTO DA UN MILIARDO E MEZZO CON “SPACE-X” DEL CARO AMICO ELON MUSK (ASSENTE)? NON SARÀ CHE L’INDISCREZIONE È STATA RESA PUBBLICA PER STENDERE UN VELO PIETOSO SUL FALLIMENTO DELLA DUCETTA SULLA QUESTIONE PRINCIPALE DELLA TRASVOLATA, IL CASO ABEDINI-SALA? - TRUMP, UNA VOLTA PRESIDENTE, ACCETTERÀ LA MANCATA ESTRADIZIONE DELLA ''SPIA'' IRANIANA? COSA CHIEDERÀ IN CAMBIO ALL’ITALIA? – DI SICURO I LEADER DI FRANCIA, GERMANIA, SPAGNA, POLONIA, URSULA COMPRESA, NON AVRANNO PER NULLA GRADITO LE PAROLE DI TRUMP: “GIORGIA HA PRESO D’ASSALTO L’EUROPA” - VIDEO

giorgia meloni e donald trump - meme by edoardo baraldi .jpg

DAGOREPORT – GIORGIA MELONI SFOGLIA LA MARGHERITA: VOLO O NON VOLO A WASHINGTON IL 20 GENNAIO ALL'INAUGURAZIONE DEL SECONDO MANDATO DI DONALD TRUMP? - CERTO, LA STATISTA DELLA GARBATELLA È TENTATA, ANCHE PER NON DARE SODDISFAZIONE AL "PATRIOTA" MATTEO SALVINI CHE VUOLE PRESENZIARE A TUTTI I COSTI E SVENTOLARE LA BANDIERA "MAGA" DELLA PADANIA - LA POVERINA STA CERCANDO DI CAPIRE, ATTRAVERSO IL SUO CARISSIMO AMICO ALLA KETAMINA ELON MUSK, SE CI SARANNO ALTRI CAPI DI GOVERNO. IL RISCHIO È DI TROVARSI IN MEZZO AGLI AVARIATI SOVRANISTI ORBAN E FICO - UN’IMMAGINE CHE VANIFICHEREBBE I SUOI SFORZI (E SOGNI) DI PORSI NEL RUOLO DI PONTIERE TRA L'EUROPA DI URSULA E L'AMERICA TRUMP...

giovan battista fazzolari giorgia meloni autostrade matteo salvini giovanbattista

DAGOREPORT – IL FONDO TI AFFONDA: BLACKSTONE E MACQUARIE, SOCI DI AUTOSTRADE, SONO INCAZZATI COME BISCE PER L’AUMENTO DEI PEDAGGI DELL’1,8%. PRETENDEVANO CHE IL RINCARO FOSSE MOLTO PIÙ ALTO, AGGIORNATO ALL'INFLAZIONE (5,9% NEL 2023). MA UN FORTE AUMENTO DEI PEDAGGI AVREBBE FATTO SCHIZZARE I PREZZI DEI BENI DI CONSUMO, FACENDO SCEMARE IL CONSENSO SUL GOVERNO – SU ASPI È SEMPRE SALVINI VS MELONI-FAZZOLARI: LA DUCETTA E “SPUGNA” PRETENDONO CHE A DECIDERE SIA SEMPRE E SOLO CDP (AZIONISTA AL 51%). IL LEADER DELLA LEGA, COME MINISTRO DEI TRASPORTI, INVECE, VUOLE AVERE L’ULTIMA PAROLA…