MAL DI PANCIA PER MALGARA - DOPO RODRIGO CIPRIANI, EX MEDIASHOPPING ED EX BUONITALIA SPA, SPEDITO NELLA SORPRESA DI TUTTI ALLA GUIDA DI CINECITTÀ LUCE, GALAN HA VOLUTO SUPERARSI CON UN PUBBLICITARIO DI ARCORE - IL SINDACO DI VENEZIA ORSONI DÀ IL BENVENUTO AL NUOVO PRESIDENTE DELLA BIENNALE, CON CUI DOVRÀ LAVORARE PER ANNI: “PERSONA INADEGUATA, SCELTA SBAGLIATA” - ANNUSANDO UN FUTURO INCERTO, GALAN HA LIQUIDATO BARATTA CON DUE MESI D’ANTICIPO…

Michele Anselmi per "il Secolo XIX"

Basta che vengano dal settore cibo & affini. Dopo Rodrigo Cipriani, ex Mediashopping ed ex Buonitalia spa, spedito nella sorpresa di tutti alla guida di Cinecittà Luce, il ministro Giancarlo Galan ha voluto superarsi: con due mesi di anticipo rispetto alla scadenza del mandato, ha cacciato senza tanti complimenti Paolo Baratta dalla presidenza della Biennale per insediarvi l'amico Giulio Malgara, pubblicitario famoso e attuale amministratore delegato della società alimentare "Chiari & Forti", nonché, per dirla con Dagospia, «berluscone di complemento» notoriamente caro al premier.

Come sempre, Galan ha fatto tutto da solo (o forse un po' meno delle altre volte): breve giro di telefonate agli interessati e attorno alle 17 il comunicato ufficiale. Le commissioni Cultura di Camera e Senato sono chiamate nei prossimi due mesi a esprimere un parere, ma siccome non è vincolante vedrete che entro Natale Malgara sarà a tutti gli effetti il nuovo doge della Biennale.

La nota ministeriale ringrazia Baratta «per la preziosa opera svolta nel corso degli otto anni trascorsi alla guida della più prestigiosa istituzione culturale italiana» e ne ricorda «i successi conseguiti nel recupero delle sedi storiche della Biennale, nel rilancio della Mostra del cinema e dei settori dello spettacolo dal vivo oltre a quelli dell'architettura e delle arti visive». La sua colpa? Essere stato nominato due volte alla guida della Biennale: la prima volta da Veltroni, la seconda da Rutelli.

La fa facile, Galan. E probabilmente la sfangherà. Ma certo non poteva immaginare l'attacco al vetriolo proveniente dal sindaco di Venezia, Giorgio Orsoni, per il quale Malgara è «persona inadeguata a ricoprire il ruolo di presidente della Biennale». Inadeguata. Ne discende che «seguire l'ipotesi di una sua conferma sarebbe scelta sbagliata, si interromperebbe una esperienza importante e proficua».

Arrabbiati, per il centrosinistra, anche Giuseppe Giulietti e Vincenzo Vita, che parlano di regalo al premier: «Il ministro può indicare chi vuole, ma deve rassegnarsi all'idea che le commissioni parlamentari dovranno esprimersi. Di scontato non c'è proprio nulla».

«Sicuramente ci rivedremo, magari a passeggiare per il Lido» aveva scherzato Baratta l'ultimo giorno della Mostra, un mese fa. Forse subodorando ciò che bolliva in pentola. Vero è che sin da luglio i giornali veneti facevano il nome di Malgara, insieme a quelli, poi caduti nel rush finale, di Vittorio Sgarbi, Giorgio Ferrara, Davide Rampello ed Evelina Christillin. Il presidente licenziato ieri non ha rilasciato dichiarazioni, parlerà stamattina nel quadro di una conferenza stampa, già indetta, per la presentazione della Biennale del teatro.

Non si sente inadeguato, ovviamente, il nominato. Definito Baratta «un uomo per bene e bravissimo», meno male, il presidente designato ha subito dichiarato: «Adesso ci sarà molto da fare. Affronterò questa sfida con grande passione, perché da sempre sono molto legato a Venezia» (in effetti ha una casa in città e una laurea honoris causa a Ca' Foscari).

Milanese, classe 1938, per 23 anni presidente dell'Upa (Utenti pubblicità associati), nonché fondatore di Auditel e Audipress, promotore di marchi nei settori cibo per gatti, tortellini, olio di mais e acque minerali, per due volte candidato senza successo alla presidenza della Rai, Malgara ha di fronte un ricco calendario di impegni. Il nuovo cda ai primi di gennaio dovrà subito nominare il direttore della sezione Architettura. Pressoché certa la riconferma di Marco Müller, dopo otto anni, alla testa della Mostra del cinema: piace molto a Galan e quindi è fatta.

 

Giancarlo Galan GIULIO MALGARA Paolo Baratta VITTORIO SGARBI Giorgio Ferrara - Copyright PizziDAVIDE RAMPELLO

Ultimi Dagoreport

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - COSA FRULLAVA NELLA TESTA TIRATA A LUCIDO DI ANDREA ORCEL QUANDO STAMATTINA ALL’ASSEMBLEA GENERALI HA DECISO IL VOTO DI UNICREDIT A FAVORE DELLA LISTA CALTAGIRONE? LE MANGANELLATE ROMANE RICEVUTE PER L’OPS SU BPM, L’HANNO PIEGATO AL POTERE DEI PALAZZI ROMANI? NOOO, PIU' PROBABILE CHE SIA ANDATA COSÌ: UNA VOLTA CHE ERA SICURA ANCHE SENZA UNICREDIT, LA VITTORIA DELLA LISTA MEDIOBANCA, ORCEL HA PENSATO BENE CHE ERA DA IDIOTA SPRECARE IL SUO “PACCHETTO”: MEJO GIRARLO ALLA LISTA DI CALTARICCONE E OTTENERE IN CAMBIO UN PROFICUO BONUS PER UNA FUTURA PARTNERSHIP IN GENERALI - UNA VOLTA ESPUGNATA MEDIOBANCA COL SUO 13% DI GENERALI, GIUNTI A TRIESTE L’82ENNE IMPRENDITORE COL SUO "COMPARE" MILLERI AL GUINZAGLIO, DOVE ANDRANNO SENZA UN PARTNER FINANZIARIO-BANCARIO, BEN STIMATO DAI FONDI INTERNAZIONALI? SU, AL DI FUORI DEL RACCORDO ANULARE, CHI LO CONOSCE ‘STO CALTAGIRONE? – UN VASTO PROGRAMMA QUELLO DI ORCEL CHE DOMANI DOVRA' FARE I CONTI CON I PIANI DELLA PRIMA BANCA D'ITALIA, INTESA-SANPAOLO…

donald trump ursula von der leyen giorgia meloni

DAGOREPORT - UN FACCIA A FACCIA INFORMALE TRA URSULA VON DER LEYEN E DONALD TRUMP, AI FUNERALI DI PAPA FRANCESCO, AFFONDEREBBE IL SUPER SUMMIT SOGNATO DA GIORGIA MELONI - LA PREMIER IMMAGINAVA DI TRONEGGIARE COME MATRONA ROMANA, TRA MAGGIO E GIUGNO, AL TAVOLO DEI NEGOZIATI USA-UE CELEBRATA DAI MEDIA DI TUTTO IL MONDO. SE COSÌ NON FOSSE, IL SUO RUOLO INTERNAZIONALE DI “GRANDE TESSITRICE” FINIREBBE NEL CASSETTO, SVELANDO IL NULLA COSMICO DIETRO AL VIAGGIO ALLA CASA BIANCA DELLA SCORSA SETTIMANA (L'UNICO "RISULTATO" È STATA LA PROMESSA DI TRUMP DI UN VERTICE CON URSULA, SENZA DATA) - MACRON-MERZ-TUSK-SANCHEZ NON VOGLIONO ASSOLUTAMENTE LA MELONI NEL RUOLO DI MEDIATRICE, PERCHÉ NON CONSIDERANO ASSOLUTAMENTE EQUIDISTANTE "LA FANTASTICA LEADER CHE HA ASSALTATO L'EUROPA" (COPY TRUMP)...

pasquale striano dossier top secret

FLASH – COM’È STRANO IL CASO STRIANO: È AVVOLTO DA UNA GRANDE PAURA COLLETTIVA. C’È IL TIMORE, NEI PALAZZI E NELLE PROCURE, CHE IL TENENTE DELLA GUARDIA DI FINANZA, AL CENTRO DEL CASO DOSSIER ALLA DIREZIONE NAZIONALE ANTIMAFIA (MAI SOSPESO E ANCORA IN SERVIZIO), POSSA INIZIARE A “CANTARE” – LA PAURA SERPEGGIA E SEMBRA AVER "CONGELATO" LA PROCURA DI ROMA DIRETTA DA FRANCESCO LO VOI, IL COPASIR E PERSINO LE STESSE FIAMME GIALLE. L’UNICA COSA CERTA È CHE FINCHÉ STRIANO TACE, C’È SPERANZA…

andrea orcel francesco milleri giuseppe castagna gaetano caltagirone giancarlo giorgetti matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT - IL RISIKONE È IN ARRIVO: DOMANI MATTINA INIZIERÀ L’ASSALTO DI CALTA-MILLERI-GOVERNO AL FORZIERE DELLE GENERALI. MA I TRE PARTITI DI GOVERNO NON VIAGGIANO SULLO STESSO BINARIO. L’INTENTO DI SALVINI & GIORGETTI È UNO SOLO: SALVARE LA “LORO” BPM DALLE UNGHIE DI UNICREDIT. E LA VOLONTÀ DEL MEF DI MANTENERE L’11% DI MPS, È UNA SPIA DEL RAPPORTO SALDO DELLA LEGA CON IL CEO LUIGI LOVAGLIO - DIFATTI IL VIOLENTISSIMO GOLDEN POWER DEL GOVERNO SULL’OPERAZIONE DI UNICREDIT SU BPM, NON CONVENIVA CERTO AL DUO CALTA-FAZZO, BENSÌ SOLO ALLA LEGA DI GIORGETTI E SALVINI PER LEGNARE ORCEL – I DUE GRANDI VECCHI DELLA FINANZA MENEGHINA, GUZZETTI E BAZOLI, HANNO PRESO MALISSIMO L’INVASIONE DEI CALTAGIRONESI ALLA FIAMMA E HANNO SUBITO IMPARTITO UNA “MORAL SUASION” A COLUI CHE HANNO POSTO AL VERTICE DI INTESA, CARLO MESSINA: "ROMA DELENDA EST"…