silvio berlusconi forza italia

“LA RIVOLUZIONE LIBERALE IN ITALIA NON C'È MAI STATA E MAI CI SARÀ” - ALDO CAZZULLO: “IL MOTIVO? IN UNA DEMOCRAZIA IL PRESUPPOSTO DELLA LIBERTÀ NON È FARE QUELLO CHE CI PARE RAGGIRANDO LO STATO E IL PROSSIMO. IL PRESUPPOSTO DELLA LIBERTÀ È LA RESPONSABILITÀ. MA DA NOI CHI PRODUCE SI TRASCINA DIETRO DUE O TRE CONNAZIONALI CHE CAMPANO SULLE SUE SPALLE. IL DEBITO PUBBLICO CRESCE, I NEONATI DIMINUISCONO, LA QUOTA DI DEBITO PROCAPITE SI IMPENNA. LA MANIERA ITALIANA DI REAGIRE A TUTTO QUESTO È ESALTARE GLI ELUSORI FISCALI E FLEXIMAN CHE SEGA GLI AUTOVELOX. È DAVVERO QUESTA LA LIBERTÀ?”

LA RIVOLUZIONE LIBERALE NON CI FU E NON CI SARÀ MAI

aldo cazzullo foto di bacco (2)

Dal “Corriere della Sera”

 

Caro Aldo, in una recente risposta ha citato Piero Gobetti, il suo illustre conterraneo, antifascista della prima ora, morto in esilio giovanissimo. Tra i suoi scritti più importanti ritroviamo «La Rivoluzione liberale» in commercio grazie alla casa editrice Einaudi. Mi chiedo se allora, una rivoluzione liberale, alla stregua di quella bolscevica, fosse, in Italia, impossibile per ragioni economiche, storiche e sociali.

Francesco Gerace

 

Risposta di Aldo Cazzullo

GIOVANNI GIOLITTI

Caro Francesco, la rivoluzione liberale in Italia non c'è mai stata e mai ci sarà, perché in una democrazia il presupposto della libertà non è fare quello che ci pare raggirando lo Stato e il prossimo. In una democrazia il presupposto della libertà è la responsabilità. I liberali hanno fatto l'Italia al tempo in cui votava una piccola parte della popolazione.

 

Quando il liberale Giolitti introdusse il suffragio universale, i liberali persero il controllo della situazione ed emersero due forze alternative tra loro, popolari e socialisti, a loro volta divisi tra riformisti come Turati e Matteotti e massimalisti come Mussolini. Mussolini mise i suoi manganelli al servizio dell'ordine borghese, finendo per bastonare a morte pure liberali come Giovanni Amendola (poi spirato in esilio) e cattolici come don Minzoni. La Dc era un partito statalista, anche perché lo Stato era lei.

benito mussolini

 

Certo non erano e non potevano essere liberali i comunisti. La Seconda Repubblica si è trovata un sistema fiscale scandinavo e una burocrazia borbonica, e se li è tenuti.

Berlusconi promette di ridurre l'aliquota massima al 33 per cento, e non mantenne. Prodi nel 2006 la aumentò. Le tasse non vengono diminuite, ma aggirate (da chi può). Si vive sperando di non avere mai bisogno di un Pronto soccorso o di un tribunale.

 

Chi lavora molto e fa il suo dovere di cittadino non viene premiato, chi danneggia lo Stato e il prossimo non viene sanzionato. Fare impresa richiede un certo grado di eroismo; non a caso le nuove generazioni tendono a liberarsi dell'azienda, magari vendendola a un fondo estero.

 

silvio berlusconi forza italia

Ogni produttore si deve trascinare dietro due o tre connazionali che di fatto campano sulle sue spalle. Il debito pubblico cresce, i neonati diminuiscono, quindi la quota di debito procapite si impenna, limitando i margini di azione di qualsiasi governo. La maniera italiana di reagire a tutto questo è esaltare gli elusori fiscali — a cominciare dai padroni della Rete — e Fleximan che sega gli autovelox. È davvero questa la libertà?

Ultimi Dagoreport

elisabetta belloni giorgia meloni giovanni caravelli alfredo mantovano

DAGOREPORT – CHI È STATO A FAR TRAPELARE LA NOTIZIA DELLE DIMISSIONI DI ELISABETTA BELLONI? LE IMPRONTE PORTANO A “FONTI DI INTELLIGENCE A LEI OSTILI” - L'ADDIO DELLA CAPA DEGLI SPIONI NON HA NULLA A CHE FARE COL CASO SALA. LEI AVREBBE PREFERITO ATTENDERE LA SOLUZIONE DELLE TRATTATIVE CON TRUMP E L'IRAN PER RENDERLO PUBBLICO, EVITANDO DI APPARIRE COME UNA FUNZIONARIA IN FUGA - IL CONFLITTO CON MANTOVANO E IL DIRETTORE DELL'AISE, GIANNI CARAVELLI, VIENE DA LONTANO. ALLA FINE, SENTENDOSI MESSA AI MARGINI, HA GIRATO I TACCHI   L'ULTIMO SCHIAFFO L'HA RICEVUTO QUANDO IL FEDELISSIMO NICOLA BOERI, CHE LEI AVEVA PIAZZATO COME VICE ALLE SPALLE DELL'"INGOVERNABILE" CARAVELLI, È STATO FATTO FUORI - I BUONI RAPPORTI CON L’AISI DI PARENTE FINO A QUANDO IL SUO VICE GIUSEPPE DEL DEO, GRAZIE A GIANMARCO CHIOCCI, E' ENTRATO NELL'INNER CIRCLE DELLA STATISTA DELLA GARBATELLA

terzo mandato vincenzo de luca luca zaia giorgia meloni matteo salvini antonio tajani

DAGOREPORT – REGIONALI DELLE MIE BRAME! BOCCIATO IL TERZO MANDATO, MATTEO SALVINI SI GIOCA IL TUTTO PER TUTTO CON LA DUCETTA CHE INSISTE PER UN CANDIDATO IN VENETO DI FRATELLI D'ITALIA - PER SALVARE IL CULO, A SALVINI NON RESTA CHE BATTERSI FINO ALL'ULTIMO PER IMPORRE UN CANDIDATO LEGHISTA DESIGNATO DA LUCA ZAIA, VISTO IL CONSENSO SU CUI IL DOGE PUÒ ANCORA CONTARE (4 ANNI FA LA SUA LISTA TOCCO' IL 44,57%, POTEVA VINCERE ANCHE DA SOLO) - ANCHE PER ELLY SCHLEIN SONO DOLORI: SE IL PD VUOLE MANTENERE IL GOVERNO DELLA REGIONE CAMPANA DEVE CONCEDERE A DE LUCA LA SCELTA DEL SUO SUCCESSORE (LA SOLUZIONE POTREBBE ESSERE CANDIDARE IL FIGLIO DI DON VINCENZO, PIERO, DEPUTATO PD)

cecilia sala abedini donald trump

DAGOREPORT – LO “SCAMBIO” SALA-ABEDINI VA INCASTONATO NEL CAMBIAMENTO DELLE FORZE IN CAMPO NEL MEDIO ORIENTE - CON IL POPOLO IRANIANO INCAZZATO NERO PER LA CRISI ECONOMICA A CAUSA DELLE SANZIONI USA E L’''ASSE DELLA RESISTENZA" (HAMAS, HEZBOLLAH, ASSAD) DISTRUTTO DA NETANYAHU, MENTRE L'ALLEATO PUTIN E' INFOGNATO IN UCRAINA, IL PRESIDENTE “MODERATO” PEZESHKIAN TEME LA CADUTA DEL REGIME DI TEHERAN. E IL CASO CECILIA SALA SI È TRASFORMATO IN UN'OCCASIONE PER FAR ALLENTARE LA MORSA DELL'OCCIDENTE SUGLI AYATOLLAH - CON TRUMP E ISRAELE CHE MINACCIANO DI “OCCUPARSI” DEI SITI NUCLEARI IRANIANI, L’UNICA SPERANZA È L’EUROPA. E MELONI PUÒ DIVENTARE UNA SPONDA NELLA MORAL SUASION PRO-TEHERAN...

elon musk donald trump alice weidel

DAGOREPORT - GRAZIE ANCHE ALL’ENDORSEMENT DI ELON MUSK, I NEONAZISTI TEDESCHI DI AFD SONO ARRIVATI AL 21%, SECONDO PARTITO DEL PAESE DIETRO I POPOLARI DELLA CDU-CSU (29%) - SECONDO GLI ANALISTI LA “SPINTA” DI MR. TESLA VALE ALMENO L’1,5% - TRUMP STA ALLA FINESTRA: PRIMA DI FAR FUORI IL "PRESIDENTE VIRTUALE" DEGLI STATI UNITI VUOLE VEDERE L'EFFETTO ''X'' DI MUSK ALLE ELEZIONI POLITICHE IN GERMANIA (OGGI SU "X" L'INTERVISTA ALLA CAPA DI AFD, ALICE WEIDEL) - IL TYCOON NON VEDE L’ORA DI VEDERE L’UNIONE EUROPEA PRIVATA DEL SUO PRINCIPALE PILASTRO ECONOMICO…

cecilia sala giorgia meloni alfredo mantovano giovanni caravelli elisabetta belloni antonio tajani

LA LIBERAZIONE DI CECILIA SALA È INDUBBIAMENTE UN GRANDE SUCCESSO DELLA TRIADE MELONI- MANTOVANO- CARAVELLI. IL DIRETTORE DELL’AISE È IL STATO VERO ARTEFICE DELL’OPERAZIONE, TANTO DA VOLARE IN PERSONA A TEHERAN PER PRELEVARE LA GIORNALISTA - COSA ABBIAMO PROMESSO ALL’IRAN? È PROBABILE CHE SUL PIATTO SIA STATA MESSA LA GARANZIA CHE MOHAMMAD ABEDINI NON SARÀ ESTRADATO NEGLI STATI UNITI – ESCE SCONFITTO ANTONIO TAJANI: L’IMPALPABILE MINISTRO DEGLI ESTERI AL SEMOLINO È STATO ACCANTONATO NELLA GESTIONE DEL DOSSIER (ESCLUSO PURE DAL VIAGGIO A MAR-A-LAGO) - RIDIMENSIONATA ANCHE ELISABETTA BELLONI: NEL GIORNO IN CUI IL “CORRIERE DELLA SERA” PUBBLICA IL SUO COLLOQUIO PIENO DI FRECCIATONE, IL SUO “NEMICO” CARAVELLI SI APPUNTA AL PETTO LA MEDAGLIA DI “SALVATORE”…