CI VOLEVA MONI OVADIA PER DIRE QUELLO CHE TUTTI NEI PALAZZI CHE CONTANO SANNO: “SE ANCHE MELONI ANDASSE AL GOVERNO, CON QUESTA BANDA DI NANETTI DOVE VUOLE ANDARE? TEMPO SEI MESI E I POTENTATI ECONOMICI CHE GUIDANO L'EUROPA, TROVEREBBERO MODO DI SBARAZZARSENE. COSÌ COME FECERO CON SILVIO BERLUSCONI. IN ITALIA ABBIAMO BISOGNO DI UNA GRANDE DESTRA LIBERALE - SE POTESSI LE DIREI: "GIORGIA, LIBERATI DA QUEL LIQUAME CHE TI RENDE NON CREDIBILE, PERCHÉ HAI STOFFA”
Roberto Pavanello per “la Stampa”
Il 16 ottobre 1943 1024 ebrei romani furono strappati dalle loro case e dalle loro vite e deportati ad Auschwitz dai nazisti con la complicità dei fascisti. Solo 16 fecero ritorno. Una ferita che ancora sanguina, una vergogna indelebile, figlia delle leggi razziali promulgate in Italia nel 1938. E ha buona voglia, certa destra, a sostenere che questo, insieme con l'ingresso in guerra al fianco della Germania, fu il grande errore del fascismo. Siamo dalle parti dell'ha fatto anche cose buone, posizione che non può non far saltare sulla sedia Moni Ovadia: «Non c'è nulla di buono da salvare in Benito Mussolini - ha ricordato ieri al Salone del Libro di Torino -. Dal punto di vista etico-sociale il discorso sul fascismo è chiuso ed è tombale».
E il Duce?
«Difficile pensare a una testa di ca..o così smisurata».
Un giudizio che non ammette repliche. Così come la chiamata in correità nella persecuzione degli ebrei italiani: «Questo non è un Paese di brava gente. La Bulgaria, dove io sono nato, insorse e disse "giù le mani dai nostri cittadini ebrei". In questo modo salvò tutti quelli che erano nel Paese. Così hanno fatto i danesi e gli albanesi: quelli sono brava gente. Dire la pagliacciata che ogni italiano ha salvato un ebreo è falso: erano 45 mila, non ce ne erano così tanti da salvare».
In questo ultimo periodo il fascismo è tornato con forza al centro del dibattito politico, lei sarebbe favorevole allo scioglimento di Forza Nuova?
«Per la mia identità, che ha varie appartenenze, tra cui quella ebraica, io sono antifascista dalla punta dei piedi a quella dei capelli. Detto questo, non credo che lo scioglimento di FN sia una buona medicina. Io vieterei a loro la concessione di spazi pubblici. Non dimentichiamo che la quintessenza della nostra Costituzione è l'antifascismo. Vuoi praticare il fascismo? Vattene dall'Italia».
Ma come è possibile ancora oggi dichiararsi fascisti, essere nostalgici di quella storia?
«C'è gente che non avendo partecipato alla liberazione dell'Italia dice, per convenienza, che in fondo non era così male. L'Italia non ha avuto una Norimberga perché le forze partigiane si sono schierate con gli Alleati. Uno che è nostalgico del fascismo dovrebbe avere la foto del sedere di un partigiano e baciarlo ogni mattina. Se i fascisti non sono stati impiccati a centinaia e colpiti in maniera molto più dura è alla Resistenza che devono dire grazie».
CHIARA VALCEPINA GIORGIA MELONI
In questa distinzione tra fascisti e antifascisti, forze politiche oggi di grande consenso come Fratelli d'Italia e Lega come si collocano?
«Penso che Giorgia Meloni sia una politica molto in gambe e brillante e credo che il suo antifascismo derivi anche da questioni personali, perché abbandonata in tenerissima età da un padre di sinistra. Se potessi le direi: "Giorgia, liberati da quel liquame che ti rende non credibile, perché hai stoffa. Ricorda che in Europa c'è stata una Thatcher dura e reazionari. Ma i conservatori inglesi sono stati antifascisti". Se anche Meloni andasse al governo, con questa banda di nanetti dove vuole andare? Tempo sei mesi e i potentati economici che guidano l'Europa, troverebbero modo di sbarazzarsene. Così come fecero con Silvio Berlusconi. In Italia abbiamo bisogno di una grande destra liberale».
E in questa partita che ruolo gioca Matteo Salvini?
«A me ricorda certi amici del bar dello sport, quelli delle chiacchiere generiche. Se io fossi il papà di Matteo, mi preoccuperei per lui: se per caso lo cacciano dalla politica, che mestiere fa?».
Come giudica l'ascesa di Eric Zemmour, che in Francia, su posizione di destra avrebbe il 28% dei consensi in vista delle elezioni presidenziali?
«I conti con Vichy li ha fatti Chirac, non Mitterand. Le ambiguità con quei regimi permettono questi rigurgiti. È un problema di cultura, antifascismo e antipetismo dovrebbero essere insegnati dalle elementari».
yo soy giorgia comizio della meloni a madrid 1
Come vede il futuro dell'Europa dopo l'uscita di scena di Angela Merkel?
«Problematica. Seppure siamo su posizioni opposte, ho grande stima di Merkel, che è stata l'unica vera statista d'Europa di questi ultimi decenni e ha caricato su di lei il peso del nazismo anche se non era ancora nata. In Italia abbiamo sempre preferito gli "io non sono ma"».
Moni Ovadia, lei è ancora comunista?
«Sì, ma senza appartenenza partitica. Per me il comunismo lo ha definito Carl Marx: "A ciascuno secondo le sue necessità, da ciascuno secondo le sue capacità". Niente a che vedere coi socialismi reali. Ho messo al bando l'ideologia per sposare l'idealità».-