TE LA DO IO LA DECADENZA – IL CAV È GIÀ IN CAMPAGNA ELETTORALE E CONFIDA IN RENZI: “È UNA MINA, FARÀ CADERE LETTA” – “NAPOLITANO? RIELEGGERLO È STATO UN ERRORE”

Carmelo Lopapa per "la Repubblica"

Aggrappato alla leadership di partito, l'ultima zattera, pronto a presidiare piazze e tv, in una campagna martellante che nei suoi disegni dovrebbe diventare presto elettorale. «Se pensano di liberarsi di me con la decadenza, quei signori si sbagliano». Da domani sera Silvio Berlusconi sarà un ex senatore, ma si tuffa alla guida Forza Italia, in pieno «modello Grillo»: libero di martellare il governo, al quale nelle prossime ore ritirerà il sostegno.

«Vedrete, si voterà a breve», preannuncia ai senatori riuniti in serata, poco prima della cena con Putin. Eleggono capogruppo il parlamentare più vicino a Fedele Confalonieri, Paolo Romani, dopo giorni di battaglia interna, Annamaria Bernini sarà la vice. Decine di senatori non si alzano e nemmeno applaudono al momento dell'acclamazione. Nitto
Palma e i "suoi" senatori, soprattutto. «Se avessimo votato, sarebbe stato un disastro, ci saremmo spaccati», racconta uno di loro.

Il Cavaliere si dice convinto che le elezioni siano dietro l'angolo, nella primavera 2014, prima delle Europee. Ecco perché ai senatori traccia il sentiero della campagna targata Forza Italia che per lui è già partita. «Puntiamo tutto sui club» rilancia. «Ognuno di voi dovrà fondarne nelle rispettive città, saranno la nostra forma di radicamento nei territori». E poi, «agganciare associazioni e mondi a noi finora lontani».

Fa l'esempio degli animalisti, dei giovani, delle donne. Con un paradosso dei suoi: «Se oggi una moglie viene messa di fronte all'alternativa, se mettere fuori casa il marito o il cane, non ha dubbi e sceglie il primo. Dunque, concentriamoci perfino sugli amici dei cani». Battage da campagna elettorale, appunto.

Che viaggerà accanto alla sua tempesta televisiva, che è appena iniziata. Occupazione
old style degli spazi disponibili. Questa mattina ospite di Belpietro a "La telefonata" su Canale5. È allo studio un'uscita a Porta a Porta, subito dopo la decadenza. Da giovedì una no-stop su emittenti di casa e non. E poi le manifestazioni. Domenica 8 la kermesse dei club Forza Silvio, in coincidenza con le primarie Pd. E una convention di Forza Italia a Milano prima di Natale viene annunciata dal coordinatore lombardo, Mario Mantovani.

La macchina è in moto. «E i sondaggi ci danno ragione » gongola Berlusconi che sforna l'ultimo rilevamento della Ghisleri ai deputati venuti in sede per affiancarlo in conferenza stampa, Gelmini, Verdini, Ronzulli, Rossi, Bergamini: «Siamo già al 21, mentre Alfano e i suoi al 3,9». Le bordate di Matteo Renzi a Letta, negli stessi minuti in cui lui arringava i senatori sulla decadenza, gli consentono di rilanciare: «Ve lo dico da tempo, il prossimo
segretario Pd è una mina, li farà cadere».

E nonostante la Severino gli impedisca di ripresentarsi, l'ex premier è convinto di poter tornare in partita in una improbabile corsa contro il tempo: purché si voti prima che scattino i servizi sociali e prima che la Cassazione confermi l'interdizione. Percorso a ostacoli che lascia perplessi perfino i colonnelli del quartier generale. «Sono costretto a restare in campo nonostante la mia veneranda età, non ho motivi urgenti di fare un passo indietro, tanto più dopo la nascita del Nuovo centrodestra» sottolinea il leader in conferenza stampa, quasi a voler fugare dubbi e sospetti.

L'ipotesi Marina, giocoforza, è tutt'altro che archiviata. Ma non è questo il momento per calare l'asso. Il leader è lui, se le procure vogliono «sbatterlo dentro», come va ripetendo, devono sapere che in carcere finirebbe il capo del centrodestra. «Vedrete che mi aspettano al varco» è l'ossessione ribadita al capannello dei senatori che lo saluta prima che vada via in serata.

A loro conferma che non si presenterà domani alla seduta sulla decadenza, «è inutile».
Preferisce arringare la folla delle migliaia di militanti e simpatizzanti che si presenteranno dalle 14 sotto Palazzo Grazioli. Lì sì, che prenderà la parola: dal palco allestito per l'occasione. Non è escluso che, in un colpo di scena finale ancora tutto da pianificare in una riunione dei senatori in programma oggi, i parlamentari forzisti decidano di abbandonare l'aula al momento del voto dall'esito scontato.

Per raggiungere il capo in piazza. L'Aventino sulla decadenza. In un sms virale diffuso in migliaia di contatti dai dirigenti del partito, viene comunicato che «Forza Italia ha istituito un servizio bus totalmente gratuito per la capitale, viaggio di ritorno compreso. Vi aspettiamo numerosi». Tutto pagato, paga il partito, paga il presidente. A porte chiuse, nella sala Koch di Palazzo Madama, Berlusconi si lascia andare sul capo dello Stato, come invece aveva evitato di fare in pubblico un paio d'ore prima in conferenza stampa.

«Abbiamo sbagliato a farlo rieleggere, è stato un mio grande errore» è lo sfogo dopo la nota sferzante del Colle di domenica. Ma ne ha anche per gli ex ministri e gli altri parlamentari che lo hanno abbandonato. «Io non mi faccio violentare da nessuno, sono uomo d'azienda, ascolto tutti ma le mie decisioni le prendo da solo », dice alludendo all'accusa di Alfano sui falchi dominanti.

Contro Schifani, ex capogruppo: «Lo avevo pregato di organizzarmi ogni settimana una cena con venti senatori, se n'è guardato bene, ora si capisce perché». Poi contro tutti i "traditori": «Sono felice di certi addii, almeno non li vedo in tv a parlare a nome nostro». È solo l'inizio.

 

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