luca palamara

CHATTARE FA BENE ALLA CARRIERA. FINCHÉ QUALCUNO NON LEGGE LE CHAT - AZIONE DISCIPLINARE PER 27 MAGISTRATI CHE CONVERSAVANO AMABILMENTE CON PALAMARA PER CONTROLLARE LE NOMINE AI VERTICI DELLE PROCURE E LE PROMOZIONI ALL'INTERNO DEGLI UFFICI GIUDIZIARI. I PRIMI A PAGARE LE CONSEGUENZE DELLO SCANDALO ERANO STATI CINQUE CONSIGLIERI DI PALAZZO DEI MARESCIALLI: CRISCUOLI, CARTONI, SPINA, LEPRE E MORLINI. POI FERRI, FAVA, SIRIGNANO, MANCINETTI…

Michela Allegri per ''Il Messaggero''

palamara

 

L'INCHIESTA

 C'è un nuovo capitolo nello scandalo delle toghe, l'inchiesta che come un terremoto ha travolto la magistratura e il Csm, portando alle dimissioni di cinque consiglieri di Palazzo Spada e a quelle del procuratore generale della Cassazione. Ci saranno altre conseguenze per le chat e le intercettazioni emerse dall'inchiesta sull'ex pm di Roma, Luca Palamara, imputato per corruzione a Perugia e radiato dall'ordinamento giudiziario il 9 ottobre scorso.

 

luca palamara a passeggio con cosimo ferri

In quei dialoghi l'ex presidente dell'Anm parlava e si incontrava con altri magistrati con i quali, secondo gli inquirenti, avrebbe studiato strategie per controllare le nomine ai vertici delle procure - in primis quella di Roma - e le promozioni all'interno degli uffici giudiziari. E ora il procuratore generale della Cassazione, Giovanni Salvi, parlando al plenum del Csm, ha annunciato che «sono 27 i magistrati per i quali la procura generale ha già esercitato l'azione disciplinare per i fatti emersi da chat e intercettazioni».

 

I MAGISTRATI

I primi a pagare le conseguenze dello scandalo erano stati cinque consiglieri di Palazzo dei marescialli: Corrado Criscuoli, Paolo Cartoni, Luigi Spina, Antonio Lepre e Gianluigi Morlini. Dal trojan inoculato dalla Finanza nel telefono dell'ex magistrato era emerso che avevano partecipato alla riunione notturna del 9 maggio del 2019 all'hotel Champagne insieme a due parlamentari: Luca Lotti e Cosimo Ferri. In quell'occasione si era parlato delle nomine ai vertici delle procure.

 

I PROCEDIMENTI

Paolo Criscuoli

A carico delle cinque toghe il processo disciplinare è cominciato in luglio. La stessa cosa vale per Ferri, deputato di Italia Viva e magistrato in aspettativa. Per lui giovedì ci sarà la prossima udienza dopo due sospensioni del procedimento: Ferri ha presentato tre istanze di ricusazione nei confronti dei suoi giudici.

 

Venerdì, invece, comincerà il processo disciplinare per il pm Stefano Fava, ora giudice al tribunale di Latina, accusato di aver esposto a Palamara i contenuti di una nota trasmessa al Csm e di avergli consegnato alcuni allegati che il suo interlocutore avrebbe voluto utilizzare per gettare discredito sull'allora procuratore di Roma Giuseppe Pignatone. Dibattimento disciplinare in vista anche per un ex pm della Direzione nazionale antimafia, Cesare Sirignano, già trasferito d'ufficio per incompatibilità ambientale dal Csm per il contenuto dei suoi colloqui con Palamara, e per due magistrati segretari di Palazzo dei marescialli, sempre in relazione alla vicenda nomine.

 

CESARE SIRIGNANO

Per le chat nel cellulare di Palamara si è dimesso dal Csm anche il togato di Unicost Marco Mancinetti. Lo ha fatto dopo che il pg della Cassazione ha avviato l'azione disciplinare nei suoi confronti contestando comportamenti «gravemente scorretti» nei confronti dei colleghi. Ieri invece c'è stato il via libera al collocamento fuori ruolo di Massimo Antonio Orlando, attuale presidente del Tribunale di Livorno ora nominato direttore generale delle risorse materiali e delle tecnologie del Dog del ministero della Giustizia. Il suo nome era apparso in alcuni sms.

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