bennett biden netanyahu

C’E’ LA MANO DI BIDEN DIETRO LA FINE DELL’ERA NETANYAHU: IL NUOVO PREMIER ISRAELIANO È NAFTALI BENNETT – "BIBI" AL VELENO: “OGGI GLI IRANIANI FESTEGGIANO PERCHÉ QUESTO GOVERNO È DEBOLE. GLI AMERICANI MI HANNO CHIESTO DI MANTENERE SEGRETI I NOSTRI DISACCORDI SULL’ACCORDO CON TEHERAN” – COME SI COMPONE LA NUOVA COALIZIONE DI GOVERNO - NETANYAHU PROMETTE: “TORNERÒ PRESTO”

Davide Frattini per corriere.it

naftali bennett

La polizia è intervenuta sull’autostrada numero 1 per liberare dall’ingorgo tre deputati che da Tel Aviv stavano risalendo verso Gerusalemme e il potere. Tutti i voti servivano. Per garantire alla coalizione del cambiamento di ottenere la fiducia in parlamento.

 

Il vento bollente ha causato gli incendi che hanno bloccato il traffico, la calura ha infiammato ancora di più Benjamin Netanyahu che ha dimostrato di non volersene andare a fuoco lento.

 

«Come gli undici primi ministri israeliani che lo hanno preceduto – commenta Anshel Pfeffer su Haaretz – lascia contro la sua volontà. Da vincitore».

 

Il premier che con dodici anni consecutivi (più tre tra il 1996 e il 1999) ha stracciato il record di permanenza in carica detenuto da David Ben-Gurion, oggi, ha visto la Knesset dare il voto di fiducia al nuovo esecutivo, guidato da Naftali Bennett (60 voti contro 59). Ma segna sul Paese il marchio della sua ideologia e delle sue scelte.

naftali bennett e bibi netanyahu

 

«Ha vinto sulla scena internazionale – continua l’editorialista del quotidiano storico della sinistra – perché ha ribaltato l’idea della centralità del conflitto israelo-palestinese e sul piano interno dimostrando che l’occupazione non è solo sostenibile ma addirittura porta vantaggi».

 

Netanyahu diventa capo dell’opposizione, il ruolo che ricopriva quando Naftali Bennett era il suo capo dello staff, due anni finiti molto male e di cui preferiscono non parlare.

 

Il cerchio si chiude: è l’ex imprenditore hi-tech a prendere il suo posto e a pronunciare il discorso di insediamento.

naftali bennett 8

 

«È un giorno di cambiamento come avviene nelle democrazie. Prometto che il mio governo lavorerà per tutto il Paese».

 

Le parole sono state sommerse di fischi e insulti da parte dei deputati del Likud di Netanyahu. Una gazzarra che ha spinto Yair Lapid – l’altra metà della nuova coalizione – a rinunciare all’intervento dal podio: non cerchiamo la rissa. Sarà difficile evitare lo scontro politico.

 

«Oggi gli iraniani festeggiano – ha proclamato Netanyahu – perché questo governo è debole. Gli americani mi hanno chiesto di mantenere segreti i nostri disaccordi sull’accordo con Teheran, ho risposto che mi ricordo di Franklin Delano Roosevelt quando si rifiutò di bombardare i treni e le camere a gas, avrebbe potuto salvare la nostra gente».

 

yair lapid, naftali bennett e mansour abbas

In realtà lo stesso Bennett ha dichiarato di essere contrario all’intesa della comunità internazionale con Teheran e di non poter permettere che il regime arrivi a fabbricare la bomba atomica.

 

Netanyahu vuole lasciarsi dietro terra bruciata diplomatica con Washington, a Lapid il compito di riappianare i rapporti, è ministro degli Esteri per due anni, prima di prendere il posto di Bennett, se questo governo durerà abbastanza a lungo.

 

naftali bennett yair lapid 6

Netanyahu — che ha annunciato: «Tornerò presto» — conta di smontare i pezzi della coalizione, che va dal partito dei coloni di Bennett (contrario a uno Stato per i palestinesi) fino alla sinistra storica dei laburisti, passando per il centro di Lapid e i fuoriusciti dal Likud, fino a un partito islamista. Ideologie diverse, ma per molti un elemento in comune: hanno cominciato la carriera lavorando per o con Netanyahu e da quell’esperienza sono usciti con un obiettivo comune. Deporlo.

Joe Biden

 

naftali bennett 6naftali bennett 2naftali bennett 5naftali bennett yair lapidNaftali Bennettnaftali bennett 1benjamin netanyahunaftali bennett benjamin netanyahu 4naftali bennett benjamin netanyahu 2naftali bennett benjamin netanyahu 3naftali bennett 3naftali bennett 7

Ultimi Dagoreport

turicchi, giorgetti, sala

FLASH! - IL DILEMMA DI GIORGETTI: IL CAPO DELLE PARTECIPATE DEL TESORO E SUO FEDELISSIMO, MARCELLO SALA, NON HA INTENZIONE DI TRASLOCARE ALLA PRESIDENZA DI NEXI PER FARE POSTO AD ANTONINO TURICCHI, CHE VANTA PERO’ UN ‘’CREDITO’’ NEI CONFRONTI DEL MINISTRO DEL MEF PER AVER CONDOTTO IN PORTO LE TRATTATIVE ITA-LUFTANSA. MA ALLA PRESIDENZA DI ITA, INVECE DI TURICCHI, MELONI & C. HANNO IMPOSTO SANDRO PAPPALARDO, UN PILOTA PENSIONATO LEGATO AL CLAN SICULO DI MUSUMECI – ORA GIORGETTI SPERA CHE VENGA APPLICATA LA LEGGE CHE VIETA AI PENSIONATI DI STATO DI RICOPRIRE INCARICHI RETRIBUITI)…

donald trump

DAGOREPORT - LA DIPLOMAZIA MUSCOLARE DI TRUMP È PIENA DI "EFFETTI COLLATERALI" - L'INCEDERE DA BULLDOZER DEL TYCOON HA PROVOCATO UNA SERIE DI CONSEGUENZE INATTESE: HA RIAVVICINATO IL REGNO UNITO ALL'UE, HA RILANCIATO L'IMMAGINE DI TRUDEAU E ZELENSKY, HA RIACCESO IL SENTIMENT ANTI-RUSSO NEGLI USA - LA MOSSA DA VOLPONE DI ERDOGAN E IL TRACOLLO NEI SONDAGGI DI NETANYAHU (SE SALTA "BIBI", SALTA ANCHE IL PIANO DI TRUMP PER IL MEDIO ORIENTE) - I POTENTATI ECONOMICI A STELLE E STRISCE SI MUOVONO: ATTIVATO UN "CANALE" CON LE CONTROPARTI BRITANNICHE PER PREVENIRE ALTRI CHOC TRUMPIANI...

giorgia arianna meloni maria grazia manuela cacciamani gennaro coppola cinecitta francesco rocca

DAGOREPORT - MENTRE LE MULTINAZIONALI STRANIERE CHE VENIVANO A GIRARE IN ITALIA OGGI PREFERISCONO LA SPAGNA, GLI STUDIOS DI CINECITTÀ SONO VUOTI - SONDARE I PRODUTTORI PER FAVORIRE UNA MAGGIORE OCCUPAZIONE DEGLI STUDIOS È UN’IMPRESA NON FACILE SOPRATTUTTO SE A PALAZZO CHIGI VIENE L’IDEA DI NOMINARE AL VERTICE DI CINECITTÀ SPA, CARDINE DEL SISTEMA AUDIOVISIVO ITALIANO, MANUELA CACCIAMANI, LEGATA ALLE SORELLE MELONI, IN PARTICOLARE ARIANNA, MA DOTATA DI UN CURRICULUM DI PRODUTTRICE DI FILM “FANTASMA” E DOCUMENTARI “IGNOTI” – FORSE PER IL GOVERNO MELONI È STATA PIÙ DECISIVA LA FEDE POLITICA CHE IL POSSESSO DI COMPETENZE. INFATTI, CHI RITROVIAMO NELLA SEGRETERIA DI FRANCESCO ROCCA ALLA REGIONE LAZIO? LA SORELLA DI MANUELA, MARIA GRAZIA CACCIAMANI, CHE FU CANDIDATA AL SENATO NEL 2018 NELLE LISTE DI FRATELLI D’ITALIA - QUANDO DIVENTA AD DI CINECITTÀ, CACCIAMANI HA LASCIATO LA GESTIONE DELLE SUE SOCIETÀ NELLE MANI DI GENNARO COPPOLA, IL SUO COMPAGNO E SOCIO D'AFFARI. QUINDI LEI È AL COMANDO DI UNA SOCIETÀ PUBBLICA CHE RICEVE 25 MILIONI L'ANNO, LUI AL TIMONE DELL’AZIENDA DI FAMIGLIA CHE OPERA NELLO STESSO SETTORE…

consiglio europeo giorgia meloni viktor orban ucraina zelensky ursula von der leyen

LE DECISIONI ALL’UNANIMITÀ IN EUROPA SONO FINITE: IERI AL CONSIGLIO EUROPEO IL PRIMO PASSO PER IL SUPERAMENTO DEL VETO, CON L’ISOLAMENTO DEL PUTINIANO VIKTOR ORBAN SUL PIANO IN CINQUE PUNTI PER L’UCRAINA – GIORGIA MELONI NON POTEVA SFILARSI ED È RIUSCITA A RIGIRARE LA FRITTATA CON MATTEO SALVINI: NON ERA UN DESIDERIO DI TRUMP CHE I PAESI EUROPEI AUMENTASSERO FINALMENTE LE SPESE PER LA DIFESA? DI CHE TI LAMENTI? - ANCHE LA POLEMICA DEL LEGHISTA E DI CONTE SUI “SOLDI DEGLI ASILI CHE FINISCONO IN ARMAMENTI” È STATA AGILMENTE NEUTRALIZZATA DALLA SORA GIORGIA, CHE HA FATTO “VERBALIZZARE” LA CONTRARIETÀ DELL’ITALIA ALL’UTILIZZO DEI FONDI DI COESIONE…