BANANA-PALERMO, 1 A 0 - LA CORTE DI APPELLO DICE NO ALL’AUDIZIONE DI BERLUSCONI: ''NÉ INDISPENSABILI NÉ DECISIVE'', LE SUE DICHIARAZIONI NEL PROCESSO-BIS A DELL’UTRI (DIVERSO DALL’INDAGINE DI INGROIA SUI BONIFICI MILIONARI) - RESPINTE QUASI IN BLOCCO LE RICHIESTE DELL’ACCUSA: NON SFILERANNO IN AULA BRUSCA, I FRATELLI GRAVIANO E IL PENTITO STEFANO LO VERSO - AMMESSA SOLO LA TESTIMONIANZA DEL BANCARIO GIOVANNI SCILABRA - IL PROCURATORE GENERALE: “RISCHIO PRESCRIZIONE”…

PALERMO - Le dichiarazioni di Silvio Berlusconi non sono ''ne' indispensabili ne' decisive'' ai fini della sentenza nei confronti del senatore del Pdl Marcello Dell'Utri, imputato di concorso esterno in associazione mafiosa dopo il rinvio della Cassazione che aveva annullato la precedente condanna a 7 anni, e per questo la Corte di Appello di Palermo, presieduta da Raimondo Lo Forti, ha rigettato nell'udienza di questa mattina la richiesta del procuratore generale Luii Patronaggio di convocare l'ex premier come testimone.

I giudici hanno respinto quasi in blocco le richieste dell'accusa, e hanno ammesso come teste soltanto il bancario Giovanni Scilabra, il quale ha riferito nel 1986 Marcello Dell'Utri e l'ex sindaco mafioso di Palermo, Vito Ciancimino, andarono a trovarlo nel suo ufficio per discutere di prestiti. Scilabra sara' sentito nella prossima udienza, fissata per il tre ottobre.

L'episodio riferito da Scilabra e' del 1986. Dell'Utri, che oggi non era presente in aula, lo ha sempre negato e ha sporto querela contro il bancario. Il processo e' attualmente pendente davanti al Tribunale civile di Roma. La Corte, nel rigettare le richieste del Pg, ha spiegato che il processo, come disposto dalla Cassazione nel rinvio degli atti dopo l'annullamento
della condanna di Dell'Utri, deve soffermarsi soltanto sul periodo compreso tra il il 1978 e il 1982.

Il procuratore Patronaggio aveva ricordato che Berlusconi era stato citato gia' nel primo processo ma essendo all'epoca indagato di reato connesso aveva potuto avvalersi della facolta' di non rispondere, e aveva argomentato che se nuovamente convocato, come testimone, non avrebbe potuto sottrarsi alle domande. Per i giudici, pero', dall'ex primo ministro non potrebbero in ogni caso venire elementi di rilievo e pertanto e' inutile citarlo.

Tra le richieste respinte dalla Corte, anche quella di convocare il pentito Giovanni Brusca perche' parlasse della trattativa Stato-mafia. I giudici, che hanno sottolineato come su questo punto le dichiarazioni del collaboratore siano apparse contraddittorie, hanno disposto di acquisire i verbali di Brusca limitatamente alle parti relative alle estorsioni ai danni di Berlusconi. No anche alla citazione dei boss di Brancaccio, Giuseppe e Filippo Graviano, e del pentito Stefano Lo Verso.

''L'ordinanza della Corte si e' molto attenuta ai criteri della Cassazione e ha delimitato moltissimo l'oggetto della prova. Incombe il pericolo della prescrizione specie se risultera' l'interruzione della condotta ascritta a Dell'Utri'' ha detto il procuratore generale Patronaggio, commentando la decisione della Corte di appello. ''L'ordinanza della Corte d'Appello e' equilibrata e mirata a chiarire i problemi sollevati dalla Corte di Cassazione'', dice l'avvocato Giuseppe Di Peri, difensore del senatore Dell'Utri.

 

DellUtri e Berlusconi graviano filippo GIUSEPPE GRAVIANOGIOVANNI BRUSCAVito Ciancimino

Ultimi Dagoreport

terzo mandato vincenzo de luca luca zaia giorgia meloni matteo salvini antonio tajani

DAGOREPORT – REGIONALI DELLE MIE BRAME! BOCCIATO IL TERZO MANDATO, SALVINI SI GIOCA IL TUTTO PER TUTTO CON LA DUCETTA CHE INSISTE PER UN CANDIDATO IN VENETO DI FRATELLI D'ITALIA - PER SALVARE IL CULO, A SALVINI NON RESTA CHE BATTERSI FINO ALL'ULTIMO PER IMPORRE UN CANDIDATO LEGHISTA DESIGNATO DA LUCA ZAIA, VISTO IL CONSENSO SU CUI IL DOGE PUÒ ANCORA CONTARE (4 ANNI FA LA SUA LISTA TOCCO' IL 44,57%, POTEVA VINCERE ANCHE DA SOLO) - ANCHE PER ELLY SCHLEIN SONO DOLORI: SE IL PD VUOLE MANTENERE IL GOVERNO DELLA REGIONE CAMPANA DEVE CONCEDERE A DE LUCA LA SCELTA DEL SUO SUCCESSORE (LA SOLUZIONE POTREBBE ESSERE CANDIDARE IL FIGLIO DI DON VINCENZO, PIERO, DEPUTATO PD)

elisabetta belloni giorgia meloni giovanni caravelli alfredo mantovano

DAGOREPORT – CHI È STATO A FAR TRAPELARE LA NOTIZIA DELLE DIMISSIONI DI ELISABETTA BELLONI? LE IMPRONTE PORTANO A “FONTI DI INTELLIGENCE A LEI OSTILI” - L'ADDIO DELLA CAPA DEGLI SPIONI NON HA NULLA A CHE FARE COL CASO SALA. LEI AVREBBE PREFERITO ATTENDERE LA SOLUZIONE DELLE TRATTATIVE CON TRUMP E L'IRAN PER RENDERLO PUBBLICO, EVITANDO DI APPARIRE COME UNA FUNZIONARIA IN FUGA - IL CONFLITTO CON MANTOVANO E IL DIRETTORE DELL'AISE, GIANNI CARAVELLI, VIENE DA LONTANO. ALLA FINE, SENTENDOSI MESSA AI MARGINI, HA GIRATO I TACCHI   L'ULTIMO SCHIAFFO L'HA RICEVUTO QUANDO IL FEDELISSIMO NICOLA BOERI, CHE LEI AVEVA PIAZZATO COME VICE ALLE SPALLE DELL'"INGOVERNABILE" CARAVELLI, È STATO FATTO FUORI - I BUONI RAPPORTI CON L’AISI DI PARENTE FINO A QUANDO IL SUO VICE GIUSEPPE DEL DEO, GRAZIE A GIANMARCO CHIOCCI, E' ENTRATO NELL'INNER CIRCLE DELLA STATISTA DELLA GARBATELLA

cecilia sala abedini donald trump

DAGOREPORT – LO “SCAMBIO” SALA-ABEDINI VA INCASTONATO NEL CAMBIAMENTO DELLE FORZE IN CAMPO NEL MEDIO ORIENTE - CON IL POPOLO IRANIANO INCAZZATO NERO PER LA CRISI ECONOMICA A CAUSA DELLE SANZIONI USA E L’''ASSE DELLA RESISTENZA" (HAMAS, HEZBOLLAH, ASSAD) DISTRUTTO DA NETANYAHU, MENTRE L'ALLEATO PUTIN E' INFOGNATO IN UCRAINA, IL PRESIDENTE “MODERATO” PEZESHKIAN TEME LA CADUTA DEL REGIME DI TEHERAN. E IL CASO CECILIA SALA SI È TRASFORMATO IN UN'OCCASIONE PER FAR ALLENTARE LA MORSA DELL'OCCIDENTE SUGLI AYATOLLAH - CON TRUMP E ISRAELE CHE MINACCIANO DI “OCCUPARSI” DEI SITI NUCLEARI IRANIANI, L’UNICA SPERANZA È L’EUROPA. E MELONI PUÒ DIVENTARE UNA SPONDA NELLA MORAL SUASION PRO-TEHERAN...

elon musk donald trump alice weidel

DAGOREPORT - GRAZIE ANCHE ALL’ENDORSEMENT DI ELON MUSK, I NEONAZISTI TEDESCHI DI AFD SONO ARRIVATI AL 21%, SECONDO PARTITO DEL PAESE DIETRO I POPOLARI DELLA CDU-CSU (29%) - SECONDO GLI ANALISTI LA “SPINTA” DI MR. TESLA VALE ALMENO L’1,5% - TRUMP STA ALLA FINESTRA: PRIMA DI FAR FUORI IL "PRESIDENTE VIRTUALE" DEGLI STATI UNITI VUOLE VEDERE L'EFFETTO ''X'' DI MUSK ALLE ELEZIONI POLITICHE IN GERMANIA (OGGI SU "X" L'INTERVISTA ALLA CAPA DI AFD, ALICE WEIDEL) - IL TYCOON NON VEDE L’ORA DI VEDERE L’UNIONE EUROPEA PRIVATA DEL SUO PRINCIPALE PILASTRO ECONOMICO…

cecilia sala giorgia meloni alfredo mantovano giovanni caravelli elisabetta belloni antonio tajani

LA LIBERAZIONE DI CECILIA SALA È INDUBBIAMENTE UN GRANDE SUCCESSO DELLA TRIADE MELONI- MANTOVANO- CARAVELLI. IL DIRETTORE DELL’AISE È IL STATO VERO ARTEFICE DELL’OPERAZIONE, TANTO DA VOLARE IN PERSONA A TEHERAN PER PRELEVARE LA GIORNALISTA - COSA ABBIAMO PROMESSO ALL’IRAN? È PROBABILE CHE SUL PIATTO SIA STATA MESSA LA GARANZIA CHE MOHAMMAD ABEDINI NON SARÀ ESTRADATO NEGLI STATI UNITI – ESCE SCONFITTO ANTONIO TAJANI: L’IMPALPABILE MINISTRO DEGLI ESTERI AL SEMOLINO È STATO ACCANTONATO NELLA GESTIONE DEL DOSSIER (ESCLUSO PURE DAL VIAGGIO A MAR-A-LAGO) - RIDIMENSIONATA ANCHE ELISABETTA BELLONI: NEL GIORNO IN CUI IL “CORRIERE DELLA SERA” PUBBLICA IL SUO COLLOQUIO PIENO DI FRECCIATONE, IL SUO “NEMICO” CARAVELLI SI APPUNTA AL PETTO LA MEDAGLIA DI “SALVATORE”…