matteo salvini riccardo molinari lega

NELLA CARROCCIO A PEZZI SI AGITA E AVANZA RICCARDO MOLINARI – L'AMBIZIOSO CAPOGRUPPO ALLA CAMERA PUNTA AL RUOLO DI “TRAGHETTATORE” DELLA LEGA, NEL CASO DI UN PASSO INDIETRO DI SALVINI, ASSEDIATO DALLE TRUPPE DI SCONTENTI – MOLINARI, CHE NON HA MAI PERDONATO AL "CAPITONE" DI AVERGLI PREFERITO FONTANA ALLA PRESIDENZA DI MONTECITORIO, È DIVENTATO UN PUNTO DI RIFERIMENTO PER I DIRIGENTI CHE VOGLIONO TORNARE AGLI IDEALI “BOSSIANI” DELLA LEGA…

Estratto dell’articolo di Riccardo Barbin per www.policymakermag.it

 

MATTEO SALVINI RICCARDO MOLINARI

Le voci e il sottofondo dei malumori sono sempre più incalzanti. Da settimane ormai non passa giorno senza un articolo, una ricostruzione, un retroscena sulle crepe all’interno della Lega, sui mal di pancia nei confronti di Salvini e sugli scenari del terzo tipo che potrebbero verificarsi se il consenso del Carroccio, tra regionali ed europee, dovrebbe assottigliarsi sotto percentuali da allarme rosso.

 

Il nodo del terzo mandato in Veneto per Luca Zaia, verso il quale il pressing di Salvini per candidarsi alle Europee sembra non sia affatto scemato; la candidatura che ancora non arriva del generale Vannacci e l’accordo con l’Udc di Cesa in vista delle Europee; le critiche dei leghisti veneti tra accuse ed espulsioni; le spine nel fianco rappresentate dai bossiani che al Nord stanno iniziando a rompere gli indugi candidandosi con altre forze politiche. A Salvini le preoccupazioni non mancano di sicuro.

 

RICCARDO MOLINARI

[…] In particolare non sta passando inosservato il distacco delle ultime settimane dei capigruppo in Parlamento, Massimiliano Romeo e Riccardo Molinari. In passato solerti a prendere sempre le difese del proprio leader, mentre ultimamente un po’ ad osservare gli eventi.

 

E sembra farsi strada e trovare una certa solidità l’ipotesi che, in caso di un calo di consensi e una situazione interna non più procrastinabile, Salvini possa fare un passo indietro e lasciare a una figura di traghettatore la gestione del partito in vista del prossimo congresso.

MATTEO SALVINI RICCARDO MOLINARI

 

Per questa figura si farebbe il nome proprio di Molinari. Uno scenario che nei giorni scorsi aveva già prefigurato Stefano Iannaccone sul Domani e che sembra avere un certo riscontro. L’attuale capogruppo pare non abbia mai digerito del tutto il voltafaccia che, all’inizio di legislatura, dovette subire da Salvini quando gli preferì Lorenzo Fontana per la guida della Camera dei Deputati.

 

riccardo molinari massimiliano romeo matteo salvini al quirinale

“Dopo il passaggio – ha scritto il Domani – il rapporto è stato altalenante, sebbene non ci sia mai stata una rottura totale. Ma c’è un accumulo di incomprensioni. Il capogruppo coltiva cosi l’ambizione di un ruolo sempre più autonomo rispetto ai vertici. Fino a diventare un punto di riferimento per quei dirigenti che immaginano un post Salvini al comando della Lega”.

 

E qui Iannaccone rivela quale sarebbe il “punto fisso: l’attuale segretario resta al governo e lascia il partito agli altri per far ripartire una fase di nuovo radicamento. Una figura che possa garantire una certa continuità rispetto al passato, ma avviando un’operazione di cambiamento. Molinari si immagina come un buon traghettatore in modo da testare la sua capacità di guida da segretario vecchio stile”.

 

MATTEO SALVINI RICCARDO MOLINARI

Riccardo Molinari, classe 1983, come ricorda un ritratto del Corriere della Sera, ha preso la prima tessera della Lega nella sua Alessandria a 16 anni. Ad oggi è già stato: consigliere regionale (2010), poi assessore regionale (2013), quindi assessore comunale ad Alessandria (2017).

 

In mezzo, nel 2016, lo scontro vinto con Gianna Gancia, moglie di Roberto Calderoli, per la conquista della segreteria della Lega Piemonte. “La laurea in Giurisprudenza in virtù della quale potrebbe esercitare la professione di avvocato non gli è mai davvero servita. Perché dopo gli incarichi locali-regionali, Molinari è passato agevolmente a quelli nazionali. Alla prima legislatura da deputato è stato investito subito del delicato ruolo di capogruppo, raccogliendo nel 2018 il testimone da Giancarlo Giorgetti passato a fare il ministro nel governo Conte I”.

 

matteo salvini andrea crippa lorenzo fontana giancarlo giorgetti riccardo molinari

“«Un predestinato» lo ha ribattezzato un rivale interno invidioso dei suoi successi” scriveva sempre il Corriere. “Eppure, Molinari ha avuto anche qualche grattacapo giudiziario. Coinvolto nella «Rimborsopoli» in Piemonte, pur assolto in primo grado, nel 2018 viene condannato in appello a 11 mesi per peculato. Nel novembre del 2019 la Cassazione annulla la condanna”. […]

SERGIO MATTARELLA CON LA DELEGAZIONE DELLA LEGA - MATTEO SALVINI MASSIMILIANO ROMEO RICCARDO MOLINARIRICCARDO MOLINARI MATTEO SALVINI

Ultimi Dagoreport

francesco milleri andrea orcel carlo messina nagel donnet generali caltagirone

DAGOREPORT - A CHE PUNTO È LA NOTTE DEL PIÙ GRANDE RISIKO BANCARIO D’ITALIA? L’ASSEMBLEA DI GENERALI DEL 24 APRILE È SOLO LA PRIMA BATTAGLIA. LA GUERRA AVRÀ INIZIO DA MAGGIO, QUANDO SCENDERANNO IN CAMPO I CAVALIERI BIANCHI MENEGHINI - RIUSCIRANNO UNICREDIT E BANCA INTESA A SBARRARE IL PASSO ALLA SCALATA DI MEDIOBANCA-GENERALI DA PARTE DELL’”USURPATORE ROMANO” CALTAGIRONE IN SELLA AL CAVALLO DI TROIA DEI PASCHI DI SIENA (SCUDERIA PALAZZO CHIGI)? - QUALI MOSSE FARÀ INTESA PER ARGINARE IL DINAMISMO ACCHIAPPATUTTO DI UNICREDIT? LA “BANCA DI SISTEMA” SI METTERÀ DI TRAVERSO A UN’OPERAZIONE BENEDETTA DAL GOVERNO MELONI? O, MAGARI, MESSINA TROVERÀ UN ACCORDO CON CALTARICCONE? (INTESA HA PRIMA SPINTO ASSOGESTIONI A PRESENTARE UNA LISTA PER IL CDA GENERALI, POI HA PRESTATO 500 MILIONI A CALTAGIRONE…)

donald trump giorgia meloni

DAGOREPORT - LA DUCETTA IN VERSIONE COMBAT, DIMENTICATELA: LA GIORGIA CHE VOLERA' DOMANI A WASHINGTON E' UNA PREMIER IMPAURITA, INTENTA A PARARSI IL SEDERINO PIGOLANDO DI ''INSIDIE'' E "MOMENTI DIFFICILI" - IL SOGNO DI FAR IL SUO INGRESSO ALLA CASA BIANCA COME PONTIERE TRA USA-UE SI E' TRASFORMATO IN UN INCUBO IL 2 APRILE QUANDO IL CALIGOLA AMERICANO HA MOSTRATO IL TABELLONE DEI DAZI GLOBALI - PRIMA DELLE TARIFFE, IL VIAGGIO AVEVA UN SENSO, MA ORA CHE PUÒ OTTENERE DA UN MEGALOMANE IN PIENO DECLINO COGNITIVO? DALL’UCRAINA ALLE SPESE PER LA DIFESA DELLA NATO, DA PUTIN ALLA CINA, I CONFLITTI TRA EUROPA E STATI UNITI SONO TALMENTE ENORMI CHE IL CAMALEONTISMO DI MELONI E' DIVENTATO OGGI INSOSTENIBILE (ANCHE PERCHE' IL DAZISMO VA A SVUOTARE LE TASCHE ANCHE DEI SUOI ELETTORI) - L'INCONTRO CON TRUMP E' UN'INCOGNITA 1-2-X, DOVE PUO' SUCCEDERE TUTTO: PUO' TORNARE CON UN PUGNO DI MOSCHE IN MANO, OPPURE LEGNATA COME ZELENSKY O MAGARI  RICOPERTA DI BACI E LODI...

agostino scornajenchi stefano venier giovanbattista fazzolari snam

SNAM! SNAM! LA COMPETENZA NON SERVE - ALLA GUIDA DELLA SOCIETÀ DI CDP, CHE SI OCCUPA DI STOCCAGGIO E RIGASSIFICAZIONE DEL GAS NATURALE, SARÀ UN MANAGER CHE HA SEMPRE RICOPERTO IL RUOLO DI DIRETTORE FINANZIARIO, AGOSTINO SCORNAJENCHI – MA DAL GAS ALLA FIAMMA, SI SA, IL PASSO È BREVE: A PROMUOVERE LA NOMINA È INTERVENUTO QUELLO ZOCCOLO DURO E PURO DI FRATELLI D’ITALIA, GIÀ MSI E AN, CHE FA RIFERIMENTO A FAZZOLARI. E A NULLA È VALSO IL NO DELLA LEGA - LA MANCATA RICONFERMA DI STEFANO VENIER, NOMINATO 3 ANNI FA DAL GOVERNO DRAGHI, È ARRIVATA PROPRIO NEL GIORNO IN CUI STANDARD & POOR HA PROMOSSO IL RATING DELLA SNAM…

veneto luca zaia matteo salvini giorgia meloni elly schlein giuseppe conte

DAGOREPORT – SCAZZO DOPO SCAZZO, IL BIG BANG PER IL CENTRODESTRA SARÀ IN AUTUNNO, CON LE REGIONALI IN VENETO, CAMPANIA, TOSCANA, PUGLIA E MARCHE – SE ZAIA E LA SUA LIGA VENETA SI PRESENTASSERO DA SOLI, SPACCHETTEREBBERO IL VOTO DI DESTRA RENDENDO LA REGIONE CONTENDIBILE: BASTEREBBE SOLO CHE PD E M5S SMETTESSERO DI FARE GLI EGO-STRONZI E CONVERGESSERO SU UN CANDIDATO “CIVICO” (COME DAMIANO TOMMASI A VERONA NEL 2022) – LA PROPOSTA DI MELONI AL "TRUCE" MATTEO: FDI È DISPOSTA A LASCIARE IL VENETO ALLA LEGA, MA A QUEL PUNTO LA REGIONE LOMBARDIA TOCCA A NOI (A FORZA ITALIA, IL SINDACO DI MILANO) - SE SALVINI SI IMPUNTA? S'ATTACCA! E FRATELLI D'ITALIA SI PRENDE TUTTO (MA LE CONSEGUENZE SULLA MAGGIORANZA POTREBBERO ESSERE FATALI PER IL PRIMO GOVERNO MELONI…)

donald trump dazi tadazi

DAGOREPORT – LO STOP DI TRE MESI AI DAZI NON SALVERA' IL CULONE DI TRUMP: PER I MERCATI FINANZIARI L’INSTABILITÀ ECONOMICA È PEGGIO DELLA PESTE, E DONALD HA ORMAI ADDOSSO IL MARCHIO DELL’AGENTE DEL CAOS – I FONDI ISTITUZIONALI EUROPEI ABBANDONANO GLI INVESTIMENTI IN SOCIETA' AMERICANE, IL DOLLARO SCENDE, IL RENDIMENTO DEI BOND USA SI IMPENNA, LE AZIENDE CHE PRODUCONO TRA CINA E VIETNAM RISCHIANO DI SALTARE (TRUMP HA SALVATO APPLE MA NON NIKE) - PER QUESTO IL CALIGOLA COL CIUFFO HA RINCULATO SUI DAZI (CINA ESCLUSA) - MA LO STOP DI TRE MESI NON È SERVITO A TRANQUILLIZZARE I POTERI FORTI GLOBALI, CON IL DRAGONE DI XI JINPING CHE RISPONDE DURO ALLE TARIFFE USA A COLPI DI "DUMPING": ABBASSANDO IL COSTO DEI PRODOTTI CHE NON ESPORTA PIU' IN USA (COMPRESO L'EXPORT DELLE RISORSE DELLE TERRE RARE, STRATEGICO PER LE MULTINAZIONALI HI-TECH) – SONDAGGI IN PICCHIATA PER TRUMP: IL 60% DEGLI AMERICANI POSSIEDE AZIONI TRAMITE I FONDI PENSIONE...

gianfranco zinzilli silvia calandrelli giampaolo rossi rai

FLASH - GRANDE INCAZZATURA NEL CENTRODESTRA, IN PARTICOLARE TRA I FRATELLINI D’ITALIA: TRA OGGI E DOMANI IN RAI DEVONO DECIDERE IL PRESIDENTE DI RAI PUBBLICITÀ E L’AD ROSSI VUOLE NOMINARE SILVIA CALANDRELLI, IN QUOTA PD, COME PRESIDENTE  DELLA CASSAFORTE PUBBLICITARIA DELLA RAI (IL FILOSOFO DI COLLE OPPIO LE AVEVA PROPOSTO LA DIREZIONE DI PUBBLICA UTILITÀ, MA LEI HA RIFIUTATO) - LA LEGA VORREBBE PIAZZARE GIANFRANCO ZINZILLI, ATTUALMENTE VICE DIRETTORE VICARIO DELLA DIREZIONE OFFERTA ESTERO RAI ITALIA...