kissinger missione marco polo

SONO PASSATI 50 ANNI DA QUELL'UNICA PAROLA: "EUREKA" - COSÌ KISSINGER TELEGRAFÒ AL PRESIDENTE NIXON LA RIUSCITA DELLA SEGRETISSIMA "MISSIONE MARCO POLO" CHE RIALLACCIÒ I RAPPORTI TRA STATI UNITI E CINA IN PIENA GUERRA FREDDA - FU "LA SETTIMANA CHE CAMBIÒ IL MONDO" E PARTÌ CON UN ROCAMBOLESCO VIAGGIO TRA SAIGON, BANGKOK, DELHI E ISLAMABAD - PENSARE CHE TUTTO INIZIÒ QUANDO IL CAMPIONE AMERICANO DI PING-PONG COWAN PERSE IL PULMINO DELLA SUA SQUADRA IN GIAPPONE E DOVETTE SALIRE SU QUELLO DOPO CHE ERA...

Carlo Pizzati per "la Repubblica"

 

henry kissinger

Nel bel mezzo di una sontuosa cena presso il palazzo presidenziale pakistano, la notte dell'8 luglio 1971, il consigliere per la sicurezza nazionale americano Henry Kissinger accusò un malore, forse a causa del cibo esotico, del caldo soffocante o dei troppi viaggi.

 

Dopo Saigon, Bangkok e Delhi, Islamabad era infatti la quarta tappa di un tour asiatico così estenuante che al seguito era rimasto soltanto un reporter americano. Subito, il presidente Yahya Khan fece accompagnare l'ospite d'onore in una villa sulle fresche colline a 2400 metri d'altura.

 

henry kissinger in cina

Nell'auto però non c'era Kissinger, il quale invece, con il vice Watson Lord, due agenti segreti e un assistente, fu portato a un aeroporto militare dove lo attendevano quattro diplomatici cinesi. Alle 4 del mattino, Kissinger salì a bordo dell'aereo mascherato da un ampio cappello, un foulard sul viso e occhiali da sole scuri. A mezzogiorno, il diplomatico atterrò a Pechino e nelle successive 48 ore ebbe sei riunioni con il premier cinese Zhou Enlai.

 

kissinger in cina

Quest'incontro era l'obiettivo della segretissima "Missione Marco Polo" che avrebbe cambiato le sorti della Guerra fredda. Riapparso nella villa pakistana due giorni dopo, fingendo d'essere guarito dal colpo di caldo, Kissinger telegrafò subito al presidente Richard Nixon un'unica parola: «Eureka».

 

kissinger e mao

La disponibilità dei cinesi al dialogo aprì la strada a quella che Nixon chiamò «la settimana che cambiò il mondo», il suo viaggio a Pechino per riaprire i rapporti diplomatici tra Stati Uniti e Cina dopo ventidue anni di silenzio tra due nazioni divise dalle ideologie, dalla guerra del Vietnam e dalle rivendicazioni della Repubblica cinese di Taiwan, nata dopo la conquista della Cina da parte delle forze comuniste.

 

glenn cowen e il pulmino cinese

È passato mezzo secolo da quel 1971 e i cambiamenti innescati dalla Missione Marco Polo hanno davvero trasformato il mondo. Quel viaggio rocambolesco fu ispirato anche da un incontro fortuito, pochi mesi prima, tra due concorrenti del 31esimo mondiale di ping-pong di Nagoya, in Giappone.

 

L'americano Glenn Cowan, avendo perso il pulmino della sua squadra, salì sul successivo, accorgendosi troppo tardi che era quello del team cinese. Difficile capire l'impermeabilità culturale e ideologica dell'epoca della Guerra fredda, se non la si è vissuta. Cowan fu infatti accolto dalla sdegnosa indifferenza dei giocatori cinesi, tranne Zhuang Zedong che gli strinse la mano e gli regalò la stampa di una foto delle sue montagne che teneva nella borsa sportiva.

 

glenn cowan e zhuang zedong

Questa cordialità innescò, con il placet del presidente Mao Zedong, l'invito a Pechino, il 10 aprile 1971, dell'intera squadra americana, prima delegazione ufficiale in decenni a visitare la Repubblica Popolare cinese, se non si conta il viaggio di 11 militanti delle Pantere Nere. Fu anche quella "diplomazia del ping pong" ad avvicinare i due governi che non si parlavano, ma che da mesi cercavano un tramite segreto in Romania e in Pakistan.

 

la foto della diplomazia del ping pong

Nixon si era messo all'opera per stabilire un contatto con Mao fin dal suo primo giorno alla Casa Bianca. Alla rivista Time aveva rivelato un suo sogno: «Se c'è qualcosa che voglio fare prima di morire è andare in Cina». La dichiarazione aprì la "stagione della quadriglia" durante la quale le parti si studiavano a distanza, mettendosi alla prova. Bisogna ricordare che nell'era del maccartismo bastava esprimere il desiderio di visitare l'Unione Sovietica o la Cina per finire nelle purghe dell'anticomunismo americano.

 

mao zedong e richard nixon

Invece Nixon riuscì ad avverare il suo sogno. Sette mesi dopo la Missione Marco Polo, eccolo atterrare in Cina per la prima visita di un presidente americano nella Repubblica Popolare cinese. Sette giorni, dal 21 al 28 febbraio 1972, viaggiando in tre città: Pechino, Hangzhou e Shanghai, passando anche per la Grande Muraglia.

 

nixon e kissinger

Mentre il presidente vedeva politici e diplomatici, la First Lady Pat Nixon visitava scuole, fabbriche e ospedali con un seguito di giornalisti. Nixon incontrò subito Mao Zedong, assieme a Kissinger e a Lord. Il dialogo durò un'ora. L'unico. Lord scrisse in seguito che Mao fu di poche parole: «Parlava con frasi secche e rapide. Pennellate veloci. Passava da un argomento all'altro in apparenza senza un filo. Soltanto dopo abbiamo capito che ci stava delineando la politica cinese del futuro».

 

il libro di kissinger sulla cina

Invece Nixon e il premier Zhou Enlai si riunirono più volte. Il loro dialogo culminò nel Comunicato di Shanghai, che è tuttora la pietra fondante dei rapporti tra Usa e Cina. La visita alterò gli equilibri mondiali. Nixon aveva pieno interesse di uscire dall'impasse in cui si trovava l'America nella Guerra fredda, impantanata in Vietnam, con pochi progressi nell'insediare Taiwan come la "Cina legittima" e con il cruccio di un'Unione Sovietica così intraprendente che nel 1968 aveva addirittura invaso la Cecoslovacchia con i carrarmati.

 

kissinger missione marco polo

Fu proprio la primavera di Praga a esacerbare i rapporti tra Pechino e Mosca. Anche se il "blocco comunista" veniva visto dall'opinione pubblica occidentale come mono-litico, le spaccature c'erano eccome. Dopo le dozzine di soldati russi e cinesi morti in una disputa al confine sino-russo sul fiume Ussuri, Mao temeva l'entusiasmo espansionista sovietico. Il Grande Timoniere era pronto per la sterzata accogliendo la nemesi americana a casa sua.

 

henry kissinger con xi jinping

Difatti, non solo il viaggio di Nixon a Pechino ampliò la spaccatura strategica tra Cina e Unione Sovietica, costringendo i russi indeboliti sul fronte asiatico a una serie di concessioni a favore dell'America, ma diede inizio a un cambiamento epocale in Cina, che si aprì all'economia dei paesi capitalisti, trasformazione che maturò nelle famose riforme del "Socialismo con caratteristiche cinesi" coltivate negli anni Settanta da Deng Xiaoping.

 

HENRY KISSINGER E JOE BIDEN

Gli anni Ottanta videro la decollettivizzazione dell'agricoltura e l'apertura agli investimenti stranieri mentre negli anni Novanta Pechino spalancò le porte a privatizzazioni e appalti ai privati. Nonostante le frenate del presidente Hu Jintao negli anni Duemila, le corsa alle riforme portò, tra il 1978 e il 2013, a una crescita dell'economia cinese del 9,5 per cento annuo. Fino all'arrivo di Xi Jinping che smantellò, in parte, il lavoro di Deng.

 

La Missione Marco Polo che cinquant'anni fa rese possibile «la settimana che cambiò il mondo» fu la dimostrazione che, molto più del conflitto, l'abile arte di saper tendere la mano al momento giusto porta trasformazioni durevoli e profonde. Un'utile promemoria, in questo momento, per il presidente Joe Biden.

RICHARD NIXON HENRY KISSINGER 1RICHARD NIXON HENRY KISSINGERhenry kissinger incontra xi jinping 1henry kissingerKISSINGER OBAMAhenry kissingerKISSINGER - THE IDEALISTHENRY KISSINGER JIANG ZEMIN E KISSINGERKISSINGER E MAOKISSINGERhenry kissinger incontra xi jinping 3henry kissinger incontra xi jinpinghenry kissinger incontra xi jinping 2henry kissinger incontra xi jinping 4HENRY KISSINGER

Ultimi Dagoreport

donnet, caltagirone, milleri, orcel

DAGOREPORT - COSA POTREBBE SUCCEDERE DOPO LA MOSSA DI ANDREA ORCEL CHE SI È MESSO IN TASCA IL 4,1% DI GENERALI? ALL’INIZIO IL CEO DI UNICREDIT SI POSIZIONERÀ IN MEZZO AL CAMPO NEL RUOLO DI ARBITRO. DOPODICHÉ DECIDERÀ DA CHE PARTE STARE TRA I DUE DUELLANTI: CON IL CEO DI GENERALI, PHILIPPE DONNET, OPPURE CON IL DUPLEX CALTAGIRONE-MILLERI? DIPENDERÀ DA CHI POTRÀ DARE PIÙ VANTAGGI A ORCEL - UNICREDIT HA IN BALLO DUE CAMPAGNE DI CONQUISTA: COMMERBANK E BANCO BPM. SE LA PRIMA HA FATTO INCAZZARE IL GOVERNO TEDESCO, LA SECONDA HA FATTO GIRARE LE PALLE A PALAZZO CHIGI CHE SUPPORTA CALTA-MILLERI PER UN TERZO POLO BANCARIO FORMATO DA BPM-MPS. E LA RISPOSTA DEL GOVERNO, PER OSTACOLARE L’OPERAZIONE, È STATA L'AVVIO DELLA PROCEDURA DI GOLDEN POWER - CHI FARÀ FELICE ORCEL: DONNET O CALTA?

giorgia meloni daniela santanche

DAGOREPORT - MA QUALE TIMORE DI INCROCIARE DANIELA SANTANCHÈ: GIORGIA MELONI NON SI È PRESENTATA ALLA DIREZIONE DI FRATELLI D’ITALIA PERCHÉ VUOLE AVERE L’AURA DEL CAPO DEL GOVERNO DALLO STANDING INTERNAZIONALE CHE INCONTRA TRUMP, PARLA CON MUSK E CENA CON BIN SALMAN, E NON VA A IMMISCHIARSI CON LA POLITICA DOMESTICA DEL PARTITO - MA SE LA “PITONESSA” AZZOPPATA NON SI DIMETTERÀ NEI PROSSIMI GIORNI RISCHIA DI ESSERE DAVVERO CACCIATA DALLA DUCETTA. E BASTA POCO: CHE LA PREMIER ESPRIMA A VOCE ALTA CHE LA FIDUCIA NEI CONFRONTI DEL MINISTRO DEL TURISMO È VENUTA A MANCARE - IL RUOLO DEL "GARANTE" LA RUSSA…

barbara marina pier silvio berlusconi giorgia meloni

L’AMBIZIOSA E INCONTROLLABILE BARBARA BERLUSCONI HA FATTO INCAZZARE MARINA E PIER SILVIO CON LA DICHIARAZIONE AL TG1 CONTRO I MAGISTRATI E A FAVORE DI GIORGIA MELONI, PARLANDO DI “GIUSTIZIA A OROLOGERIA” DOPO L’AVVISO DI GARANZIA ALLA PREMIER PER IL CASO ALMASRI - PRIMA DI QUESTA DICHIARAZIONE, LA 40ENNE INEBRIATA DAL MELONISMO SENZA LIMITISMO NE AVEVA RILASCIATA UN’ALTRA, SEMPRE AL TG1, SULLA LEGGE PER LA SEPARAZIONE DELLE CARRIERE TRA GIUDICI E PM (“È SOLO UN PRIMO PASSO”) - E NELL’IMMAGINARIO DI MARINA E PIER SILVIO HA FATTO CAPOLINO UNA CERTA PREOCCUPAZIONE SU UNA SUA POSSIBILE DISCESA IN POLITICA. E A MILANO SI MORMORA CHE, PER SCONGIURARE IL "PERICOLO" DELLA MELONIANA BARBARA (“POTREBBE ESSERE UN’OTTIMA CANDIDATA SINDACA PER IL CENTRODESTRA NELLA MILANO’’, SCRIVE IL “CORRIERE”), PIER SILVIO POTREBBE ANCHE MOLLARE MEDIASET E GUIDARE FORZA ITALIA (PARTITO CHE VIVE CON LE FIDEJUSSIONI FIRMATE DA BABBO SILVIO...) - VIDEO

giorgia meloni nordio mantovano almasri francesco franco lo voi

DAGOREPORT - PER RISOLVERE LA FACCENDA ALMASRI ERA SUFFICIENTE METTERE SUBITO IL SEGRETO DI STATO E TUTTO SAREBBE FINITO LÌ. INVECE LA MAL-DESTRA HA PRESO IL SOPRAVVENTO BUTTANDOLA IN CACIARA E METTENDO NEL MIRINO IL PROCURATORE LO VOI, MOLTO LONTANO DALLA SINISTRA DELLE “TOGHE ROSSE” - QUELLO CHE COLPISCE DEL PASTICCIACCIO LIBICO È CHE SIA STATO CUCINATO CON I PIEDI, MALGRADO LA PRESENZA A FIANCO DI GIORGIA MELONI DI UN TRUST DI CERVELLONI COMPOSTO DA UN EX MAGISTRATO AL MINISTERO DELLA GIUSTIZIA (CARLO NORDIO), UN PREFETTO A CAPO DEGLI INTERNI (MATTEO PIANTEDOSI) E DI UN ALTRO EX GIUDICE ALFREDO MANTOVANO, SOTTOSEGRETARIO DI STATO - NELL’INCONTRO AL COLLE, LA DUCETTA HA ILLUSTRATO A MATTARELLA (CHE RICOPRE ANCHE LA CARICA DI PRESIDENTE DEL CSM), COSA AVREBBE TUONATO VIA SOCIAL CONTRO LE “TOGHE ROSSE”? OVVIAMENTE NO… - I VOLI DI STATO PER IL TRASPORTO DI AUTORITÀ, LE MISSIONI E GLI INTERVENTI A FAVORE DI PERSONE COINVOLTE IN “SITUAZIONI DI RISCHIO” (DA CECILIA STRADA AD ALMASRI), VENGONO EFFETTUATI DAI FALCOM 900 DELLA CAI, LA COMPAGNIA AERONAUTICA DI PROPRIETÀ DEI SERVIZI SEGRETI, CHE FA BASE A CIAMPINO

romano prodi dario franceschini giuseppe conte elly schlein

DAGOREPORT - COME ANDRÀ A FINIRE LO PSICODRAMMA MASOCHISTICO DEL CENTRO-SINISTRA IN VISTA DELLE REGIONALI 2025 E DELLE POLITICHE DEL 2027? A PARTE FRANCESCHINI, L’HANNO CAPITO TUTTI CHE MARCIANDO DIVISI, PER I PARTITI DELL’OPPOSIZIONE LA SCONFITTA È SICURA - CHIUSA NEL BUNKER DEL NAZARENO CON UNA MANCIATA DI FEDELISSIMI, ELLY SCHLEIN HA GIÀ UN ACCORDO SOTTOBANCO COL M5S DI CONTE PER MARCIARE UNITI ALLE PROSSIME REGIONALI IN TOSCANA, CAMPANIA E PUGLIA E VENETO. UNA VOLTA UNITE LE FORZE, LE PRIME TRE, ACCORDO IN FIERI COL REGNO DI NAPOLI DI DE LUCA, IL SUCCESSO PER L’OPPOSIZIONE È SICURO - IN VISTA DELLE POLITICHE DEL 2027 VINCERÀ L’IDEA DI UN ‘’PARTITO-PLURALE’’ CON ELLY CHE SI ACCORDERÀ CON IL PADRE NOBILE E SAGGIO DELL’ULIVO, ROMANO PRODI, SULLE PRIORITÀ DEL PROGRAMMA (NON SOLO DIRITTI CIVILI E BANDIERE ARCOBALENO), E FARÀ SPAZIO ALL'ANIMA CATTO-DEM DI BONACCINI, GENTILONI, GUERINI, RUFFINI...

fedez chiara ferragni game over matrimonio x

“CHIARA, TI RICORDI QUANDO HAI AMMESSO A FEDEZ CHE TI SEI SCOPATA ACHILLE LAURO?” - IL “PUPARO” DEL RAPPER, FABRIZIO CORONA, BUTTA BENZINA SUL FUOCO: “RACCONTERÒ LA MOGLIETTINA PERFETTA CHE SEI, QUANTE STRONZATE RACCONTI DA 15 ANNI, I TUOI AFFARI SPORCHI E L'AMORE CHE PERÒ HAI VISSUTO TRADENDOLO COSTANTEMENTE" - L’IRRESISTIBILE SCENEGGIATA, RICCA DI MIRATISSIMI COLPI ALL'INGUINE MESSA IN SCENA DALL’EX DUO FERRAGNEZ, CONFERMA LA PIÙ CLASSICA CONVINZIONE FILOSOFICA-EUCLIDEA: L'IDIOZIA È LA PIÙ GRAZIOSA DISTANZA FRA DUE PERSONE (SALVO POI SCOPRIRE CHE, AL LORO CONFRONTO, I COSIDDETTI MEDIA TRASH SCANDALISTICI SONO INNOCENTI COME TUBI) - AMORALE DELLA FAVA: IL LORO MATRIMONIO CELEBRATO NEL 2018 IN UNA LOCATION DI LUSSO DI NOTO, TRASFORMATO IN LUNA PARK VERSIONE FLOWER POWER, CON RUOTE PANORAMICHE E CONSOLLE DI DEEJAY, ERA UNA PROMESSA DI FUTURO: PAGLIACCIATA ERA, PAGLIACCIATA È STATA - VIDEO