CHIAMATELO ANGELINO MEDVEDEV: VIDEO “RUBATO” DEL CAZZIATONE DI PUTIN AL SUO PREMIER

1. VIDEO: LA SFURIATA DI PUTIN CONTRO I MINISTRI
Dal "Telegraph"

 

2. UN VIDEO RUBATO RIVELA QUANTO PUTIN È IN ROTTA CON MEDVEDEV
Luigi De Biase per "Il Foglio"

Fare il primo ministro è terribilmente complicato, soprattutto se l'uomo che siede sopra di te si chiama Vladimir Putin. L'ultima prova è un video di due minuti che circola da ieri sulla rivista web lifenews.ru: lo hanno girato martedì, durante una riunione di governo, l'autore è sconosciuto così come la gola profonda che lo ha passato alla stampa.

Nel filmato si vede Putin con la faccia seria che sistema le carte sulla scrivania e parla a ministri e governatori. "Dobbiamo alzare la qualità del nostro lavoro - dice il presidente -. Se non accadrà, dovrò riconoscere che non so lavorare, oppure che non sapete farlo voi e che dovete andarvene a casa. Ma non fatevi illusioni su questo punto: io propendo per la seconda ipotesi".

E' uno sfogo raro, la tv russa trasmette ogni giorno gli incontri di Putin ma si tratta di scene poco appassionanti, c'è un ministro che entra nello studio del presidente, s'accomoda e parla per qualche minuto in attesa di un cenno, poi saluta e lascia il posto a un altro. Il filmato di ieri, invece, conferma le voci sui malumori di Putin, che pare in rotta con il governo e con il suo primo ministro, il delfino Dmitri Medvedev.

Il portavoce del Cremlino era furioso ieri, prima ha detto che troverà il responsabile della soffiata, poi ha cancellato i reporter di LifeNews dalla lista degli accrediti, segno che la fuga di notizie non era un dono interessato di qualche ufficiale vicino al presidente. Che cosa inquieta Putin sino a minacciare i suoi? Il problema più grande viene dai conti pubblici.

Secondo Ksenia Yudaeva, l'inviato del Cremlino al G8, la Russia è tecnicamente "in recessione", gli effetti non si vedono ancora nelle strade del paese e Putin spera che quel giorno arrivi il più tardi possibile, anzi, spera che non arrivi mai.

Negli ultimi tre mesi del 2012 l'economia è cresciuta del 2,1 per cento, il livello più basso dal 2009, e le previsioni per il futuro non sono affatto positive (ancora mancano i dati ufficiali, ma si parla di un aumento minimo, intorno all'1,1 per cento, nel primo trimestre del 2013).

L'altro guaio è il prezzo del petrolio, la prima voce nel bilancio della Russia: il Brent è sotto la soglia dei cento dollari al barile e secondo gli analisti di Goldman Sachs e Barclays questa tendenza potrebbe durare a lungo. Il video con la ramanzina del presidente è uscito poche ore prima che Medvedev presentasse alla Duma i risultati del governo, e la circostanza non lo ha certo aiutato.

Il premier ha risposto alla critiche con un po' di sarcasmo ("offrirò un premio a chi troverà il sistema per ridurre la nostra dipendenza dalle materie prime, ma non credo che quel sistema esista"), ha annunciato nuovi investimenti nei trasporti e ha confermato gli impegni in materia fiscale ("rispetteremo le regole nonostante il rischio di recessione").

Probabilmente il suo governo non è mai stato così vicino alla crisi. Il caso dell'economia s'incrocia con un altro grande tema in Russia, quello della giustizia. Ieri a Kirov è cominciato il processo contro Alexei Navalny, un leader dell'opposizione che è accusato di truffa e rischia dieci anni di carcere.

Kirov è una cittadina tranquilla, si trova a novecento chilometri da Mosca, ma è stata invasa da un esercito di attivisti e di reporter. La prima udienza è durata 45 minuti, il tempo che serviva agli avvocati per chiedere (e ottenere) un aggiornamento al 24 aprile, quindi Navalny è uscito in strada e si è scusato con i suoi sostenitori: so che siete delusi, ha detto loro, ma questo tempo ci serve per studiare meglio le carte.

Molti sostengono che la storia della truffa serva soltanto a spazzare via un altro pezzo di opposizione, Navalny si dichiara innocente ma dice anche che s'aspetta una condanna, insomma, tutto è pronto per un nuovo scandalo giudiziario all'ombra del Cremlino.

"L'esito del processo Navalny può avere conseguenze negative anche sugli investimenti stranieri", ha ammonito ieri l'ex ministro Alexei Kudrin, uno dei pochi politici russi che si espongono in questa fase delicata. Sarà una coincidenza, ma il suo nome è fra quelli più popolari quando si parla di ritocchi al governo.

 

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