CARO DAGO, TE LA SPIEGO IO LA SCONFITTA ITALIANA SULL’EMA - CATERINA RONCHIERI, CHE HA LAVORATO CON FRATTINI A BRUXELLES E ALLA FARNESINA: ‘L’ITALIA PAGA UN GOVERNO DEBOLE, IN SCADENZA E SENZA LEGITTIMAZIONE POPOLARE. HANNO MANDATO UN SOTTOSEGRETARIO SENZA PORTAFOGLIO? MA I MINISTRI STRANIERI NEANCHE LO ASCOLTANO! MAI MAI MAI ERAVAMO STATI COSI' PICCOLI E COSI' DEBOLI’
Dopo il nostro articolo sul perché l’Italia ha perso l’assegnazione dell’EMA, ci scrive Caterina Ronchieri, che ha lavorato nel gabinetto di Franco Frattini per 8 anni, sia quando era Vicepresidente della Commissione Europea, sia quando è stato Ministro degli Esteri (2008-2011). E approfondisce i temi chiave della debolezza della delegazione, di un governo italiano non legittimato dal voto e in scadenza, e che da anni ha rinunciato a lottare per un posto di rilievo in Europa.
Proviamo a dire la verità. Sul caso EMA se ne stanno dicendo di tutti i colori. L'Italia sta pagando, e a carissimo prezzo, la mancanza di un Governo forte, che sia legittimato dal voto ad agire nei propri interessi e che abbia la voglia e l'energia per farlo. Il Governo Renzi ha scelto un portafoglio, cioè quello di Alto Rappresentante della politica estera dell'Unione, che non esiste. Non ha nessun peso, perché non esiste una politica estera comune, ogni Stato in questa materia è indipendente e sovrano. Piaccia o meno, indipendentemente da come la si pensi, il fatto di non aver appoggiato le carriere dei nostri funzionari e di aver tralasciato di occuparsi di Bruxelles ci ha portato ad essere dei paria sulla scena europea.
A giocarcela alla pari, e ai dadi con Amsterdam, che era molto più debole di noi. Non hanno pronta nemmeno la sede. Non hanno abbastanza capacità per accogliere l'indotto e non hanno tradizione di industria farmaceutica. Perdere una candidatura forte come era quella di Milano significa davvero non contare niente. Un Governo uscente non può promettere niente a nessuno, tanto meno se non è mai stato legittimato da un voto popolare. Il Governo non è nemmeno riuscito a coprire le spalle al corpo diplomatico che ha dedicato alla causa (che ci avrebbe portato 1.7 miliardi di indotto. Ripeto: 1.7 miliardi) tutte le energie e l'impegno umanamente spendibili.
A negoziare ci hanno mandato il sottosegretario agli affari europei, che sul piano protocollare non conta niente di niente. Non il premier, e nemmeno il ministro degli esteri. Vedendo la composizione della delegazione già si capiva che avremmo perso. Un sottosegretario non può promettere niente, neanche lo sentono. Perché Gentiloni non era li, a chiedere i voti uno ad uno? E' spaventoso, i ministri non parlano con i sottosegretari, tra l'altro senza portafoglio. Sono errori talmente grossi e grossolani che pare anche difficile pensare che sia successo per caso. Almeno il coraggio di provarci e di metterci la faccia. Il Governo non ha fatto nemmeno quello.
FRANCO FRATTINI SILVIO BERLUSCONI
Gli errori dei governi si pagano, e cari. Quando fu assegnata a Parma l'agenzia europea per la sicurezza alimentare, Berlusconi era presidente di turno del Consiglio dell'Unione Europea, il nostro Governo si è battuto come un leone in tutte le sedi possibili per ottenere questo risultato. Ed era un Governo legittimato dal voto popolare. Piaccia o meno, che si consideri Berlusconi il peggio puzzone dell'universo mondo, si occupava delle istituzioni europee e portava a casa i risultati. Per noi. Tutti.
Qui abbiamo perso, tutti, e tantissimo. E non ci nascondiamo dietro a un dito. Arrivare a prendere una decisione simile con la monetina significa che sul piano internazionale siamo più leggeri di una piuma, non contiamo niente di niente. Magari se ne ha poca percezione, perché Bruxelles sembra affare lontano. Ma non è affatto cosi'. E non è colpa certo delle Istituzioni comunitarie, ogni Stato cerca di fare al meglio i propri interessi, è la vita. Ma mai mai mai eravamo stati cosi' piccoli e cosi' deboli.