NON SOLO SNOWDEN - NEL DOCUFILM “CITIZEN FOUR”, SUI SEGRETI RUBATI DALL’EX INFORMATICO DELLA NSA, LA REGISTA LAURA POITRAS RIVELA DI AVER AVUTO “CONFIDENZE” DA UN’ALTRA TALPA CON ACCESSO A MATERIALI PIÙ SEGRETI DI QUELLI DI SNOWDEN
Matteo Persivale per “il Corriere della Sera”
La sequenza finale del film è un esterno notte: una villetta, ripresa dall’esterno. Le luci della cucina sono accese. All’interno, si vede una pentola, qualcosa che bolle sul fuoco, una pianta. Poi le pareti di legno chiaro, un orologio rotondo. Due ragazzi stanno cucinando. Uno è Edward Snowden. L’altra è Lindsay Mills, la sua fidanzata. Non sentiamo quello che stanno dicendo. Sorridono.
Citizenfour, il documentario della regista e giornalista premio Pulitzer Laura Poitras — che ha rivelato al mondo i segreti rubati da Snowden — è appena stato presentato al New York Film Festival. Un successone che ha fatto tornare in prima pagina lo strano caso del tecnico di computer che ha sottratto i segreti della National Security Agency e ora si trova bloccato in Russia, beneficiato dell’ospitalità pelosa di Vladimir Putin come «dissidente».
LINDSAY MILLS FIDANZATA DI SNOWDEN
Se tornasse negli Stati Uniti — il segretario di Stato John Kerry, che peraltro gli aveva revocato il passaporto americano, l’ha invitato a «prendere il primo aereo per gli Usa, quando vuole» senza però fornire nessuna garanzia su quello che gli succederebbe all’atterraggio — verrebbe probabilmente processato da un tribunale speciale come quello che ha da poco condannato Chelsea Manning, una delle fonti di Wikileaks, a 35 anni.
E non da una normale corte di giustizia, come Snowden ha richiesto più volte. Sabato scorso Snowden è stato intervistato da Jane Mayer del New Yorker : il video integrale dell’intervista, più di un’ora, al link.
Il film di Poitras, con il tono distaccato da cinéma-vérité imparato dal suo maestro Frederick Wiseman, sgancia senza enfasi una nuova rivelazione dopo l’altra. Quelle cariche di significato politico: Poitras, insieme con i giornalisti Glenn Greenwald e Jeremy Scahill ha ricevuto le rivelazioni di un altro «whistleblower» con accesso a materiali ancora più «top secret» di quelli che aveva raccolto Snowden, indignato della strettissima sorveglianza alla quale la National Security Agency sottopone milioni di americani.
LINDSAY MILLS FIDANZATA DI SNOWDEN
Altra rivelazione del film: gli Stati Uniti hanno una lista di potenziali sospetti per terrorismo composta da oltre 1 milione 200 mila nomi: tutti messi sotto sorveglianza.
E poi, rivelazioni piene di significato umano: la fidanzata di Snowden, Lindsay Mills, è tornata con lui. L’ha raggiunto in Russia, dove al momento gode di un permesso di soggiorno provvisorio (Poitras, fedele alla linea delle rivelazioni politiche senza divagazioni, ha declinato l’invito di Mills, che era disposta a parlarle dei motivi che l’hanno convinta a riunirsi con Snowden).
Citizenfour prende il nome dallo pseudonimo che Snowden utilizzò inizialmente nelle sue conversazioni con Poitras e è un documentario (la musica è di Trent Reznor): Oliver Stone invece sta preparando un film-biografia con Joseph Gordon Levitt ( Inception , Don Jon ) nei panni di Snowden.
C’è un altro film sulla sua vita in preparazione: tratto dal libro «Sotto controllo» di Greenwald, edito in Italia dalla Rizzoli, verrà prodotto da Barbara Broccoli della saga di James Bond ma non ha ancora trovato un protagonista. Quello di Stone uscirà per primo.
Nel frattempo, in attesa delle uscite hollywoodiane, una versione «made in Russia» della storia di Snowden è diventata un caso alla tv russa: un telefilm di spionaggio, «Dove comincia la madre patria», butta lì l’idea che Snowden — nel serial si chiama «James Snow» — fosse fin dall’inizio una spia russa, una «talpa» nell’apparato di intelligence americano.
Dal 29 settembre al 3 ottobre, ogni sera, il telefilm ha avuto grande successo. Improbabile che Snowden — si autodefinisce «patriota» — si sia sintonizzato e abbia visto se stesso nei panni della talpa del Kgb dell’«amico» Vladimir: l’accusa che gli fanno i numerosi detrattori americani che vorrebbero vederlo processato per alto tradimento. O come la fonte (anonima) del Pentagono che ha sbrigativamente dichiarato «mi piacerebbe piazzargli un proiettile in testa».