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BANANA REPUBLIC - SILVIO: DOPO IL REFERENDUM CAMBIO NOME AL PARTITO - PARISI: UNA SCISSIONE DI FI? SAREBBE QUELLA DELL'ATOMO - BERLUSCONI VS CONFALONIERI: SEI TROPPO A FAVORE DEL “SI” - E FIDEL GLI HA SPIEGA: MEDIASET A FAVORE DEL REFERENDUM, FORZA ITALIA CONTRARIA, ALLA FINE VINCI SEMPRE TU - RICICCIA IL SISTEMA PROPORZIONALE

Dagonews

BERLUSCONI E STEFANO PARISIBERLUSCONI E STEFANO PARISI

 

Berlusconi ha visto Stefano Parisi. E già di per sè è una notizia: viste le voci che circolano. Nell’incontro gli ha comunicato che dopo il referendum, indipendentemente dal risultato,  intende cambiare nome al Partito.

 

Dagli Stati Uniti, poi, il Cavaliere avrebbe telefonato all’amico di una vita, Fedele Confalonieri. E gli avrebbe detto, con schiettezza lombarda, che l’intervista in cui Fidel si schierava a favore del referendum non gli era piaciuta. Per niente.

 

A quel punto, Confalonieri gli avrebbe spiegato qual era la strategia che intendeva seguire. Il partito Mediaset si schierava a favore del “si” e Forza Italia a sostegno del “no”. In tal modo, comunque sarebbe andata a finire il 4 dicembre, Berlusconi vinceva. E sembra che Silvio abbia finito per condividere ancora una volta le strategie dell’amico. 

berlusconi parisiberlusconi parisi

 

2 - PARISI VEDE BERLUSCONI E SFIDA I BIG DI FI: UNA SCISSIONE? COME QUELLA DELL' ATOMO

Tommaso Labate per il “Corriere della Sera”

 

«Tanto caldo», nei confronti della vecchia guardia di Forza Italia, «Berlusconi non è.

D' altronde, non è che io vengo qui a dirvi cose troppo diverse da quelle che pensa Berlusconi...». Basta chiedergli se è vera la storiella del Berlusconi «freddo» nei confronti del corpaccione forzista, come più d' uno sostiene ad Arcore e dintorni.

 

berlusconi giacomoni pascaleberlusconi giacomoni pascale

E Stefano Parisi non si lascia sfuggire l' occasione. Ospite di #Corrierelive , tra l' altro subito dopo aver incontrato Berlusconi a Palazzo Grazioli, l' uomo a cui l' ex premier ha affidato il lifting politico del centrodestra vuota il sacco. Un colpo via l' altro, una freccia dopo l' altra.

 

La vecchia guardia minaccia la scissione di Forza Italia? «Sarebbe la scissione dell' atomo», risponde lui. Il rinnovamento tra gli azzurri? «La politica è un ciclo, come un' azienda. A un certo punto i grandi manager fanno i consiglieri, i consulenti, non continuano a gestire. Abbiamo bisogno di facce nuove, per il gruppo dirigente di Forza Italia è arrivato il momento di un passo indietro...».

 

Ce n' è anche per Renato Brunetta, con cui è in corso da settimane un duello a distanza.

matteo salvini giovanni toti   al papeete di milano marittima  2matteo salvini giovanni toti al papeete di milano marittima 2

«Se lo seguo su Twitter? No, è Brunetta che mi manda le sue news sul telefonino. Prima gli rispondevo, ora ho smesso, non ho tempo...». E, naturalmente, anche per Matteo Salvini, che ieri l' altro - a margine del vertice con Silvio Berlusconi e Giorgia Meloni - si era di nuovo autoproclamato «leader» della coalizione. Coalizione che, per l' ex candidato sindaco di Milano, «deve avere una guida moderata».

 

Sono tutte prese di posizioni che irritano lo stato maggiore forzista, a cominciare da Giovanni Toti. Ma se è vero che Berlusconi pensa quello che Parisi dice, e che Parisi dice quello che Berlusconi pensa, allora si apre uno squarcio sulle possibili mosse che il leader di Forza Italia farà da qui al dopo referendum.

berlusconi giacomoni pascale confalonieriberlusconi giacomoni pascale confalonieri

 

A cominciare dalla scelta di chiamarsi fuori rispetto a nuove maggioranze che potrebbero formarsi in Parlamento se, in caso di vittoria del No, il governo Renzi entrasse in crisi. «Se il 5 dicembre vince il No questa maggioranza, che ha già avuto due premier, può averne un terzo», è l' argomentazione di Parisi. E ancora: «Se fosse coerente Renzi dovrebbe dimettersi e il presidente della Repubblica dovrebbe indire nuove elezioni» ma in qualsiasi caso «non ci sarà un appoggio del centrodestra a un esecutivo pre-elettorale».

 

pascale fa la valigie da palazzo grazioli? pascale fa la valigie da palazzo grazioli?

Sgomberato il campo dagli equivoci - dopo aver giudicato Renzi con un «quattro meno», dopo aver bocciato «la sua manovra, che non passerà in Ue» e dopo aver stigmatizzato l' endorsemen t di Obama nei confronti di Palazzo Chigi («Che ne sa Obama della riforma? Quella non si capisce in italiano, figuriamoci tradotta in inglese...») - Parisi mostra alcune delle carte che riportano alla strategia che Forza Italia potrebbe adottare nella grande partita della riforma elettorale. «Abbiamo bisogno di stabilità», scandisce.

 

Pascale fa le valigie da Palazzo Grazioli?Pascale fa le valigie da Palazzo Grazioli?

«E un sistema elettorale alla tedesca», di quelli che possono dunque contemplare le larghe intese, «non sarebbe uno scandalo». Potrebbe essere questo, il proporzionale, il jolly che Berlusconi potrebbe giocare sul tavolo delle riforme che si aprirebbe a Palazzo dal 5 dicembre. La carta coperta del Berlusconi che punta a disarcionare Renzi ma che teme l' ascesa del M5S. Ne riparlerà l' ex premier in persona, molto presto. Forse prima dell' iniziativa unitaria del centrodestra a favore del No che potrebbe andare in scena a metà novembre, accantonando quella conferenza programmatica di Forza Italia destinata all' ennesimo rinvio.

berlusconi giacomoni pascaleberlusconi giacomoni pascale

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