CASINI A GIANNINI: ‘AUDIZIONE DRAGHI NELLA COMMISSIONE BANCHE? INUTILE. E IL SUO RUOLO IMPONE CAUTELA, AVREBBE UNA RICADUTA INTERNAZIONALE - I BANCHIERI CHE SI SONO COMPORTATI MALE SONO UN TUMORE - SE ASCOLTEREMO GHIZZONI IN MERITO ALLA RICHIESTA FATTA DALLA BOSCHI E RICOSTRUITA DA DE BORTOLI?
Intervista di Massimo Giannini e Jean Paul Bellotto per Circo Massimo - Radio Capital
pierferdinando casini marco minniti maria fedele grasso
"Noi abbiamo ascoltato magistrati, risparmiatori, controllori e amministratori attualmente in carica per le venete, per Mps, poi per le altre quattro. Bisogna necessariamente avere un dialogo molto serio con il ministro dell'economia, abbiamo già convocato il direttore generale del tesoro, poi audiremo il governatore della banca d'Italia, il presidente della Consob Vegas, poi eventualmente altre audizioni che le forze politiche riterranno opportune. Audizione Draghi? È una questione che ha posto unicamente il gruppo dei 5 stelle. Il ruolo di Draghi ci impone la massima cautela e la considerazione della ricaduta internazionale che questa cosa avrebbe.
Sentendo i dirigenti della Banca d'Italia anche per i periodi in cui è stato in carica, possiamo avere quelle risposte che rendono inutile l'audizione di Draghi. Poi saranno i partiti e la maggioranza della commissione a decidere. Se ascolteremo Ghizzoni in merito alla richiesta fatta dalla Boschi e ricostruita da De Bortoli? Al momento questo argomento non è mai stato esaminato né direttamente né indirettamente né evocato da alcuno in ufficio di presidenza. Io seguo la parte principale, perché la commissione non deve fare gossip o polemiche politiche, ma deve avere gli elementi.
E gli elementi li danno i magistrati, i vigilanti, i risparmiatori e gli amministratori. Dopodiché non ho escluso che a ricasco ci siano richieste che possano prevedere audizioni diverse. Al momento non è stato valutato. Ma abbiamo una celerità tale che quando finiamo questo programma che abbiamo impostato rimarrà tempo per fare valutazioni su altri aspetti". Così a Circo Massimo, su Radio Capital, il presidente della commissione d'inchiesta sulle banche Pierferdinando Casini.
"La tendenza del legislatore a istituire commissioni d'inchiesta con estrema facilità - basti pensare che in questa legislatura ci sono state 200 proposte - rischia di essere una patologia del sistema: le commissioni devono essere poche, ben motivate. Se sta emergendo un quadro inquietante? A me la prima cosa che inquieta è che ci siano stati dei ladri in questa vicenda. Noi non dobbiamo fare un processo alle persone, non si fa in parlamento, anzi il nostro problema è evitare interferenze con l'autorità giudiziaria, ma non dimentichiamo che il tumore in questa vicenda è quello: bancheri che si sono comportati male - e male è un eufemismo.
Il sistema di controlli non ha funzionato, lo hanno detto anche i vigilanti. Lavoriamo tanto? Mi sembra che sia la fotografia della realtà. Ieri abbiamo fatto 8-10 ore di audizione, mi sembra di capire che il clima tra i componenti della commissione sia migliorato: le polemiche iniziali hanno lasciato il posto all'operatività. Le visioni sono diverse, le valutazioni opposte, ma stiamo lavorando. Ora siamo all'esame di Mps, la settimana prossima passeremo alle quattro banche. Prodi aveva detto che commissione sarà danno per paese?
Non avevo idee molto distanti, tant'è vero che non ho votato sull'istituzione di questa commissione - non è vero che ho votato contro: non ho votato. Non ho richiesto la presidenza della commissione, anzi: tutto mi passava per l'anticamera del cervello tranne che andarla a presiedere. Ero tranquillamente presidente della commissione esteri, volevo continuare il mio lavoro. Mi è stato chiesto da più parti, in modo anche un po' insistente: poiché bisogna fare anche cose sgradite quando si sta nelle istituzioni, ho accettato.
Romano Prodi e Pierferdinando Casini
E dal momento in cui l'ho presieduta ho cercato di farla funzionare e di evitare che questa commissione incorresse nei rischi che io e Prodi temevamo: in campagna elettorale fare commissioni di questo tipo può essere interpretato come terreno di scontro tra le forze politiche. Non è che questi rischi non ci siano, ma al momento stiamo operando costruttivamente".