podemos iglesias

ORA “PODEMOS” TREMARE - GLI EUROBUROCRATI TEMONO CHE L’AVANZATA DEI GRILLINI SPAGNOLI PORTI MADRID A MOLLARE LE POLITICHE DI RIGORE, DIVENTANDO UNA SPECIE DI GRECIA-BIS - RAJOY SI RICANDIDA PREMIER MA IL SUO CONSENSO E’ IN CALO

Andrea Nicastro per il “Corriere della Sera”

 

pablo iglesias come obama yes we podemospablo iglesias come obama yes we podemos

Il pendolo politico in Spagna sta andando a sinistra, ma non è né di qui, né di là. L’elettorato si è diviso ideologicamente al 50% e in più si è spezzato in quattro formazioni, le une contro le altre armate.

 

Le elezioni amministrative di domenica sono un campanello d’allarme per il Partido popular che spacca i timpani. Anni di sacrifici in nome di bilanci austeri hanno presentato il conto. Così come l’infinita sequela di tangenti, nepotismo, sperperi che hanno segnato il centro destra negli ultimi anni. Il trillo è arrivato anche nelle altre capitali europee, a Bruxelles e Francoforte.

PODEMOS A MADRIDPODEMOS A MADRID

 

Non solo a chi deve evitare gli errori di comunicazione commessi dalla squadra del premier Mariano Rajoy. Ma anche ai guardiani di Eurolandia per le conseguenze che un’instabilità politica porterebbe sui conti del regno iberico. Che ne sarà dei vincoli di spesa delle amministrazioni locali? Dei tagli alla Sanità o all’Istruzione (in mano alle Regioni)? La Spagna diventerà una seconda Grecia, non per volontà politica, ma per ingovernabilità?

 

podemospodemos

Domenica gli spagnoli hanno rinnovato 13 delle 17 Regioni e quasi tutti i loro 8 mila municipi. Non solo il Pp ha perso la maggioranza assoluta, ma l’isolamento con il quale ha governato gli ha ridotto le possibili alleanze. Uno contro tutti, tutti contro uno. Anche Ciudadanos, la formazione considerata più ideologicamente affine, ha paura di apparentarsi con il Pp e rimanere marchiata.

mariano rajoy  6mariano rajoy 6

 

Il nuovo avanza, ma non abbastanza. Il successo degli antisistema di Podemos spaventa e fa sognare. Con candidati indipendenti hanno conquistato Barcellona, con ogni probabilità governeranno anche a Madrid. Avranno vetrine importanti per mostrare che lo storico duopolio del post dittatura tra popolari e socialisti, non è una condanna per l’eternità. Ma si sono fermati sotto la soglia della governabilità nazionale: terzo partito. Fidatevi, dice ottimista il leader Pablo Iglesias, «è l’inizio del cambio».

 

pablo iglesiaspablo iglesias

Se gli spagnoli replicassero le scelte fatte domenica anche alle Politiche del novembre prossimo, ne uscirebbe un Congresso impossibile. Pp e Psoe affiancati con oltre 100 deputati ciascuno. I nuovi arrivati, Podemos a sinistra e Ciudadanos a destra, con 40 e 10 seggi. Nazionalisti baschi e catalani sommerebbero una trentina di deputati. Dovrebbero montarsi maggioranze arcobaleno con dentro tutto e il contrario di tutto oppure una grande coalizione Pp-Psoe. Un bacio della morte. Quindi? Rajoy annuncia che si ricandiderà premier. «In sei mesi si creeranno posti di lavoro e vincerò le elezioni». Fidatevi. Ma la Spagna è in mezzo al guado.

 

 

pablo iglesias in tv con la spesapablo iglesias in tv con la spesa

 

Ultimi Dagoreport

terzo mandato vincenzo de luca luca zaia giorgia meloni matteo salvini antonio tajani

DAGOREPORT – REGIONALI DELLE MIE BRAME! BOCCIATO IL TERZO MANDATO, SALVINI SI GIOCA IL TUTTO PER TUTTO CON LA DUCETTA CHE INSISTE PER UN CANDIDATO IN VENETO DI FRATELLI D'ITALIA - PER SALVARE IL CULO, A SALVINI NON RESTA CHE BATTERSI FINO ALL'ULTIMO PER IMPORRE UN CANDIDATO LEGHISTA DESIGNATO DA LUCA ZAIA, VISTO IL CONSENSO SU CUI IL DOGE PUÒ ANCORA CONTARE (4 ANNI FA LA SUA LISTA TOCCO' IL 44,57%, POTEVA VINCERE ANCHE DA SOLO) - ANCHE PER ELLY SCHLEIN SONO DOLORI: SE IL PD VUOLE MANTENERE IL GOVERNO DELLA REGIONE CAMPANA DEVE CONCEDERE A DE LUCA LA SCELTA DEL SUO SUCCESSORE (LA SOLUZIONE POTREBBE ESSERE CANDIDARE IL FIGLIO DI DON VINCENZO, PIERO, DEPUTATO PD)

elisabetta belloni giorgia meloni giovanni caravelli alfredo mantovano

DAGOREPORT – CHI È STATO A FAR TRAPELARE LA NOTIZIA DELLE DIMISSIONI DI ELISABETTA BELLONI? LE IMPRONTE PORTANO A “FONTI DI INTELLIGENCE A LEI OSTILI” - L'ADDIO DELLA CAPA DEGLI SPIONI NON HA NULLA A CHE FARE COL CASO SALA. LEI AVREBBE PREFERITO ATTENDERE LA SOLUZIONE DELLE TRATTATIVE CON TRUMP E L'IRAN PER RENDERLO PUBBLICO, EVITANDO DI APPARIRE COME UNA FUNZIONARIA IN FUGA - IL CONFLITTO CON MANTOVANO E IL DIRETTORE DELL'AISE, GIANNI CARAVELLI, VIENE DA LONTANO. ALLA FINE, SENTENDOSI MESSA AI MARGINI, HA GIRATO I TACCHI   L'ULTIMO SCHIAFFO L'HA RICEVUTO QUANDO IL FEDELISSIMO NICOLA BOERI, CHE LEI AVEVA PIAZZATO COME VICE ALLE SPALLE DELL'"INGOVERNABILE" CARAVELLI, È STATO FATTO FUORI - I BUONI RAPPORTI CON L’AISI DI PARENTE FINO A QUANDO IL SUO VICE GIUSEPPE DEL DEO, GRAZIE A GIANMARCO CHIOCCI, E' ENTRATO NELL'INNER CIRCLE DELLA STATISTA DELLA GARBATELLA

cecilia sala abedini donald trump

DAGOREPORT – LO “SCAMBIO” SALA-ABEDINI VA INCASTONATO NEL CAMBIAMENTO DELLE FORZE IN CAMPO NEL MEDIO ORIENTE - CON IL POPOLO IRANIANO INCAZZATO NERO PER LA CRISI ECONOMICA A CAUSA DELLE SANZIONI USA E L’''ASSE DELLA RESISTENZA" (HAMAS, HEZBOLLAH, ASSAD) DISTRUTTO DA NETANYAHU, MENTRE L'ALLEATO PUTIN E' INFOGNATO IN UCRAINA, IL PRESIDENTE “MODERATO” PEZESHKIAN TEME LA CADUTA DEL REGIME DI TEHERAN. E IL CASO CECILIA SALA SI È TRASFORMATO IN UN'OCCASIONE PER FAR ALLENTARE LA MORSA DELL'OCCIDENTE SUGLI AYATOLLAH - CON TRUMP E ISRAELE CHE MINACCIANO DI “OCCUPARSI” DEI SITI NUCLEARI IRANIANI, L’UNICA SPERANZA È L’EUROPA. E MELONI PUÒ DIVENTARE UNA SPONDA NELLA MORAL SUASION PRO-TEHERAN...

elon musk donald trump alice weidel

DAGOREPORT - GRAZIE ANCHE ALL’ENDORSEMENT DI ELON MUSK, I NEONAZISTI TEDESCHI DI AFD SONO ARRIVATI AL 21%, SECONDO PARTITO DEL PAESE DIETRO I POPOLARI DELLA CDU-CSU (29%) - SECONDO GLI ANALISTI LA “SPINTA” DI MR. TESLA VALE ALMENO L’1,5% - TRUMP STA ALLA FINESTRA: PRIMA DI FAR FUORI IL "PRESIDENTE VIRTUALE" DEGLI STATI UNITI VUOLE VEDERE L'EFFETTO ''X'' DI MUSK ALLE ELEZIONI POLITICHE IN GERMANIA (OGGI SU "X" L'INTERVISTA ALLA CAPA DI AFD, ALICE WEIDEL) - IL TYCOON NON VEDE L’ORA DI VEDERE L’UNIONE EUROPEA PRIVATA DEL SUO PRINCIPALE PILASTRO ECONOMICO…

cecilia sala giorgia meloni alfredo mantovano giovanni caravelli elisabetta belloni antonio tajani

LA LIBERAZIONE DI CECILIA SALA È INDUBBIAMENTE UN GRANDE SUCCESSO DELLA TRIADE MELONI- MANTOVANO- CARAVELLI. IL DIRETTORE DELL’AISE È IL STATO VERO ARTEFICE DELL’OPERAZIONE, TANTO DA VOLARE IN PERSONA A TEHERAN PER PRELEVARE LA GIORNALISTA - COSA ABBIAMO PROMESSO ALL’IRAN? È PROBABILE CHE SUL PIATTO SIA STATA MESSA LA GARANZIA CHE MOHAMMAD ABEDINI NON SARÀ ESTRADATO NEGLI STATI UNITI – ESCE SCONFITTO ANTONIO TAJANI: L’IMPALPABILE MINISTRO DEGLI ESTERI AL SEMOLINO È STATO ACCANTONATO NELLA GESTIONE DEL DOSSIER (ESCLUSO PURE DAL VIAGGIO A MAR-A-LAGO) - RIDIMENSIONATA ANCHE ELISABETTA BELLONI: NEL GIORNO IN CUI IL “CORRIERE DELLA SERA” PUBBLICA IL SUO COLLOQUIO PIENO DI FRECCIATONE, IL SUO “NEMICO” CARAVELLI SI APPUNTA AL PETTO LA MEDAGLIA DI “SALVATORE”…