contrada ingroia

IL BUE CHE DICE CORNUTO ALL’ASINO – INGROIA INCAZZATO PER LA FUGHE DI NOTIZIE NELL'INDAGINE SU DI LUI – EPPURE QUANDO QUAND’ERA PM DAI SUOI UFFICI USCIVA DI TUTTO: DALL’INTERROGATORIO DI BERLUSCONI AL CASO PROVENZANO

 

Mariateresa Conti per Il Giornale

 

berlusconi ingroiaberlusconi ingroia

Quello che lo ha fatto infuriare è stata la fuga di notizie. Quasi più dell'essere indagato lui, Antonio Ingroia, ex pm antimafia, per peculato.

 

E infatti nella lunghissima nota scritta dopo l'interrogatorio in procura a Palermo per spiegare l'assoluta inconsistenza, a suo parere, delle accuse su rimborsi spese e indennità che gli vengono contestate (ma il segreto istruttorio per cui l'indagato deve tacere sull'inchiesta in corso per lui non vale?, ndr), l'ex pm ha tuonato contro la fuga di notizie, o meglio della notizia che lui, indagato, è stato interrogato dagli ex colleghi. «È stupefacente - ha scritto invocando un'inchiesta - che la notizia sia stata data dalle agenzie solo pochi minuti dopo che io ho lasciato gli uffici della procura».

berlusconi ingroiaberlusconi ingroia

 

Eppure. Eppure quando era dall'altra parte della barricata, l'ex pm non si stupiva affatto quando dai suoi uffici filtravano, magari su qualche giornale amico, non solo le notizie degli interrogatori, ma anche il loro contenuto. Ricordate? Siamo nel 2012. L'allora procuratore aggiunto ascolta in segreto Silvio Berlusconi in una caserma. Il Cavaliere è solo un testimone. L'indagato è Marcello Dell'Utri, per un presunto ricatto al Cavaliere. È il 5 settembre. Il 7 settembre sul Fatto Quotidiano viene pubblicato un resoconto che definire dettagliato è riduttivo.

 

Non solo l'interrogatorio, ma anche i convenevoli tra l'allora pm e il Cav, l'imminente partenza di Ingroia per il Guatemala, le attestazioni di simpatia per la toga di Berlusconi: «Ma lo sa che quel che dicono di lei le tv e i giornali non rende giustizia alla sua immagine? Lei oggi mi è apparso un magistrato affabile ed equilibrato. Peccato che abbia solo un difetto: lei tifa Inter e non Milan...». Quasi un resoconto stenografico.

 

BERNARDO PROVENZANO   BERNARDO PROVENZANO

Berlusconi rimprovera Ingroia qualche mese dopo, a gennaio 2013, quando con l'ex pm, candidato premier per Rivoluzione civile, si incrociano in uno studio televisivo: «Ho avuto un interrogatorio riservato con Ingroia e altri due magistrati - dice il Cav - in una caserma. Sono stati molto gentili, ma due giorni dopo il contenuto è comparso sul Fatto Quotidiano, compresa la pausa caffè. Come mai non c'è stata nessuna incriminazione verso le uniche persone, i giudici, che potevano conoscere il contenuto dell'interrogatorio?».

 

Senza stupore, Ingroia replica: «Non è uscito il contenuto del verbale ma lo scambio di battute del prima e del dopo, che è avvenuto anche in presenza di altri, i suoi avvocati, gli ufficiali presenti in caserma, eccetera».

 

BERNARDO PROVENZANO   BERNARDO PROVENZANO

Non è l'unico episodio di spifferi in inchieste dell'ex pm Ingroia. Già, perché una volta proprio il censore Ingroia è finito sotto inchiesta per fuga di notizie a Caltanissetta. A denunciarlo i figli del defunto boss Bernardo Provenzano. I fatti risalgono al 2012. Il 31 maggio l'allora procuratore aggiunto Ingroia col pm Ignazio De Francisci va a Parma, e vede in cella Provenzano per verificare la sua eventuale disponibilità alla collaborazione. Il 5 giugno, ancora sul Fatto Quotidiano, viene pubblicato il resoconto di quell'incontro. Ma il verbale porta la data del 7 giugno, due giorni dopo l'articolo. I figli di Provenzano denunciano la fuga di notizie. Ingroia si arrabbia perché da Caltanissetta è filtrata la notizia. Indagine archiviata. Secondo copione.

Ingroia sicilia serviziIngroia sicilia servizi

 

S'indigna, Ingroia, ora che da amministratore unico di Sicilia e-Servizi è indagato per indennità e rimborsi gonfiati (inclusi hotel di lusso come il palermitano Villa Igiea, quello in cui soggiornava Giulio Andreotti quando era imputato a Palermo, ndr). S'indigna anche con i pm. «Io ho fatto le denunce sulla precedente gestione della società ma loro invece indagano me», ha detto ieri al Tg1. Come si cambia, dall'altra parte della barricata.

Ultimi Dagoreport

luigi lovaglio - francesco gaetano caltagirone - giancarlo giorgetti - milleri - alberto nagel - philippe donnet mediobanca mps giorgia meloni

DAGOREPORT - A RACCONTARLO NON CI SI CREDE. RISULTATO DEL PRIMO GIORNO DI OPS DEL MONTE DEI PASCHI SU MEDIOBANCA: TRACOLLO DELLA BANCA SENESE - SE IL MEF DI GIORGETTI, CHE HA L’11,7% DI MPS, LO PRENDE IN QUEL POSTO (PERDENDO 71 MILIONI), IL DUPLEX CALTAGIRONE-MILLERI FA BINGO: 154 MILIONI IN UN GIORNO - INFATTI: SE I DUE COMPARI PERDONO SU MPS 90 MILIONI, NE GUADAGNANO 244 AVENDO IL 25,3% DI MEDIOBANCA - E DOPO IL “VAFFA” DEL MERCATO, CHE SUCCEDERÀ? TECNICAMENTE L’OPERAZIONE CALTA-MILLERI, SUPPORTATA DALLA MELONI IN MODALITÀ TRUMP, È POSSIBILE CON UN AUMENTO DI CAPITALE DI MPS DI 4 MILIARDI (PREVISTO PER APRILE) - PER DIFENDERE MEDIOBANCA DALL’ASSALTO, NAGEL DOVRÀ CHIEDERE AL BOSS DI GENERALI, PHILIPPE DONNET, DI CHIAMARE ALLE ARMI I POTENTI FONDI INTERNAZIONALI, GRANDI AZIONISTI DI MEDIOBANCA E DI GENERALI, PER SBARRARE IL PASSO AL “CALTARICCONE” ALLA FIAMMA (FDI)

dario franceschini elly schlein matteo renzi carlo calenda giiuseppe conte

DAGOREPORT: PD, PARTITO DISTOPICO – L’INTERVISTA DI FRANCESCHINI SU “REPUBBLICA” SI PUÒ SINTETIZZARE COSÌ: IO CI SONO. E’ INUTILE CERCARE IL FEDERATORE, L’ULIVO NON TORNA, E NON ROMPETE LE PALLE ALLA MIA “CREATURA”, ELLY SCHLEIN, “SALDA E VINCENTE” AL COMANDO DEL PARTITO – AMORALE DELLA FAVA: “SU-DARIO” NON MOLLA IL RUOLO DI GRAN BURATTINAIO E DAVANTI AI MAL DI PANZA INTERNI, CHE HANNO DATO VITA AI DUE RECENTI CONVEGNI, SI FA INTERVISTARE PER RIBADIRE AI COLLEGHI DI PARTITO CHE DEVONO SEMPRE FARE I CONTI CON LUI. E LA MELONI GODE…

almasri giorgia meloni carlo nordio

DOMANDE SPARSE SUL CASO ALMASRI – CON QUALE AUTORIZZAZIONE IL TORTURATORE LIBICO VIAGGIAVA INDISTURBATO IN EUROPA? AVEVA UN PASSAPORTO FASULLO O UN VISTO SCHENGEN? E IN TAL CASO, PERCHÉ NESSUN PAESE, E SOPRATTUTTO L’ITALIA, SI È OPPOSTO? - LA TOTALE ASSENZA DI PREVENZIONE DA PARTE DEGLI APPARATI ITALIANI: IL MANDATO DI ARRESTO PER ALMASRI RISALE A OTTOBRE. IL GENERALE NON SAREBBE MAI DOVUTO ARRIVARE, PER EVITARE ALLA MELONI L’IMBARAZZO DI SCEGLIERE TRA IL RISPETTO DEL DIRITTO INTERNAZIONALE E LA REALPOLITIK (IL GOVERNO LIBICO, TRAMITE ALMASRI, BLOCCA GLI SBARCHI DI MASSA DI MIGRANTI) – I SOSPETTI DI PALAZZO CHIGI SULLA “RITORSIONE” DELLA CPI E IL PASTROCCHIO SULL’ASSE DEI SOLITI TAJANI-NORDIO

pier silvio giampaolo rossi gerry scotti pier silvio berlusconi

DAGOREPORT - È TORNATA RAISET! TRA COLOGNO MONZESE E VIALE MAZZINI C’È UN NUOVO APPEASEMENT E L'INGAGGIO DI GERRY SCOTTI COME CO-CONDUTTORE DELLA PRIMA SERATA DI SANREMO NE È LA PROVA LAMPANTE - CHIAMARE ALL'ARISTON IL VOLTO DI PUNTA DI MEDIASET È IL SEGNALE CHE IL BISCIONE NON FARÀ LA GUERRA AL SERVIZIO PUBBLICO. ANZI: NEI CINQUE GIORNI DI SANREMO, LA CONTROPROGRAMMAZIONE SARÀ INESISTENTE - I VERTICI DELLA RAI VOGLIONO CHE IL FESTIVAL DI CARLO CONTI SUPERI A TUTTI I COSTI QUELLO DI AMADEUS (DA RECORD) - ALTRO SEGNALE DELLA "PACE": IL TELE-MERCATO TRA I DUE COLOSSI È PRATICAMENTE FERMO DA MESI...

elon musk sam altman

NE VEDREMO DELLE BELLE: VOLANO GIÀ GLI STRACCI TRA I TECNO-PAPERONI CONVERTITI AL TRUMPISMO – ELON MUSK E SAM ALTMAN HANNO LITIGATO SU “X” SUL PROGETTO “STARGATE”. IL MILIARDARIO KETAMINICO HA SPERNACCHIATO IL PIANO DA 500 MILIARDI DI OPENAI-SOFTBANK-ORACLE, ANNUNCIATO IN POMPA MAGNA DA TRUMP: “NON HANNO I SOLDI”. E IL CAPOCCIA DI CHATGPT HA RISPOSTO DI PETTO AL FUTURO “DOGE”: “SBAGLI. MI RENDO CONTO CHE CIÒ CHE È GRANDE PER IL PAESE NON È SEMPRE OTTIMALE PER LE TUE COMPAGNIE, MA NEL TUO RUOLO SPERO CHE VORRAI METTERE PRIMA L’AMERICA…” – LA GUERRA CIVILE TRA I TECNO-OLIGARCHI E LE MOSSE DI TRUMPONE, CHE CERCA DI APPROFITTARNE…

donald trump elon musk jamie dimon john elkann

DAGOREPORT – I GRANDI ASSENTI ALL’INAUGURATION DAY DI TRUMP? I BANCHIERI! PER LA TECNO-DESTRA DEI PAPERONI MUSK & ZUCKERBERG, IL VECCHIO POTERE FINANZIARIO AMERICANO È OBSOLETO E VA ROTTAMATO: CHI HA BISOGNO DEI DECREPITI ARNESI COME JAMIE DIMON IN UN MONDO CHE SI FINANZIA CON MEME-COIN E CRIPTOVALUTE? – L’HA CAPITO ANCHE JOHN ELKANN, CHE SI È SCAPICOLLATO A WASHINGTON PER METTERSI IN PRIMA FILA TRA I “NUOVI” ALFIERI DELLA NEW ECONOMY: YAKI PUNTA SEMPRE PIÙ SUL LATO FINANZIARIO DI EXOR E MENO SULLE VECCHIE AUTO DI STELLANTIS (E ZUCKERBERG L'HA CHIAMATO NEL CDA DI META)