IL CAINANO ALL’ANGOLO - PER EVITARE DI ESSERE COMMISSARIATO DA MARIO MONTI, MANOVRA BLOCCATA E COL VOTO DI FIDUCIA - SE L’ATTACCO DEI MERCATI DOVESSE CONTINUARE, È SICURO L’INTERVENTO SU IVA E PENSIONI: “AGLI ITALIANI NON INTERESSA QUELLO CHE FACCIO A CASA MIA, MA NON CI PERDONEREBBERO SE LASCIASSIMO BRUCIARE I LORO RISPARMI DALLA SPECULAZIONE” - IERI TREMONTI HA INCONTRATO BOSSI E CALDEROLI E LI HA MESSI DAVANTI ALLA REALTÀ DEI CONTI E ALLA NECESSITÀ DI UN INTERVENTO SULLE PENSIONI DI ANZIANITÀ...

Francesco Bei e Rodolfo Sala per "la Repubblica"

Angosciato per le rivelazioni dell´inchiesta Tarantini, il premier avverte il pericolo di una trappola mortale per il governo. Ma è l´ennesimo lunedì nero della borsa, con lo spread fra Btp e Bund arrivato di nuovo alla soglia critica dei 370 punti, a far scattare l´allarme più forte. «Agli italiani non interessa quello che faccio a casa mia - ha detto il premier provando a rassicurare un sottosegretario del Pdl - ma non ci perdonerebbero mai se lasciassimo bruciare i loro risparmi dalla speculazione. E i nostri nemici avrebbero l´alibi per dar vita a un governo tecnico».

Per questo l´ordine impartito ieri da Arcore è accelerare al massimo l´approvazione della manovra, a costo di smentire i propositi bipartisan e le promesse di dialogo con l´opposizione fatte al capo dello Stato. L´ipotesi di mettere la fiducia subito, anche al Senato, ormai è sul tavolo: la decisione finale sarà presa oggi dal premier consultando il presidente Schifani e i capigruppo del Pdl. «Entro mercoledì - ammette Paolo Bonaiuti - deve finire tutto, perché giovedì si riunisce il consiglio direttivo della Bce e dobbiamo arrivare a quell´appuntamento con la manovra approvata almeno in un ramo del parlamento».

Del resto, anche al Quirinale si sta vivendo la situazione con allarme. Il capo dello Stato sta chiedendo senso di responsabilità a tutti e soprattutto ha invitato l´esecutivo a varare misure concrete rapidamente - senza rinunciare a intervenire sulle pensioni e sull´Iva - per soddisfare le richieste dell´Unione europea. Napolitano resta comunque preoccupato per come l´esecutivo sta gestendo l´emergenza e lo dimostra la nota rilasciata ieri sera dal Quirinale.

E tuttavia l´impulso in avanti, verso un sì definitivo al decreto entro la fine della settimana (anche alla Camera), non esclude affatto la possibilità di ulteriori interventi a breve, se necessario la prossima settimana. Un ministro coinvolto in prima persona nei negoziati di queste ore assicura infatti che la manovra «sarà approvata subito così com´è, senza altri rimaneggiamenti». Ma se la situazione dei mercati dovesse precipitare, «siamo pronti a intervenire aumentando l´Iva e l´età pensionabile».

Lo suggerisce Napolitano in maniera riservata al governo e Berlusconi è deciso a tornare alla carica su un´idea, quella appunto di attingere subito all´Iva e alle pensioni, che ha caldeggiato fin da metà agosto. Anche di questo Giulio Tremonti avrebbe discusso ieri a via Bellerio con Bossi e Calderoli, iniziando a preparare l´anziano capo del Carroccio alla dura realtà dei conti e alla necessità di un intervento sulle pensioni di anzianità.

Quindi Tremonti è precipitosamente volato a Roma per una riunione d´emergenza con i tecnici del ministero dell´Economia e della Ragioneria generale per capire come far fronte a un eventuale nuovo intervento sui conti. Sono ore drammatiche, in cui il ministro dell´Economia, cessate le comunicazioni con il Cavaliere, punta a rinsaldare il suo rapporto con la Lega. Anche a questo è servito l´incontro di ieri a Milano, chiesto proprio da Tremonti per mettere a tacere le voci secondo cui Bossi lo starebbe abbandonando al suo destino.

Un segnale positivo è stato il colloquio a quattr´occhi avuto due giorni fa a Cernobbio con Bobo Maroni, finora il leghista più critico nei suoi confronti per via dei tagli ai comuni. Il ministro dell´Interno gli avrebbe teso la mano, apprezzando il fatto che nella manovra erano inizialmente previsti tagli da 6 miliardi agli enti locali, scesi alla fine a 4 miliardi. Ma già si profila un´ulteriore richiesta del Carroccio, anticipata da Maroni a Tremonti proprio nel faccia a faccia a villa d´Este.

I comuni del Nord, quelli non indebitati, chiedono infatti di poter derogare al patto di stabilità interno e Maroni ha deciso di intestarsi anche questa battaglia. Si tratta di istituire una specie di bicameralina ad hoc, un tavolo fra l´Economia e l´Anci per lasciar spendere ai comuni virtuosi circa 40 miliardi di euro di residui e, in questo modo, mettere un po´ di benzina nel motore dell´economia. «Ci sono migliaia di imprese - spiega un leghista - che aspettando di essere pagate dai comuni».

L´altro punto che sta a cuore a Maroni, per dare un segnale sui costi della politica, è la drastica riduzione degli enti intermedi tra comuni e province: sono circa duemila e costano un miliardo e mezzo all´anno.

 

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