calenda morisi salvini

MORISI TUA, VITA MEA – CALENDA: “PER ME, QUELLO CHE HANNO FATTO MORISI E SALVINI INSIEME ERA GIA’ INQUALIFICABILE DI SUO. NON C’ERA MICA BISOGNO DI UNA INDAGINE PER DROGA” – E SULLA CORSA AL CAMPIDOGLIO: “GUALTIERI SE ANDASSE AL BALLOTTAGGIO SI PRENDEREBBE IL SOSTEGNO DEL M5S RIPRENDENDOSI IN SQUADRA MEZZA GIUNTA RAGGI”

Tommaso Labate per il “Corriere della Sera”

MATTEO SALVINI CARLO CALENDA

 

«Il Paese ha bisogno essenzialmente di questo. Di una classe dirigente liberal-democratica ed europeista fatta di persone che, al di là delle attuali appartenenze, si danno una mano a vicenda».

 

Come ha fatto il ministro leghista Giancarlo Giorgetti con lei, Calenda, riempiendola di complimenti che non ha rivolto al candidato sostenuto dalla Lega, Enrico Michetti.

«A mio modo di vedere, Michetti non è presentabile come sindaco di Roma. Non è credibile, non ha esperienza. Sta là soltanto perché è amico di Giorgia Meloni e Matteo Salvini».

 

Giorgetti è sembrato più amico suo che di Michetti.

«Giorgetti è un galantuomo che fa politica, sa riconoscere il valore delle persone, capisce chi può essere utile alla causa di Roma e dell'Italia. E infatti del valore di Michetti non mi sembra che abbia mai parlato...».

 

matteo salvini e luca morisi 5

È il giorno in cui Carlo Calenda incassa l'endorsement a sorpresa di Giancarlo Giorgetti, che in un'intervista a La Stampa gli ha attribuito la possibilità di «intercettare il voto in uscita dalla destra», delle «buone possibilità di vincere» al ballottaggio contro Roberto Gualtieri e, se non fosse sufficiente tutto questo ad aprire un caso nel centrodestra, anche «le caratteristiche giuste per amministrare una città complessa come Roma». Se non un'indicazione di voto, poco ci manca.

 

L'ha ringraziato?

«Certo che l'ho fatto. In pubblico e anche in privato, con un messaggio». Sorprendente, non trova? «Sorprendente per altri, forse, non per me. Anche io sono abituato a riconoscere il valore dei politici che non stanno dalla mia parte. Pensi che una volta l'ho fatto anche con Di Maio, plaudendo a quando aveva cambiato idea sull'Ilva. Peccato che dopo l'abbia cambiata altre mille volte».

MATTEO SALVINI CARLO CALENDA

 

Lei starebbe nello stesso schieramento di Giorgetti?

«No di certo se quello schieramento è la Lega. Starei nello stesso governo di Giancarlo Giorgetti e anche di Antonio Bassolino, che sostengo a Napoli».

 

Destra e sinistra.

«Attenzione. Il punto è scardinare questa finta sfida tra destra e sinistra che, come accade a Roma, sotto sotto sono sostenute a turno dallo stesso gruppo di potere che ha sfasciato la città. Michetti, alle Europee del 2019, invitava a votare Gualtieri su indicazione del pd Bruno Astorre. Non sono omonimi: sono gli stessi Michetti e Gualtieri che si sfidano oggi».

 

matteo salvini e luca morisi 4

Quindi immagina un'alleanza che «Questo Paese fa un balzo in avanti se le migliori personalità che si riconoscono nei valori dell'europeismo e della liberal-democrazia si mettono insieme, isolando i populismi e i sovranismi di Salvini e Meloni».

 

Calenda, qualcuno poteva pensare che l'endorsement di un leghista come Giorgetti attenuasse la sua vis polemica nei confronti del leader della Lega. E invece «Io con uno come Salvini non ho nulla a che spartire».

 

calenda tatuaggio

Neanche un caffè, si sarebbe detto un tempo.

«Un caffè non lo nego a nessuno, neanche a Salvini. Ma, nel caso di Salvini, non più di un caffè».

 

Ieri l'altro l'ha raggiunto a una sua iniziativa a Roma.

«Iniziativa non mi sembra la parola giusta. Salvini fa questa specie di comparsate, in alcune ha avuto la faccia tosta di dire che io stavo in giro per salotti. E l'ho raggiunto».

 

Scena da western.

«Ma no. Diciamo che, quando ce l'hai davanti, diventa gentile come un fiorellino».

 

Lei che cosa gli ha detto?

«Gli ho detto: "Dov' è che sto?"».

 

E Salvini che cos' ha risposto?

«Ma niente, lui poi quando è faccia a faccia non dice mai nulla, bofonchia mezze frasi, fa lo spiritoso».

 

calenda salvini

Nella sua coalizione dei sogni, insomma, i «riformisti» contro sovranisti e populisti. A prescindere dalle attuali appartenenze.

«Niente Salvini, niente Meloni, niente Paola Taverna». Gualtieri? «Se andasse al ballottaggio, Gualtieri si prenderebbe il sostegno dei M5S riprendendosi in squadra mezza giunta Raggi».

 

È il giorno in cui, nella Lega, tiene banco l'indagine nei confronti di Luca Morisi.

«Non vorrei commentarla. Per me, quello che hanno fatto Morisi e Salvini insieme era già inqualificabile di suo. Non c'era mica bisogno di un'indagine per droga».

 

Sono tanti i parlamentari del centrodestra la sostengono? Non sarà solo Giorgetti

 «Non li frequento molto. Parecchi loro elettori, quelli sì».

 

matteo salvini e luca morisi 3

Chissà dentro Forza Italia.

«Qualcuno, come Marcello Pera, l'ha anche detto. Ma non so se lui vota a Roma...».

matteo salvini e luca morisi 2calenda salvini

Ultimi Dagoreport

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - COSA FRULLAVA NELLA TESTA TIRATA A LUCIDO DI ANDREA ORCEL QUANDO STAMATTINA ALL’ASSEMBLEA GENERALI HA DECISO IL VOTO DI UNICREDIT A FAVORE DELLA LISTA CALTAGIRONE? LE MANGANELLATE ROMANE RICEVUTE PER L’OPS SU BPM, L’HANNO PIEGATO AL POTERE DEI PALAZZI ROMANI? NOOO, PIU' PROBABILE CHE SIA ANDATA COSÌ: UNA VOLTA CHE ERA SICURA ANCHE SENZA UNICREDIT, LA VITTORIA DELLA LISTA MEDIOBANCA, ORCEL HA PENSATO BENE CHE ERA DA IDIOTA SPRECARE IL SUO “PACCHETTO”: MEJO GIRARLO ALLA LISTA DI CALTARICCONE E OTTENERE IN CAMBIO UN PROFICUO BONUS PER UNA FUTURA PARTNERSHIP IN GENERALI - UNA VOLTA ESPUGNATA MEDIOBANCA COL SUO 13% DI GENERALI, GIUNTI A TRIESTE L’82ENNE IMPRENDITORE COL SUO "COMPARE" MILLERI AL GUINZAGLIO, DOVE ANDRANNO SENZA UN PARTNER FINANZIARIO-BANCARIO, BEN STIMATO DAI FONDI INTERNAZIONALI? SU, AL DI FUORI DEL RACCORDO ANULARE, CHI LO CONOSCE ‘STO CALTAGIRONE? – UN VASTO PROGRAMMA QUELLO DI ORCEL CHE DOMANI DOVRA' FARE I CONTI CON I PIANI DELLA PRIMA BANCA D'ITALIA, INTESA-SANPAOLO…

donald trump ursula von der leyen giorgia meloni

DAGOREPORT - UN FACCIA A FACCIA INFORMALE TRA URSULA VON DER LEYEN E DONALD TRUMP, AI FUNERALI DI PAPA FRANCESCO, AFFONDEREBBE IL SUPER SUMMIT SOGNATO DA GIORGIA MELONI - LA PREMIER IMMAGINAVA DI TRONEGGIARE COME MATRONA ROMANA, TRA MAGGIO E GIUGNO, AL TAVOLO DEI NEGOZIATI USA-UE CELEBRATA DAI MEDIA DI TUTTO IL MONDO. SE COSÌ NON FOSSE, IL SUO RUOLO INTERNAZIONALE DI “GRANDE TESSITRICE” FINIREBBE NEL CASSETTO, SVELANDO IL NULLA COSMICO DIETRO AL VIAGGIO ALLA CASA BIANCA DELLA SCORSA SETTIMANA (L'UNICO "RISULTATO" È STATA LA PROMESSA DI TRUMP DI UN VERTICE CON URSULA, SENZA DATA) - MACRON-MERZ-TUSK-SANCHEZ NON VOGLIONO ASSOLUTAMENTE LA MELONI NEL RUOLO DI MEDIATRICE, PERCHÉ NON CONSIDERANO ASSOLUTAMENTE EQUIDISTANTE "LA FANTASTICA LEADER CHE HA ASSALTATO L'EUROPA" (COPY TRUMP)...

pasquale striano dossier top secret

FLASH – COM’È STRANO IL CASO STRIANO: È AVVOLTO DA UNA GRANDE PAURA COLLETTIVA. C’È IL TIMORE, NEI PALAZZI E NELLE PROCURE, CHE IL TENENTE DELLA GUARDIA DI FINANZA, AL CENTRO DEL CASO DOSSIER ALLA DIREZIONE NAZIONALE ANTIMAFIA (MAI SOSPESO E ANCORA IN SERVIZIO), POSSA INIZIARE A “CANTARE” – LA PAURA SERPEGGIA E SEMBRA AVER "CONGELATO" LA PROCURA DI ROMA DIRETTA DA FRANCESCO LO VOI, IL COPASIR E PERSINO LE STESSE FIAMME GIALLE. L’UNICA COSA CERTA È CHE FINCHÉ STRIANO TACE, C’È SPERANZA…

andrea orcel francesco milleri giuseppe castagna gaetano caltagirone giancarlo giorgetti matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT - IL RISIKONE È IN ARRIVO: DOMANI MATTINA INIZIERÀ L’ASSALTO DI CALTA-MILLERI-GOVERNO AL FORZIERE DELLE GENERALI. MA I TRE PARTITI DI GOVERNO NON VIAGGIANO SULLO STESSO BINARIO. L’INTENTO DI SALVINI & GIORGETTI È UNO SOLO: SALVARE LA “LORO” BPM DALLE UNGHIE DI UNICREDIT. E LA VOLONTÀ DEL MEF DI MANTENERE L’11% DI MPS, È UNA SPIA DEL RAPPORTO SALDO DELLA LEGA CON IL CEO LUIGI LOVAGLIO - DIFATTI IL VIOLENTISSIMO GOLDEN POWER DEL GOVERNO SULL’OPERAZIONE DI UNICREDIT SU BPM, NON CONVENIVA CERTO AL DUO CALTA-FAZZO, BENSÌ SOLO ALLA LEGA DI GIORGETTI E SALVINI PER LEGNARE ORCEL – I DUE GRANDI VECCHI DELLA FINANZA MENEGHINA, GUZZETTI E BAZOLI, HANNO PRESO MALISSIMO L’INVASIONE DEI CALTAGIRONESI ALLA FIAMMA E HANNO SUBITO IMPARTITO UNA “MORAL SUASION” A COLUI CHE HANNO POSTO AL VERTICE DI INTESA, CARLO MESSINA: "ROMA DELENDA EST"…