nicola zingaretti sondaggio swg

GUARDATE LA FINE DI QUEL NAZARENO – IL CAPOLAVORO DI BETTINI E ZINGARETTI: DOPO AVER APPIATTITO IL PD SULLA LINEA DEL CONTE-CASALINO ORA RACCOLGONO I COCCI - IL SONDAGGIO SWG PER LA7: CON “GIUSEPPI” A CAPO DEL MOVIMENTO I DEM PERDONO 4 PUNTI E SPROFONDANO AL 14,2%  - E IL GOVERNATORE DEL LAZIO SI ARROCCA NEL FORTINO ASSEDIATO DALLA CORRENTE “BASE RIFORMISTA”: NO ALLE PRIMARIE, IL SEGRETARIO SI CAMBIA NEL 2023 (RESTA DA VEDERE COSA RESTERÀ DEL PARTITO…)

 

 

 

Giovanna Vitale per "la Repubblica"

 

Bettini e Zingaretti

«Il Pd è malato di tafazzismo. È arrivato il momento di dire basta». Nicola Zingaretti non ne può più del fuoco amico, di restare in balia delle correnti che, anziché pensare a come rilanciare il Pd, studiano il modo per cacciarlo. Stavolta si cambia spartito. O la va o la spacca. E allora, no alle primarie, il segretario si cambia alla scadenza, nel 2023, gli avversari interni si rassegnino, sarà lui a fare le liste per le prossime Politiche.

 

ZINGARETTI RENZI

Sì invece alle alleanze, anche con i 5S, ma senza più Conte nel ruolo di federatore del centrosinistra. «Un' ipotesi vecchia, ora è diventato capo di un partito in competizione con noi, sebbene dalla stessa parte della barricata, siamo in un' altra fase». Furibondo con chi gli contesta di averli resuscitati entrambi, il Movimento e l' avvocato: «Buffo che ora tutti lo temano mentre fino a ieri lo consideravano un mezzo incapace», riflette con i suoi. Si è stufato, il governatore del Lazio.

GOFFREDO BETTINI GIUSEPPE CONTE

 

Nelle ultime settimane lo hanno accusato di tutto: mancanza di coraggio, di essersi fatto vampirizzare dai Cinquestelle, di incapacità di rigenerare un partito che, dopo tre anni, è ancora inchiodato alle percentuali a cui Renzi lo aveva lasciato. E ora si è scocciato. Mettendo subito in chiaro che sì, una discussione sul ruolo e la funzione dei Democratici nell' inedito quadro determinato dal governo Draghi, andrà avviata. E anche presto. Come peraltro gli altri partiti stanno già facendo. Ma lì si dovrà fermare.

conte zingaretti

 

Intanto perché nessuno, finora, ha chiesto le primarie, anzi: Base riformista, la corrente più ostile e agguerrita, ha sin qui fatto capire che non vuole la testa del segretario, solo ridefinire la linea politica, sottrarsi all' abbraccio con i 5S, tornare alla vocazione maggioritaria del Pd.

 

E adesso Zingaretti vuol verificare se è davvero così, oppure si tratta di una strategia per logorarlo, costringerlo a chiamare lui i gazebo pur di sottrarsi all' assedio. Un passo falso che tuttavia il leader dem non intende compiere. Deciso ad appurare se la proposta di gestione unitaria del partito, lanciata da Lorenzo Guerini, sia autentica o semplicemente un' esca.

orlando zingaretti

 

Per questo al Nazareno si sta valutando di offrire al correntone riformista il posto di vicesegretaria accanto a Orlando, anziché affidarlo alla zingarettiana D' Elia. Sempre che di là riescano a mettersi d' accordo: Luca Lotti spingerebbe infatti per Simona Malpezzi, il ministro della Difesa per Alessia Morani, l' ex sottosegretaria allo Sviluppo ancora furibonda per essere rimasta fuori dal governo, sostituita nello stesso incarico da Anna Ascani.

 

goffredo bettini nicola zingaretti piero fassino

Un test necessario per sondare le reali intenzioni degli avversari interni. Coi quali, nel caso, siglare una tregua vera e soprattutto duratura. Che contempli non solo il cessate il fuoco contro l' attuale leader, ma anche un' intesa di massima sull' identità e il ruolo del Pd. A partire dalle alleanze con il M5S e Leu, che per Zingaretti non si discutono. Irritato dai tanti che continuano a rinfacciargli di aver difeso Conte fino alla morte.

 

SONDAGGIO SWG - M5S AL 22 PER CENTO CON CONTE LEADER

«Non sono stato io a volere il patto giallorosso, lo sanno tutti che ero contrario, ma quando si fa un governo insieme, ci si sta da amici non da avversari». Perciò lui ha fatto l' impossibile per tutelare il premier.

 

Adesso però «quell' esperienza è finita, abbiamo voltato pagina», ribadisce. E siccome Conte ha preso le redini del Movimento, come peraltro gli aveva anticipato, non potrà più essere il federatore del centrosinistra che si era immaginato «mesi fa», quando si pensava di poter andare a elezioni senza passare per un altro esecutivo. Sfruttandone anche la popolarità.

 

goffredo bettini 11

E neppure lo preoccupa il sondaggio Swg trasmesso ieri dal TgLa7 che agita invece suoi parlamentari, secondo cui il M5S guidato dall' avvocato schizzerebbe al 22% (+6,2 punti) precipitando il Pd al 14,2, oltre 4 punti in meno della scorsa settimana, con la Lega al 22,3, FdI al 16,1 e FI al 6,1. A parte l' entusiasmo della novità, «il problema non è Conte al 22%. Il problema è che il centrodestra sta al 50», attacca Zingaretti.

 

Su questo bisognerebbe concentrarsi, non massacrare il segretario. Come subito fa Enrico Borghi sui social: «Il Nazareno scuote l' albero e Grillo raccoglie i frutti. Fenomeni».

RENZI ZINGARETTILORENZO GUERINI GIUSEPPE CONTE

In attesa della tregua.

lorenzo guerini teresa bellanovaLorenzo Guerini

Ultimi Dagoreport

elisabetta belloni giorgia meloni giovanni caravelli alfredo mantovano

DAGOREPORT – CHI È STATO A FAR TRAPELARE LA NOTIZIA DELLE DIMISSIONI DI ELISABETTA BELLONI? LE IMPRONTE PORTANO A “FONTI DI INTELLIGENCE A LEI OSTILI” - L'ADDIO DELLA CAPA DEGLI SPIONI NON HA NULLA A CHE FARE COL CASO SALA. LEI AVREBBE PREFERITO ATTENDERE LA SOLUZIONE DELLE TRATTATIVE CON TRUMP E L'IRAN PER RENDERLO PUBBLICO, EVITANDO DI APPARIRE COME UNA FUNZIONARIA IN FUGA - IL CONFLITTO CON MANTOVANO E IL DIRETTORE DELL'AISE, GIANNI CARAVELLI, VIENE DA LONTANO. ALLA FINE, SENTENDOSI MESSA AI MARGINI, HA GIRATO I TACCHI   L'ULTIMO SCHIAFFO L'HA RICEVUTO QUANDO IL FEDELISSIMO NICOLA BOERI, CHE LEI AVEVA PIAZZATO COME VICE ALLE SPALLE DELL'"INGOVERNABILE" CARAVELLI, È STATO FATTO FUORI - I BUONI RAPPORTI CON L’AISI DI PARENTE FINO A QUANDO IL SUO VICE GIUSEPPE DEL DEO, GRAZIE A GIANMARCO CHIOCCI, E' ENTRATO NELL'INNER CIRCLE DELLA STATISTA DELLA GARBATELLA

terzo mandato vincenzo de luca luca zaia giorgia meloni matteo salvini antonio tajani

DAGOREPORT – REGIONALI DELLE MIE BRAME! BOCCIATO IL TERZO MANDATO, MATTEO SALVINI SI GIOCA IL TUTTO PER TUTTO CON LA DUCETTA CHE INSISTE PER UN CANDIDATO IN VENETO DI FRATELLI D'ITALIA - PER SALVARE IL CULO, A SALVINI NON RESTA CHE BATTERSI FINO ALL'ULTIMO PER IMPORRE UN CANDIDATO LEGHISTA DESIGNATO DA LUCA ZAIA, VISTO IL CONSENSO SU CUI IL DOGE PUÒ ANCORA CONTARE (4 ANNI FA LA SUA LISTA TOCCO' IL 44,57%, POTEVA VINCERE ANCHE DA SOLO) - ANCHE PER ELLY SCHLEIN SONO DOLORI: SE IL PD VUOLE MANTENERE IL GOVERNO DELLA REGIONE CAMPANA DEVE CONCEDERE A DE LUCA LA SCELTA DEL SUO SUCCESSORE (LA SOLUZIONE POTREBBE ESSERE CANDIDARE IL FIGLIO DI DON VINCENZO, PIERO, DEPUTATO PD)

cecilia sala abedini donald trump

DAGOREPORT – LO “SCAMBIO” SALA-ABEDINI VA INCASTONATO NEL CAMBIAMENTO DELLE FORZE IN CAMPO NEL MEDIO ORIENTE - CON IL POPOLO IRANIANO INCAZZATO NERO PER LA CRISI ECONOMICA A CAUSA DELLE SANZIONI USA E L’''ASSE DELLA RESISTENZA" (HAMAS, HEZBOLLAH, ASSAD) DISTRUTTO DA NETANYAHU, MENTRE L'ALLEATO PUTIN E' INFOGNATO IN UCRAINA, IL PRESIDENTE “MODERATO” PEZESHKIAN TEME LA CADUTA DEL REGIME DI TEHERAN. E IL CASO CECILIA SALA SI È TRASFORMATO IN UN'OCCASIONE PER FAR ALLENTARE LA MORSA DELL'OCCIDENTE SUGLI AYATOLLAH - CON TRUMP E ISRAELE CHE MINACCIANO DI “OCCUPARSI” DEI SITI NUCLEARI IRANIANI, L’UNICA SPERANZA È L’EUROPA. E MELONI PUÒ DIVENTARE UNA SPONDA NELLA MORAL SUASION PRO-TEHERAN...

elon musk donald trump alice weidel

DAGOREPORT - GRAZIE ANCHE ALL’ENDORSEMENT DI ELON MUSK, I NEONAZISTI TEDESCHI DI AFD SONO ARRIVATI AL 21%, SECONDO PARTITO DEL PAESE DIETRO I POPOLARI DELLA CDU-CSU (29%) - SECONDO GLI ANALISTI LA “SPINTA” DI MR. TESLA VALE ALMENO L’1,5% - TRUMP STA ALLA FINESTRA: PRIMA DI FAR FUORI IL "PRESIDENTE VIRTUALE" DEGLI STATI UNITI VUOLE VEDERE L'EFFETTO ''X'' DI MUSK ALLE ELEZIONI POLITICHE IN GERMANIA (OGGI SU "X" L'INTERVISTA ALLA CAPA DI AFD, ALICE WEIDEL) - IL TYCOON NON VEDE L’ORA DI VEDERE L’UNIONE EUROPEA PRIVATA DEL SUO PRINCIPALE PILASTRO ECONOMICO…

cecilia sala giorgia meloni alfredo mantovano giovanni caravelli elisabetta belloni antonio tajani

LA LIBERAZIONE DI CECILIA SALA È INDUBBIAMENTE UN GRANDE SUCCESSO DELLA TRIADE MELONI- MANTOVANO- CARAVELLI. IL DIRETTORE DELL’AISE È IL STATO VERO ARTEFICE DELL’OPERAZIONE, TANTO DA VOLARE IN PERSONA A TEHERAN PER PRELEVARE LA GIORNALISTA - COSA ABBIAMO PROMESSO ALL’IRAN? È PROBABILE CHE SUL PIATTO SIA STATA MESSA LA GARANZIA CHE MOHAMMAD ABEDINI NON SARÀ ESTRADATO NEGLI STATI UNITI – ESCE SCONFITTO ANTONIO TAJANI: L’IMPALPABILE MINISTRO DEGLI ESTERI AL SEMOLINO È STATO ACCANTONATO NELLA GESTIONE DEL DOSSIER (ESCLUSO PURE DAL VIAGGIO A MAR-A-LAGO) - RIDIMENSIONATA ANCHE ELISABETTA BELLONI: NEL GIORNO IN CUI IL “CORRIERE DELLA SERA” PUBBLICA IL SUO COLLOQUIO PIENO DI FRECCIATONE, IL SUO “NEMICO” CARAVELLI SI APPUNTA AL PETTO LA MEDAGLIA DI “SALVATORE”…