donald trump giorgia meloni

“C’È BISOGNO DI UN COLPO DI STATO COSTITUZIONALE” – RINO FORMICA: “IL DISEGNO SCELLERATO DI TRUMP È  LA DECOMPOSIZIONE DELLA DEMOCRAZIA STATUNITENSE E DI QUELLE DEL MONDO PERCHÉ NON COSTITUISCANO PIÙ UN CONTENIMENTO DEL CAPITALISMO SELVAGGIO E OLIGARCHICO. L’EUROPA È, PER LA SUA STESSA STORIA, UN FRENO A QUESTO PROCESSO. E L’ITALIA? LA RICERCA DELLA DECOMPOSIZIONE INTERNAZIONALE OPERATA DA TRUMP NON TROVA UN FRENO E UN CONTENIMENTO NEL NOSTRO PAESE, ANZI…”

Estratto dell’articolo di Rino Formica per “Domani”

 

rino formica

La sceneggiata volgare di Trump contro Zelensky […] è un’aggressione all’Europa. Il presidente ucraino è stato sbeffeggiato, con atteggiamenti esibitamente sprezzanti e offensivi; è stato offerto come agnello di Pasqua a Putin.

 

Ma il vero attacco è all’Unione europea, che tiene in piedi il sistema complesso della Nato, di cui Trump si vuole disfare, sostenendo che la Ue fa i suoi interessi a scapito degli Usa.

 

[…] La sceneggiata in diretta mondiale serve per giustificare il rovesciamento della linea tradizionale degli Stati Uniti come forza atlantica necessaria per espandere la vita democratica del mondo e guadagnare la pace attraverso le vie della libertà.

 

volodymyr zelensky donald trump e jd vance - studio ovale

Il caso ucraino è solo un espediente per Trump, nel quadro di un disegno più vasto, quello di essere il capo di un reazionarismo mondiale che si fonda su alcuni principi: la distruzione di ogni ordine statale funzionale ad un corretta integrazione dei sistemi politici, economici e sociali del mondo.

 

Per la disgregazione di questo sistema, Trump deve trasformare gli Usa in una forza di intervento  militare spregiudicato sino al punto di poter minacciare l’uso di armi una volta considerate non convenzionali: spaziali, nucleari e ogni diavoleria tecnologica di nuova scoperta. Ma anche poter minacciare un disimpegno altrettanto spregiudicato.

 

PAPA FRANCESCO - FOTO LAPRESSE

[…] I sistemici democratici […] sono in crisi. Il capitalismo moderno […] aveva stabilito il legame indissolubile fra sviluppo capitalistico e crescita democratica del mondo.

 

Il capitalismo fuori di un ordine politico è capitalismo selvaggio, preistorico, padronale, discriminatorio, scelleratamente disinvolto di fronte ai problemi della libertà e dello sviluppo umano. Ed è quello che intende realizzare Trump, utilizzando in maniera apparentemente disordinata ma in realtà ben finalizzata il principio che i governi non devono intervenire nella vita economica, e se la vita economica ha bisogno di grandi risorse, queste risorse si possono trovare nelle risorse finanziarie di provenienza lecita ed illecita.

 

DONALD TRUMP E VOLODYMYR ZELENSKY

Questo è il disegno scellerato: la decomposizione della democrazia statunitense e di quelle del mondo perché non costituiscano più un contenimento del capitalismo selvaggio e oligarchico.

 

L’Europa è, per la sua stessa storia, un freno a questo processo. Perché patria dello stato sociale, della valorizzazione delle capacità attraverso la cultura, il sapere, la crescita di un rapporto tra ideale e reale, sempre presente e mai soverchiante l’uno sull’altro.

 

[…]  Nell’attuale situazione italiana, due punti di forza finiscono per impattare questo scellerato progetto distruttivo Usa.

 

RINO FORMICA

Il primo è la forza politica spirituale della chiesa cattolica, che però oggi vive una situazione precaria con la crisi fisica del pontefice, che ha messo in moto il correntismo mai sopito nell’interno delle alte sfere ecclesiastiche, le lotte di potere interne, quelle fra i grandi ordini, il fastidio per il potere politico invasivo, con sbandate anche non spirituali da parte dei gesuiti.

 

La sopravvivenza della chiesa cattolica come attore politico globale dipende da un aspetto apparentemente formale: se l’impedimento fisico del Papa richiederà un taglio risolutivo, con le dimissioni e la convocazione di un nuovo Conclave, oppure un processo lungo, che alterni presenza e assenza fisica, con comunicazioni del Papa da remoto.

 

PAPA FRANCESCO

Ma anche la chiesa rischia la scomposizione, e cioè di vedersi smembrata in chiese territoriali difficilmente riunificabili sotto una guida unitaria. La soluzione è probabilmente affidata a un mix di buon senso, equilibri dell’apparato medico di assistenza del Papa, e infine quella che i credenti chiamano l’illuminazione divina e la Provvidenza.

 

[…] Il secondo punto, nella struttura istituzionale italiana, è la questione della magistratura. Sulla quale serve un discorso di onestà. Oggi si discute del potere politico della magistratura, e si ricorda, come sottolineava Cossiga, che la magistratura non è un potere ma un ordine. Ordine o no, nell’ordinamento costituzionale del nostro paese la magistratura è un potere politico. E non un potere a una testa, ma un potere politico diffuso, a tante teste, tante quanti sono i magistrati.

RINO FORMICA CRAXI

 

La nostra magistratura prende forza costituzionale non dalla unità delle carriere, per cui è sufficiente la separazione, ma su due norme: prima, l’obbligatorietà dell’azione penale, fondata su un semplice indizio di reato, anche con una lettera anonima; da cui discende un potere enorme di ciascun magistrato, anche quello di far costruire amichevolmente un’informativa per poi disporre un’indagine.

 

Il secondo è il potere dell’iniziativa di poter sollevare, per via incidentale in ogni giudizio, la questione della incostituzionalità delle leggi varate dal potere legislativo. Questo è un potere relativamente poco utilizzato, a dire il vero. Oggi si apre una grande questione: i magistrati potrebbero sollevare dinanzi alla Corte tutte le leggi varate da quando il parlamento ha accettato di essere mutilato nella struttura di un bicameralismo perfetto? E cioè da quando una delle due camere alternativamente viene decapitata del suo potere costituzionale di revisione e ripensamento di quanto deciso dall’altra?

 

MEME TIME - VOLODYMYR ZELENSKY DONALD TRUMP

Sembra un paradosso, eppure è un tema da approfondire, perché la decomposizione delle istituzioni sovranazionali di controllo rendono essenziale la riattivazione e il rafforzamento dei poteri istituzionali vigenti e non soppressi nei singoli paesi, come il nostro.

 

[…] Serve dunque oggi il coraggio di dire che la ricerca della decomposizione internazionale operata da Trump non trova un freno e un contenimento nel nostro paese, anzi trova perfetta e non casuale corrispondenza nell’intenzione della destra italiana di decomporre le istituzioni nazionali.

 

C’è bisogno di un colpo di stato costituzionale, ovvero di un ritorno radicale alla Costituzione. E di una rigenerazione dell’equilibrio dei poteri democratici e repubblicani. Il processo di sfaldamento va frenato subito. O il parlamento, in questa sua immobile rassegnazione, e le alte istituzioni, riparate nella trincea dei discorsi sui principi, saranno complici della decomposizione istituzionale, della strada che porta alla fine delle democrazie europee per come le abbiamo fin qui conosciute.

DONALD TRUMP FANTOCCIO DI PUTIN - VIGNETTA BY ELLEKAPPAPAPA FRANCESCO NEL VIDEO DI SANREMO - PAPA FRANCESCO OGGIpapa francesco VOLODYMYR ZELENSKY DONALD TRUMP VLADIMIR PUTINfedeli pregano per papa francesco in piazza san pietro 1donald trump accoglie volodymyr zelensky alla casa biancavolodymyr zelensky donald trump e jd vance - studio ovale

Ultimi Dagoreport

donald trump giorgia meloni

DAGOREPORT - LA DUCETTA IN VERSIONE COMBAT, DIMENTICATELA: LA GIORGIA CHE VOLERA' DOMANI A WASHINGTON E' UNA PREMIER IMPAURITA, INTENTA A PARARSI IL SEDERINO PIGOLANDO DI ''INSIDIE'' E "MOMENTI DIFFICILI" - IL SOGNO DI FAR IL SUO INGRESSO ALLA CASA BIANCA COME PONTIERE TRA USA-UE SI E' TRASFORMATO IN UN INCUBO IL 2 APRILE QUANDO IL CALIGOLA AMERICANO HA MOSTRATO IL TABELLONE DEI DAZI GLOBALI - PRIMA DELLE TARIFFE, IL VIAGGIO AVEVA UN SENSO, MA ORA CHE PUÒ OTTENERE DA UN MEGALOMANE IN PIENO DECLINO COGNITIVO? DALL’UCRAINA ALLE SPESE PER LA DIFESA DELLA NATO, DA PUTIN ALLA CINA, I CONFLITTI TRA EUROPA E STATI UNITI SONO TALMENTE ENORMI CHE IL CAMALEONTISMO DI MELONI E' DIVENTATO OGGI INSOSTENIBILE (ANCHE PERCHE' IL DAZISMO VA A SVUOTARE LE TASCHE ANCHE DEI SUOI ELETTORI) - L'INCONTRO CON TRUMP E' UN'INCOGNITA 1-2-X, DOVE PUO' SUCCEDERE TUTTO: PUO' TORNARE CON UN PUGNO DI MOSCHE IN MANO, OPPURE LEGNATA COME ZELENSKY O MAGARI  RICOPERTA DI BACI E LODI...

agostino scornajenchi stefano venier giovanbattista fazzolari snam

SNAM! SNAM! LA COMPETENZA NON SERVE - ALLA GUIDA DELLA SOCIETÀ DI CDP, CHE SI OCCUPA DI STOCCAGGIO E RIGASSIFICAZIONE DEL GAS NATURALE, SARÀ UN MANAGER CHE HA SEMPRE RICOPERTO IL RUOLO DI DIRETTORE FINANZIARIO, AGOSTINO SCORNAJENCHI – MA DAL GAS ALLA FIAMMA, SI SA, IL PASSO È BREVE: A PROMUOVERE LA NOMINA È INTERVENUTO QUELLO ZOCCOLO DURO E PURO DI FRATELLI D’ITALIA, GIÀ MSI E AN, CHE FA RIFERIMENTO A FAZZOLARI. E A NULLA È VALSO IL NO DELLA LEGA - LA MANCATA RICONFERMA DI STEFANO VENIER, NOMINATO 3 ANNI FA DAL GOVERNO DRAGHI, È ARRIVATA PROPRIO NEL GIORNO IN CUI STANDARD & POOR HA PROMOSSO IL RATING DELLA SNAM…

veneto luca zaia matteo salvini giorgia meloni elly schlein giuseppe conte

DAGOREPORT – SCAZZO DOPO SCAZZO, IL BIG BANG PER IL CENTRODESTRA SARÀ IN AUTUNNO, CON LE REGIONALI IN VENETO, CAMPANIA, TOSCANA, PUGLIA E MARCHE – SE ZAIA E LA SUA LIGA VENETA SI PRESENTASSERO DA SOLI, SPACCHETTEREBBERO IL VOTO DI DESTRA RENDENDO LA REGIONE CONTENDIBILE: BASTEREBBE SOLO CHE PD E M5S SMETTESSERO DI FARE GLI EGO-STRONZI E CONVERGESSERO SU UN CANDIDATO “CIVICO” (COME DAMIANO TOMMASI A VERONA NEL 2022) – LA PROPOSTA DI MELONI AL "TRUCE" MATTEO: FDI È DISPOSTA A LASCIARE IL VENETO ALLA LEGA, MA A QUEL PUNTO LA REGIONE LOMBARDIA TOCCA A NOI (A FORZA ITALIA, IL SINDACO DI MILANO) - SE SALVINI SI IMPUNTA? S'ATTACCA! E FRATELLI D'ITALIA SI PRENDE TUTTO (MA LE CONSEGUENZE SULLA MAGGIORANZA POTREBBERO ESSERE FATALI PER IL PRIMO GOVERNO MELONI…)

donald trump dazi tadazi

DAGOREPORT – LO STOP DI TRE MESI AI DAZI NON SALVERA' IL CULONE DI TRUMP: PER I MERCATI FINANZIARI L’INSTABILITÀ ECONOMICA È PEGGIO DELLA PESTE, E DONALD HA ORMAI ADDOSSO IL MARCHIO DELL’AGENTE DEL CAOS – I FONDI ISTITUZIONALI EUROPEI ABBANDONANO GLI INVESTIMENTI IN SOCIETA' AMERICANE, IL DOLLARO SCENDE, IL RENDIMENTO DEI BOND USA SI IMPENNA, LE AZIENDE CHE PRODUCONO TRA CINA E VIETNAM RISCHIANO DI SALTARE (TRUMP HA SALVATO APPLE MA NON NIKE) - PER QUESTO IL CALIGOLA COL CIUFFO HA RINCULATO SUI DAZI (CINA ESCLUSA) - MA LO STOP DI TRE MESI NON È SERVITO A TRANQUILLIZZARE I POTERI FORTI GLOBALI, CON IL DRAGONE DI XI JINPING CHE RISPONDE DURO ALLE TARIFFE USA A COLPI DI "DUMPING": ABBASSANDO IL COSTO DEI PRODOTTI CHE NON ESPORTA PIU' IN USA (COMPRESO L'EXPORT DELLE RISORSE DELLE TERRE RARE, STRATEGICO PER LE MULTINAZIONALI HI-TECH) – SONDAGGI IN PICCHIATA PER TRUMP: IL 60% DEGLI AMERICANI POSSIEDE AZIONI TRAMITE I FONDI PENSIONE...

gianfranco zinzilli silvia calandrelli giampaolo rossi rai

FLASH - GRANDE INCAZZATURA NEL CENTRODESTRA, IN PARTICOLARE TRA I FRATELLINI D’ITALIA: TRA OGGI E DOMANI IN RAI DEVONO DECIDERE IL PRESIDENTE DI RAI PUBBLICITÀ E L’AD ROSSI VUOLE NOMINARE SILVIA CALANDRELLI, IN QUOTA PD, COME PRESIDENTE  DELLA CASSAFORTE PUBBLICITARIA DELLA RAI (IL FILOSOFO DI COLLE OPPIO LE AVEVA PROPOSTO LA DIREZIONE DI PUBBLICA UTILITÀ, MA LEI HA RIFIUTATO) - LA LEGA VORREBBE PIAZZARE GIANFRANCO ZINZILLI, ATTUALMENTE VICE DIRETTORE VICARIO DELLA DIREZIONE OFFERTA ESTERO RAI ITALIA...

milano fdi fratelli d'italia giorgia meloni carlo fidanza ignazio la russa francesco gaetano caltagirone duomo

DAGOREPORT - PIJAMOSE MILANO! E CHE CE' VO'! DALL’ALTO DELLE REGIONALI LOMBARDE DEL 2023, CON IL TRIONFO DI FRATELLI D'ITALIA (25,18%), MENTRE LA LEGA SI DEVE ACCONTENTARE DEL 16,5 E FORZA ITALIA DEL 7,23, L’ASSALTO DI FRATELLI D’ITALIA ALLA MADUNINA ERA INEVITABILE - LA REGIONE È IN MANO DEL LEGHISTA ATTILIO FONTANA CHE, CON L’ASSESSORE ALLA SANITÀ GUIDO BERTOLASO, HA SBARRATO LA PORTA ALLE MIRE DELLA MELONIANA FAMIGLIA ANGELUCCI - EPPOI, SAREBBE PURE ORA DI DARE SEPOLTURA A ’STI POTERI FINANZIARI CHE SE NE FOTTONO DI ROMA: ED ECCO L’ASSALTO DI CALTAGIRONE A GENERALI E DI MPS-CALTA-MEF A MEDIOBANCA - IN ATTESA DI PRENDERSI TUTTO, LE MIRE DELLA DUCETTA PUNTANO AD ESPUGNARE ANCHE PALAZZO MARINO: AHÒ, ORA A MILANO CI VUOLE UN SINDACO ALLA FIAMMA! - ALLA FACCIA DEL POTERE GUADAGNATO SOTTO IL DUOMO IN TANTI ANNI DI DURO LAVORO DAI FRATELLI LA RUSSA, IL CANDIDATO DI GIORGIA SI CHIAMA CARLO FIDANZA. UN “CAMERATA” GIÀ NOTO ALLE CRONACHE PER I SALUTI ROMANI RIPRESI DALLE TELECAMERE NASCOSTE DI FANPAGE, NELL’INCHIESTA “LOBBY NERA” - UNA NOTIZIA CHE L’IMMARCESCIBILE ‘GNAZIO NON HA PER NULLA GRADITO…