PER BRUXELLES I CONTI DEL GOVERNO MELONI NON TORNANO – NELLE RACCOMANDAZIONI INVIATE A ROMA, LA COMMISSIONE UE BOCCIA DUE MISURE BANDIERA DELLA LEGA: LA FLAT TAX E L’AUTONOMIA DIFFERENZIATA. POI INVITA AD ABBASSARE LE TASSE SUL LAVORO ATTINGENDO DALL’IMU E DALLE CONCESSIONI BALNEARI. E RANDELLA DI NUOVO SUI RITARDI DEL PNRR – MASSIMO FRANCO: “IN UNA FASE NELLA QUALE LA DESTRA FATICA A USARE I FONDI A DISPOSIZIONE, L’ITALIA PUO’ PERMETTERSI DI ‘OSARE’ CON IL PONTE SULLO STRETTO? SE NON LO FARÀ IL GOVERNO, SARÀ L’EUROPA A PRESENTARCI IL CONTO”
1 – SE ALLA FINE BRUXELLES CI PRESENTA IL CONTO
Estratto dell'articolo di Massimo Franco per il “Corriere della Sera”
PAOLO GENTILONI COMMISSIONE EUROPEA
Seppure con un linguaggio morbido, la Commissione europea sta mandando messaggi duri. Non solo all’Italia, perché i Paesi che debbono mettersi in regola sono diversi; sul solo debito, la questione riguarda anche Francia e Finlandia. Ma per il governo di Roma c’è il tema aggiuntivo dei fondi offerti generosamente col Piano per la ripresa, che rimane in sospeso. […]
Il monito arriva nelle pieghe di un giudizio comunque positivo. Semmai, spunta la preoccupazione che quando i progetti rivisti dall’esecutivo di Giorgia Meloni saranno pronti, sarà comunque tardi rispetto alla tabella di marcia e alle procedure. Rimane sullo sfondo il timore che in Italia la spesa pubblica torni a lievitare, nonostante la linea responsabile seguita finora; e che questo produca effetti negativi oltre i nostri confini.
URSULA VON DER LEYEN E GIORGIA MELONI
[…] Per ora persiste la confusione. E non solo sul ponte siciliano. Basta registrare i contrasti tra FdI e Lega sul commissario chiamato a gestire i fondi per l’Emilia-Romagna devastata dalle inondazioni; o quelli sull’autonomia regionale. Oltre tutto, nella voglia di raccontare l’arrivo della destra come quella che «fa» dopo decenni definiti di «chiacchiere», si insinua la tentazione dell’azzardo.
L’esaltazione di una grande opera rimasta lettera morta per anni come il Ponte sullo Stretto di Messina crea reazioni contrastanti. Le perplessità sono soprattutto sulle coperture finanziarie. Dire, come ha fatto ieri in Parlamento il leader della Lega, Matteo Salvini, che se ci sono dubbi di costituzionalità bisogna «rivolgersi al Colle» in quanto ha emanato il decreto, è il tentativo discutibile di farsi scudo col Quirinale: un’operazione che presto potrebbe rivelarsi a doppio taglio.
meme su Matteo Salvini e il ponte sullo stretto
L’aspetto più sconcertante, però, è l’invito a «osare sul ponte». Evocando Michelangelo, Raffaello e Leonardo da Vinci, il leader del Carroccio sostiene che se questi geni «fossero passati da una commissione costi-benefici, non avremmo quello che hanno fatto». Il paragone vuole essere un appoggio per il «governo dei sì».
La domanda è se in una fase nella quale la coalizione di destra fatica perfino a usare i fondi a disposizione, l’Italia possa permettersi di «osare»; e di prescindere da un’attenta valutazione di costi e benefici. Anche perché, se non lo farà il governo, sarà l’Europa a presentarci il conto.
2 – L'EUROPA BOCCIA TUTTO
Estratto dell'articolo di Marco Bresolin per “la Stampa”
raffaele fitto giancarlo giorgetti paolo gentiloni
L'applicazione della flat tax «solleva preoccupazioni di equità ed efficienza del sistema fiscale». L'autonomia differenziata rischia invece di avere «un impatto negativo sulla qualità delle finanze pubbliche italiane e sulle disparità regionali».
Pur con motivazioni puramente tecniche, la Commissione europea lancia un doppio messaggio politico al governo italiano, prendendo di mira quelle che sono due misure-bandiera, in particolare per la Lega.
E mette il dito nella piaga ricordando che le tasse sul lavoro sono ancora troppo alte e sottolineando al tempo stesso che il cuneo fiscale potrebbe essere ridotto attingendo ad altre potenziali fonti d'entrata che hanno un minor impatto sulla crescita: per esempio aumentando le imposte sulla proprietà (leggasi Imu sulla prima casa), rivedendo i valori catastali e mettendo a gara le concessioni balneari. […]
URSULA VON DER LEYEN GIORGIA MELONI
I rilievi sono contenuti nel pacchetto di raccomandazioni adottate ieri e nel rapporto-Paese con il quale Bruxelles ha passato ai raggi X le «sfide non affrontate» e le «sfide emergenti» per l'Italia, che ancora presenta «squilibri macroeconomici eccessivi».
Un capitolo a parte è dedicato al Pnrr, dove si segnala che «cresce il rischio di ritardi». Per la Commissione è importante che il governo identifichi «al più presto potenziali ritardi (nell'implementazione dei progetti, ndr) e agisca tempestivamente per risolverli». Detto con altre parole: «È fondamentale procedere rapidamente con l'applicazione del Piano e con i negoziati per i suoi emendamenti» visto che la scadenza del 2026 è inderogabile.
raffaele fitto giancarlo giorgetti paolo gentiloni 1
Il commissario Paolo Gentiloni ha detto molto chiaramente che, nel caso in cui il governo presentasse le proposte di modifica oltre giugno, «il ritmo delle rate sarebbe a rischio». Il che vuol dire che la quarta e la quinta tranche, legate alle scadenze del 30 giugno e del 31 dicembre, potrebbero non arrivare come previsto.
[…]
Sul fronte dei conti pubblici, c'è l'invito a perseguire «politiche di bilancio prudenti», dunque a contenere la spesa netta primaria (la cui crescita non potrà superare l'1,3% del Pil), in modo da portare debito e deficit su un percorso discendente attraverso un aggiustamento strutturale che per il 2024 dovrà essere «almeno dello 0,7% del Pil» (poco più di 13 miliardi di euro, in linea con il Def).
Pnrr Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza
Di certo bisognerà continuare a ridurre i sussidi contro il caro energia (che quest'anno hanno un impatto sul Pil pari a un punto percentuale): secondo la Commissione, quelli in vigore sono abbastanza mirati, ma non aiutano i consumatori a ridurre i consumi.
Pur non rispettando i parametri del deficit e del debito, l'Italia (così come gli altri Paesi) quest'anno non finirà in procedura. Ma Bruxelles avverte che dalla primavera del 2024 le procedure (riferite ai conti del 2023) torneranno e dunque «il governo dovrà tenerne conto quando preparerà la legge di Bilancio». Gentiloni ha però assicurato che le spese stanziate dal governo per affrontare l'emergenza alluvioni in Emilia-Romagna non verranno prese in considerazione nel calcolo dei saldi di finanza pubblica perché si tratta di interventi «una tantum». […]
RAFFAELE FITTO E PAOLO GENTILONIMATTEO SALVINI E IL PLASTICO DEL PONTE SULLO STRETTO