IL CAPOLAVORO DI GIORGIA MELONI: IN UN COLPO SOLO SI È INIMICATA NON SOLO LA FRANCIA, MA ANCHE LA SPAGNA – MADRID SI È SMARCATA DALLA DICHIARAZIONE CONGIUNTA SULLE “ONG FUORILEGGE”, E NON È AFFATTO UN CASO: IL PRIMO MINISTRO SANCHEZ RIMPIANGE DRAGHI E NON PUÒ FARE CONCESSIONI ALLA DESTRA DI “VOX”, IL CUI LEADER, SANTIAGO ABASCAL, È UN GRANDE AMICO DELLA PRESIDENTE DEL CONSIGLIO (CHE LA PREMIER HA INCENSATO DOPO LE ELEZIONI CON UN COLLEGAMENTO VIDEO)
Estratto dell’articolo di Alessandro Oppes per “la Repubblica”
giorgia meloni nel video messaggio per vox 3
Dopo la prima presa di contatto, che risale a un paio di settimane fa, Pedro Sánchez ha sottolineato come Giorgia Meloni parli «un ottimo spagnolo». Ma evidentemente non sono sufficienti le affinità linguistiche per intendersi. È bastata la prima grave crisi, che già contrappone in modo frontale Roma e Parigi e semina scompiglio in Europa, perché Madrid prendesse le distanze dal suo tradizionale alleato.
Del resto, in quella dichiarazione congiunta sulle «Ong fuorilegge », firmata da Italia, Grecia, Malta e Cipro, c'è appunto un grande assente, la Spagna, che è il quinto membro del gruppo Med5 impegnato da tempo nella ricerca delle soluzioni più efficaci al problema migratorio.
il comizio di giorgia meloni per vox, in spagna 3
La Spagna «non può sostenere proposte che premierebbero i Paesi che non rispettano i loro obblighi in termini di diritto marittimo internazionale e che andrebbero a discapito di quelli che, come la Spagna, rispettano i loro obblighi e salvano vite con risorse pubbliche», ha detto all'Ansa un portavoce del Ministero dell'Interno di Madrid.
Una presa di distanze netta che rischia di scavare un solco tra due Paesi da sempre uniti da interessi strategici comuni.
L'irritazione è palese anche nelle parole del ministro degli Esteri José Manuel Albares che, intervistato dal Periódico de España , riflette: «Assistiamo a un aumento del numero di migranti che cercano di raggiungere l'Europa tranne che attraverso una rotta: la Spagna. Perché? Perché abbiamo una lunga e solida collaborazione con i Paesi di origine e di transito».
[…] Ma la freddezza che si prospetta nel futuro dei rapporti con il governo Meloni ha ovvie motivazioni politiche. A nessuno è sfuggito in Spagna - e meno ancora all'esecutivo di sinistra - l'augurio fatto dalla leader di Fratelli d'Italia all'amico Santiago Abascal, fondatore e guida di Vox, perché l'estrema destra iberica possa presto arrivare al governo.
A un anno dalle prossime politiche, il leader socialista spagnolo può permettersi tutto tranne che concessioni alla destra. Per questo si è dovuto quasi giustificare per quella prima presa di contatto con Meloni (alla quale farà seguito il primo incontro ufficiale il 9 dicembre, in occasione del vertice Euromed ad Alicante) spiegando che «i rapporti tra Spagna e Italia sono rapporti che trascendono i governi e uniscono le nostre società in diversi ambiti». È come un mettere le mani avanti, prevedendo che le relazioni non saranno per niente facili. Di certo, non come lo sono state con Giuseppe Conte, nella fase dell'alleanza con il Pd, e neppure con Mario Draghi, un rapporto che si è andato consolidando nel tempo e che ora Sánchez sembra già rimpiangere.
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