giorgia meloni mes

A BRUXELLES NON DANNO CHIUSA LA QUESTIONE MES – IL MINISTRO DELLE FINANZE BELGA, VINCENT VAN PETEGHEM, DICE CHIARAMENTE CHE LA RIFORMA DEL FONDO SALVA STATI NON SI METTE IN DISCUSSIONE, NONOSTANTE IL NO ITALIANO: “LA PRIMA OPZIONE RESTA UNA RATIFICA DELL’ITALIA. HO ASCOLTATO LE PAROLE DELLA PRESIDENTE MELONI SULLA RIAPERTURA DEL DIBATTITO SUL BACKSTOP. MI SEMBRA DIFFICILE CHE ACCADA…”

1 - LA PRESIDENZA UE E IL MES «LA PRIMA OPZIONE? CHE L’ITALIA LO RATIFICHI»

Estratto dell’articolo di Francesca Basso per il “Corriere della Sera”

 

VINCENT VAN PETEGHEM

L’appuntamento è lunedì prossimo all’Eurogruppo: il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti riferirà ai diciannove colleghi dell’Eurozona il voto contrario del Parlamento alla ratifica del trattato di riforma del Meccanismo europeo di stabilità, che ne ha impedito l’entrata in vigore dal primo gennaio.

 

Un’anticipazione di quello che sarà il clima l’ha data ieri il ministro delle Finanze belga Vincent van Peteghem, in occasione di un incontro con la stampa per l’avvio dal primo gennaio del semestre della presidenza belga: «La prima opzione resta che l’Italia ratifichi la riforma del Mes, è lo scenario maggiormente preferibile — ha detto —. Ho ascoltato le parole della presidente Meloni sulla riapertura del dibattito sul backstop del Mes, mi sembra difficile che accada».

 

s-fascio tutto io - poster by macondo

La mancata ratifica è stata accolta in modo negativo dagli altri diciannove Paesi che invece hanno già completato il processo rispettando l’impegno preso nel 2021 sottoscrivendo l’accordo. La decisione dell’Italia, di cui ora vengono messe in dubbio credibilità e affidabilità, complica i prossimi negoziati sul completamento dell’unione bancaria, che resta urgente.

 

«Visto che il backstop del Mes non è disponibile è importante andare avanti sulla riforma per la gestione delle crisi bancarie e l’assicurazione dei depositi», ha spiegato il ministro. Sul tavolo della presidenza belga c’è anche l’intesa da trovare con il Parlamento Ue sulla riforma del patto di Stabilità, dopo che il 20 dicembre i Paesi Ue hanno raggiunto la loro posizione negoziale.

 

GIORGIA MELONI - ER MES - MEME BY DAGOSPIA

Il Parlamento Ue voterà la propria posizione la prossima settimana e poi comincerà il «trilogo» (il negoziato tra le tre istituzioni Ue) ma i margini di manovra saranno strettissimi e anche il tempo per trovare un’intesa. L’obiettivo […] è completare i negoziati «entro marzo per arrivare alla ratifica finale in aprile».

 

Il primo banco di prova della presidenza belga sarà però la revisione di medio termine del bilancio Ue da cui dipende il pacchetto di aiuti da 50 miliardi per l’Ucraina che il premier ungherese Orbán ha bloccato a dicembre.

 

VINCENT VAN PETEGHEM

Il primo febbraio ci sarà un Consiglio europeo speciale e il premier belga Alexander De Croo ha detto di «cercare una soluzione a Ventisette», benché l’Ue stia lavorando anche a una soluzione a 26. «Compromesso» sarà la parola chiave della presidenza belga anche per quanto riguarda la scelta del successore di Charles Michel,  […]

 

2 - VINCENT VAN PETEGHEM, IL MINISTRO BELGA DELLE FINANZE: "SUL MES L'UE TORNERÀ A INSISTERE CON MELONI L'ENTRATA IN VIGORE DEL PATTO POTREBBE SLITTARE"

Estratto dell’articolo di Marco Bresolin per “La Stampa”

 

QUANDO GIORGIA MELONI ERA CONTRARIA AL MES - 2

La speranza è l'ultima a morire. Nonostante la bocciatura di dicembre, a Bruxelles sono ancora convinti che sia necessario insistere con l'Italia per ottenere il via libera del Parlamento alla ratifica del Mes, il Meccanismo europeo di Stabilità. L'ipotesi di ridiscutere da capo la riforma, come auspicato dalla premier Giorgia Meloni, viene infatti considerata «molto difficile».

 

A spiegarlo è Vincent Van Peteghem, ministro delle Finanze del Belgio, che dal 1° gennaio ha assunto la presidenza semestrale dell'Unione europea. L'economista, esponente dei cristiano-democratici fiamminghi, nelle prossime settimane avrà anche il compito di guidare per conto del Consiglio i negoziati con l'Europarlamento per chiudere l'accordo definitivo sulla riforma del Patto di Stabilità. Parlando con un ristretto gruppo di media europei tra cui "La Stampa", il ministro rivela che l'applicazione delle nuove regole a partire dall'esercizio di bilancio 2025 non è affatto scontata: è possibile uno slittamento.

DECIMA MES - MEME BY EMILIANO CARLI

 

A che punto sono i lavori per completare la riforma?

«A livello di Consiglio abbiamo raggiunto un accordo politico […]. Attendiamo che l'Aula voti il suo testo, dopodiché inizieremo il trilogo per cercare di portare a termine questo processo. Ma il tempo che abbiamo a disposizione è molto limitato: bisogna trovare un accordo entro la fine di febbraio o al più tardi all'inizio di marzo.

 

A conti fatti, avremo cinque-sei settimane effettive […]. Il Parlamento è molto focalizzato su criteri qualitativi, mentre il Consiglio su quelli quantitativi. Ma dovremo superare queste differenze e trovare un'intesa […]».

 

Molti analisti temono che i vincoli introdotti dal Consiglio finiranno per ridurre i margini di manovra per fare gli investimenti: è un rischio reale?

«Questa era la forza del pacchetto proposto dalla Commissione, che non guardava soltanto alla sostenibilità del debito, ma anche a come stimolare gli investimenti e le riforme. Ciò che è sul tavolo ora è certamente più quantitativo, ma non disincentiva le riforme e gli investimenti. Ora dovremo cercare di mantenere questo equilibrio, combinando riduzione del debito e incentivi agli investimenti».

 

LA DATA SUL FAX DI LUIGI DI MAIO SVENTOLATO DA GIORGIA MELONI

[…] Nel frattempo, il Parlamento italiano ha respinto la ratifica della riforma del Mes: l'Eurogruppo avvierà una discussione per rivedere la riforma oppure insisterete per ottenere il via libera di Roma?

«Certamente spero che arrivi la ratifica da parte del Parlamento italiano. Sarebbe l'opzione migliore ed è la cosa più logica, visto che tutti gli altri Stati lo hanno fatto».

 

Ma la premier Meloni ha chiesto di rimettere in discussione la riforma...

«Mi sembra difficile. Bisogna tenere presente che questa riforma, che prevede il backstop finanziario per il fondo di risoluzione unico delle banche, è un elemento importante per finalizzare l'unione bancaria. È un passo necessario. Quindi la mia opzione preferita è decisamente quella che prevede il completamento della ratifica da parte del Parlamento italiano».

giorgia meloni sventola il fax di luigi di maio sul mes in senato MES KETA - MEME BY EMILIANO CARLI

Ultimi Dagoreport

francesco lollobrigida

CHI L’HA VISTO? ERA DIVENTATO IL NOSTRO ANGOLO DEL BUONUMORE, NE SPARAVA UNA AL GIORNO: “QUANTE GUERRE NON CI SAREBBERO STATE DI FRONTE A CENE BEN ORGANIZZATE?”. E TRA UNA CAZZATA E UNA GAFFE, FERMAVA PURE I TRENI - DOPO QUASI DUE ANNI DI LOLLISMO SENZA LIMITISMO, QUESTA ESTATE, UNA VOLTA SEGATO DALLA MOGLIE, LA SORELLA D’ITALIA ARIANNA MELONI, È SCOMPARSA LA NOSTRA RUBRICA PREFERITA: “LA SAI L'ULTIMA DI LOLLOBRIGIDA?”. ZAC!, IL SILENZIO È SCESO COME GHIGLIOTTINA SUL MINISTRO DELL’AGRICOLTURA (PER MANCANZA DI PROVE). DALLA “BANDA DEI QUATTRO” DI PALAZZO CHIGI (LE DUE MELONI, FAZZOLARI E SCURTI), ERA PARTITO L’ORDINE DI CUCIRGLI L’EFFERVESCENTE BOCCUCCIA (STESSO TRATTAMENTO ALL’ALTRA “PECORA NERA”, ANDREA GIAMBRUNO). A QUESTO PUNTO, NON ESSENDO ANCORA NATO UN MOVIMENTO DI LIBERAZIONE DEL REIETTO, L’EX STALLONE DI SUBIACO SI E’ MESSO IN TESTA DI FORMARE UN… - VIDEO, TUTTE LE GAFFES!

matteo salvini roberto vannacci luca zaia lorenzo fontana calderoli massimiliano fedriga romeo lega

DAGOREPORT - SI SALVINI CHI PUO'! ASSEDIATO DAL PARTITO IN RIVOLTA, PRESO A SBERLE DA GIORGIA MELONI (SUL RITORNO AL VIMINALE, AUTONOMIA E TERZO MANDATO), ''TRADITO'' PURE DA VANNACCI, PER IL “CAPITONE” STA ARRIVERANDO IL MOMENTO IN CUI DOVRA' DECIDERE: RESTARE LEADER DELLA LEGA O RESTARE AL GOVERNO COME SACCO DA PUGNI DELLA DUCETTA? - LA CRISI POTREBBE ESPLODERE ALLE PROSSIME REGIONALI IN VENETO: SE ZAIA PRESENTASSE UN SUO CANDIDATO NELLA LIGA VENETA, SALVINI SCHIEREREBBE LA LEGA A SUPPORTO DEI “DOGE-BOYS” CONTRO IL CANDIDATO FDI DELLA DUCETTA, SFANCULANDO COSI' L'ALLEANZA DI GOVERNO, O RESTEREBBE A CUCCIA A PALAZZO CHIGI, ROMPENDO IL CARROCCIO? AH, SAPERLO...

cecilia sala mohammad abedini donald trump giorgia meloni

DAGOREPORT - INTASCATO IL TRIONFO SALA, SUL TAVOLO DI MELONI  RIMANEVA L’ALTRA PATATA BOLLENTE: IL RILASCIO DEL “TERRORISTA” IRANIANO ABEDINI - SI RIUSCIRÀ A CHIUDERE L’OPERAZIONE ENTRO IL 20 GENNAIO, GIORNO DELL’INSEDIAMENTO DEL NUOVO PRESIDENTE DEGLI STATI UNITI, COME DA ACCORDO CON TRUMP? - ALTRO DUBBIO: LA SENTENZA DELLA CORTE DI APPELLO, ATTESA PER IL 15 GENNAIO, SARÀ PRIVA DI RILIEVI SUL “TERRORISTA DEI PASDARAN’’? - E NEL DUBBIO, ARRIVA LA DECISIONE POLITICA: PROCEDERE SUBITO ALLA REVOCA DELL’ARRESTO – TUTTI FELICI E CONTENTI? DI SICURO, IL DIPARTIMENTO DI GIUSTIZIA DI WASHINGTON, CHE SI È SOBBARCATO UN LUNGO LAVORO DI INDAGINE PER PORTARSI A CASA “UNO SPREGIUDICATO TRAFFICANTE DI STRUMENTI DI MORTE”, NON AVRÀ PER NULLA GRADITO (IL TROLLEY DI ABEDINI PIENO DI CHIP E SCHEDE ELETTRONICHE COME CONTROPARTITA AGLI USA PER IL “NO” ALL'ESTRADIZIONE, È UNA EMERITA CAZZATA...)

marco giusti marcello dell utri franco maresco

"CHIESI A DELL'UTRI SE FOSSE PREOCCUPATO PER IL PROCESSO?' MI RISPOSE: 'HO UN CERTO TIMORE E NON… TREMORE'" - FRANCO MARESCO, INTERVISTATO DA MARCO GIUSTI, RACCONTA DEL SUO COLLOQUIO CON MARCELLO DELL'UTRI - LA CONVERSAZIONE VENNE REGISTRATA E IN, PICCOLA PARTE, UTILIZZATA NEL SUO FILM "BELLUSCONE. UNA STORIA SICILIANA": DOMANI SERA "REPORT" TRASMETTERÀ ALCUNI PEZZI INEDITI DELL'INTERVISTA - MARESCO: "UN FILM COME 'IDDU' DI PIAZZA E GRASSADONIA OFFENDE LA SICILIA. NON SERVE A NIENTE. CAMILLERI? NON HO MAI RITENUTO CHE FOSSE UN GRANDE SCRITTORE..." - VIDEO

terzo mandato vincenzo de luca luca zaia giorgia meloni matteo salvini antonio tajani

DAGOREPORT – REGIONALI DELLE MIE BRAME! BOCCIATO IL TERZO MANDATO, SALVINI SI GIOCA IL TUTTO PER TUTTO CON LA DUCETTA CHE INSISTE PER UN CANDIDATO IN VENETO DI FRATELLI D'ITALIA - PER SALVARE IL CULO, A SALVINI NON RESTA CHE BATTERSI FINO ALL'ULTIMO PER IMPORRE UN CANDIDATO LEGHISTA DESIGNATO DA LUCA ZAIA, VISTO IL CONSENSO SU CUI IL DOGE PUÒ ANCORA CONTARE (4 ANNI FA LA SUA LISTA TOCCO' IL 44,57%, POTEVA VINCERE ANCHE DA SOLO) - ANCHE PER ELLY SCHLEIN SONO DOLORI: SE IL PD VUOLE MANTENERE IL GOVERNO DELLA REGIONE CAMPANA DEVE CONCEDERE A DE LUCA LA SCELTA DEL SUO SUCCESSORE (LA SOLUZIONE POTREBBE ESSERE CANDIDARE IL FIGLIO DI DON VINCENZO, PIERO, DEPUTATO PD)