zingaretti renzi

ORA CHE C'È UN'OPPOSIZIONE, CI POSSONO ESSERE LE ELEZIONI - SE CADESSE IL GOVERNO, ZINGARETTI NON PARTECIPEREBBE A NESSUN ESECUTIVO DI SALUTE NAZIONALE: SUBITO ALLE URNE. ANCHE PERCHÉ IL PD IN PARLAMENTO È RENZIANO (MENO LA CAMERA, AL SENATO UN FORTINO) E NON CI PENSA PER NIENTE A FARSI SOFFRIGGERE DAI SUOI NEMICI INTERNI - ALLE EUROPEE PUNTA A ESSERE SECONDO PARTITO SCAVALCANDO I GRILLINI

 

Fabio Martini per ''la Stampa''

 

NICOLA ZINGARETTI MAURIZIO MARTINA

Per 25 anni ha lentamente incrementato il suo cursus honorum post-comunista senza urtare nessuno e con un linguaggio impersonale e invece nel giorno del suo trionfo Nicola Zingaretti ha scartato bruscamente, dimostrando che il successo potrebbe averlo cambiato. Alle 11 del mattino, nel gazebo di piazza Mazzini a Roma dove è andato a votare, quasi sotto casa, quando ancora si ignoravano i dati finali, il Governatore del Lazio non ancora segretario, si è slacciato: «Con la fiducia, la passione si può ricostruire una bellissima rivoluzione democratica al servizio dell' Italia».

 

Uno Zingaretti "rivoluzionario" che a sera, quando i risultati si erano assestati è comparso nella sede del suo Comitato e ha pronunciato un discorso fiammeggiante. Certo, di sinistra, dedicato ai poveri, alle donne, agli sfruttati, a Greta Thumberg, la ragazza svedese che lotta per la salvezza del pianeta, ma anche - ecco la sorpresa - dedicato anche alle «milioni di imprese» vessate dalla politica economica del governo.

 

Uno Zingaretti che vuole assegnare al Pd un ruolo da partito "nazionale": «Non vogliamo solo contestare questo governo ma vogliamo mettere idee migliori di quelle del governo». Il profilo di un Pd nettamente alternativo al governo e dunque anche ai Cinque Stelle, un Pd che guarda agli elettori del Movimento ma che è pronto a combattere senza tregua i vertici pentastellati. Un Pd che intende presentarsi con questo piglio combattivo alla battaglia delle elezioni Europee del 26 maggio. Zingaretti non lo ha detto, ma in quella occasione il nuovo segretario punta a conquistare il secondo posto in termini percentuali, dietro la Lega, sorpassando i Cinque stelle.

RENZI ZINGARETTI

 

Ma anche un Pd che, da partito morente, ora è pronto a lanciare la sfida per le prossime elezioni Politiche. Anche questo Nicola Zingaretti non lo ha detto, ma in termini di posizionamento politico il nuovo leader sta preparando la novità più grossa. Nel caso di una crisi di governo che dovesse manifestarsi dopo le Europee di maggio, il Pd sarà indisponibile per qualsiasi governo, sia politico che d' emergenza, e in caso di incertezza, chiederà elezioni anticipate, perché a quel punto sarebbero «l' atto più responsabile».

salvini e zingaretti alla demolizione della villa dei casamonica 3

 

Una scelta per nulla scontata perché l' indisponibilità del Pd a farsi coinvolgere, equivale a un no secco a due ipotesi sotto traccia, che tanti ambienti considerano con favore. Prima ipotesi: un governo Pd-Cinque stelle. Scenario rispetto al quale Zingaretti ha le idee chiare: «Guai a dare la stampella a Di Maio. Semmai bisogna dare un' ancora di salvezza a chi scappa da lui», aveva detto nei giorni scorsi. Ma no anche all' ipotesi più insidiosa: un "governo per il Pil", un esecutivo di emergenza con Salvini e Berlusconi per fare la Finanziaria e poi votare nei primi mesi del 2020. Un messaggio in codice a chi, nel Pd, immaginasse di accarezzare questa ipotesi.

 

Due settimane fa Zingaretti ha avuto un colloquio col Capo dello Stato, uno dei tanti incontri informali che si svolgono al Quirinale. Non si è parlato di scenari futuri e comunque Zingaretti ci tiene a dire pubblicamente che, in caso di crisi di governo «spetta decidere al presidente Mattarella, il vero punto di sicurezza rimasto nella democrazia italiana». Dunque, il Pd non si metterà mai in collisione con Sergio Mattarella, ma nel suo futuro Nicola Zingaretti non vede un ritorno a breve al governo.

 

sergio mattarella luigi di maio

Romano, romanissimo, Zingaretti da questa mattina si trasferisce dalla periferia anonima della via Cristoforo Colombo dove ha sede la Regione Lazio al centro storico, dove si trova la Direzione del Pd. Ma lui lo sa bene: ora dovrà uscire dalla "cuccia" romana, nella quale è restato da quando fa politica. E sarà costretto ad aggiornare un profilo che gli ha portato fortuna dentro il Raccordo anulare e nel mondo antico del post-Pci. Portandosi dietro il know how del vincente: grazie ad alla sua capacità di federare coalizioni, Zingaretti ha vinto tutte le elezioni alle quali si è presentato: le Provinciali di Roma (2008) e due volte (2013, 2018) la Regione Lazio. E ora le Primarie.

Ultimi Dagoreport

elly schlein luigi zanda romano prodi - stefano bonaccini goffredo bettini dario franceschini

DAGOREPORT – PD, UN PARTITO FINITO A GAMBE ALL'ARIA: LA LINEA ANTI-EUROPEISTA DI SCHLEIN SULL’UCRAINA (NO RIARMO) SPACCA LA DIREZIONE DEM ED ELETTORI - SOLO LA VECCHIA GUARDIA DI ZANDA E PRODI PROVANO A IMPEDIRE A ELLY DI DISTRUGGERE IL PARTITO – LA GIRAVOLTA DI BONACCINI, CHE SI È ALLINEATO ALLA SEGRETARIA MULTIGENDER, FA IMBUFALIRE I RIFORMISTI CHE VANNO A CACCIA DI ALTRI LEADER (GENTILONI? ALFIERI?) – FRANCESCHINI E BETTINI, DOPO LE CRITICHE A ELLY, LA SOSTENGONO IN CHIAVE ANTI-URSULA - RISULTATO? UN PARTITO ONDIVAGO, INDECISO E IMBELLE PORTATO A SPASSO DAL PACIFISTA CONTE E DAL TUMPUTINIANO SALVINI CHE COME ALTERNATIVA AL GOVERNO FA RIDERE I POLLI…

ursula von der leyen elisabetta belloni

FLASH – URSULA VON DER LEYEN HA STRETTO UN RAPPORTO DI FERRO CON LA SUA CONSIGLIERA DIPLOMATICA, ELISABETTA BELLONI – SILURATA DA PALAZZO CHIGI, “NOSTRA SIGNORA ITALIA” (GRILLO DIXIT) HA ACCOMPAGNATO LA PRESIDENTE DELLA COMMISSIONE EUROPEA NEL SUO VIAGGIO IN INDIA, SI È CIRCONDATA DI UN PICCOLO STAFF CHE INCLUDE GLI AMBASCIATORI MICHELE BAIANO E ANDREA BIAGINI – URSULA, PER FRONTEGGIARE L’URAGANO TRUMP, HA APPIANATO LE TENSIONI CON IL NEO-CANCELLIERE TEDESCO, FRIEDRICH MERZ (LEI ERA LA COCCA DELLA MERKEL, LUI IL SUO PIÙ ACERRIMO RIVALE). PACE FATTA ANCHE CON LA NEMESI, MANFRED WEBER…

emmanuel macron donald trump keir starmer xi jinping elon musk

DAGOREPORT – COME MAI LA GRAN BRETAGNA, PAESE STORICAMENTE GEMELLATO CON GLI STATI UNITI, SI E' RIAVVICINATA DI COLPO ALL'EUROPA, DIMENTICANDO LA BREXIT? DIETRO LA SORPRENDENTE SVOLTA DI KEIR STARMER CI SONO STATI VARI INCONTRI TRA I GRANDI BANCHIERI ANGLO-AMERICANI SPAVENTATI DAL CAOS ECONOMICO CREATO DAI DAZI DI TRUMP E DALLE CRIPTOVALUTE DI MUSK - DI QUI, SONO PARTITE LE PRESSIONI DEL CAPITALISMO FINANZIARIO SU KEIR STARMER PER UNA SVOLTA EUROPEISTA SULL'ASSE PARIGI-LONDRA CHE OPPONGA STABILITÀ E RAGIONEVOLEZZA ALLE MATTANE DELLA CASA BIANCA – ANCHE LA CINA, CHE HA RIPESCATO I VECCHI CAPITALISTI COME IL FONDATORE DI ALIBABA JACK MA, SI STA PREPARANDO A RISPONDERE ALLA DESTABILIZZAZIONE TRUMPIANA (XI JINPING HA NELLA FONDINA UN'ARMA MICIDIALE: 759 MILIARDI DI TITOLI DEL DEBITO USA. UNA VOLTA BUTTATI SUL MERCATO, SALTEREBBE IN ARIA TUTTO...)

volodymyr zelensky donald trump vladimir putin

DAGOREPORT - ZELENSKY? VATTELA PIJA ‘NDER KURSK! LA CONTROFFENSIVA RUSSA NELLA REGIONE OCCUPATA DAGLI UCRAINI È IL FRUTTO DELLO STOP AMERICANO ALLA CONDIVISIONE DELL’INTELLIGENCE CON KIEV: SENZA L’OCCHIO DELLO ZIO SAM, LE TRUPPE DI ZELENSKY NON RESISTONO – IL TYCOON GODE: I SUCCESSI SUL CAMPO DI PUTIN SONO UN’ARMA DI PRESSIONE FORMIDABILE SU ZELENSKY. MESSO SPALLE AL MURO, L’EX COMICO SARÀ COSTRETTO A INGOIARE LE CONDIZIONI CHE SARANNO IMPOSTE DA USA E RUSSIA A RIAD…

turicchi, giorgetti, sala

FLASH! - IL DILEMMA DI GIORGETTI: IL CAPO DELLE PARTECIPATE DEL TESORO E SUO FEDELISSIMO, MARCELLO SALA, NON HA INTENZIONE DI TRASLOCARE ALLA PRESIDENZA DI NEXI PER FARE POSTO AD ANTONINO TURICCHI, CHE VANTA PERO’ UN ‘’CREDITO’’ NEI CONFRONTI DEL MINISTRO DEL MEF PER AVER CONDOTTO IN PORTO LE TRATTATIVE ITA-LUFTANSA. MA ALLA PRESIDENZA DI ITA, INVECE DI TURICCHI, MELONI & C. HANNO IMPOSTO SANDRO PAPPALARDO, UN PILOTA PENSIONATO LEGATO AL CLAN SICULO DI MUSUMECI – ORA GIORGETTI SPERA CHE VENGA APPLICATA LA LEGGE CHE VIETA AI PENSIONATI DI STATO DI RICOPRIRE INCARICHI RETRIBUITI)…

donald trump

DAGOREPORT - LA DIPLOMAZIA MUSCOLARE DI TRUMP È PIENA DI "EFFETTI COLLATERALI" - L'INCEDERE DA BULLDOZER DEL TYCOON HA PROVOCATO UNA SERIE DI CONSEGUENZE INATTESE: HA RIAVVICINATO IL REGNO UNITO ALL'UE, HA RILANCIATO L'IMMAGINE DI TRUDEAU E ZELENSKY, HA RIACCESO IL SENTIMENT ANTI-RUSSO NEGLI USA - LA MOSSA DA VOLPONE DI ERDOGAN E IL TRACOLLO NEI SONDAGGI DI NETANYAHU (SE SALTA "BIBI", SALTA ANCHE IL PIANO DI TRUMP PER IL MEDIO ORIENTE) - I POTENTATI ECONOMICI A STELLE E STRISCE SI MUOVONO: ATTIVATO UN "CANALE" CON LE CONTROPARTI BRITANNICHE PER PREVENIRE ALTRI CHOC TRUMPIANI...