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CAMERON CON VISTA SUL MURO ANTI IMMIGRATI - DOPO LE LITI SUI PROFUGHI CON PARIGI, IL PREMIER INGLESE DÀ 7 MLN DI STERLINE AI FRANCESI PER BLINDARE CALAIS - UNA DECISIONE IN STILE ORBAN

Mauro Zanon per “Libero Quotidiano”

 

Ogni notte,in un disperato viaggio verso l’eldorado chiamato Gran Bretagna, sono tra i 100 e i 200 i migranti che tentano di attraversare l’Eurotunnel che unisce il comune francese di Coquelles a quello britannico di Cheriton. Erano addirittura 1500 nella notte tra martedì e mercoledì e uno di essi ha trovato la morte (sono nove i migranti deceduti nella traversata sotto la Manica negli ultimi due mesi).

CALAIS MURO ANTI IMMIGRATI CAMERON CALAIS MURO ANTI IMMIGRATI CAMERON

 

«Si è trattato del più grande tentativo di intrusione da un mese e mezzo a questa parte», ha dichiarato il portavoce della società Eurotunnel, lanciando l’allarme sulla sempre più intensa pressione migratoria che sta mettendo a dura prova i rapporti diplomatici tra Londra e Parigi.

 

In una lettera del 23 luglio, il ministro dell’Interno francese, Bernard Cazeneuve, non ha esitato a puntare il dito contro la società concessionaria del tunnel della Manica di cui è gestore dell’infrastruttura:«Il gruppo Eurotunnel, dal quale dipende la sicurezza dell’infrastruttura, non ha compiuto, secondo la mia analisi,gli sforzi necessari per contrastare l’aggravarsi della situazione (...) dato che fra l’altro il numero degli addetti alla sicurezza è stato portato da 325 nel 2002 a 103 oggi».

 

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A fargli eco, nelle due grandi arti tutte francesi di dare lezionicine su come ci si deve comportare e discaricare barili (fu lo stesso Cazeneuve, socialista, a dare la colpa all’Italia per la situazione di Ventimiglia, dicendo a Renzi di arrangiarsi perché i migranti «non hanno il diritto di passare»in Francia se transitano sul suolo italiano, alla faccia della gauche dell’ouverture), il ministro della Città, Patrick Kanner:

 

«È necessario che il gruppo Eurotunnel assuma le proprie responsabilità». Tuttavia, dall’altra sponda della Manica non la pensano affatto allo stesso modo e anzi, dopo le parole di appeasement pronunciate martedì dal premier inglese, David Cameron,(«Dobbiamo collaborare a stretto contatto con le autorità francesi, non c’è motivo di dare la caccia a un responsabile»), è arrivato mercoledì l’attacco della granitica ministra degli Interni inglese, Theresa May:

 

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«Alcune decine di migranti sono riusciti a entrare e su parecchi treni: noi ci stiamo riorganizzando, ma devono essere i francesi a gestirei controlli a Calais…», ha tuonato in diretta televisiva appena uscita dalla riunione d’emergenza del gabinetto di crisi «Cobra».

 

Per non parlare della stampa britannica, sempre ispiratissima quando si tratta di prendere a mazzate la Francia, che unanime ha accusato i vicini d’oltremanica di essere «egoisti»e «irresponsabili». Il Daily Telegraph ha scritto che Parigi «si sottrae alle proprie responsabilità» perché «assicurarsi della sicurezza delle frontiere francesi è compito dello Stato francese», il Daily Mail si è lamentato invece della Francia che «invia senza vergogna i migranti al Regno Unito, senza prendere le loro impronte digitali, e che libera i clandestini pochi minuti dopo averli arrestati».

 

Altro che appeasement, insomma. Ad aggravare ulteriormente la situazione, come se non bastasse la tragedia umanitaria che vede Bruxelles colpevolmente immobile e incapace di prendere decisioni drastiche sulla gestione dei flussi migratori, (a Calais, certo, ma anche a Ventimiglia, a Lampedusa...), ci si è messo ieri Cameron con una dichiarazione che ha fatto rizzare i capelli a mezza Europa: la Gran Bretagna proteggerà le sue frontiere dallo «sciame di persone che arrivano attraverso il Mediterraneo».

 

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L’espressione «sciame di persone», «swarm of people», impiegata durante un’intervista a ITV News, a margine della sua trasferta in Vietnam, ha scatenato le reazioni indignate dei suoi avversari,dai Labour, (la leader laburista, Harriet Harman, ha invitato Cameron a rivedere il suo linguaggio, ricordandogli«che sta parlando di persone, non di insetti»), al Refugee Council, («un linguaggio terribile, disumanizzante»), fino agli euroscettici dell’Ukip,il partito di Nigel Farage, inflessibile sul fronte dell’immigrazione: «Ha cercato di fare il duro», ha ironizzato Farage, aggiungendo che lui stesso non userebbe mai tali termini.

 

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Intanto, il suo collega, l’eurodeputato Roger Halmer, propone su Twitter di riconquistare Calais, che «era inglese fino al 1558», mentre Suzanne Evans si chiede quanto tempo bisogna ancora aspettare per far intervenire l’esercito. Cameron, dal canto suo, ha già fatto stanziare 7 milioni di sterline da passare ai francesi per blindare Calais. Come? Con una cinta di filo spinato per rafforzare le recinzioni, un muro anti immigrati come quello del tanto contestato Viktor Orban in Ungheria.

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