LA CASSAZIONE OFFRE L’ASSIST A GHEDINI E AI FALCHI PDL: MAZZIATO LA COLOMBA COPPI
Maria Corbi per "la Stampa"
Una lunga attesa a palazzo Grazioli fino al verdetto per Silvio Berlusconi che oltre ai figli, Marina e Piersilvio, alla fidanzata Francesca e ai fedelissimi Gianni Letta, Angelino Alfano e Paolo Buonaiuti, ha volto Franco Coppi, colui che ha tentato di portarlo fuori dal guado del processo Mediaset e che ieri era il più deluso di questa decisione.
«Avevamo ottimi argomenti. La tesi che ha sostenuto secondo me era la verità ». Persecuzione? «Cerco sempre di spiegare tutto in chiave di errore e di non errore, ma certamente un errore può essere determinato da una serie di presupposti ideologici. I giudici possono sbagliare anche inconsapevolmente, condizionati dai propri convincimenti morali, politici, religiosi».
«Si è partiti da un pregiudizio nella sentenza di condanna in appello», spiegava Coppi nell'aula del Palazzaccio e ripeteva ieri. Ci credeva veramente in qualcosa di più, forse non nell'assoluzione, ma in un annullamento con rinvio che avrebbe consentito un maggiore respiro. Adesso invece la decisione dei giudici della Cassazione porta solo un alito, il vedere allontanarsi di qualche tempo lo spettro dell'interdizione dai pubblici uffici e quindi la decadenza dalla carica di senatore.
Certamente questo contentino della ridefinizione della pena accessoria è poco anche se potrebbe essere abbastanza per far sopravvivere il governo. E di questo di discute ampiamente, anche aspramente, nelle stanze di palazzo Grazioli.
Coppi ricorda, come un monito, l'antico detto: «quando la politica varca la porta del tempio la giustizia fugge impaurita dalla finestra». Ma come sempre rispetta la sentenza, non senza criticarla. Dentro palazzo Grazioli si definiscono i passi futuri, le strategie. Forse il meno abbattuto di tutti, dopo un momento di rabbia iniziale, seppur addolorato è Silvio Berlusconi che fiuta l'aumento di consensi per «martirio».
Coppi è sempre lì, anche a tarda sera, presente al vertice Pdl, accanto al leader ferito. Lui è solo un giurista e tale vuole rimanere. Ma la sua presenza ha un significato preciso: il fronteggiarsi delle due anime del Pdl. Da una parte quella dei falchi, dei sobillatori di folle, dall'altra quella della difesa tecnica, della ragione, della strategia responsabile e low profile adottata in questi ultimi mesi.
à chiaro che il professor Coppi può, e vuole, rientrare solo in quest'ultimo schema. Aveva già spiegato a Denis Verdini e Daniela Santanchè come la pensava alla vigilia quando aveva fatto cancellare una manifestazione di sostegno in attesa della sentenza. E anche oggi, che il dado è tratto, chiede cautela. Ci sono altri passaggi giudiziari da affrontare. Oltre che la crisi di un Paese.
E negli ultimi giorni, dopo l'iniziale diffidenza tra i due, il ruolo del professore ha preso spazio. Berlusconi, dicono nel suo entourage, si è accorto di come le cose sarebbero potute andare diversamente con una strategia legale, mediatica e politica condotta sui binari della serietà . E a questa nuova consapevolezza non sarebbe estraneo Gianni Letta, da anni amico e estimatore di Coppi, che ha lavorato mesi per portarlo nella difesa del Cavaliere.
E così anche nel messaggio in cui Berlusconi annuncia che rimarrà in campo, mantiene, nella drammaticità , un contegno moderato.
Si parla a palazzo Grazioli di cosa fare adesso. Si discute se la sentenza nelle parti in cui è stata confermata sia immediatamente eseguibile o se potrà seguire i tempi della parte annullata con rinvio (la sola ridefinizione della pena accessoria).
Poi ci sono le ultime speranze, il ricorso alla Corte europea per violazione dei diritti di difesa, la Corte dei diritti dell'Uomo, e il ricorso straordinario in Cassazione per errore di fatto (praticamente impossibile).
«La sentenza della Corte di Cassazione nel processo diritti Mediaset non può che lasciare sgomenti», commentano con una nota a tarda sera Franco Coppi, Niccolò Ghedini e Piero Longo (che in Cassazione ha lasciato il posto a Coppi). «Vi erano solidissime ragioni e argomenti giuridici per pervenire a una piena assoluzione del Presidente Berlusconi. Valuteremo e perseguiremo ogni iniziativa utile anche nelle sedi europee per far sì che questa ingiusta sentenza sia radicalmente riformata».
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