beppe grillo davide casaleggio vincenzo onorato moby

“NESSUN NOSTRO CLIENTE HA MAI AVUTO FAVORITISMI POLITICI GRAZIE A ME. SIAMO PARTE LESA” - CASALEGGIO PRENDE LE DISTANZE DA GRILLO, ACCUSATO DI PRESUNTE PRESSIONI SUI PARLAMENTARI PENTASTELLATI PER REALIZZARE INIZIATIVE NORMATIVE FAVOREVOLI AL FONDATORE DI MOBY VINCENZO ONORATO - NONOSTANTE LA PERQUISIZIONE, IL FIGLIO DEL FONDATORE RICORDA, "CASALEGGIO ASSOCIATI, SOCI O DIPENDENTI NON SONO INDAGATI". ANZI, LAMENTA, I CREDITI CON MOBY "SONO OGGETTO DI UN…”

Pietro De Leo per “Libero Quotidiano”

 

Lamentazione, piagnisteo e anche qualche furbata. Sarà pure che da mesi le strade con il Movimento 5 Stelle si sono separate, ma la sortita di Davide Casaleggio sull'inchiesta Moby, attraverso un post pubblicato ieri sulla sua pagina Facebook, ricalca il tradizionale schema vittimistico dei pentastellati. Premessa: né lui né alcun componente della sua azienda sono indagati.

BEPPE GRILLO

 

Tuttavia, avendo la Casaleggio Associati sottoscritto un contratto con Moby per erogare un servizio di consulenza di comunicazione, la Guardia di Finanza ha effettuato una perquisizione nei suoi uffici di Milano. E di nuovo i nomi di Casaleggio e Beppe Grillo, che invece è indagato, si sono ritrovati appaiati sui giornali e tg. In quelle strane connessioni magnetiche dove il fato malandrino appaia di nuovo ciò che la politica ha separato.

 

Ma Casaleggio non ci sta, e lo si capisce leggendo la sua lunga nota. Parla da imprenditore solo imprenditore. Quasi come se né lui né la sua azienda fossero stati, in tutti questi anni, nella prassi politica e nell'immaginario collettivo un ingranaggio fondamentale della storia del Movimento 5 Stelle di cui il padre Gianroberto, assieme a Grillo, fu fondatore. «Le rassegne stampa sono nuovamente piene del nome Casaleggio Associati», è l'incipit.

vincenzo onorato

 

E attacca con la lacrimazione: «Non penso che esista un caso simile, in cui uno studio di consulenza sia oggetto da dieci anni di un ossessivo e costante discredito mediatico di tale portata senza alcuna base oggettiva». E ancora: «A questo si somma la campagna di fango sui falsi finanziamenti venezuelani che viene portata ancora avanti da parte dello sciacallaggio mediatico italiano contro mio padre, la cui foto viene pubblicata e associata alla solita calunnia ormai smentita».

 

beppe grillo

SENZA MACCHIA Insomma, a leggere lui, evidentemente la Casaleggio Associati è un'azienda politicamente incontaminata. Estranea dalla storia di quel Movimento 5 Stelle che della mistura mediatico-giudiziaria, a scapito degli avversari, ha fatto propellente di consenso. Quel «servirebbe il senso della misura» che l'imprenditore invoca, dunque, lo tira dentro la nemesi da cui non può fuggire, al pari dei suoi ex compagni di strada. Poi aggiunge: «Casaleggio Associati, come molte Pmi, ha attraversato un momento di difficoltà negli ultimi due annidi pandemia, in particolare per la situazione creditizia di alcuni suoi clienti. A questo si sono sommati costanti attacchi mediatici che sembrano rispecchiare il modo scientifico che qualcuno suggeriva di attuare con una 'character assassination contro Davide Casaleggio e la sua società».

VINCENZO ONORATO

 

E qui posta il link ad un articolo sul famoso documento riservato del giornalista Fabrizio Rondolino inviato a Matteo Renzi, emerso dalle carte dell'inchiesta Open. Insomma, gira e gira sempre colpa dei giornalisti e di qualcuno che muoverebbe i fili, oggi come ieri. Poi passa a trattare dell'indagine Moby: «Casaleggio Associati», spiega, «è parte lesa in quanto oggi i crediti ai quali dovrebbe accedere» verso la società «sono, invece, oggetto di un concordato di continuità di Moby che sostanzialmente ha portato allo stralcio quasi totale del credito vantato, causando così una condizione di forte tensione finanziaria per la nostra società. Una situazione che le diffamazioni mediatiche non aiutano di certo a risolvere».

BEPPE GRILLO

 

Di nuovo, dagli alla stampa cattivona. E poi la chiusura: «Lo ribadisco per l'ennesima volta: nessun nostro cliente ha mai avuto favoritismi politici grazie a me. È un fatto incontestabile, non un'opinione. Non è più tollerabile dovermi difendere da accuse per fatti che non ho mai commesso».

 

ANNO DEL CAMBIAMENTO In sintesi, l'imprenditore scava un solco rispetto alla posizione di Beppe Grillo, accusato di presunte pressioni sui parlamentari pentastellati per realizzare iniziative normative favorevoli al fondatore di Moby Vincenzo Onorato, che con il blog del comico aveva un contratto di pubblicità. Non cita mai, Casaleggio, né Grillo né il Movimento. Come se negli anni dei fatti contestati non si conoscessero. Come se quella storia sola non fosse esistita mai. «Il 2022 sarà un annodi cambiamenti», conclude l'imprenditore. Ma attenzione alle scorie di quelli passati.

BEPPE GRILLO E IL CERVELLO COME MASCHERINA CON CUI INVITAVA A FILTRARE L'INFORMAZIONEBEPPE GRILLOvincenzo onorato

Ultimi Dagoreport

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - COSA FRULLAVA NELLA TESTA TIRATA A LUCIDO DI ANDREA ORCEL QUANDO STAMATTINA ALL’ASSEMBLEA GENERALI HA DECISO IL VOTO DI UNICREDIT A FAVORE DELLA LISTA CALTAGIRONE? LE MANGANELLATE ROMANE RICEVUTE PER L’OPS SU BPM, L’HANNO PIEGATO AL POTERE DEI PALAZZI ROMANI? NOOO, PIU' PROBABILE CHE SIA ANDATA COSÌ: UNA VOLTA CHE ERA SICURA ANCHE SENZA UNICREDIT, LA VITTORIA DELLA LISTA MEDIOBANCA, ORCEL HA PENSATO BENE CHE ERA DA IDIOTA SPRECARE IL SUO “PACCHETTO”: MEJO GIRARLO ALLA LISTA DI CALTARICCONE E OTTENERE IN CAMBIO UN PROFICUO BONUS PER UNA FUTURA PARTNERSHIP IN GENERALI - UNA VOLTA ESPUGNATA MEDIOBANCA COL SUO 13% DI GENERALI, GIUNTI A TRIESTE L’82ENNE IMPRENDITORE COL SUO "COMPARE" MILLERI AL GUINZAGLIO, DOVE ANDRANNO SENZA UN PARTNER FINANZIARIO-BANCARIO, BEN STIMATO DAI FONDI INTERNAZIONALI? SU, AL DI FUORI DEL RACCORDO ANULARE, CHI LO CONOSCE ‘STO CALTAGIRONE? – UN VASTO PROGRAMMA QUELLO DI ORCEL CHE DOMANI DOVRA' FARE I CONTI CON I PIANI DELLA PRIMA BANCA D'ITALIA, INTESA-SANPAOLO…

donald trump ursula von der leyen giorgia meloni

DAGOREPORT - UN FACCIA A FACCIA INFORMALE TRA URSULA VON DER LEYEN E DONALD TRUMP, AI FUNERALI DI PAPA FRANCESCO, AFFONDEREBBE IL SUPER SUMMIT SOGNATO DA GIORGIA MELONI - LA PREMIER IMMAGINAVA DI TRONEGGIARE COME MATRONA ROMANA, TRA MAGGIO E GIUGNO, AL TAVOLO DEI NEGOZIATI USA-UE CELEBRATA DAI MEDIA DI TUTTO IL MONDO. SE COSÌ NON FOSSE, IL SUO RUOLO INTERNAZIONALE DI “GRANDE TESSITRICE” FINIREBBE NEL CASSETTO, SVELANDO IL NULLA COSMICO DIETRO AL VIAGGIO ALLA CASA BIANCA DELLA SCORSA SETTIMANA (L'UNICO "RISULTATO" È STATA LA PROMESSA DI TRUMP DI UN VERTICE CON URSULA, SENZA DATA) - MACRON-MERZ-TUSK-SANCHEZ NON VOGLIONO ASSOLUTAMENTE LA MELONI NEL RUOLO DI MEDIATRICE, PERCHÉ NON CONSIDERANO ASSOLUTAMENTE EQUIDISTANTE "LA FANTASTICA LEADER CHE HA ASSALTATO L'EUROPA" (COPY TRUMP)...

pasquale striano dossier top secret

FLASH – COM’È STRANO IL CASO STRIANO: È AVVOLTO DA UNA GRANDE PAURA COLLETTIVA. C’È IL TIMORE, NEI PALAZZI E NELLE PROCURE, CHE IL TENENTE DELLA GUARDIA DI FINANZA, AL CENTRO DEL CASO DOSSIER ALLA DIREZIONE NAZIONALE ANTIMAFIA (MAI SOSPESO E ANCORA IN SERVIZIO), POSSA INIZIARE A “CANTARE” – LA PAURA SERPEGGIA E SEMBRA AVER "CONGELATO" LA PROCURA DI ROMA DIRETTA DA FRANCESCO LO VOI, IL COPASIR E PERSINO LE STESSE FIAMME GIALLE. L’UNICA COSA CERTA È CHE FINCHÉ STRIANO TACE, C’È SPERANZA…

andrea orcel francesco milleri giuseppe castagna gaetano caltagirone giancarlo giorgetti matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT - IL RISIKONE È IN ARRIVO: DOMANI MATTINA INIZIERÀ L’ASSALTO DI CALTA-MILLERI-GOVERNO AL FORZIERE DELLE GENERALI. MA I TRE PARTITI DI GOVERNO NON VIAGGIANO SULLO STESSO BINARIO. L’INTENTO DI SALVINI & GIORGETTI È UNO SOLO: SALVARE LA “LORO” BPM DALLE UNGHIE DI UNICREDIT. E LA VOLONTÀ DEL MEF DI MANTENERE L’11% DI MPS, È UNA SPIA DEL RAPPORTO SALDO DELLA LEGA CON IL CEO LUIGI LOVAGLIO - DIFATTI IL VIOLENTISSIMO GOLDEN POWER DEL GOVERNO SULL’OPERAZIONE DI UNICREDIT SU BPM, NON CONVENIVA CERTO AL DUO CALTA-FAZZO, BENSÌ SOLO ALLA LEGA DI GIORGETTI E SALVINI PER LEGNARE ORCEL – I DUE GRANDI VECCHI DELLA FINANZA MENEGHINA, GUZZETTI E BAZOLI, HANNO PRESO MALISSIMO L’INVASIONE DEI CALTAGIRONESI ALLA FIAMMA E HANNO SUBITO IMPARTITO UNA “MORAL SUASION” A COLUI CHE HANNO POSTO AL VERTICE DI INTESA, CARLO MESSINA: "ROMA DELENDA EST"…