TOGA! TOGA! LA CAMERA VOTA LA STRETTA PER I MAGISTRATI IN POLITICA MA È LITE CENTRODESTRA-PD – FORZA ITALIA: "NORME ANNACQUATE DAL PARTITO DEMOCRATICO" – IL PRESIDENTE DELL’ASSOCIAZIONE MAGISTRATI DAVIGO: "IO CONTRARIO A EMILIANO CANDIDATO? SI’, GLIELO HO DETTO E CREDO CHE LUI NON L’ABBIA PRESA BENE"
Dino Martirano per il Corriere della Sera
Con la legge sui limiti alle candidature dei magistrati - approvata dalla Camera con 221 voti e 2 contrari (ora, però, il testo torna al Senato) - nel 2004 Michele Emiliano (Pd) non sarebbe potuto transitare in pochi mesi dalla poltrona della Procura distrettuale antimafia di Bari a quella di sindaco del capoluogo pugliese. Tra i due incarichi - recita la nuova norma - devono passare almeno 5 anni se il magistrato intende candidarsi nella stessa provincia in cui ha esercitato le funzioni requirenti o giudicanti.
E anche nel caso vogliano tornare a indossare la toga, gli ex governatori, gli ex sindaci e gli ex parlamentari dovranno rispettare tre condizioni: per 3 anni potranno rientrare in ruolo in un distretto diverso da quello nel quale sono stati eletti (solo per deputati e senatori il divieto è perenne); per 3 anni non potranno ricoprire incarichi direttivi o semi direttivi;
e sempre per 3 anni svolgeranno solo funzioni giudicanti. Il presidente dell' Associazione nazionale magistrati, Piercamillo Davigo, ha confermato di essere contrario alle toghe che si candidano: a Emiliano «l' ho detto, credo che non l' abbia presa bene. Io mi baso sulle mie valutazioni, lui sulle sue».
E lunedì 3 aprile al Csm inizia il procedimento disciplinare a Emiliano incolpato di essere stato, da magistrato in aspettativa, iscritto al Pd.
Dopo tante polemiche sulle «porte girevoli» tra la magistratura (ordinaria, amministrativa, contabile e militare) e la politica, la Camera ha piantato altri paletti che ora dovranno essere confermati dal Senato. Favorevoli i dem, Ap di Alfano, gli ex Scelta civica e tutta l' area di governo esclusi i bersaniani di Mdp che si sono astenuti come gli ex grillini e Sinistra italiana.
Forza Italia e M5S non hanno partecipato al voto. Francesco Paolo Sisto (FI) è molto critico sul testo modificato dalla Camera: «Al Senato Forza Italia aveva votato il ddl ora vergognosamente annacquato dal Pd che disegna, con la norma transitoria, percorsi di carriera privilegiati per chi torna in magistratura dalla politica». Contrari anche i grillini: «Magistrati che siedono in Parlamento da molti anni come Anna Finocchiaro si ritroverebbero, se non eletti, a lavorare direttamente in Cassazione».
Replica il relatore della legge in aula, Walter Verini (Pd): «Non mi pare che ci sia stato annacquamento perché al Senato, tra le altre sviste, si erano dimenticati l' ineleggibilità per gli eurodeputati e per gli enti locali». La commissione Bilancio ha cancellato la parte del testo del Senato sul riscatto di 5 anni di contributi per i magistrati fuori ruolo che, a fine mandato politico, si fossero trovati alle soglie della pensione». E poi ci sono limitazioni per i neopensionati che dovranno attendere 2 anni per potersi candidare nella città nella quale hanno esercitato le funzioni.
I magistrati che fanno i capi di gabinetto nei ministeri potranno rientrare negli uffici di provenienza senza ricoprire (per un anno) incarichi direttivi o semi direttivi. «Le istituzioni hanno bisogno di tutte le competenze, comprese quelle dei magistrati che oggi in Parlamento sono 9 di cui 4 in pensione», osserva il responsabile giustizia del Pd David Ermini. Che aggiunge: «Ma è giusto che siano assicurati e percepiti dai cittadini, principi di autentica indipendenza e terzietà».