CAMERON O MILIBAND: CHI SARA' IL WORKING CLASS HERO? - TORY E LABOUR PARI NEI SONDAGGI: DECIDERANNO I CETI PIU’ DEBOLI - I CONSERVATORI PICCHIANO DURO SULL’ALLEANZA FRA LABURISTI E INDIPENDENTISTI SCOZZESI...
DAVID CAMERON ED MILIBAND CELEBRANO LA REGINA ELISABETTA
Enrico Franceschini per “la Repubblica”
La corsa è arrivata alla volata finale. I leader dei principali partiti attraversano il paese in lungo e in largo con comizi a tappeto per conquistare l’ultimo voto prima che dopodomani aprano le urne. Tutti in cerca del “white van man”, come lo chiama l’Economist, l’uomo col furgoncino bianco, simbolo di un “elettore qualunque” ed emblema del “popolo” e dei ceti bassi non più fedeli ad alcuna ideologia.
Ma i sondaggi non si spostano. Anzi, rafforzano la sensazione di suprema incertezza. Quello diffuso ieri predice un’assoluta parità: il 33 per cento ai conservatori, il 33 per cento ai laburisti, anche se poi, per effetto del sistema maggioritario uninominale britannico, è possibile che i Tories ottengano una manciata in più di seggi e colgano l’obiettivo di essere il primo partito, tuttavia ben lontano dalla maggioranza assoluta necessaria a formare un governo.
cameron clegg farage miliband in galosce
Difatti le trattative per costruire una coalizione sono già cominciate. I liberaldemocratici, attuali partner dei conservatori nel governo guidato da David Cameron, avrebbero comunicato al premier che, se i Tories saranno effettivamente il primo partito, apriranno i negoziati con loro per proseguire l’alleanza nella prossima legislatura. Ma neanche il sostegno dei lib-dem, se i sondaggi sono esatti, basterà a raggiungere i 326 seggi che rappresentano la maggioranza assoluta.
In realtà potrebbero bastarne meno, perché i deputati dello Sinn Feinn, il partito indipendentista nord-irlandese, non assumono mai il loro incarico. E poi c’è sempre l’ipotesi di un governo di minoranza, con Cameron che naviga a vista (come fece – disastrosamente in verità – John Major negli anni ’90).
Anche i laburisti hanno avviato consultazioni. Nicola (Nicoletta in inglese) Sturgeon, leader del partito indipendentista scozzese, ha già spedito a Londra i suoi emissari per parlare con Ed Miliband, il leader del Labour. Senza i voti degli scozzesi, che potrebbero conquistare la quasi totalità dei seggi nella loro regione, Miliband non arriverà in alcun caso alla maggioranza assoluta.
Ma un appoggio della Sturgeon anche soltanto esterno, informale, in apparenza non concordato, provocherà accuse di “illegittimità” da parte dei conservatori, perché offerto da un partito il cui fine ultimo è la secessione dal Regno Unito. «E allora è illegittimo anche un governo formato da un partito come quello conservatore, che avrà la maggioranza soltanto in Inghilterra », replica la leader scozzese.
I laburisti contano pure sul sostegno di verdi, gallesi e altri partitini. Contano sui 5 milioni di incontri faccia-a-faccia organizzati grazie a una colossale banca dati. E contano sulla dichiarazione a loro favore fatta da Russell Brand, l’attore comico trasformatosi in campione dell’antipolitica, che ha intervistato di recente Miliband sul suo canale su YouTube:
«I laburisti sono gente disposta ad ascoltarci», ha detto ieri su Twitter ai suoi 10 milioni di seguaci, in gran parte giovani. Finora Brand esortava a non votare. Adesso afferma: «Andate alle urne e votate Labour». Se al traguardo arriverà sorprendentemente primo Miliband, la sua vittoria verrà probabilmente da questo.