“ATTENDO SUO RISCONTRO SULLO SHOPPING AZIENDALE CINESE”, LE CHAT DELL'AMBASCIATORE MORABITO CHE ORA RISCHIA IL PROCESSO PER CORRUZIONE – “DALLE E-MAIL RINVENUTE RISULTA CHE IL DIPLOMATICO CONTATTA IL REGISTA GIUSEPPE TORNATORE INVIANDOGLI UN'E-MAIL DALL'ACCOUNT DEL MINISTERO, PRESENTANDOSI QUALE INTERLOCUTORE DI ALCUNE ORGANIZZAZIONI GOVERNATIVE CINESI..."
Valentina Errante per “il Messaggero”
«Attendo suo riscontro sullo shopping aziendale cinese». Così a maggio 2017 Angelo Di Corrado, il commercialista indagato per corruzione insieme all'ambasciatore Antonio Morabito, scriveva al diplomatico.
Dagli atti dell'inchiesta della procura di Roma emergono dettagli su affari riusciti e non, per i quali Morabito, con oltre 45mila euro in contanti versati sul suo conto tra il 2016 e il 2017, carte prepagate, ricaricate da presunti mediatori, e diversi bonifici in suo favore, si sarebbe speso, utilizzando il suo ruolo privilegiato per poi incassare quelli che nelle conversazioni intercettate chiama «supporti», biglietti aerei e quelli dei treni, fino agli accrediti per migliaia di euro.
L'inchiesta è nata da un'altra indagine per associazione mafiosa nella quale è stato coinvolto Di Corrado. A maggio 2016 Morabito inviava un messaggio a Di Corrado: «Oggi hanno chiuso mandando a casa ad (amministratore delegato ndr) e stanno per nominare il nuovo, Donatella Versace comprerà totale azione del fratello e altri. Quindi operazione chiusa. Ma ho un'altra importante informazione a breve». Di Corrado replica: «Confermato pranzo per venerdì? Il gruppo è già pronto. Hanno già stanziato 6 miliardi di euro per lo shopping. Poi aggiunge: «Non è possibile nessun avvicinamento famiglia Versace?».
alberto di monaco e antonio morabito
Nelle conversazioni intercettate il diplomatico chiede spesso «contributi» e bonifici ai mediatori. Anche per cifre esigue, come accade con il commercialista Marco Giannaneschi, al quale, per gli inquirenti, avrebbe venduto la sua funzione. A settembre 2017 l'ambasciatore gli dice: «Sta carta l'abbiamo messa a dura prova, perché fra cose e spese, c'è un'ultima cosa, però, poi non ti chiedo altro. Abbiamo dovuto fare lì in loco, che non accettavano la carta, erano 600 euro come deposito per la casa». Il riferimento è alla residenza universitaria del figlio di Morabito. Il giorno successivo parte il bonifico dal conto del commercialista.
L'INFORMATIVA
Nel tentativo di fare altri affari di ogni tipo, il diplomatico contatta anche un premio Oscar. «Dalle e-mail rinvenute risulta che Morabito nel settembre 2016 - annota la Finanza in un'informativa - contatta il regista Giuseppe Tornatore inviandogli un'e-mail dall'account del Ministero, presentandosi quale interlocutore di alcune organizzazioni governative cinesi («che hanno un contatto con me»), per la realizzazione di una produzione cinematografica tra i due Paesi».
Spiegano i militari: «Morabito interviene a favore di alcuni finanziatori della Repubblica Popolare Cinese, tramite HU Yunlai quale rappresentante in Italia di tale Wang (poi identificato in alcune chat come Jianlin Wang, magnate cinese titolare del Gruppo Wanda) e di tale Zhang (sarebbe Zhang Xiaojing, titolare della società New Media Aco Llc-Nma) per avviare la realizzazione del film dal titolo Leningrad, da tempo nei progetti del regista». L'affare da 67 milioni non andrà in porto. Morabito furioso, dice in chat ai suoi interlocutori: «Ho avviato con l'ambasciata cinese a Roma una caso politico per esaminare questa questione che ha una gravità enorme, avendo promesso da parte cinese una serie di cose non mantenute e avendo una completa adesione da parte italiana sulla buona fede»