PIERFURBY, DA QUARANT’ANNI IN EQUILIBRIO SUL POTERE, DIVENTA PRESIDENTE DELLA COMMISSIONE SULLE BANCHE, CHE NON VOLEVA – FOLLINI: “CASINI ESPRIME UN RASSICURANTE VUOTO DI PENSIERO” – ZANETTI: “E’ UN PRESIDENTE DI GARANZIA, GARANZIA DI NON FARE NULLA”
1. L’ULTIMO DEMOCRISTIANO
Filippo Ceccarelli per la Repubblica
Diceva di essere contro la Commissione d' inchiesta e adesso ci si ritrova presidente. Ecco dunque e di nuovo Pierfurby: un soprannome che vale una leggenda di scaltrezza, una bella praticaccia di regolamenti e un programma minimo, quale può essere quello di indagare sul rapporto malato tra banche e potere in Italia a pochi mesi dalle elezioni.
L' uomo giusto al posto giusto; e perfino, quasi, a sua insaputa, o almeno al di là di qualsiasi predestinazione. Nel senso che la scorsa primavera lo stesso Casini che ieri è stato eletto a presiedere l' indagine parlamentare aveva espresso forse anche saggiamente - la previsione che si sarebbe risolta in "un impasto di demagogia e pressapochismo". Bene, non è più così: pura metafisica del potere in equilibrio.
Craxi con Arnaldo Forlani, Pierferdinando Casini e Nicola Mansi nel 1990 a Rimini
A questo servono ancora i democristiani, o democristoidi che siano nel frattempo divenuti: usati e sicuri, residuali e rassicuranti nel mostrare la virtù dei loro limiti e viceversa. In ogni caso non c' è colpa, vergogna, mazzo d' asparagi surgelati o patata bollente che possano irritare o scottargli le mani. «E vabbè» sospirava Andreotti nel suo sublime scetticismo.
Pier Ferdinando Casini viene da quell' illustre temperie, sia pure in versione più ridente, piaciona, trafelata e secolarizzata: sigari avana, giubbottini, barche, cambi di costume e nudità adeguatamente paparazzate. In agosto si è pure letto che voleva diventare lui banchiere, alla Fondazione della Cassa di Risparmio di Bologna. C' erano però tempi e impicci da sbrogliare.
angelino alfano e pierferdinando casini
Così poco dopo è venuto fuori che durante le vacanze Pierfurby - il nomignolo proviene da Dagospia che a sua volta l' ha mutuato da un peluche hi-tech della saga di Guerre stellari - aveva sperimentato un volo in parafly, che sarebbe un paracadute ascensionale, velivolo mirabilmente adatto alla sua figura, alla sua carriera, alla sua vicenda anche umana, a tutto quanto insomma la metafora e l' ossimoro ispirano e suggeriscono.
È difficile riepilogare 40 anni e rotti di presenza sulla scena pubblica. Ma già la longevità e ancor più l' adattabilità del personaggio, specie al cospetto dell' odierna e degradata classe politica, spiegano come il personaggio sia ritenuto buono per qualche incarico e per qualche poltroncina; soprattutto quando occorre smussare, prendere e perdere tempo, inventarsi soluzioni che scontentino quante meno persone possibili.
Questa sua attitudine arrivò addirittura a farlo ballare per 24 ore come possibile successore di Napolitano. O almeno: lo voleva Alfano, altro democristoide ma più giovane e sprovveduto, al posto di Mattarella. Ma Casini, il cui marcato accento bolognese fa suonare i suoi toni sempre un po' più enfatici ed accalorati del dovuto, lo dissuase: «Ma dài, Angelino, che non ce la facciamo, credimi, è meglio così, io sono contento perché per un giorno la storia mi ha fatto una caressa, ma vedi che la candidatura Mattarella avanza come un treno, spostiamoci in tempo!».
pierferdinando casini e la compagna colombiana 1
Con Renzi va bene, al referendum Pierfurby ha votato Sì con la motivazione: «Bisogna dare una mano a questo ragazzo ». Con Berlusconi pure va bene, l' ha salutato di recente a Malta, a una riunione del Ppe: «Stai bene, vecchio mio!». Ai suoi tempi Bossi non lo sopportava e infatti lo chiamò, fantasticamente: «Carugnit de l' uratori ». Ma pure i leghisti sono cambiati. La definizione più severa è del suo ex amico e democristiano (non democristoide), Marco Follini: «Esprime un rassicurante vuoto di pensiero che non dovrebbe accompagnarsi al pieno della sua prosopopea».
Nel dicembre del 2015 la separazione con Azzurra Caltagirone, si può immaginare con un certo sollievo per le finanze del suocero. Dopo il Cicidì e l' Udicì, al momento Pier Ferdinando Casini guida un' entità piuttosto fantasmatica che ha nome: "Centristi per l' Europa". Nel suo sito un' immane quantità di foto in cui è rarissimo non vederlo ridere o sorridere. Di recente lo si visto a bordo con una nuova fiamma colombiana, sosia di Mara Carfagna.
2 - CASINI PRESIDENTE. DICEVA: È INUTILE
Tommaso Montesano per “Libero quotidiano”
Oggi che ne è diventato il presidente, Pier Ferdinando Casini cavalca l' onda della commissione d' inchiesta sulle banche. «Dare una prima risposta di verità ai risparmiatori italiani», intima l' ex leader dell' Udc, con un occhio ai possibili benefici elettorali della nomina. Eppure sei mesi fa Casini non faceva mistero di considerare la commissione pressoché inutile. Basta fare una ricerca tra i post pubblicati sul suo sito.
Il 5 aprile, l' ex presidente della Camera si esprimeva così sull' ipotesi di utilizzare nuovi strumenti d' inchiesta in Parlamento: «Vanno maneggiati con grande cura istituzionale, evitando che assumano il ruolo di cassa di risonanza di polemiche tra i partiti. Strumentalizzare problemi di questa serietà, addirittura in presenza di indagini giudiziarie, che devono essere salvaguardate, significa agire da puri irresponsabili e prepararsi ad una estenuante campagna elettorale, questa volta condotta sulle spalle dei risparmi e degli italiani». Casini, che si è dimesso dalla presidenza della commissione Esteri, non ne voleva sapere della Commissione sulle banche, «un impasto di demagogia e pressapochismo che, al di là delle migliori intenzioni, non produrrà nulla di buono per le istituzioni».
Infatti l' ex numero uno di Montecitorio votò contro la nascita dell' organismo parlamentare. Logico che un giudizio simile, una volta incassata la presidenza della Commissione, si sia ritorto contro Casini. Il primo a ricordare i trascorsi del senatore, fondatore dei Centristi per l' Europa, è stato Enrico Zanetti, l' ex viceministro dell' Economia, anche lui candidato alla guida della Commissione.
«La nomina di un presidente che, legittimamente, aveva persino votato contro la sua costituzione, è il giusto coronamento di una vicenda davvero imbarazzante per i partiti di maggioranza», ha detto il deputato di Ala-Scelta civica. Il giorno prima, Zanetti era stato caustico a proposito del presunto «ruolo di garanzia» di Casini: «Nel senso di garanzia a non fare nulla...».
francesco gaetano caltagirone con la figlia azzurra
Ieri non sono passate inosservate neanche le conoscenze, e le vecchie parentele, dell' ex leader dell' Udc. «Casini è il perfetto uomo di sistema, amico di Geronzi e di molti banchieri. Ma soprattutto egli è dal marzo scorso socio della fondazione Carisbo, azionista di Intesa Sanpaolo, la banca cui il governo ha regalato cinque miliardi sull' unghia per convincerla a prendersi la parte buona degli istituti veneti», ha ricordato il M5S. Non solo.
sergio mattarella e pierferdinando casini
Non poteva mancare il riferimento all' ex compagna Azzurra, figlia di quel Francesco Gaetano Caltagirone che, «ad essere il maggiore finanziatore dell' Udc, è stato fino al 26 gennaio 2012 vicepresidente e azionista di Mps», una delle banche salvate dallo Stato che sarà oggetto delle indagini della Commissione. L' elezione di Casini «è un atto di guerra che il Pd e la maggioranza del Parlamento pronunciano nei confronti del Paese reale», sentenzia il blog di Beppe Grillo.