anna scognamiglio vincenzo de luca

IL CASO DE LUCA, OVVERO UN EX MARITO STRONZO E UNA GIUDICE CHE LO TOLLERA (MA NON PARE CORROTTA) - LUI SCRIVE ALLO STAFF DEL GOVERNATORE: ''O MI NOMINA O PERDE LA REGIONE''. MA PER 'REPUBBLICA', L'SMS DELLA GIUDICE (''È FATTA'') NON E' NEGLI ATTI - VIDEO: L'INTERVISTA ALLA SCOGNAMIGLIO

1. VIDEO - L'INTERVISTA 'RUBATA' ALLA GIUDICE ANNA SCOGNAMIGLIO DAL GIORNALISTA DI 'PIAZZAPULITA' ANTONINO MONTELEONE, POI FERMATO PER 5 ORE DALLA POLIZIA

 

 

 

 

2. “O MI NOMINA DIRETTORE O LUI PERDE LA REGIONE” IL RICATTO A DE LUCA DAL MARITO DELLA GIUDICE

Dario Del Porto e Conchita Sannino  per “la Repubblica

 

VINCENZO DE LUCAVINCENZO DE LUCA

«Ora voglio parlare con lui, e voglio sapere lui che cosa ne pensa, però voglio una risposta. Se mi dice “vedremo”, allora vedremo pure noi. E vediamo chi si fa male. Io non faccio il direttore generale e va bene, però tu non farai il presidente della Giunta regionale. Io perdo 5, tu perdi 100». È il 20 agosto, in un’auto imbottita di cimici si sfoga così l’avvocato Guglielmo Manna, aspirante direttore generale della Sanità e soprattutto marito del giudice Anna Scognamiglio che ha firmato due provvedimenti favorevoli al presidente. Il primo, il 17 luglio, l’altro l’11 settembre.

 

VINCENZO DE LUCA VINCENZO DE LUCA

Ecco lo stralcio degli atti inviati al Csm, sullo scottante caso De Luca. Sono 105 pagine dense di dialoghi e intercettazioni, basate sulle indagini della squadra Mobile di Napoli diretta da Fausto Lamparelli. Raccontano l’indagine che coinvolge il governatore Pd della Campania, il magistrato e suo marito, oltre al braccio destro ormai dimissionario del presidente, Nello Mastursi con altri tre avvocati. L’accusa: corruzione per induzione. Indagini che determinano l’assedio politico su De Luca, che però nega ogni addebito: «Sono parte lesa». «Faremo presto», assicura il procuratore di Roma, Giuseppe Pignatone.

 

“DE LUCA, UNA STORIA INFINITA”

È il 4 settembre scorso. L’avvocato Manna e la giudice Scognamiglio si confrontano sull’imminente udienza dell’11 settembre in cui il magistrato dovrà occuparsi come relatore, per la seconda volta, di un ricorso legato alla legge Severino sulla permanenza di De Luca in Regione.

Manna: «Ma mo’ l’11... pure devi fare la sentenza, no?»

anna scognamiglio   anna scognamiglio

Scognamiglio: «L’11 devo fare l’altro pezzo, no? Ho un altro pezzo dell’ordinanza de Luca».

 

Manna: «Mmh...» Scognamiglio: «E che palle. E non finisce mai, sembra la storia infinita!».

Manna: «Eh sì, sembra un puzzle».

Scognamiglio: «Quasi!».

Non risulta invece agli atti della Procura di Roma la conversazione in cui la giudice direbbe al marito, dalla camera di consiglio, «È fatta».

 

“MIA MOGLIE SEMPRE RELATORE”

Sempre Guglielmo Manna, nell’intercettazione del 20 agosto, si confida a ruota libera con l’avvocato Gianfranco Brancaccio, anch’egli indagato. E ricorda all’interlocutore che poi dovrà trasferirlo ai suoi amici in Regione, presso lo staff di De Luca - perché non ammetterà di essere escluso dalle nomine a direttore generale delle Asl campane.

 

anna scognamiglioanna scognamiglio

Manna: «A questo punto io voglio giocare a carte chiare e dire “mia moglie è relatore”, peraltro non si sa se è collegiale o addirittura monocratica». Poi, riferendosi alla moglie: «Infatti lei sta incazzata vicino a me, tutto a me mi tocca, sempre a me De Luca. ”Tu piangi”, ho detto, “meno male”».

 

Brancaccio: «Aahh».

Manna: «Adesso però voglio essere meno signore. Perché per carità io mi rendo conto che Mastursi l’altra volta non si è sbilanciato molto, deve conoscere, sì ma che hanno capito, qui non stiamo facendo beneficenza. Io la prima volta ho fatto il signore e ho controprestazionato il 17 luglio e voi niente. Pero poi il 4 agosto avete fatto Postiglione (riferimento ad Antonio Postiglione, inviato da De Luca come commissario Asl di Salerno, mentre ha rinviato tutte le altre nomine, compresa quella cui ambiva Manna, ndr).

 

“LA SECONDA PARTITA E I PATTI”

 

Adirato per non aver incassato il suo incarico, Manna dà libero sfogo alla sua rabbia. Brancaccio è l’uomo che dovrà poi riferire all’avvocato Giorgio Poziello,a sua volta in contatto con il capo della segreteria politica di De Luca, Nello Mastursi. E parla non a caso della «seconda partita» Manna: «Io non ho visto quello che volevo. Francamente allora siccome mo’ la seconda partita si sta per giocare, io a questo punto voglio capire... perché io i patti li ho rispettati ed è stato fatto quello che si era detto, mo’ loro però...».

anna scognamiglio  anna scognamiglio

 

Brancaccio: «Ma mo’, mo’ sta a loro giocare ».

Manna: «Diciamo che dal 17 luglio siamo arrivati alla fine di agosto, capisci? Uno lo hai fatto (la nomina di Antonio Postiglione, ndr), hai fatto un cazzo dei tuoi,però l’hai fatto, a questo punto mi devi spiegare perché non ne potevi fare pure tre (...). Adesso lo posso dire a me non mi è piaciuto, perché tu a me mi dici una cosa ma ne potevi fare pure un’altra, e non hai manco avuto l’educazione di avvisare Peppino (Giuseppe Vetrano, l’uomo che si era occupato delle liste di De Luca, ndr).

Brancaccio: «Mmh».

 

Manna: «Un fatto forse non riesco a farmi capire. Noi gli abbiamo dato una cosa enorme a questo» Brancaccio: «È chiarissimo. È giustissimo ».

Manna: «E non abbiamo avuto niente in cambio»

Brancaccio: «Certo».

Manna: «Allora, la domanda è: io ho fatto un investimento il 17 di luglio, e ancora mi deve esssere ritornato. Domanda: perché? E non sono stato chiamato per dire “Ok stai tranquillo, cioè devi piacere, non piacere”. E infatti io mo’ ho detto ad Anna , aspetta vediamo, perché a un certo punto».

 

Alla vigilia della seconda ordinanza favorevole al governatore e firmata dalla moglie di Manna, un’altra giudice (non indagata) chiama la Scognamiglio e mostra una serie di osservazioni e dubbi di carattere giuridico. Scrivono gli inquirenti nel loro sunto ai magistrati romani: «La collega chiede delucidazioni alla Scognamiglio contestando che due ricorsi riguardavano medesime motivazioni ». Conversazione che gli inquirenti collegano a un altro dialogo in cui l’avvocato Manan sembra addirittura asserire che la collega della moglie avrebbe «fatto in modo di gestire le carte, in modo che ad Anna tocca il ricorso come relatore». Ancora a lei, di nuovo.

ospedale cardarelli ospedale cardarelli

 

Il primo settembre scorso, dopo l’ennesimo scambio di contatti tra Manna e i suoi intermediari, riceve la telefonata di Brancaccio che lo invita a «mandare subito» il suo curriculum sulla posta elettronica di Giuseppe Vetrano, un altro degli indagati. Manna si attiva immediatamente, e s’infiamma all’idea che finalmente - come scrive la Mobile - sia «in via di designazione» la sua nomina «da parte del presidente della Regione». Ancora agli atti è scritto che «Manna conferma al Brancaccio, in una conversazione successiva, di aver inviato il proprio curriculum a mezzo posta elettronica, già aperta, della moglie Anna Scognamiglio».

 

È il 6 agosto. Il chirurgo Enrico Coscioni consulente del governatore per la sanità, è intercettato (ma non indagato) mentre parla con il governatore. Gli chiede se lo può raggiungere a Salerno, hanno da parlare di molte cose. Coscioni. «Eh. Cardarelli, Ospedale del mare, Napoli 1».

De Luca:

«E lo so, ma questi non è che facciamo adesso niente perché...

Coscioni:

«Domani non facciamo niente? Ma Salerno facciamo?»

«No, no, facciamo solo Salerno. Voglio fare solo Salerno domani per ragioni... simboliche oltre che funzionali, perché se no ci sputano in faccia».

 

 

Ultimi Dagoreport

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - COSA FRULLAVA NELLA TESTA TIRATA A LUCIDO DI ANDREA ORCEL QUANDO STAMATTINA ALL’ASSEMBLEA GENERALI HA DECISO IL VOTO DI UNICREDIT A FAVORE DELLA LISTA CALTAGIRONE? LE MANGANELLATE ROMANE RICEVUTE PER L’OPS SU BPM, L’HANNO PIEGATO AL POTERE DEI PALAZZI ROMANI? NOOO, PIU' PROBABILE CHE SIA ANDATA COSÌ: UNA VOLTA CHE ERA SICURA ANCHE SENZA UNICREDIT, LA VITTORIA DELLA LISTA MEDIOBANCA, ORCEL HA PENSATO BENE CHE ERA DA IDIOTA SPRECARE IL SUO “PACCHETTO”: MEJO GIRARLO ALLA LISTA DI CALTARICCONE E OTTENERE IN CAMBIO UN PROFICUO BONUS PER UNA FUTURA PARTNERSHIP IN GENERALI - UNA VOLTA ESPUGNATA MEDIOBANCA COL SUO 13% DI GENERALI, GIUNTI A TRIESTE L’82ENNE IMPRENDITORE COL SUO "COMPARE" MILLERI AL GUINZAGLIO, DOVE ANDRANNO SENZA UN PARTNER FINANZIARIO-BANCARIO, BEN STIMATO DAI FONDI INTERNAZIONALI? SU, AL DI FUORI DEL RACCORDO ANULARE, CHI LO CONOSCE ‘STO CALTAGIRONE? – UN VASTO PROGRAMMA QUELLO DI ORCEL CHE DOMANI DOVRA' FARE I CONTI CON I PIANI DELLA PRIMA BANCA D'ITALIA, INTESA-SANPAOLO…

donald trump ursula von der leyen giorgia meloni

DAGOREPORT - UN FACCIA A FACCIA INFORMALE TRA URSULA VON DER LEYEN E DONALD TRUMP, AI FUNERALI DI PAPA FRANCESCO, AFFONDEREBBE IL SUPER SUMMIT SOGNATO DA GIORGIA MELONI - LA PREMIER IMMAGINAVA DI TRONEGGIARE COME MATRONA ROMANA, TRA MAGGIO E GIUGNO, AL TAVOLO DEI NEGOZIATI USA-UE CELEBRATA DAI MEDIA DI TUTTO IL MONDO. SE COSÌ NON FOSSE, IL SUO RUOLO INTERNAZIONALE DI “GRANDE TESSITRICE” FINIREBBE NEL CASSETTO, SVELANDO IL NULLA COSMICO DIETRO AL VIAGGIO ALLA CASA BIANCA DELLA SCORSA SETTIMANA (L'UNICO "RISULTATO" È STATA LA PROMESSA DI TRUMP DI UN VERTICE CON URSULA, SENZA DATA) - MACRON-MERZ-TUSK-SANCHEZ NON VOGLIONO ASSOLUTAMENTE LA MELONI NEL RUOLO DI MEDIATRICE, PERCHÉ NON CONSIDERANO ASSOLUTAMENTE EQUIDISTANTE "LA FANTASTICA LEADER CHE HA ASSALTATO L'EUROPA" (COPY TRUMP)...

pasquale striano dossier top secret

FLASH – COM’È STRANO IL CASO STRIANO: È AVVOLTO DA UNA GRANDE PAURA COLLETTIVA. C’È IL TIMORE, NEI PALAZZI E NELLE PROCURE, CHE IL TENENTE DELLA GUARDIA DI FINANZA, AL CENTRO DEL CASO DOSSIER ALLA DIREZIONE NAZIONALE ANTIMAFIA (MAI SOSPESO E ANCORA IN SERVIZIO), POSSA INIZIARE A “CANTARE” – LA PAURA SERPEGGIA E SEMBRA AVER "CONGELATO" LA PROCURA DI ROMA DIRETTA DA FRANCESCO LO VOI, IL COPASIR E PERSINO LE STESSE FIAMME GIALLE. L’UNICA COSA CERTA È CHE FINCHÉ STRIANO TACE, C’È SPERANZA…

andrea orcel francesco milleri giuseppe castagna gaetano caltagirone giancarlo giorgetti matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT - IL RISIKONE È IN ARRIVO: DOMANI MATTINA INIZIERÀ L’ASSALTO DI CALTA-MILLERI-GOVERNO AL FORZIERE DELLE GENERALI. MA I TRE PARTITI DI GOVERNO NON VIAGGIANO SULLO STESSO BINARIO. L’INTENTO DI SALVINI & GIORGETTI È UNO SOLO: SALVARE LA “LORO” BPM DALLE UNGHIE DI UNICREDIT. E LA VOLONTÀ DEL MEF DI MANTENERE L’11% DI MPS, È UNA SPIA DEL RAPPORTO SALDO DELLA LEGA CON IL CEO LUIGI LOVAGLIO - DIFATTI IL VIOLENTISSIMO GOLDEN POWER DEL GOVERNO SULL’OPERAZIONE DI UNICREDIT SU BPM, NON CONVENIVA CERTO AL DUO CALTA-FAZZO, BENSÌ SOLO ALLA LEGA DI GIORGETTI E SALVINI PER LEGNARE ORCEL – I DUE GRANDI VECCHI DELLA FINANZA MENEGHINA, GUZZETTI E BAZOLI, HANNO PRESO MALISSIMO L’INVASIONE DEI CALTAGIRONESI ALLA FIAMMA E HANNO SUBITO IMPARTITO UNA “MORAL SUASION” A COLUI CHE HANNO POSTO AL VERTICE DI INTESA, CARLO MESSINA: "ROMA DELENDA EST"…