C’È CHI STA PEGGIO DI NOI? SI, IL GIAPPONE - DEBITO PUBBLICO ALLE STELLE, COMPETITIVITÀ E IMMAGINE INTERNAZIONALE A PICCO, DISOCCUPAZIONE E PRECARIZZAZIONE DEL LAVORO IN AUMENTO, STATO SOCIALE ALLO STREMO, 34 MILA SUICIDI L'ANNO, 100 AL GIORNO, UNO OGNI 15 MINUTI - FOSSE IN EUROPA, SAREBBE STATO GIÀ STATO BUTTATO FUORI, PERCHÉ NON IN GRADO DI RISPETTARE NÉ I PARAMETRI DI MAASTRICHT NÉ IL PATTO DI STABILITÀ - NIPPO-DRAMMA: L’AUMENTO DELLA DELINQUENZA SENILE…

Pio D'Emilia per "l'Espresso"

Debito pubblico alle stelle, produttività, competitività e immagine internazionale a picco, disoccupazione e precarizzazione del lavoro in aumento, stato sociale allo stremo, 34 mila suicidi l'anno, 100 al giorno, uno ogni 15 minuti. Per quanto sia difficile crederlo, c'è qualcuno che sta peggio di noi: il Giappone.

Dove, in un clima di «diffusa depressione», come la definisce la scrittrice Randy Taguchi (nota in Italia per "Mosaico", "Antenna" e "Presa elettrica", e in attesa che sia tradotto il suo ultimo bestseller "Sankara" dove parla in modo positivo dell'Italia) il 16 dicembre si vota, per la quarta volta in poco più di dieci anni, e dopo aver "bruciato", nello stesso periodo, sette premier, tre negli ultimi tre anni. «Col Giappone non è difficile discutere, è impossibile», si è lasciato scappare Kurt Campbell, vicesegretario di Stato Usa: «Non fai a tempo a memorizzare il nome del premier che viene sostituito».

Ma non è solo la politica a dare pessimo spettacolo di sé. La situazione economica e sociale è ancora più grave, anche se i dati, da Paese allo sfascio, sono di controversa interpretazione. E non solo perché, come ha ricordato l'ex governatore ipernazionalista di Tokyo Shintaro Ishihara, che ha deciso a 80 anni suonati di fondare l'ennesimo partito del Sol Levante, il Giappone è l'unico Paese del mondo industrializzato a usare, per la contabilità di Stato, la cosiddetta "partita semplice" (il resto del mondo usa la partita doppia).

Ma perché è un intero sistema a essere andato in tilt. E non si sa come uscire da una crisi in atto da tempo e precipitata dopo la tripla catastrofe dell'11 marzo 2011 (terremoto, tsunami, emergenza nucleare) che ha confermato il coraggio, la dignità e la pazienza dei cittadini, ma ha anche denunciato livelli di arroganza, corruzione e sciatteria degni di un Impero delle Banane.

Soprattutto, l'emergenza nucleare è tutt'altro che risolta. Un incubo che il governo uscente aveva promesso di rimuovere per sempre e che invece rischia di tornare: se vincerà, come sembra, il Partito liberal democratico di Shinzo Abe, detto anche la "Balena Gialla" o la "Dc" giapponese che appena tre anni fa sembrava morta e sepolta (archiviando la breve stagione di quello che fu battezzato l'Ulivo del Sol Levante), la potente, e per certi versi criminale, lobby nucleare farà salti di gioia. Il popolo giapponese un po' meno.

Nel frattempo, il Giappone potrebbe perdere l'occasione storica di puntare sullo sviluppo delle rinnovabili, il più appetitoso mercato a livello mondiale e settore dove il Giappone è tra i meno avanzati. Secondo la Gea, Global Energy Association, una seria politica di «efficienza aggressiva» nel settore dell'energia (che con i suoi 7 mila miliardi di fatturato globale rappresenta oggi l'industria più grande del mondo) potrebbe portare alla copertura del 75 per cento del fabbisogno elettrico con energie rinnovabili.

Un modo ecosostenibile per far ripartire l'esausta macchina produttiva sempre meno competitiva: attualmente è al decimo posto (dopo Paesi come Canada, Brasile, Indonesia e Singapore), ed è destinata a precipitare ulteriormente nei prossimi cinque anni. Al primo posto c'è, e ci sarà, la Cina, storica nemica, il cui sorpasso è vissuto come una tragedia e con la quale è esploso il contenzioso per il possesso delle isole Senkaku.

Ma sono i problemi economici quelli più urgenti da risolvere. Il deficit pubblico, che ha superato il 220 per cento, è il più alto del mondo industrializzato, quasi il doppio di quello italiano. Eppure le agenzie di rating escludono qualsiasi rischio di default e la Banca del Giappone continua (e molti dicono faccia benissimo, applicando il neokeynesismo di Stato) a emettere titoli che il mercato ingoia nel giro di poche ore accontentandosi di tassi bassissimi, meno dell'1 per cento.

«Se fosse in Europa, questo Paese sarebbe stato già costretto a uscirne, perché non è in grado di rispettare i parametri di Maastricht e tanto meno il patto di stabilità», spiega Jasper Koll, analista finanziario: «È vero che a sottoscrivere il debito giapponese, per il 97 per cento, sono investitori istituzionali locali, aziende e privati cittadini. Ma non può durare all'infinito. Anche qui dovranno rompere il circolo vizioso recessione-deflazione: sebbene si consumi di meno, si risparmia di meno».

Pur essendo il Giappone entrato lo scorso novembre nella sua quinta recessione ufficiale degli ultimi 15 anni, non era mai successo ai giapponesi di dover attingere ai risparmi per pagare l'affitto, il mutuo o le bollette. E la situazione rischia di peggiorare. Ancora Randy Taguchi: «Abbiamo corso a occhi chiusi per troppo tempo e invece di svegliarci in paradiso ci ritroviamo all'inferno. Siamo stanchi e depressi». La scrittrice sarà tra la metà, o poco più, dei cittadini che andranno a votare. Ma: «Scheda bianca, non vedo altra soluzione».

Il mercato potrebbe decidere di mettersi a "giocare" con il Giappone come finora ha fatto con altri Paesi e peggiorare ulteriormente una situazione già drammatica. Un milione di famiglie vive di sussidi statali (vent'anni fa erano meno di centomila), molte aziende sono a rischio (compresi colossi come Sony e Sharp). I matrimoni e le nascite sono in calo, i divorzi in aumento e gli anziani sono abbandonati sia dalle famiglie che dallo Stato. Al punto da provocare fenomeni drammatici come l'aumento della delinquenza senile.

Vecchi senzatetto commettono crimini sempre più gravi per garantirsi vitto e alloggio gratis in prigione (il semplice furto non basta più per andare in galera) ed è esploso il numero di suicidi di anziani che, da soli o in coppia, si lasciano morire di fame in casa, senza nemmeno usare il gas, per non mettere a repentaglio la sicurezza di altre persone.

Un fenomeno che riguarda soprattutto le grandi città: 300 casi nella sola Tokyo, l'anno scorso. Più che per ragioni economiche, spesso i vecchi si suicidano in preda alla depressione. I cadaveri vengono scoperti a volte dopo mesi, quando il padrone di casa, non ricevendo più l'affitto, manda un'impresa a ripulire l'appartamento. In alcuni casi, a testimonianza dell'irrinunciabile dignità, gli operai trovano, accanto ai cadaveri, l'ultimo "yachin", il canone dovuto.

 

 

DEFICIT GIAPPONE GIAPPONE INDUSTRIA TERREMOTO GIAPPONENAPOLITANO INCONTRA L IMPERATORE DEL GIAPPONE AKIHITO NAPOLITANO IN VIAGGIO IN GIAPPONE DURANTE LA MORTE DEI SOLDATI IN AFGHANISTANterremoto-giappone-tsunamiGIAPPONE 1000 Yen - Soldi Giapponesiil primo ministro giapponese Yoshihiko NodaMAINICHI SHIMBUN GIAPPONE

Ultimi Dagoreport

donald trump zelensky putin

DAGOREPORT - UCRAINA, LA TRATTATIVA SEGRETA TRA PUTIN E TRUMP È GIA' INIZIATA (KIEV E UE NON SONO STATI NEANCHE COINVOLTI) - “MAD VLAD” GODE E ELOGIA IN MANIERA SMACCATA IL TYCOON A CUI DELL'UCRAINA FREGA SOLO PER LE RISORSE DEL SOTTOSUOLO – IL PIANO DI TRUMP: CHIUDERE L’ACCORDO PER IL CESSATE IL FUOCO E POI PROCEDERE CON I DAZI PER L'EUROPA. MA NON SARA' FACILE - PER LA PACE, PUTIN PONE COME CONDIZIONE LA RIMOZIONE DI ZELENSKY, CONSIDERATO UN PRESIDENTE ILLEGITTIMO (IL SUO MANDATO, SCADUTO NEL 2024, E' STATO PROROGATO GRAZIE ALLA LEGGE MARZIALE) - MA LA CASA BIANCA NON PUO' FORZARE GLI UCRAINI A SFANCULARLO: L’EX COMICO È ANCORA MOLTO POPOLARE IN PATRIA (52% DI CONSENSI), E L'UNICO CANDIDATO ALTERNATIVO È IL GENERALE ZALUZHNY, IDOLO DELLA RESISTENZA ALL'INVASIONE RUSSA...

donnet, caltagirone, milleri, orcel

DAGOREPORT - COSA POTREBBE SUCCEDERE DOPO LA MOSSA DI ANDREA ORCEL CHE SI È MESSO IN TASCA IL 4,1% DI GENERALI? ALL’INIZIO IL CEO DI UNICREDIT SI POSIZIONERÀ IN MEZZO AL CAMPO NEL RUOLO DI ARBITRO. DOPODICHÉ DECIDERÀ DA CHE PARTE STARE TRA I DUE DUELLANTI: CON IL CEO DI GENERALI, PHILIPPE DONNET, OPPURE CON IL DUPLEX CALTAGIRONE-MILLERI? DIPENDERÀ DA CHI POTRÀ DARE PIÙ VANTAGGI A ORCEL - UNICREDIT HA IN BALLO DUE CAMPAGNE DI CONQUISTA: COMMERBANK E BANCO BPM. SE LA PRIMA HA FATTO INCAZZARE IL GOVERNO TEDESCO, LA SECONDA HA FATTO GIRARE LE PALLE A PALAZZO CHIGI CHE SUPPORTA CALTA-MILLERI PER UN TERZO POLO BANCARIO FORMATO DA BPM-MPS. E LA RISPOSTA DEL GOVERNO, PER OSTACOLARE L’OPERAZIONE, È STATA L'AVVIO DELLA PROCEDURA DI GOLDEN POWER - CHI FARÀ FELICE ORCEL: DONNET O CALTA?

giorgia meloni daniela santanche

DAGOREPORT - MA QUALE TIMORE DI INCROCIARE DANIELA SANTANCHÈ: GIORGIA MELONI NON SI È PRESENTATA ALLA DIREZIONE DI FRATELLI D’ITALIA PERCHÉ VUOLE AVERE L’AURA DEL CAPO DEL GOVERNO DALLO STANDING INTERNAZIONALE CHE INCONTRA TRUMP, PARLA CON MUSK E CENA CON BIN SALMAN, E NON VA A IMMISCHIARSI CON LA POLITICA DOMESTICA DEL PARTITO - MA SE LA “PITONESSA” AZZOPPATA NON SI DIMETTERÀ NEI PROSSIMI GIORNI RISCHIA DI ESSERE DAVVERO CACCIATA DALLA DUCETTA. E BASTA POCO: CHE LA PREMIER ESPRIMA A VOCE ALTA CHE LA FIDUCIA NEI CONFRONTI DEL MINISTRO DEL TURISMO È VENUTA A MANCARE - IL RUOLO DEL "GARANTE" LA RUSSA…

barbara marina pier silvio berlusconi giorgia meloni

L’AMBIZIOSA E INCONTROLLABILE BARBARA BERLUSCONI HA FATTO INCAZZARE MARINA E PIER SILVIO CON LA DICHIARAZIONE AL TG1 CONTRO I MAGISTRATI E A FAVORE DI GIORGIA MELONI, PARLANDO DI “GIUSTIZIA A OROLOGERIA” DOPO L’AVVISO DI GARANZIA ALLA PREMIER PER IL CASO ALMASRI - PRIMA DI QUESTA DICHIARAZIONE, LA 40ENNE INEBRIATA DAL MELONISMO SENZA LIMITISMO NE AVEVA RILASCIATA UN’ALTRA, SEMPRE AL TG1, SULLA LEGGE PER LA SEPARAZIONE DELLE CARRIERE TRA GIUDICI E PM (“È SOLO UN PRIMO PASSO”) - E NELL’IMMAGINARIO DI MARINA E PIER SILVIO HA FATTO CAPOLINO UNA CERTA PREOCCUPAZIONE SU UNA SUA POSSIBILE DISCESA IN POLITICA. E A MILANO SI MORMORA CHE, PER SCONGIURARE IL "PERICOLO" DELLA MELONIANA BARBARA (“POTREBBE ESSERE UN’OTTIMA CANDIDATA SINDACA PER IL CENTRODESTRA NELLA MILANO’’, SCRIVE IL “CORRIERE”), PIER SILVIO POTREBBE ANCHE MOLLARE MEDIASET E GUIDARE FORZA ITALIA (PARTITO CHE VIVE CON LE FIDEJUSSIONI FIRMATE DA BABBO SILVIO...) - VIDEO

giorgia meloni nordio mantovano almasri francesco franco lo voi

DAGOREPORT - PER RISOLVERE LA FACCENDA ALMASRI ERA SUFFICIENTE METTERE SUBITO IL SEGRETO DI STATO E TUTTO SAREBBE FINITO LÌ. INVECE LA MAL-DESTRA HA PRESO IL SOPRAVVENTO BUTTANDOLA IN CACIARA E METTENDO NEL MIRINO IL PROCURATORE LO VOI, MOLTO LONTANO DALLA SINISTRA DELLE “TOGHE ROSSE” - QUELLO CHE COLPISCE DEL PASTICCIACCIO LIBICO È CHE SIA STATO CUCINATO CON I PIEDI, MALGRADO LA PRESENZA A FIANCO DI GIORGIA MELONI DI UN TRUST DI CERVELLONI COMPOSTO DA UN EX MAGISTRATO AL MINISTERO DELLA GIUSTIZIA (CARLO NORDIO), UN PREFETTO A CAPO DEGLI INTERNI (MATTEO PIANTEDOSI) E DI UN ALTRO EX GIUDICE ALFREDO MANTOVANO, SOTTOSEGRETARIO DI STATO - NELL’INCONTRO AL COLLE, LA DUCETTA HA ILLUSTRATO A MATTARELLA (CHE RICOPRE ANCHE LA CARICA DI PRESIDENTE DEL CSM), COSA AVREBBE TUONATO VIA SOCIAL CONTRO LE “TOGHE ROSSE”? OVVIAMENTE NO… - I VOLI DI STATO PER IL TRASPORTO DI AUTORITÀ, LE MISSIONI E GLI INTERVENTI A FAVORE DI PERSONE COINVOLTE IN “SITUAZIONI DI RISCHIO” (DA CECILIA STRADA AD ALMASRI), VENGONO EFFETTUATI DAI FALCOM 900 DELLA CAI, LA COMPAGNIA AERONAUTICA DI PROPRIETÀ DEI SERVIZI SEGRETI, CHE FA BASE A CIAMPINO