denis verdini matteo salvini renzi

TRA IL CENTRO-SINISTRA E IL CENTRO-DESTRA, MEJO IL CENTRO-TAVOLA – MARCO DAMILANO: AL RIPARO DI DRAGHI, CON LA REGIA NASCOSTA DI DENIS VERDINI, SI È MESSO IN MOTO IL PROGETTO DI UN PARTITONE CENTRISTA CON SALVINI, BERLUSCONI, RENZI, CALENDA E CESPUGLI VARI, CUI QUEL CHE RESTA DELLA SINISTRA, IL PD, POTRÀ SOLO ASSOCIARSI, MENTRE FRATELLI D'ITALIA E UNA SCHEGGIA DEL FU MOVIMENTO 5 STELLE RESTERANNO ALL'OPPOSIZIONE. GIÀ IN ATTO IN FRANCIA E GERMANIA, IL CENTRISMO SENZA LIMITISMO LO VUOLE UNA UNIONE EUROPEA CHE CHIEDE STABILITÀ O CHIUDE IL RUBINETTO

marco damilano foto di bacco

Marco Damilano per “L’Espresso”

 

l senso comune dei palazzi romani afferma da sempre, con una buona dose di presunzione, che quanto avviene in Rai anticipa quello che avverrà nel Paese. Non è sempre così, per fortuna. Il Paese è, per fortuna, Paola Egonu portabandiera italiana del Cio a Tokyo. Il Paese è anche, purtroppo, l'assessore della Lega che spara e uccide a Voghera.

 

denis e francesca verdini foto barillari

Il Paese è quello delle fabbriche che chiudono e di padroni invisibili e vili, senza volto e senza una vera cultura d'impresa, che mollano i lavoratori e neppure si presentano ai tavoli delle parti sociali e del governo. Ma l'assioma di Palazzo aiuta a capire perché da un sassolino, la mancata conferma dell'uomo di Giorgia Meloni nel cda di Viale Mazzini, Giampaolo Rossi, sia venuta giù la frana di una sanguinosa divisione dove simulavano unità e amorosi intenti.

 

salvini renzi verdini

Sono le prove generali di un sistema politico che ancora non ha preso le contromisure al governo di Mario Draghi e che fatica a riorganizzarsi. Il Pd ha cambiato segretario, il Movimento 5 Stelle è da mesi immerso nel tentativo di trasformare l'avvocato del popolo Giuseppe Conte in un leader barricadero. A destra tutto sembrava immobile, l'attesa di tornare al voto e vincere le elezioni, e invece ora tutto è in discussione.

 

RENZI VERDINI

Sulla Rai si sono viste Lega e Forza Italia da una parte, Fratelli d'Italia dall'altra. Una spaccatura che avrà ripercussioni sulle elezioni amministrative, per esempio in Calabria, dove FdI potrebbe andare da sola. E intanto c'è stata la rappresaglia di una mini-transumanza di senatori berlusconiani verso il partito della Meloni.

 

Il valdese Lucio Malan, da venti anni senatore berlusconiano, si è infine ricongiunto a Guido Crosetto, piemontese come lui e già deputato berlusconiano, co-fondatore dei Fratelli meloniani, altri si preparano a farlo. La coppia Salvini-Berlusconi e la Meloni si erano in realtà divisi cinque mesi fa su una questione ben più strategica.

salvini renzi verdini

 

L'ingresso nel governo Draghi e l'atteggiamento da tenere fino al 2023: aderire o sabotare, appoggiare o boicottare. È la linea di frattura che scompone e ricompone alleanze, schieramenti, partiti. E rilancia quell'aerea che in altri tempi si sarebbe definita il centro politico, ossessivo tormentone estivo di antichi retroscena, e oggi è il cuore del conflitto, in tutta Europa.

salvini renzi verdini

 

In Francia il ritorno in scena dei gollisti repubblicani, con l'ex agente assicurativo Xavier Bertrand, un anonimo cinquantaseienne sovrappeso, roba da buttare nel cestino tutti i manuali di comunicazione politica, toglie spazio a Marine Le Pen, oltre che minacciare il presidente Emmanuel Macron nella sua permanenza all'Eliseo.

 

xavier bertrand

In Germania, i democristiani orfani di Angela Merkel, in una campagna elettorale resa drammatica dalle devastazioni provocate dallo straordinario maltempo che è segnale evidente della catastrofe climatica in corso, hanno da tempo dichiarato guerra alla destra dell'Afd.

 

E nel resto d'Europa, come spiega il presidente del Parlamento europeo David Sassoli intervistato da Federica Bianchi, l'obiettivo dichiarato è l'isolamento dei governi sovranisti di Ungheria e Polonia. In questa battaglia la più dura è la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, una democristiana moderata tedesca.

 

xavier bertrand e marine le pen

Due anni fa fu eletta dal Parlamento europeo, con un voto risicato, in Italia fu definita la maggioranza Ursula. La Lega, che pure aveva vinto le elezioni europee, restò fuori dall'accordo, mentre M5S votò a favore. Qualche settimana dopo Salvini fece cadere il governo Conte Uno e si auto-escluse anche dal governo italiano.

 

MARIO DRAGHI DAVID SASSOLI

Oggi il capo della Lega prova a far dimenticare il suicidio politico del Papeete (e l'attrazione fatale per la Russia di Putin) e cerca di travestirsi da moderato. Con qualche difficoltà, come dimostra il dramma di Voghera. E ancora di più il vergognoso balbettio sui vaccini. Come può credibilmente candidarsi a governare l'Italia un leader che non riesce a dire una parola chiara sul dovere di vaccinarsi? Eppure il progetto va avanti, anche se non è Salvini a condurlo. Semmai Berlusconi e la sua famiglia, come abbiamo già raccontato (L'Espresso n. 26, 20 giugno).

Marta Fascina Silvio Berlusconi Marina Berlusconi

 

«Pensi cosa accadrebbe se si arrivasse davvero alla creazione di una formazione unica di centrodestra», ha benedetto l'idea Marina Berlusconi (Il Giornale, 15 luglio). Dal versante opposto arriva un personaggio a sorpresa interessato all'operazione. Due anni fa Matteo Renzi, ancora nel Pd, giustificò il via libera al governo Conte Due insieme al Movimento 5 Stelle con la necessità di bloccare la Lega. I due Mattei si affrontarono in un epico duello verbale nell'aula del Senato, il 20 agosto 2019, e Renzi stracciò Salvini.

ZANDA ENRICO LETTA

 

Oggi, nella stessa aula, marciano uniti sui temi più divisivi per il centro-sinistra: è stato bloccato il disegno di legge contro le discriminazioni omotransfobiche firmato dal deputato Pd Alessandro Zan, su cui i due Mattei hanno posizioni quasi identiche. E Renzi ha firmato i quesiti referendari sulla giustizia presentati dai radicali e da Salvini.

 

letta calenda

La lista dei possibili candidati a partecipare alla nuova federazione è lunga, comprende i fuoriusciti di Forza Italia Giovanni Toti e il sindaco di Venezia Luigi Brugnaro, i democristiani dell'eterno Lorenzo Cesa, qualche pezzo di +Europa che nel 2018 corsero alle elezioni con Emma Bonino e forse anche Azione di Carlo Calenda, candidato sindaco a Roma. Troppe sigle per un soggetto solo, certo. Ma dimostrano le dimensioni di un progetto coerente con tutta la storia repubblicana e addirittura pre-fascista.

 

gianni letta foto di bacco (4)

Il taglio delle ali estreme, il rassemblement al centro. Solo la Democrazia cristiana è riuscita a farlo in modo stabile per cinquant' anni, forse perché era qualcosa di più di un raggruppamento centrista, aveva un collante culturale e un radicamento sociale, ma questo è un altro discorso. Ora si riparte, tra i protagonisti della cordata ci sono i due Mattei che negli ultimi anni si erano intestati il bipolarismo: il Pd del 40 per cento nel 2014, la Lega che puntava al 40 per cento cinque anni dopo, la divisione degli italiani in due fazioni, pro o contro Renzi, pro o contro Salvini, come aveva fatto per venti anni il nume tutelare della Cosa, Silvio Berlusconi. Le punte in campo sono definite. Alle loro spalle c'è un terzetto di registi invisibili.

 

MARIO DRAGHI GIANCARLO GIORGETTI

Gianni Letta, che è riuscito a piazzare nel cda Rai Simona Agnes. Giancarlo Giorgetti, il ministro dello Sviluppo economico, da sempre sostenitore di una versione europeista e atlantica della Lega, sarcastico verso le sbandate sovraniste di Salvini. E il regista nascosto, il settantenne toscano Denis Verdini, il punto di congiunzione tra i due Mattei, per ragioni familiari e geografiche, l'ideatore già nove anni fa dell'operazione Rosa Tricolore, il progetto di consegnare la successione di Berlusconi nel Pdl a Renzi.

 

Giampaolo e Antonio Angelucci

Il Partitone può contare sull'appoggio dei giornali della destra, dal Giornale a Libero, che hanno intuito il vento e tifano per la nascita del nuovo soggetto, nell'attesa si atteggiano a filo-governativi. Può darsi che sia solo un castello di sabbia estivo, destinato a essere disfatto dalla prima onda del mare. Ma ha le sue motivazioni internazionali in Europa, i precedenti storici e le sue buone ragioni: riassorbire, isolare e sconfiggere i partiti populisti e sovranisti. In più, c'è un blocco sociale di riferimento che si sta formando.

 

giuseppe conte con giorgia meloni atreju 2019 1

Una parte di impresa, una certa borghesia, un mondo economico e finanziario che chiede stabilità e che ritiene di averla individuata nel governo Draghi, ma che non troverà sulle schede delle prossime elezioni amministrative un partito che lo rappresenti. Il presidente del Consiglio, ex governatore di Banca d'Italia e poi presidente della Banca centrale europea, è una specie di totem intoccabile per i neo-moderati immaginari.

 

Al suo riparo, e a volte in suo nome, si consuma ogni tipo di manovra politica, anche quelle che alla fine danno somma zero, o le più inconfessabili. La prima vittima è Giorgia Meloni, come si è visto nel caso delle nomine Rai, dove è rimasto fuori il rappresentante dell'unico partito di opposizione e primo almeno nei sondaggi, anche se va aggiunto che nell'attuale Parlamento i numeri sono molto diversi.

 

salvini renzi meloni Berlusconi

Nei sondaggi FdI supera il 20 per cento e Italia Viva è poco sopra il due, ma alla Camera i deputati meloniani sono appena 36, poco più dei renziani di Italia Viva che sono 28, a Palazzo Madama i senatori sono venti, solo tre in più di quelli controllati dall'ex sindaco di Firenze. In questo contesto alla Lega di Salvini spetta il compito di portare un po' di truppe, qualche territorio, il consenso popolare dell'elettorato del Nord, dietro un leader senza principi e privo di idee in proprio, pronto a inseguire qualunque cosa per proseguire con la sua tortuosa carriera politica: da padano a nazionalista, da anti-europeo a draghiano, da assediante di Elsa Fornero a sostenitore di un governo con la Fornero consulente. In buona e affollata compagnia.

 

berlusconi salvini renzi

La seconda vittima rischia di essere il Pd, o meglio quel poco che resta dell'antico bipolarismo. A meno che non si riesca a costruire uno sbocco alternativo. Perché il progetto centrista può avere come esito un centro immobile, cui quel che resta della sinistra, il Pd, potrà solo associarsi, mentre Fratelli d'Italia e una scheggia del fu Movimento 5 Stelle resteranno all'opposizione. Oppure può fare nascere uno dei soggetti dell'alternanza di governo che dovranno confrontarsi alle elezioni con un centro-sinistra da rifondare.

 

Un pezzo di Pd è già pronto a seguire il primo schema e la sua vocazione minoritaria e subalterna: quelli che vogliono rifare i Ds o la Margherita, che è come ammettere che tutta la storia del Pd è stata un errore. In alcuni territori la spaccatura si sta già compiendo.

 

GLI AUGURI DELLE BIMBE DI MATTARELLA PER GLI 80 ANNI DEL CAPO DELLO STATO

A Rimini, città non secondaria nelle vicende della sinistra italiana, il sindaco del Pd Andrea Gnassi ha ritirato le deleghe della vice Gloria Lisi, anche lei del Pd, che si candiderà a sindaco con una sua lista centrista aperta anche a destra. Il secondo schema, la costruzione di un nuovo bipolarismo europeo, è da tempo un obiettivo irrealizzabile, eppure sarebbe la strada maestra per rimettere in ordine la politica italiana. Il Pd dovrebbe sentire come emergenza il contrasto a un progetto che rischia di consegnarlo all'irrilevanza per i prossimi decenni e che incolla l'Italia ai suoi mali storici.

 

 E agire in direzione opposta: un nuovo partito, una classe dirigente da far crescere sui territori, un sistema elettorale e istituzionale coerente con questo disegno. Le alleanze arriveranno dopo perché ancora tutto è incerto. Le elezioni amministrative potrebbero concludersi con una sorpresa politica, con la vittoria dei candidati del centrosinistra e la sconfitta di una destra spaccata e divisa.

 

E poi ci sarà l'appuntamento del Quirinale: auguri al presidente Sergio Mattarella che ha compiuto ottant' anni e che è ormai vicino all'inizio del semestre bianco. Perché se tutti questi scenari si rivelassero castelli di sabbia estivi toccherebbe ancora a lui rappresentare il Paese che resiste.

Ultimi Dagoreport

friedrich merz ursula von der leyen manfred weber giorgia meloni

DAGOREPORT - DA IERI SERA, CON LA VITTORIA IN GERMANIA DELL’ANTI-TRUMPIANO MERZ E IL CONTENIMENTO DEI NAZI DI AFD NELLE FILE DELL’OPPOSIZIONE, TUTTO È CAMBIATO - E DAVANTI A UN’EUROPA DI NUOVO IN PIEDI, DOPO IL KNOCKOUT SUBITO DAL CALIGOLA DELLA CASA BIANCA, PER LA ‘DUCETTA’ SI PREPARANO GIORNI ALL’INSEGNA DELLE INVERSIONI A U – OGGI L’ITALIA HA VOTATO CON L'EUROPA LA RISOLUZIONE SULL'INTEGRITÀ TERRITORIALE DI KIEV, CONTRO GLI STATI UNITI – CAPITA L’ARIA NUOVA CHE TIRA, SULLE AGENZIE È SBUCATA UNA NOTA FIRMATA DAL “GENIO” DI FAZZOLARI, CHE AVRÀ FATTO RIZZARE I PELI DI TRUMP E PUTIN MESSI INSIEME: “LA VOGLIA DI LIBERTÀ DEL POPOLO UCRAINO CHE È STATA PIÙ FORTE DELLE MIRE NEO IMPERIALI DELLE ÉLITE RUSSE” - CERTO, SE NON AVESSE DAVANTI QUELL’ANIMALE FERITO, E QUINDI DAVVERO PERICOLOSO, DI MATTEO SALVINI, LA STATISTA DELLA GARBATELLA FAREBBE L’EUROPEISTA, MAGARI ALL’ITALIANA, CON UNA MANINA APPOGGIATA SUL TRUMPONE – MA ANCHE IN CASA, C’È MARETTA. OGGI IL VICEMINISTRO DEGLI ESTERI E COORDINATORE NAZIONALE DELLA DIREZIONE DI FDI, EDMONDO CIRIELLI, HA IMPLORATO MERZ DI FARE IL GOVERNO CON I POST-NAZI DI AFD…

veronica gentili alessia marcuzzi roberto sergio giampaolo rossi myrta merlino

A LUME DI CANDELA - “QUESTO PROGRAMMA NON È UN ALBERGO”: AI PIANI ALTI DI MEDIASET SI RUMOREGGIA PER LE FREQUENTI ASSENZE DI MYRTA MERLINO A “POMERIGGIO CINQUE” (LE ULTIME RICHIESTE: DUE GIORNI A MARZO E PONTE LUNGHISSIMO PER PASQUA E 25 APRILE) – VERONICA GENTILI ALL’ISOLA DEI FAMOSI: È ARRIVATA LA FUMATA BIANCA – IL NO DI DE MARTINO AGLI SPECIALI IN PRIMA SERATA (HA PAURA DI NON REPLICARE IL BOOM DI ASCOLTI) – CASCHETTO AGITATO PER LE GAG-ATE DI ALESSIA MARCUZZI - LO SHAMPOO DELLA DISCORDIA IN RAI - IL POTENTE POLITICO DI DESTRA HA FATTO UNA TELEFONATA DIREZIONE RAI PER SOSTENERE UNA DONNA MOLTO DISCUSSA. CHI SONO?

donald trump paolo zampolli

DAGOREPORT - LA DUCETTA SUI TRUMP-OLI! OGGI ARRIVA IN ITALIA IL MITICO PAOLO ZAMPOLLI, L’INVIATO SPECIALE USA PER IL NOSTRO PAESE, NONCHÉ L’UOMO CHE HA FATTO CONOSCERE MELANIA A DONALD. QUAL È IL SUO MANDATO? UFFICIALMENTE, “OBBEDIRE AGLI ORDINI DEL PRESIDENTE E ESSERE IL PORTATORE DEI SUOI DESIDERI”. MA A PALAZZO CHIGI SI SONO FATTI UN'ALTRA IDEA E TEMONO CHE IL SUO RUOLO SIA "CONTROLLARE" E CAPIRE LE INTENZIONI DELLA DUCETTA: L’EQUILIBRISMO TRA CHEERLEADER “MAGA” E PROTETTRICE DEGLI INTERESSI ITALIANI IN EUROPA È SEMPRE PIÙ DIFFICILE – I SONDAGGI DI STROPPA SU PIANTEDOSI, L’ATTIVISMO DI SALVINI E LA STORIA DA FILM DI ZAMPOLLI: FIGLIO DEL CREATORE DELLA HARBERT (''DOLCE FORNO''), ANDÒ NEGLI STATES NEGLI ANNI '80, DOVE FONDÒ UN'AGENZIA DI MODELLE. ''TRA LORO HEIDI KLUM, CLAUDIA SCHIFFER E MELANIA KNAUSS. PROPRIO LEI…”

giorgia meloni donald trump joe biden

DAGOREPORT – GIORGIA MELONI, FORSE PER LA PRIMA VOLTA DA QUANDO È A PALAZZO CHIGI, È FINITA IN UN LABIRINTO. E NON SA DAVVERO COME USCIRNE. STAI CON NOI TRUMPIANI O CONTRO DI NOI? CI METTI LA FACCIA O NO? IL BRITANNICO NEO-MAGA NIGEL FARAGE HA DICHIARATO CHE AVREBBE PREFERITO CHE MELONI PRENDESSE POSIZIONI PIÙ DURE CONTRO L’UNIONE EUROPEA, ALTRO SEGNALE: COME MAI ANDREA STROPPA, TOYBOY DELL'ADORATO MUSK, SPINGE SU X PER IL RITORNO DI SALVINI AL VIMINALE? VUOLE PER CASO COSTRINGERMI A USCIRE ALLO SCOPERTO? OGGI È ARRIVATA UN'ALTRA BOTTA AL SISTEMA NERVOSO DELLA STATISTA DELLA GARBATELLA LEGGENDO LE DICHIARAZIONI DI JORDAN BARDELLA, IL PRESIDENTE DEL PARTITO DI MARINE LE PEN, CHE HA TROVATO L’OCCASIONE DI DARSI UNA RIPULITA PRENDENDO AL VOLO IL "GESTO NAZISTA" DI BANNON PER ANNULLARE IL SUO DISCORSO ALLA CONVENTION DEI TRUMPIANI A WASHINGTON - E ADESSO CHE FA L’EX COCCA DI BIDEN, DOMANI POMERIGGIO INTERVERRÀ LO STESSO IN VIDEO-CONFERENZA?

marina berlusconi antonio tajani

DAGOREPORT - L’INTERVISTA RILASCIATA DA MARINA BERLUSCONI AL “FOGLIO” HA MANDATO IN TILT FORZA ITALIA E SOPRATTUTTO TAJANI - IL VICEPREMIER HA REAGITO IN MODO SCOMPOSTO: “NON ABBIAMO BISOGNO DI NESSUNA SVEGLIA. MARINA FA BENE A DIRE CIÒ CHE PENSA MA NON CI HA MAI CHIESTO NÉ IMPOSTO NULLA. QUANTO DETTO DA LEI NON ERA RIVOLTO A FORZA ITALIA” - NEL PARTITO MONTA LA FRONDA VERSO LA FAMIGLIA BERLUSCONI E C’E’ CHI PENSA DI POTERSI EMANCIPARE UNA VOLTA PER TUTTE (MAGARI TROVANDO UN FINANZIATORE DISPOSTO AD ACCOLLARSI I 99 MILIONI DI FIDEJUSSONI GARANTITE DALLA DINASTY DI ARCORE) - AVVISO ALLA "SINISTRA" MARINA: NEL WEEKEND VERRA’ CONDOTTO UN SONDAGGIO RISERVATO PER TESTARE L’APPREZZAMENTO DEL SIMBOLO DI FORZA ITALIA SENZA LA PAROLA “BERLUSCONI”…