massimo cacciari

“IL PD È UN PASTICCIO TRA GRUPPI DIRIGENTI PRIVI DI VOLONTÀ D’INNOVAZIONE” – CACCIARI SPARA A PALLETTONI CONTRO IL PARTITO DEMOCRATICO: “NON SONO PIÙ ISCRITTO DAL MESE DOPO LA SCONFITTA ELETTORALE DI VELTRONI. GIÀ ALLORA SI CAPIVA CHE QUELL’INIZIO ERA IL PROLOGO DELLA FINE. E L’ATTUALE VISIONE DEMAGOGICA HA CONDOTTO SOLO A DISASTRI” – “IO SONO UN SOVRANISTA, MA…”

Alessandro Giuli per “Libero quotidiano”

 

MASSIMO CACCIARI

Massimo Cacciari è un sovranista di sinistra assalito dalla realtà. Già comunista, ex sindaco di Venezia («più temuto che amato», ironizza lui), filosofo compiutamente mitteleuropeo e nostalgico di una sinistra ancorata al popolo, perché «la storia insegna ancora qualcosa, porco demonio! Se abbandoni le politiche sociali, se volti le spalle al bisogno d' una base materiale di benessere, allora è chiaro che il ceto medio va in malora e si rivolgerà ai Salvini di turno e fortuna che non ci sono più i Mussolini!».

 

Professor Cacciari, la sinistra è a pezzi e pure il Partito democratico non si sente tanto bene.

MASSIMO CACCIARI

«Non sono più iscritto al Pd dal mese dopo la sconfitta elettorale di Walter Veltroni (era 2008, il Pd era al suo debutto, ndr), si capiva fin da allora che quell' inizio era soltanto il prologo della fine. Non avevo alcuna necessità di restare lì a vedere da vicino come sarebbe andata a finire. Avevo già capito tutto».

 

Nati per morire male.

«Un pasticcio tra gruppi dirigenti pochissimo rappresentativi e privi di una reale volontà d'innovazione».

 

Oggi, alla vigilia delle primarie e del congresso, al Pd gioverebbe la consulenza di un filosofo come lei?

renzi veltroni 5

«Mi sono sempre collocato a sinistra ma oggi non mi interessa rimettermi in gioco, rifiuto l'attuale visione politica demagogica e plebiscitaria del Pd: ha condotto solo a disastri».

 

Non pensa che servano idee nuove, oltreché nuovi leader?

«Sono consapevole che fare politica è un lavoro collettivo e organizzativo, può emergere un' intelligenza ma i miei maestri ideali come Max Weber mi hanno insegnato che intelligenza e idealità non bastano. Le idee occorrono, sì, e possono avere un' influenza positiva. Ma non vedo alcun Machiavelli in circolazione».

 

Di recente ha speso buone parole soltanto su Nicola Zingaretti, uno dei tre principali candidati alla segreteria insieme con Maurizio Martina e Marco Minniti.

carlo calenda nicola zingaretti anna finocchiaro

«Zingaretti è l' unico che negli ultimi anni si è differenziato da Matteo Renzi, lo ha fatto con coerenza e combattività, pur avendo anche lui limiti evidenti».

 

Gli altri dirigenti sono tutti coinvolti nel fallimento renziano.

«Tutti, tranne Gianni Cuperlo».

 

Non sarebbe stato meglio se Renzi se ne fosse andato dal Pd subito dopo il referendum costituzionale?

maurizio martina marco minniti

«L' ho predicato io per primo, ma invano: in Italia il divorzio è lecito, sarebbe stato meglio prendere atto dell'incompatibilità di Renzi e del suo progetto con le altre correnti. Sarebbe stato un civile e consensuale divorzio».

 

E invece

«Invece oggi è più vicino non il divorzio, ma lo sfascio completo. È dal 2014-2015 che bisognava immaginare una forza renziana che s' incuneava nell' area di centro del centrodestra, mentre il Pd doveva competere a sinistra per scongiurare il diluvio elettorale dei Cinque stelle. I dirigenti del Pd hanno preferito sfasciare il bicchier d' acqua in cui nuotavano».

 

Oggi il popolo della sinistra sta con i grillini?

MASSIMO CACCIARI E ZAMPARINI

«L' elettorato di sinistra è ancora rappresentativo di una vasta area che prima s' identificava nel Pd e oggi continua a esistere nei Cinque stelle, perché sente che il Pd ha tradito il suo grave stato di sofferenza, non l' ha minimamente considerata.

 

Ieri ero a Milano e ho visto almeno 200 ragazzi con sacco in spalla che consegnavano le pizze a domicilio. Renzi pensava che l' urgenza fosse riformare l' articolo 18, non aveva occhi per questo esercito di pseudo lavoratori dipendenti con redditi bassissimi. Se sei di sinistra queste cose le devi vedere, devi almeno parlarne».

matteo renzi in senato 3

 

Non è che a sinistra del Pd le cose siano andate meglio.

«La sinistra estrema, dai tempi dell' Ulivo fino a Leu, si è mostrata ideologica e strampalata, e con la sola vocazione a far perdere la sinistra moderata».

 

Ma non è colpa di Renzi se tutta la sinistra europea è in crisi.

«Certamente la base sociale tradizionale delle sinistre è smottata in Europa come in Italia».

 

E come si riconquista questa base sociale tradizionale?

«Bisogna attrezzarsi a ricostruire un'area che ritorni ai fondamentali, alla sua vocazione naturale: la difesa del lavoro dipendente in tutte le sue articolazioni. Non solo il lavoro salariato, ma tutto quel lavoro dipendente frantumato e senza rappresentanza. A questo esercito in dispersione bisogna dire: non ti ritrovo più tutto insieme in una fabbrica, ma ti riconosco egualmente».

 

Occorre una robusta sensibilità sociale per fare tutto questo, altro che partito leggero.

martina richetti

«Serve l' intelligenza culturale, la consapevolezza di avere ancora una missione decisiva. E bisogna allargare lo sguardo, riconoscere la necessità di operare in un contesto economico, finanziario, tecnico e scientifico nel quale dobbiamo ristabilire spazi di sovranità».

 

Cacciari un sovranista?

«Io sono un sovranista, è chiaro, ma se dico che voglio essere sovrano in casa mia faccio ridere. Ricostruire la dimensione della sovranità frantumata significa guardare all' Europa con un' idea imperiale comune.

 

Se già l' Europa rischia di essere troppo leggera nello scenario globale, e se la Germania da sola vale solo il 3 per cento del pil mondiale, isolarci proprio noi italiani, in nome del sovranismo nazionalista, ci porterà alla rovina».

MASSIMO CACCIARI

 

Sta immaginando una specie di sovranismo europeo e di sinistra?

«Una forza di sinistra ha il dovere di ricostruire passo passo livelli di sovranità nazionale ed europea. Ma per farlo deve recuperare la grande idea federalista sia a livello continentale sia a livello di Stato nazione. Se a livello planetario ci confronteremo su finanza, ambiente, immigrazione e sicurezza con il punto di vista degli starerelli, saremo presto spacciati».

 

Soltanto in un' Europa unita, federale e con un pensiero imperiale potremo salvarci?

«Altrimenti arriveremo alla guerra. Come accade quando non c' è un sovrano».

 

All'Italia non basterebbe buttare meno soldi e creare un po' di lavoro in più?

TRIA E MOSCOVICI

«In Italia dobbiamo tornare all' idea originaria di 30 anni fa: rivedere gli assetti istituzionali, sbarcare ministeri lontani da Roma, azzerare gli enti superflui, responsabilizzare le regioni: un autentico federalismo è la condizione necessaria».

 

Sembrano le parole d' ordine della Lega di Bossi e Miglio.

«Mi riferisco pure a quelle istanze, ma non rimpiango l' ispirazione secessionista di una Lega che poi non a caso ha subìto con Salvini un rovesciamento radicale nella destra nazionalistica. Oggi la Lega ha perduto ogni funzione progressiva. E i Cinque stelle sono un' accozzaglia di idee e individui tenuti insieme dal mito della rete come fine e non come mezzo».

 

salvini e di maio murales by tvboy

Ma il reddito di cittadinanza non è una cosa di sinistra?

«Una manovretta risibile che comporta deficit senza produrre effetti concreti. E i soldi di questa elemosina li ripagheremo con gli interessi sul debito».

 

I mercati ci manderanno gambe all' aria?

«I mercati mi sono parsi assai tiepidi rispetto alle dichiarazioni di guerra fra i leader italiani ed europei, ci si poteva aspettare di peggio. E poi diciamocelo: rispetto alla montagna del nostro debito pubblico, le cifre di questa legge di bilancio sono abbastanza modeste».

salvini sulla ruspa alla demolizione della villa dei casamonica 3

 

Intanto l' Europa dei burocrati ci ha dichiarato guerra.

«Ma no. In parecchi scommettiamo che l' Europa abbasserà toni e non darà seguito alle sue velleità punitive. Né il commissario Moscovici né il resto della Commissione in scadenza potranno andare veramente alla guerra contro l' Italia. Tutto verrà progressivamente silenziato fino alle elezioni europee».

 

Che cosa succederà dopo quelle elezioni?

«Ne vedremo di tutti i colori, nel 2019. Ci attende una situazione geopolitica internazionale che comporterà guai per tutti».

 

CACCIARI

L'ascesa dei populismi europei può essere una riedizione dei fascismi sotto altre spoglie più aggiornate?

«Ovviamente no. I fascismi sono stati le espressioni più grandi e tragiche del '900, il prodotto di grandi sovranità statuali indipendenti. Hanno una storia anche ideologica completamente diversa, nulla a che fare con i populismi attuali che nascono dalla crisi del vecchio ordine liberista e socialdemocratico, dalle trasformazioni tecnologiche e della composizione sociale, dalle contraddizioni, dalle lacerazioni e dai conflitti sorti con la globalizzazione».

MATTEO SALVINI SELFIE A VENEZIA

 

La politica ha ancora una forza e una legittimazione adeguate alle necessità che ha di fronte?

«Il primato della politica sull' economia è un'illusione. Ma possiamo fare nostra la lezione di Max Weber: le potenze fondamentali della nostra epoca sono forze cosmopolite tecniche, scientifiche, economiche e finanziarie.

 

Uno Stato deve essere organizzato al meglio non per contrapporsi a queste forze, ma per dialogare con loro. Parlo di uno Stato leggero ma forte e competente. Che si affida alla professione politica, ai partiti e al politico come organizzatore di obiettivi strategici e competenze, assistito da una buona burocrazia che è anche necessariamente politica, come ogni tecnocrazia».

Ultimi Dagoreport

bergoglio papa francesco salma

QUANDO È MORTO DAVVERO PAPA FRANCESCO? È SUCCESSO ALL’ALBA DI LUNEDÌ, COME DA VERSIONE UFFICIALE, O NEL POMERIGGIO DI DOMENICA? - NELLA FOTO DELLA SALMA, SI NOTA SUL VOLTO DEL PONTEFICE UNA MACCHIA SCURA CHE POTREBBE ESSERE UNA RACCOLTA DI SANGUE IPOSTATICA, COME ACCADE NELLE PERSONE MORTE GIÀ DA ALCUNE ORE - IN TALE IPOTESI, NON DOVREBBE MERAVIGLIARE IL RISERBO DELLA SANTA SEDE: I VERTICI DELLA CHIESA POTREBBERO AVER DECISO DI “POSTICIPARE” LA DATA DELLA MORTE DEL SANTO PADRE, PER EVITARE DI CONNOTARE LA PASQUA, CHE CELEBRA IL PASSAGGIO DA MORTE A VITA DI GESÙ, CON UN EVENTO LUTTUOSO - UN PICCOLO SLITTAMENTO TEMPORALE CHE NULLA TOGLIE ALLA FORZA DEL MAGISTERO DI FRANCESCO, TERMINATO COME LUI VOLEVA: RIABBRACCIANDO NEL GIORNO DELLA RESURREZIONE PASQUALE IL SUO GREGGE IN PIAZZA SAN PIETRO. A QUEL PUNTO, LA MISSIONE DEL “PASTORE VENUTO DALLA FINE DEL MONDO” ERA GIUNTA AL TERMINE...

jd vance papa francesco bergoglio

PAPA FRANCESCO NON VOLEVA INCONTRARE JD VANCE E HA MANDATO AVANTI PAROLIN – BERGOGLIO HA CAMBIATO IDEA SOLO DOPO L’INCONTRO DEL NUMERO DUE DI TRUMP CON IL SEGRETARIO DI STATO: VANCE SI È MOSTRATO RICETTIVO DI FRONTE AL LUNGO ELENCO DI DOSSIER SU CUI LA CHIESA È AGLI ANTIPODI DELL’AMMINISTRAZIONE AMERICANA, E HA PROMESSO DI COINVOLGERE IL TYCOON. A QUEL PUNTO IL PONTEFICE SI È CONVINTO E HA ACCONSENTITO AL BREVE FACCIA A FACCIA – SUI SOCIAL SI SPRECANO POST E MEME SULLA COINCIDENZA TRA LA VISITA E LA MORTE DEL PAPA: “È SOPRAVVISSUTO A UNA POLMONITE BILATERALE, MA NON È RIUSCITO A SOPRAVVIVERE AL FETORE DELL’AUTORITARISMO TEOCRATICO” – I MEME

jd vance roma giorgia meloni

DAGOREPORT – LA VISITA DEL SUPER CAFONE VANCE A ROMA HA VISTO UN SISTEMA DI SICUREZZA CHE IN CITTÀ NON VENIVA ATTUATO DAI TEMPI DEL RAPIMENTO MORO. MOLTO PIÙ STRINGENTE DI QUANTO È ACCADUTO PER LE VISITE DI BUSH, OBAMA O BIDEN. CON EPISODI AL LIMITE DELLA LEGGE (O OLTRE), COME QUELLO DEGLI ABITANTI DI VIA DELLE TRE MADONNE (ATTACCATA A VILLA TAVERNA, DOVE HA SOGGIORNATO IL BUZZURRO), DOVE VIVONO DA CALTAGIRONE AD ALFANO FINO AD ABETE, LETTERALMENTE “SEQUESTRATI” PER QUATTRO GIORNI – MA PERCHÉ TUTTO QUESTO? FORSE LA SORA “GEORGIA” VOLEVA FAR VEDERE AGLI AMICI AMERICANI QUANTO È TOSTA? AH, SAPERLO...

giovanbattista fazzolari giorgia meloni donald trump emmanuel macron pedro sanz merz tusk ursula von der leyen

SE LA DIPLOMAZIA DEGLI STATI UNITI, DALL’UCRAINA ALL’IRAN, TRUMP L’HA AFFIDATA NELLE MANI DI UN AMICO IMMOBILIARISTA, STEVE WITKOFF, DALL’ALTRA PARTE DELL’OCEANO, MELONI AVEVA GIÀ ANTICIPATO IL CALIGOLA DAZISTA CON LA NOMINA DI FAZZOLARI: L’EX DIRIGENTE DI SECONDA FASCIA DELLA REGIONE LAZIO (2018) CHE GESTISCE A PALAZZO CHIGI SUPERPOTERI MA SEMPRE LONTANO DALLA VANITÀ MEDIATICA. FINO A IERI: RINGALLUZZITO DAL FATTO CHE LA “GABBIANELLA” DI COLLE OPPIO SIA RITORNATA DA WASHINGTON SENZA GLI OCCHI NERI (COME ZELENSKY) E UN DITO AL CULO (COME NETANYAHU), L’EMINENZA NERA DELLA FIAMMA È ARRIVATO A PRENDERE IL POSTO DEL MINISTRO DEGLI ESTERI, L’IMBELLE ANTONIO TAJANI: “IL VERTICE UE-USA POTREBBE TENERSI A ROMA, A MAGGIO, CHE DOVREBBE ESSERE ALLARGATO ANCHE AGLI ALTRI 27 LEADER DEGLI STATI UE’’ – PURTROPPO, UN VERTICE A ROMA CONVINCE DAVVERO POCO FRANCIA, GERMANIA, POLONIA E SPAGNA. PER DI PIÙ L’IDEA CHE SIA LA MELONI, OSSIA LA PIÙ TRUMPIANA DEI LEADER EUROPEI, A GESTIRE L’EVENTO NON LI PERSUADE AFFATTO…

patrizia scurti giorgia meloni giuseppe napoli emilio scalfarotto giovanbattista fazzolari

QUANDO C’È LA FIAMMA, LA COMPETENZA NON SERVE NÉ APPARECCHIA. ET VOILÀ!, CHI SBUCA CONSIGLIERE NEL CDA DI FINCANTIERI? EMILIO SCALFAROTTO! L’EX “GABBIANO” DI COLLE OPPIO VOLATO NEL 2018 A FIUMICINO COME ASSESSORE ALLA GIOVENTÙ, NON VI DIRÀ NULLA. MA DAL 2022 SCALFAROTTO HA FATTO IL BOTTO, DIVENTANDO CAPO SEGRETERIA DI FAZZOLARI. “È L’UNICO DI CUI SI FIDA” NELLA GESTIONE DI DOSSIER E NOMINE IL DOMINUS DI PALAZZO CHIGI CHE RISOLVE (“ME LA VEDO IO!”) PROBLEMI E INSIDIE DELLA DUCETTA - IL POTERE ALLA FIAMMA SI TIENE TUTTO IN FAMIGLIA: OLTRE A SCALFAROTTO, LAVORA PER FAZZO COME SEGRETARIA PARTICOLARE, LA NIPOTE DI PATRIZIA SCURTI, MENTRE IL MARITO DELLA POTENTISSIMA SEGRETARIA-OMBRA, GIUSEPPE NAPOLI, È UN AGENTE AISI CHE PRESIEDE ALLA SCORTA DELLA PREMIER…

francesco milleri andrea orcel carlo messina nagel donnet generali caltagirone

DAGOREPORT - A CHE PUNTO È LA NOTTE DEL PIÙ GRANDE RISIKO BANCARIO D’ITALIA? L’ASSEMBLEA DI GENERALI DEL 24 APRILE È SOLO LA PRIMA BATTAGLIA. LA GUERRA AVRÀ INIZIO DA MAGGIO, QUANDO SCENDERANNO IN CAMPO I CAVALIERI BIANCHI MENEGHINI - RIUSCIRANNO UNICREDIT E BANCA INTESA A SBARRARE IL PASSO ALLA SCALATA DI MEDIOBANCA-GENERALI DA PARTE DELL’”USURPATORE ROMANO” CALTAGIRONE IN SELLA AL CAVALLO DI TROIA DEI PASCHI DI SIENA (SCUDERIA PALAZZO CHIGI)? - QUALI MOSSE FARÀ INTESA PER ARGINARE IL DINAMISMO ACCHIAPPATUTTO DI UNICREDIT? LA “BANCA DI SISTEMA” SI METTERÀ DI TRAVERSO A UN’OPERAZIONE BENEDETTA DAL GOVERNO MELONI? O, MAGARI, MESSINA TROVERÀ UN ACCORDO CON CALTARICCONE? (INTESA HA PRIMA SPINTO ASSOGESTIONI A PRESENTARE UNA LISTA PER IL CDA GENERALI, POI HA PRESTATO 500 MILIONI A CALTAGIRONE…)