giorgia meloni economia mercati crollo ue borsa mes

CARA GIORGIA, NON TI INVENTARE NIENTE: SARANNO LACRIME E SANGUE – IL “PIZZINO” DELLA COMMISSIONE EUROPEA ALL’ITALIA: “INVITIAMO ALLA PRUDENZA NELLA PREPARAZIONE DEI PIANI PLURIENNALI DI SPESA”. PER GLI STATI CON ALTO DEBITO, OGGETTO DI PROCEDURA D’INFRAZIONE, COME L’ITALIA, I PIANI DOVRANNO INCLUDERE ANCHE “UN’ANALISI DI SENSIBILITÀ CHE DIMOSTRI CHE IL DEBITO PREVISTO È SU UN PERCORSO DISCENDENTE”. TRADOTTO: IN VISTA DELLA MANOVRA, SO’ CAZZI...

 

ursula von der leyen giorgia meloni g7 borgo egnazia

(ANSA) - Nella preparazione dei piani pluriennali di spesa richiesti dal nuovo Patto di stabilità la Commissione Ue invita alla "prudenza" nelle assunzioni macroeconomiche, "incluse quelle sulla crescita del Pil, l'inflazione e i tassi di interesse".

 

E' quanto emerge nelle linee guida per assistere gli Stati sulla stesura dei primissimi piani, che andranno presentati entro il 20 settembre. Nel testo delle linee guida, consultato dall'ANSA, spunta poi una "analisi di sensibilità" che gli Stati come l'Italia dovranno presentare per "dimostrare che il debito previsto è plausibilmente su un percorso discendente o rimane a un livello prudente".

 

giorgia meloni

"Per gli Stati membri per i quali la Commissione ha predisposto una traiettoria di riferimento, i piani dovrebbero includere anche un'analisi di sensibilità che dimostri che il debito previsto è plausibilmente su un percorso discendente o rimane a un livello prudente", segnalano le linee guida dando dettagli estremamente tecnici sull'elaborazione di tale analisi. I piani conterranno impegni sulla crescita della spesa pubblica primaria netta (senza interessi, componenti una tantum, spesa ciclica per la disoccupazione e cofinanziamento nazionale dei programmi Ue).

 

L'impegno è a "mantenere la spesa netta in termini nominali al di sotto dei tassi di crescita annuali" per garantire il rispetto dei "requisiti di sostenibilità del debito e il rispetto delle salvaguardie". "Per mantenere questo impegno - viene precisato -, un governo può scegliere tra il contenimento della spesa e/o l'aumento discrezionale delle entrate". In altre parole, si parla di spesa ma contano i paletti su debito e deficit.

 

GIANCARLO GIORGETTI - GIORGIA MELONI

Sulle assunzioni macroeconomiche alla base dei piani si chiede non solo "uno scenario centrale e plausibile per la crescita del Pil", ma anche che sia "prudente" la stima sull'effetto delle riforme, e di non considerare l'impatto sul Pil potenziale di riforme non ancora attuate, anche se sono quelle a sostegno della richiesta di estendere il piano da 4 a 7 anni. I Paesi stanno preparando piani sia a 4 e sia a 7 anni.

 

CETRIOLONI PER L ITALIA - MEME BY EDOARDO BARALDI

Il via libera all'estensione arriverà però solo con la loro approvazione: la Commissione esprimerà una valutazione entro sei settimane dalla presentazione dei piani, e altre sei serviranno perché anche il Consiglio Ue adotti la raccomandazione sul percorso di spesa approvando gli impegni di riforma e investimento a sostegno dell'estensione. Sul debito, tra l'altro, nelle linee guida si chiede di presentare proiezioni nei singoli anni di piano con le "principali variabili di stress": con i tassi di interesse a lungo e breve termine, con la stima minima sul saldo primario strutturale e in uno scenario avverso di crescita dei tassi.

 

Sugli obiettivi di sviluppo sostenibile, del pilastro europeo dei diritti sociali e altre priorità Ue, inoltre, gli Stati devono dettagliare le misure su 17 voci come tra l'altro istruzione, pari opportunità, reddito minimo, assistenza sanitaria o "pace, giustizia e istituzioni forti".

Ultimi Dagoreport

turicchi, giorgetti, sala

FLASH! - IL DILEMMA DI GIORGETTI: IL CAPO DELLE PARTECIPATE DEL TESORO E SUO FEDELISSIMO, MARCELLO SALA, NON HA INTENZIONE DI TRASLOCARE ALLA PRESIDENZA DI NEXI PER FARE POSTO AD ANTONINO TURICCHI, CHE VANTA PERO’ UN ‘’CREDITO’’ NEI CONFRONTI DEL MINISTRO DEL MEF PER AVER CONDOTTO IN PORTO LE TRATTATIVE ITA-LUFTANSA. MA ALLA PRESIDENZA DI ITA, INVECE DI TURICCHI, MELONI & C. HANNO IMPOSTO SANDRO PAPPALARDO, UN PILOTA PENSIONATO LEGATO AL CLAN SICULO DI MUSUMECI – ORA GIORGETTI SPERA CHE VENGA APPLICATA LA LEGGE CHE VIETA AI PENSIONATI DI STATO DI RICOPRIRE INCARICHI RETRIBUITI)…

donald trump

DAGOREPORT - LA DIPLOMAZIA MUSCOLARE DI TRUMP È PIENA DI "EFFETTI COLLATERALI" - L'INCEDERE DA BULLDOZER DEL TYCOON HA PROVOCATO UNA SERIE DI CONSEGUENZE INATTESE: HA RIAVVICINATO IL REGNO UNITO ALL'UE, HA RILANCIATO L'IMMAGINE DI TRUDEAU E ZELENSKY, HA RIACCESO IL SENTIMENT ANTI-RUSSO NEGLI USA - LA MOSSA DA VOLPONE DI ERDOGAN E IL TRACOLLO NEI SONDAGGI DI NETANYAHU (SE SALTA "BIBI", SALTA ANCHE IL PIANO DI TRUMP PER IL MEDIO ORIENTE) - I POTENTATI ECONOMICI A STELLE E STRISCE SI MUOVONO: ATTIVATO UN "CANALE" CON LE CONTROPARTI BRITANNICHE PER PREVENIRE ALTRI CHOC TRUMPIANI...

giorgia arianna meloni maria grazia manuela cacciamani gennaro coppola cinecitta francesco rocca

DAGOREPORT - MENTRE LE MULTINAZIONALI STRANIERE CHE VENIVANO A GIRARE IN ITALIA OGGI PREFERISCONO LA SPAGNA, GLI STUDIOS DI CINECITTÀ SONO VUOTI - SONDARE I PRODUTTORI PER FAVORIRE UNA MAGGIORE OCCUPAZIONE DEGLI STUDIOS È UN’IMPRESA NON FACILE SOPRATTUTTO SE A PALAZZO CHIGI VIENE L’IDEA DI NOMINARE AL VERTICE DI CINECITTÀ SPA, CARDINE DEL SISTEMA AUDIOVISIVO ITALIANO, MANUELA CACCIAMANI, LEGATA ALLE SORELLE MELONI, IN PARTICOLARE ARIANNA, MA DOTATA DI UN CURRICULUM DI PRODUTTRICE DI FILM “FANTASMA” E DOCUMENTARI “IGNOTI” – FORSE PER IL GOVERNO MELONI È STATA PIÙ DECISIVA LA FEDE POLITICA CHE IL POSSESSO DI COMPETENZE. INFATTI, CHI RITROVIAMO NELLA SEGRETERIA DI FRANCESCO ROCCA ALLA REGIONE LAZIO? LA SORELLA DI MANUELA, MARIA GRAZIA CACCIAMANI, CHE FU CANDIDATA AL SENATO NEL 2018 NELLE LISTE DI FRATELLI D’ITALIA - QUANDO DIVENTA AD DI CINECITTÀ, CACCIAMANI HA LASCIATO LA GESTIONE DELLE SUE SOCIETÀ NELLE MANI DI GENNARO COPPOLA, IL SUO COMPAGNO E SOCIO D'AFFARI. QUINDI LEI È AL COMANDO DI UNA SOCIETÀ PUBBLICA CHE RICEVE 25 MILIONI L'ANNO, LUI AL TIMONE DELL’AZIENDA DI FAMIGLIA CHE OPERA NELLO STESSO SETTORE…

consiglio europeo giorgia meloni viktor orban ucraina zelensky ursula von der leyen

LE DECISIONI ALL’UNANIMITÀ IN EUROPA SONO FINITE: IERI AL CONSIGLIO EUROPEO IL PRIMO PASSO PER IL SUPERAMENTO DEL VETO, CON L’ISOLAMENTO DEL PUTINIANO VIKTOR ORBAN SUL PIANO IN CINQUE PUNTI PER L’UCRAINA – GIORGIA MELONI NON POTEVA SFILARSI ED È RIUSCITA A RIGIRARE LA FRITTATA CON MATTEO SALVINI: NON ERA UN DESIDERIO DI TRUMP CHE I PAESI EUROPEI AUMENTASSERO FINALMENTE LE SPESE PER LA DIFESA? DI CHE TI LAMENTI? - ANCHE LA POLEMICA DEL LEGHISTA E DI CONTE SUI “SOLDI DEGLI ASILI CHE FINISCONO IN ARMAMENTI” È STATA AGILMENTE NEUTRALIZZATA DALLA SORA GIORGIA, CHE HA FATTO “VERBALIZZARE” LA CONTRARIETÀ DELL’ITALIA ALL’UTILIZZO DEI FONDI DI COESIONE…