luciano canfora giorgia meloni

OLIO DI CANFORA (LUCIANO) SU GIORGIA MELONI – "LA FRAGILITÀ DI CHI È AL GOVERNO PRODUCE UN FENOMENO NON FASCISTA MA FASCISTICO, COME DICEVA CROCE, CIOÈ UN ATTEGGIAMENTO CENSORIO. NON ASCOLTO E CONFRONTO, MA REPRESSIONE E COMANDO” - LO STORICO, QUERELATO DALLA DUCETTA PER AVERLE DATO DELLA "NEONAZISTA NELL'ANIMO" IN RELAZIONE AL SUO SCHIERARSI A FAVORE DEL BATTAGLIONE AZOV, MENA DURO: “QUESTA DESTRA È IN CONTINUITÀ COL PASSATO, DAL MSI IN POI. IL FASCISMO DIVENTERA' INNOCUO A FORZA DI MUTARE” - PS: COME DEFINIREBBE CROCE UNO CHE DICE, COME CANFORA, DI COMPRENDERE PUTIN?

Francesco Rigatelli per “la Stampa” - Estratti

 

LUCIANO CANFORA

Di fronte alle proteste contro il governo così come sulle grandi questioni internazionali «vanno mescolate le virtù della fermezza e della flessibilità», suggeriva ieri su La Stampa Marco Follini, altrimenti il rischio è di mettere in discussione quel dibattito pubblico difeso di recente dal presidente Mattarella, secondo cui «l'autorevolezza delle forze dell'ordine non si misura sui manganelli ma sulla capacità di assicurare sicurezza tutelando, al contempo, la libertà di manifestare pubblicamente opinioni».

 

Di questo, della natura della destra e del suo atteggiamento fascistico parla lo storico Luciano Canfora, 81 anni, autore da poco del pamphlet Il fascismo non è mai morto (Dedalo).

 

Professore, secondo il ministro Lollobrigida «la tolleranza verso lo squadrismo rosso ha portato al terrorismo». È così?

LUCIANO CANFORA COVER

«Fa bene Follini a invocare la moderazione di chi governa, ma lui è persona saggia, che conosco anche come autore Sellerio. Sul terrorismo ci sono biblioteche intere da consigliare al ministro, che tra l'altro è in buoni rapporti con Ferrovie dello Stato e può leggere in treno, così capirà che il terrorismo in Italia è partito da destra con atto di nascita in piazza Fontana».

 

Con questo governo è diminuita la libertà di espressione?

«Temo di essere parte in causa essendo stato querelato da Meloni per averle dato della "neonazista nell'animo" in relazione al suo schierarsi a favore del battaglione Azov e per aver letto invece nel suo libro Io sono Giorgia un elogio di Berlusconi in quanto vicino a Putin. Il 12 aprile sarò chiamato in tribunale a Bari. Ci andrò con lo spirito di Eraclito, secondo cui tutto scorre: le idee dei politici, e anche noi».

 

La coerenza non è di casa da Meloni?

«Né da molte altre parti, se è vero che un europarlamentare del Pd, Massimiliano Smeriglio, ha lasciato il partito accusandolo di dimenticare le origini accettando l'equiparazione tra fascismo e comunismo».

 

Ma il dissenso oggi è più malvisto di prima?

giorgia meloni agora 7

«La fragilità di chi è al governo produce un fenomeno non fascista ma fascistico, come diceva Croce, cioè un atteggiamento censorio. Non ascolto e confronto, ma repressione e comando».

 

Pure Meloni è ancora imbevuta di questa cultura?

«Bisognerebbe domandarglielo e interrogare i suoi atti, ma lei evita questi argomenti e quando ci sono dei problemi del genere sfugge. Al massimo accenna come l'oracolo di Delfi».

 

Sui fatti di Pisa ha perso l'occasione di mostrare una destra liberale?

«Certo, forse memore del discorso del 1924 di Gentile in cui il filosofo dice che o la predica o il manganello sollecitano entrambi lo spirito. Secondo questa manganellologia la destra sta dalla parte della polizia anche quando sbaglia. Ma le forze dell'ordine sono fatte di sensibilità diverse e responsabilità individuali. Proteggere la polizia in quanto tale è parlar d'altro».

 

Perché per difendere la libertà di manifestare pubblicamente opinioni è intervenuto perfino Mattarella?

LUCIANO CANFORA

«È un democratico vero, che viene da un partito antifascista come la Dc. Ricordo che De Gasperi andò pure in galera per le sue opere. Poi che la Dc abbia imbarcato parte dei fascisti è un fatto. Mattarella ha percepito che andava messo un paletto, così come fece nel messaggio del 31 dicembre 2022 definendo la Costituzione una bussola. La sua cultura democratica è superiore a quella di chi è al governo».

 

Davvero il fascismo non è mai morto, come sostiene nel suo libro?

«Da tanti anni mi occupo di questa storia e metto in luce le metamorfosi di una forma mentis, trovandomi d'accordo con Umberto Eco che segnalava il suprematismo rispetto al diverso, e con Paolo Mieli che in dialogo con Andrea Purgatori nel 2020 parlò di un virus mutante che ha dei caratteri continui. A questo nel libro aggiungo uno sguardo storico siccome il fascismo è stato un fenomeno internazionale dal Sudamerica ai Balcani».

 

Se non è mai morto questo discolpa un po' la destra attuale?

LUCIANO CANFORA

«Certo, ma come diceva Croce non esiste un tribunale della Storia. Si cerca di capire per attrezzarsi a fronteggiare certi fenomeni. E questa destra è in continuità col passato, dal Msi in poi».

 

La svolta di Fiuggi e il conservatorismo europeo non significano nulla?

«È il virus che si trasforma».

 

L'Italia non avrà mai una vera destra europea?

«Non lo so, ma di certo troverà forti resistenze nel corpo militante. I votanti sono oscillanti, basta vedere il tracollo della Lega, altra cosa è l'apparato. Socraticamente però sono convinto che alla fine l'educazione vinca sempre».

 

Il fascismo morirà dunque?

«Non esiste il male, diceva Socrate, ma l'ignoranza. A livello teorico dunque il fascismo, come il virus, diventerà innocuo a forza di mutare».

giorgia meloni agora 4

 

Oltre al governo e al tema del fascismo, l'opinione pubblica si divide sull'Ucraina e su Israele. Cosa hanno in comune questi dibattiti?

«Sono argomenti diversi su cui si sfogano tutte le tensioni e su cui si nota molto conformismo. Spesso si antepone la propaganda al pericolo reale dell'allargamento dei conflitti. In questo senso trovo molto sagge le posizioni di Papa Francesco. Colpisce invece Biden che rimprovera timidamente Netanyahu in un penoso gioco delle parti».

Ieri Salvini è stato criticato per i suoi complimenti al sistema democratico russo… «La Lega, come il M5S, ha un percorso incomprensibile. Bossi era antifascista, mentre Salvini frequenta le peggiori destre europee e internazionali. Quanto a Putin certamente ha forzato il sistema russo, ma pure da noi si inventano leggi elettorali assurde».

 

Non difenderà Putin vero?

«È un nazionalista e non mi piace, ma lo comprendo. Ed è vero, come ha detto il Papa, che la Nato ha abbaiato ai suoi confini».

LUCIANO CANFORA

Ultimi Dagoreport

bergoglio papa francesco salma

QUANDO È MORTO DAVVERO PAPA FRANCESCO? È SUCCESSO ALL’ALBA DI LUNEDÌ, COME DA VERSIONE UFFICIALE, O NEL POMERIGGIO DI DOMENICA? - NELLA FOTO DELLA SALMA, SI NOTA SUL VOLTO DEL PONTEFICE UNA MACCHIA SCURA CHE POTREBBE ESSERE UNA RACCOLTA DI SANGUE IPOSTATICA, COME ACCADE NELLE PERSONE MORTE GIÀ DA ALCUNE ORE - IN TALE IPOTESI, NON DOVREBBE MERAVIGLIARE IL RISERBO DELLA SANTA SEDE: I VERTICI DELLA CHIESA POTREBBERO AVER DECISO DI “POSTICIPARE” LA DATA DELLA MORTE DEL SANTO PADRE, PER EVITARE DI CONNOTARE LA PASQUA, CHE CELEBRA IL PASSAGGIO DA MORTE A VITA DI GESÙ, CON UN EVENTO LUTTUOSO - UN PICCOLO SLITTAMENTO TEMPORALE CHE NULLA TOGLIE ALLA FORZA DEL MAGISTERO DI FRANCESCO, TERMINATO COME LUI VOLEVA: RIABBRACCIANDO NEL GIORNO DELLA RESURREZIONE PASQUALE IL SUO GREGGE IN PIAZZA SAN PIETRO. A QUEL PUNTO, LA MISSIONE DEL “PASTORE VENUTO DALLA FINE DEL MONDO” ERA GIUNTA AL TERMINE...

jd vance papa francesco bergoglio

PAPA FRANCESCO NON VOLEVA INCONTRARE JD VANCE E HA MANDATO AVANTI PAROLIN – BERGOGLIO HA CAMBIATO IDEA SOLO DOPO L’INCONTRO DEL NUMERO DUE DI TRUMP CON IL SEGRETARIO DI STATO: VANCE SI È MOSTRATO RICETTIVO DI FRONTE AL LUNGO ELENCO DI DOSSIER SU CUI LA CHIESA È AGLI ANTIPODI DELL’AMMINISTRAZIONE AMERICANA, E HA PROMESSO DI COINVOLGERE IL TYCOON. A QUEL PUNTO IL PONTEFICE SI È CONVINTO E HA ACCONSENTITO AL BREVE FACCIA A FACCIA – SUI SOCIAL SI SPRECANO POST E MEME SULLA COINCIDENZA TRA LA VISITA E LA MORTE DEL PAPA: “È SOPRAVVISSUTO A UNA POLMONITE BILATERALE, MA NON È RIUSCITO A SOPRAVVIVERE AL FETORE DELL’AUTORITARISMO TEOCRATICO” – I MEME

jd vance roma giorgia meloni

DAGOREPORT – LA VISITA DEL SUPER CAFONE VANCE A ROMA HA VISTO UN SISTEMA DI SICUREZZA CHE IN CITTÀ NON VENIVA ATTUATO DAI TEMPI DEL RAPIMENTO MORO. MOLTO PIÙ STRINGENTE DI QUANTO È ACCADUTO PER LE VISITE DI BUSH, OBAMA O BIDEN. CON EPISODI AL LIMITE DELLA LEGGE (O OLTRE), COME QUELLO DEGLI ABITANTI DI VIA DELLE TRE MADONNE (ATTACCATA A VILLA TAVERNA, DOVE HA SOGGIORNATO IL BUZZURRO), DOVE VIVONO DA CALTAGIRONE AD ALFANO FINO AD ABETE, LETTERALMENTE “SEQUESTRATI” PER QUATTRO GIORNI – MA PERCHÉ TUTTO QUESTO? FORSE LA SORA “GEORGIA” VOLEVA FAR VEDERE AGLI AMICI AMERICANI QUANTO È TOSTA? AH, SAPERLO...

giovanbattista fazzolari giorgia meloni donald trump emmanuel macron pedro sanz merz tusk ursula von der leyen

SE LA DIPLOMAZIA DEGLI STATI UNITI, DALL’UCRAINA ALL’IRAN, TRUMP L’HA AFFIDATA NELLE MANI DI UN AMICO IMMOBILIARISTA, STEVE WITKOFF, DALL’ALTRA PARTE DELL’OCEANO, MELONI AVEVA GIÀ ANTICIPATO IL CALIGOLA DAZISTA CON LA NOMINA DI FAZZOLARI: L’EX DIRIGENTE DI SECONDA FASCIA DELLA REGIONE LAZIO (2018) CHE GESTISCE A PALAZZO CHIGI SUPERPOTERI MA SEMPRE LONTANO DALLA VANITÀ MEDIATICA. FINO A IERI: RINGALLUZZITO DAL FATTO CHE LA “GABBIANELLA” DI COLLE OPPIO SIA RITORNATA DA WASHINGTON SENZA GLI OCCHI NERI (COME ZELENSKY) E UN DITO AL CULO (COME NETANYAHU), L’EMINENZA NERA DELLA FIAMMA È ARRIVATO A PRENDERE IL POSTO DEL MINISTRO DEGLI ESTERI, L’IMBELLE ANTONIO TAJANI: “IL VERTICE UE-USA POTREBBE TENERSI A ROMA, A MAGGIO, CHE DOVREBBE ESSERE ALLARGATO ANCHE AGLI ALTRI 27 LEADER DEGLI STATI UE’’ – PURTROPPO, UN VERTICE A ROMA CONVINCE DAVVERO POCO FRANCIA, GERMANIA, POLONIA E SPAGNA. PER DI PIÙ L’IDEA CHE SIA LA MELONI, OSSIA LA PIÙ TRUMPIANA DEI LEADER EUROPEI, A GESTIRE L’EVENTO NON LI PERSUADE AFFATTO…

patrizia scurti giorgia meloni giuseppe napoli emilio scalfarotto giovanbattista fazzolari

QUANDO C’È LA FIAMMA, LA COMPETENZA NON SERVE NÉ APPARECCHIA. ET VOILÀ!, CHI SBUCA CONSIGLIERE NEL CDA DI FINCANTIERI? EMILIO SCALFAROTTO! L’EX “GABBIANO” DI COLLE OPPIO VOLATO NEL 2018 A FIUMICINO COME ASSESSORE ALLA GIOVENTÙ, NON VI DIRÀ NULLA. MA DAL 2022 SCALFAROTTO HA FATTO IL BOTTO, DIVENTANDO CAPO SEGRETERIA DI FAZZOLARI. “È L’UNICO DI CUI SI FIDA” NELLA GESTIONE DI DOSSIER E NOMINE IL DOMINUS DI PALAZZO CHIGI CHE RISOLVE (“ME LA VEDO IO!”) PROBLEMI E INSIDIE DELLA DUCETTA - IL POTERE ALLA FIAMMA SI TIENE TUTTO IN FAMIGLIA: OLTRE A SCALFAROTTO, LAVORA PER FAZZO COME SEGRETARIA PARTICOLARE, LA NIPOTE DI PATRIZIA SCURTI, MENTRE IL MARITO DELLA POTENTISSIMA SEGRETARIA-OMBRA, GIUSEPPE NAPOLI, È UN AGENTE AISI CHE PRESIEDE ALLA SCORTA DELLA PREMIER…

francesco milleri andrea orcel carlo messina nagel donnet generali caltagirone

DAGOREPORT - A CHE PUNTO È LA NOTTE DEL PIÙ GRANDE RISIKO BANCARIO D’ITALIA? L’ASSEMBLEA DI GENERALI DEL 24 APRILE È SOLO LA PRIMA BATTAGLIA. LA GUERRA AVRÀ INIZIO DA MAGGIO, QUANDO SCENDERANNO IN CAMPO I CAVALIERI BIANCHI MENEGHINI - RIUSCIRANNO UNICREDIT E BANCA INTESA A SBARRARE IL PASSO ALLA SCALATA DI MEDIOBANCA-GENERALI DA PARTE DELL’”USURPATORE ROMANO” CALTAGIRONE IN SELLA AL CAVALLO DI TROIA DEI PASCHI DI SIENA (SCUDERIA PALAZZO CHIGI)? - QUALI MOSSE FARÀ INTESA PER ARGINARE IL DINAMISMO ACCHIAPPATUTTO DI UNICREDIT? LA “BANCA DI SISTEMA” SI METTERÀ DI TRAVERSO A UN’OPERAZIONE BENEDETTA DAL GOVERNO MELONI? O, MAGARI, MESSINA TROVERÀ UN ACCORDO CON CALTARICCONE? (INTESA HA PRIMA SPINTO ASSOGESTIONI A PRESENTARE UNA LISTA PER IL CDA GENERALI, POI HA PRESTATO 500 MILIONI A CALTAGIRONE…)